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Oggi: 05 Dic, 2025

Neanche la Germania può permettersi di indebitarsi per le armi

Neanche l'austera Germania può permettersi, a queste condizioni, di fare debiti per finanziare il riarmo. Governo Merz già in crisi.
3 mesi fa
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Germania non può fare debiti per le armi
Germania non può fare debiti per le armi © Licenza Creative Commons

Se Parigi piange, Berlino non ride. La situazione dei conti pubblici tedesca è senza dubbio tra le migliori al mondo. I debiti accumulati dalla Germania ammontavano a fine 2024 al 62,50% del Pil. In altri tempi, sarebbe stato considerato un rapporto pesante, ma ormai siamo abituati a ragionare su ben altri numeri. Basti guardare agli Stati Uniti con percentuali doppie di quelle teutoniche. Tuttavia, le cose non vanno bene neanche per il cancelliere Friedrich Merz. Al potere da appena cinque mesi, si ritrova a gestire un’economia che continua a ballare sull’orlo della recessione. Aveva promesso di farla tornare a crescere e anche se è troppo presto per tirare le somme, il guaio sembra la direzione assunta.

Riarmo con economia in crisi

L’inflazione tedesca in agosto è risalita al 2,2%, mentre l’indice dei servizi è sceso a 49,3 punti e segnala un’inattesa contrazione. Pur in risalita, anche la manifattura resta in territorio negativo a 49,8 punti. La disoccupazione è salita al 6,3% e sfiora i 3 milioni di persone, mentre l’occupazione arretra di poco dai massimi storici toccati nei primi mesi dell’anno. Nel frattempo, il Bund a 10 anni è salito fino al 2,75%. Tra gli analisti c’è il sospetto che possa portarsi al 3% o anche oltre. Sono numeri di una potenza in difficoltà.

La Germania ha promesso di fare debiti per sostenere il riarmo e gli investimenti. Qualcosa come 1.000 miliardi di euro in dieci anni. Se lo può permettere, in teoria, partendo da livelli relativamente bassi. Ma le cose non stanno esattamente così. Berlino è più forte degli altri grazie alla sua politica di bilancio storicamente solida.

Da anni i partner e gli organismi internazionali invocano un suo allentamento fiscale. Eppure, gli economisti temono che puntare sul riarmo porterà benefici scarsi o nulli. Il moltiplicatore per l’economia sarebbe basso. In pratica, indebitarsi per cannoni e carri armati non stimolerebbe la crescita.

Incubo perdita del rating AAA

Per il momento i cittadini tedeschi avvertono solo le conseguenze negative dell’annuncio. La Germania paga di più per fare debiti, mentre l’economia resta ferma e, anzi, nel secondo trimestre è tornata a cedere lo 0,1%. La popolarità del governo praticamente non esiste. A pochi mesi dalla sua nascita, i due partiti che lo sostengono messi insieme otterrebbero il 40% dei consensi per i sondaggi. Alle elezioni di febbraio presero il 45%. E ricordatevi una cosa: i tedeschi non amano i debiti. Tendono a punire alle elezioni chi li fa o anche solo promette di farli.

C’è un altro aspetto che invita alla prudenza. I debiti della Germania sono classificati dalle agenzie internazionali con rating tripla A. Significa che sono percepiti massimamente affidabili. Se lo squilibrio dei conti pubblici portasse a un qualche declassamento, sarebbe uno choc per l’intera Eurozona. La prima economia continentale non verrebbe più considerata da dieci. Perderebbe quella patina di perfezione che le ha consentito finora di attrarre capitali stranieri anche nelle fasi più convulse.

Debiti in Germania rischio per alleati

E’ vero, la Germania dispone di qualche margine per fare debiti. Ma non sono i 1.000 miliardi annunciati. Non puoi allentare la politica fiscale con i rendimenti che salgono e l’economia che arretra.

Il solo effetto annuncio sta provocando grossi problemi a emittenti come la Francia, che rischia di dover ricorrere al salvataggio del Fondo Monetario Internazionale per via dell’instabilità politica interna. Sembra paradossale, ma potrebbero essere gli stessi alleati a chiedere a Merz un passo indietro sul debito. Se salta la Francia, salta l’euro. E questo Berlino non se lo vuole permettere.

giuseppe.timpone@investireoggi.it

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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