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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensione influencer, tre strade diverse: conviene la gestione separata?

Quali sono le tre opzioni per la pensione degli influencer e in quali casi la gestione separata Inps può essere la scelta più vantaggiosa?
3 mesi fa
2 minuti di lettura
Pensione influencer
Foto © Pixabay

Qual è la scelta più conveniente per la pensione influencer? Come canta Ornella Vanoni con il brano Un sorriso dentro al pianto: “E adesso che dovrei posare per l’ennesima fotografia. Sai dirmi tu per caso la migliore inquadratura quale sia? Ormai che con un selfie fai vedere tutto a tutti e così sia, ce la incorniciamo? O la butto via?”.

Un po’ come nella canzone, anche per gli influencer la scelta migliore non è sempre immediata.

Tra collaborazioni, contratti e guadagni variabili, infatti, orientarsi tra le diverse opzioni previdenziali può sembrare complicato. Lo sa bene una nostra lettrice che a tal proposito ci chiede:

“Buongiorno, sono una content creator e lavoro come influencer. Ho letto che di recente sono state introdotte delle novità in merito agli adempimenti previdenziali di chi svolge questo tipo di attività. In particolare mi piacerebbe sapere se conviene iscrivermi alla gestione separata Inps oppure esistano delle alternative migliori? Grazie in anticipo per la risposta”.

Pensione influencer, tre strade diverse: conviene la gestione separata?

Fornire a priori una risposta a tale quesito non è possibile, poiché molto dipende dalla situazione personale, dal tipo di attività svolta e dalle modalità di lavoro adottate. A tal proposito l’Inps ha di recente fornito importanti chiarimenti in merito agli obblighi assicurativi dei soggetti che svolgono l’attività di creazione di contenuti digitali per il web. In particolare si ricorda che:

  • in caso di attività organizzata in forma di impresa destinata alla vendita di video o alla gestione di banner pubblicitari si deve provvedere all’iscrizione presso la gestione speciale autonoma degli esercenti attività commerciali;
  • se a prevalere è il lavoro autonomo personale, ad esempio per la creazione di contenuti web come articoli e video, bisogna iscriversi presso la gestione separata dell’Inps;
  • gli influencer, ovvero coloro che creano contenuti pubblicitari o promozionali, devono provvedere ad effettuare l’iscrizione presso la gestione previdenziale dello spettacolo. Il committente, che può essere il brand piuttosto che l’agenzia di intermediazione, versa i contributi a prescindere dal tipo di rapporto di lavoro che può essere dipendente, autonomo o collaboratore.

Proprio soffermandosi su quest’ultima, attraverso la circolare numero 44 del 19 febbraio 2025, viene sottolineato che:

restano escluse dalla disciplina dell’obbligo previdenziale al FPLS le attività riconducibili a quelle di endorsement, nelle quali venga in rilievo il semplice abbinamento tra la notorietà del content creator e il prodotto e/o servizio, ossia il semplice uso dei prodotti, o i casi in cui nell’ambito dei contenuti personali dei propri profili social vengano introdotte mere inserzioni pubblicitarie, senza perciò porre in essere alcuna attività da parte dell’artista. In tali casi resta fermo l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata.

Orientarsi tra le aliquote per influencer e content creator

La scelta tra le varie opzioni dipende dalla natura del lavoro svolto e dalla frequenza delle collaborazioni. Ad esempio un influencer che collabora regolarmente con agenzie o brand per eventi potrebbe trovare più conveniente aderire al FPLS.

Al contrario, chi svolge attività principalmente online e occasionale potrebbe preferire la gestione separata.

Il tutto fermo restando il fatto che sia gli influencer che i content creator devono versare i contributi previdenziali, con aliquote differenti a seconda della propria situazione. In linea generale i lavoratori autonomi con partita Iva, non iscritti ad altre forme obbligatorie e non pensionati, pagano complessivamente il 26,07% dei compensi, di cui la maggior parte destinata alla pensione e una quota minore a coprire maternità, malattia e altre indennità. Chi è già pensionato o iscritto ad altra previdenza obbligatoria versa un’aliquota ridotta, pari al 24%.

Per i lavoratori dello spettacolo, come musicisti o influencer coinvolti in eventi o produzioni, la contribuzione avviene tramite il Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo. In questo caso l’aliquota è del 33% della retribuzione, corrisposta dal datore di lavoro per il 23,81% e dal lavoratore per il 9,19%. Per i commercianti è del 24,48%, comprensiva di un piccolo contributo aggiuntivo destinato all’eventuale indennizzo in caso di cessazione dell’attività. Ogni opzione, è bene ricordare, comporta requisiti e adempimenti differenti. Per questo motivo è sempre consigliabile confrontarsi con un esperto del settore, così da individuare la soluzione più conveniente in base alla propria situazione personale.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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