Con il messaggio n. 2600 del 5 settembre 2025 l’INPS compie un ulteriore passo nella revisione delle procedure di valutazione della disabilità, tracciando le istruzioni per proseguire la fase di prova avviata dal decreto legislativo n. 62 del 3 maggio 2024. L’Istituto conferma l’avanzamento del progetto e annuncia l’allargamento a nuovi territori, segnale della volontà di consolidare un modello più snello e digitale. Al centro del nuovo impianto procedurale c’è il certificato medico introduttivo, pensato come unico documento necessario per dare avvio all’istruttoria.
Cosa cambia con l’unicità del certificato medico introduttivo
La novità in questione si concretizza nella circostanza che non occorrono più passaggi aggiuntivi per l’accertamento della disabilità: il medico trasmette il certificato in via telematica direttamente all’INPS e da quel momento si attiva l’intero percorso di accertamento della condizione.
La scelta di un unico canale digitale riduce gli oneri iniziali e rende più lineare il rapporto con l’amministrazione.
Questo cambio di prospettiva supera la logica precedente, che richiedeva l’invio di una specifica istanza amministrativa da parte della persona interessata o tramite intermediari come i patronati. In coerenza con l’articolo 8 del decreto legislativo 62/2024, il nuovo modello punta a tre risultati concreti: facilitare l’accesso ai servizi per le persone con disabilità, evitare la duplicazione degli adempimenti e comprimere i tempi di lavorazione, così da velocizzare l’erogazione delle prestazioni collegate.
La normativa di riferimento
La centralizzazione del procedimento presso l’INPS e la standardizzazione del documento di partenza rafforzano trasparenza e tracciabilità. Un’unica base informativa, definita e condivisa, consente di ridurre gli scostamenti tra prassi locali e di migliorare il controllo sull’intero flusso.
In termini organizzativi, la digitalizzazione nativa del certificato medico introduttivo permette anche una migliore gestione interna dei fascicoli e una più agevole pianificazione delle attività medico-legali.
Il quadro normativo di riferimento resta il decreto legislativo 62/2024, che ha avviato una riorganizzazione complessiva delle regole sull’accertamento della disabilità. All’interno di questa cornice è stata prevista una fase sperimentale, utile a mettere alla prova il nuovo certificato e a calibrare gli strumenti informatici e i processi operativi. L’INPS, con il messaggio del 5 settembre 2025, prosegue su questa strada, rendendo espliciti i criteri e i confini della prosecuzione del test.
La prima fase della sperimentazione
La prima tornata di sperimentazione dell’unicità del certificato medico introduttivo ha interessato un gruppo di territori pilota, nei quali il certificato medico introduttivo è già stato utilizzato come unico atto per avviare l’istruttoria. Le province coinvolte sono state:
- Brescia
- Catanzaro
- Firenze
- Forlì-Cesena
- Frosinone
- Perugia
- Salerno
- Sassari
- Trieste
In queste realtà il modello ha consentito di eliminare passaggi ridondanti. E di misurare, in un contesto controllato, l’impatto della semplificazione sul carico amministrativo e sui tempi di definizione delle pratiche. I riscontri raccolti hanno preparato il terreno all’allargamento della platea territoriale.
Unicità del certificato medico introduttivo: la seconda fase di sperimentazione
Dal 30 settembre 2025 si apre la seconda fase.
In base all’articolo 19-quater del decreto-legge n. 202/2024, la sperimentazione si estende ad altri contesti amministrativi, così da testare il sistema su una mappa più ampia e variegata. I nuovi territori sono:
- le province di Alessandria, Genova, Isernia, Lecce, Macerata, Matera, Palermo, Teramo e Vicenza;
- la Regione autonoma Valle d’Aosta;
- la Provincia autonoma di Trento.
L’ampliamento ha un obiettivo preciso: verificare la tenuta tecnica e organizzativa del processo prima di un’eventuale applicazione su scala nazionale. Significa osservare come il flusso reagisce a volumi maggiori, a diverse configurazioni territoriali e a differenti assetti delle strutture sanitarie e delle sedi INPS, per intervenire dove necessario con correzioni di rotta.
La novità spiegata
Sul piano pratico, la novità più rilevante resta l’eliminazione dell’istanza amministrativa separata. Con il certificato medico introduttivo inviato telematicamente, l’iter parte subito e tutte le attività successive si innestano su quella base documentale.
Il cittadino non è più chiamato a ripetere gli stessi dati in modulistica distinta e gli intermediari non devono replicare adempimenti già presenti nel certificato. La semplificazione, inoltre, riduce il rischio di errori formali in fase di avvio e favorisce una maggiore omogeneità nella raccolta delle informazioni cliniche utili alla valutazione.
La riforma agisce anche sul fronte dei tempi. Con una porta d’ingresso unica e digitale, l’istruttoria può essere organizzata con maggiore prevedibilità e i passaggi di controllo risultano più rapidi. L’obiettivo dichiarato è rendere più celere l’accesso alle prestazioni collegate alla condizione di disabilità, evitando stalli legati a documentazione incompleta o duplicata. L’INPS, grazie alla gestione accentrata, può monitorare lo stato dei fascicoli e individuare per tempo le criticità operative.
Riassumendo
- L’INPS introduce il certificato medico introduttivo come unico avvio dell’istruttoria.
- Eliminata la domanda amministrativa, ridotti passaggi e duplicazioni burocratiche.
- La trasmissione del certificato avviene solo in modalità telematica.
- Prima fase sperimentale attiva in nove province pilota.
- Dal 30 settembre 2025 estensione a nuove province e regioni autonome.
- Obiettivi: semplificazione, trasparenza, rapidità e futura applicazione nazionale.