Non è un buon momento per le obbligazioni a lungo termine, travolte dal rialzo globale dei rendimenti per questo tratto della curva. Le scadenze dai dieci anni insù risultano le più penalizzate. La più longeva è in Italia il cosiddetto BTp Matusa (ISIN: IT0005441883), così chiamato per la sua elevata longevità, dato che arriva a scadenza l’1 marzo del 2072. Offre una cedola lorda annuale del 2,15%, ma che adesso va rapportata ad una quotazione ben sotto la pari. Ieri, scendeva sotto 55,70 centesimi. In pratica, un lotto minimo di 1.000 euro nominali lo si acquistava per meno di 557 euro.
Cedola effettiva netta allettante
Il rendimento cedolare, al netto dell’imposizione fiscale, sfiora il 3,40%. In considerazione delle basse aspettative d’inflazione, trattasi di una remunerazione interessante.
Il rendimento lordo alla scadenza, invece, supera il 4,45%. Esso tiene conto dell’elevata plusvalenza realizzata alla data del rimborso, quando il Tesoro pagherà 100 ciò che si è acquistato per poco più della metà sul mercato secondario.
Quotazione ai minimi da novembre 2023
La quotazione del BTp Matusa si è riportata ai livelli minimi da novembre 2023. Con la differenza che allora stava in una fase fortemente rialzista, mentre oggi non s’intravede ancora la fine del trend ribassista. Dai massimi di giugno, quando arrivò a circa 61 centesimi, perde poco meno del 10%. Per tornare allo stesso livello, servirebbe che il rendimento scendesse al 4%, nel quale caso il guadagno in conto capitale supererebbe il 10%.
Cos’è accaduto da giugno ad oggi? I mercati sono diventati più pessimisti sulla situazione fiscale in Europa e Stati Uniti, scontando tra l’altro tensioni commerciali e una possibile risalita dell’inflazione a lungo termine. I bond lunghi hanno pagato pegno, essendo meno direttamente interessati dalle politiche monetarie. Il taglio dei tassi di interesse, poi, è stato sospeso in estate dalla Banca Centrale Europea. L’elevata “duration” (22,55 anni) assegna ai BTp Matusa un appeal speculativo altrettanto ragguardevole.
Tuttavia, proprio questa fase svela i rischi di una strategia d’investimento basata sulle lunghe scadenze.
BTp Matusa ad alto rischio speculativo
Pensate che il BTp Matusa arrivò a sfiorare i 68 centesimi nel dicembre del 2023, segnando un rialzo prossimo al 40% in appena un paio di mesi. Tornare a quei livelli equivarrebbe ad ipotizzare un guadagno superiore al 20%. Non è all’orizzonte, anche se le condizioni di mercato possono variare velocemente in base ai dati macroeconomici. Chi spera che prima o poi torni alla pari, sarebbe meglio che pensasse ad altro. Per quanto tutto sia possibile, siamo entrati in una fase diversa da quella del 2021 in cui avvenne l’emissione. Meglio accontentarsi delle cedole, tutt’altro che irrilevanti per via dei bassi prezzi d’ingresso.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

