Le cartelle esattoriali restano un argomento sempre attuale e discusso nella vita quotidiana. Si parla spesso della nuova rottamazione quinquies, considerata una vera scialuppa di salvataggio per milioni di contribuenti indebitati con il fisco. Tuttavia, con l’entrata in vigore della riforma della riscossione 2025, sono già operative alcune novità significative. Tra queste, una misura in particolare desta preoccupazione: il pignoramento automatico dello stipendio. E questo nulla ha a che vedere con la nuova rottamazione quinquies.
Altro che rottamazione quinquies: ora arriva il pignoramento automatico dello stipendio
Tra le procedure di esecuzione forzata più invasive nei confronti di un contribuente con cartelle esattoriali spicca il pignoramento.
In particolare, i cosiddetti pignoramenti presso terzi possono colpire il conto corrente, la pensione o lo stipendio.
Si parla di pignoramento presso terzi perché l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ordina direttamente a un soggetto terzo (il datore di lavoro, l’ente previdenziale o la banca) di trattenere le somme spettanti al contribuente e di destinarle al pagamento del debito.
Finora, l’attuazione di questa misura era complessa e soggetta a limiti, come la tutela del cosiddetto minimo vitale. Con la riforma, però, la situazione cambia radicalmente, soprattutto per chi percepisce uno stipendio: è stato introdotto il pignoramento automatico.
Ecco come funziona il nuovo meccanismo
La novità riguarda in primo luogo i dipendenti pubblici. Per questi lavoratori è stato introdotto un sistema di trattenuta automatica in busta paga in caso di cartelle esattoriali pendenti.
In pratica, l’amministrazione pubblica presso cui il dipendente lavora diventa direttamente responsabile della gestione del debito fiscale: prima di pagare lo stipendio, deve verificare se esistono cartelle esattoriali intestate al lavoratore.
In caso affermativo, la trattenuta scatta in automatico, senza necessità della classica notifica che fino al 2024 era prassi.
Pignoramento automatico dello stipendio: a chi si applica e quali sono i limiti
Il nuovo sistema si applica ai dipendenti della Pubblica Amministrazione che presentano:
- debiti con cartelle superiori a 5.000 euro: al di sotto di questa soglia, la procedura non si attiva;
- reddito mensile superiore a 2.500 euro: chi percepisce uno stipendio più basso non rientra nel meccanismo automatico.
In ogni caso, non è pignorato l’intero stipendio, ma solo una quota massima pari a 1/7 della retribuzione. Tale trattenuta, effettuata ogni mese, prosegue fino a estinzione completa del debito.