Le cartelle esattoriali sono una spada di Damocle che pende sulla testa di tanti contribuenti, perché si tratta di un titolo esecutivo che autorizza l’Agenzia delle Entrate Riscossione a utilizzare la forza nei confronti dei soggetti indebitati.
Fino a quando un bollo auto non pagato resta nelle mani della Regione a cui è dovuto, la situazione è meno grave rispetto a quando lo stesso tributo passa a ruolo e arriva nelle mani del concessionario. Lo stesso vale per l’IMU o la Tari (gestite dai Comuni), per l’IRPEF o il Canone Rai (Agenzia delle Entrate) e persino per le multe del Codice della Strada.
La cartella esattoriale consente all’Agenzia delle Entrate Riscossione di avviare fermi amministrativi sui veicoli, pignoramenti di stipendi, conti correnti o pensioni, e altre azioni esecutive. Ecco perché ogni contribuente che ha cartelle e non può pagare subito deve trovare una soluzione concreta.
Certo, aspettare la rottamazione delle cartelle o altri provvedimenti di sanatoria è lecito. Tuttavia, nel frattempo, le procedure di esecuzione forzata proseguono. Per questo conviene mettersi in regola, così da bloccare i termini che rendono la cartella pienamente esecutiva e trasformano le minacce in azioni reali. Una via percorribile è la rateizzazione ordinaria. Ecco quindi come mettersi in regola con il modello RS dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Le novità del 2025 per le rateizzazioni delle cartelle esattoriali
La rateizzazione delle cartelle esattoriali è stata recentemente potenziata. Dal 2025, infatti, i contribuenti indebitati hanno a disposizione condizioni più favorevoli.
Se fino al 31 dicembre 2024 era possibile arrivare a un massimo di 72 rate, dal 2025 il limite è stato elevato a 84 rate.
Lo ha stabilito la nuova riforma della riscossione, entrata in vigore quest’anno. Si tratta di rate mensili, soggette a interessi di dilazione, concesse per debiti fino a 120.000 euro complessivi. Inoltre, ciascuna rata non può essere inferiore a 50 euro.
Cartelle esattoriali, ecco come mettersi in regola con il modello RS dell’Agenzia delle Entrate Riscossione
Per richiedere la rateizzazione esistono diverse modalità. La più semplice è quella tramite l’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, accessibile solo con SPID, CIE o CNS.
In questo caso la procedura è molto rapida: basta autenticarsi, scaricare il proprio estratto di ruolo, selezionare le cartelle da rateizzare e inviare la richiesta online. Nel giro di poco tempo, all’indirizzo e-mail indicato, si riceveranno la copia della domanda, l’esito della richiesta e i primi bollettini PagoPA per avviare il piano di rientro.
Ecco come presentare il modello RS senza SPID, CIE o CNS
La domanda di rateizzazione può essere presentata anche senza credenziali digitali. In questo caso ci si può rivolgere:
- direttamente agli sportelli dell’Agenzia delle Entrate Riscossione;
- tramite PEC.
A differenza della procedura telematica, per queste modalità è necessario allegare al modello RS un documento di riconoscimento valido.
Il modello specifica chiaramente che può essere utilizzato solo per debiti fino a 120.000 euro e per un massimo di 84 rate. Il riferimento normativo è il D.P.R. 602/1973, articolo 19, comma 1, che definisce le linee generali della rateizzazione dei debiti verso gli enti pubblici.
Sono previste due tipologie di piani di dilazione:
- rate costanti, uguali per tutta la durata del piano;
- rate variabili, crescenti anno dopo anno.
Dopo aver recuperato l’estratto di ruolo, occorre inserire manualmente nel modello tutte le cartelle da rateizzare. La domanda può essere consegnata a mano presso la struttura territoriale competente oppure inviata tramite PEC all’indirizzo relativo alla propria provincia o regione.
Il modello è disponibile online, con allegato l’elenco aggiornato delle caselle PEC da utilizzare, diverse a seconda della Regione o della Provincia.