L’Assegno sociale è una misura destinata a chi raggiunge l’età pensionabile senza aver maturato alcun diritto alla pensione. Parliamo di persone che non hanno mai versato contributi o che, pur avendoli versati, non hanno raggiunto un livello sufficiente. A prescindere dal motivo per cui un cittadino a 67 anni non matura il diritto alla pensione, l’Assegno sociale può rappresentare una soluzione. È necessario, però, rispettare specifici requisiti reddituali. Inoltre, non basta soddisfarli al momento della domanda: occorre mantenerli costantemente durante tutti gli anni di fruizione della prestazione.
Esistono infatti diverse circostanze che possono comportare la perdita del diritto all’Assegno sociale.
Sospensione e revoca sono situazioni frequenti per chi non conosce nel dettaglio tutte le regole che disciplinano questa misura.
Assegno sociale, chi può richiederlo e come mantenerlo senza interruzioni o revoca
Prima di tutto, vediamo a chi spetta l’Assegno sociale e in quale misura viene corrisposto. La prestazione, dedicata a chi ha compiuto almeno 67 anni di età, non richiede alcuna contribuzione maturata. È sufficiente rispettare, al momento della domanda, stringenti requisiti reddituali, che incidono direttamente anche sull’importo erogato.
Attualmente, l’importo massimo riconosciuto dall’INPS è pari a 538,69 euro al mese. Tale importo, tuttavia, spetta solo a chi non possiede altri redditi. In caso di coniugi, l’Assegno sociale in misura piena viene erogato solo se il reddito cumulato della coppia non supera i 538,69 euro mensili.
Se sono presenti redditi, l’importo dell’Assegno sociale si riduce proporzionalmente, fino a raggiungere – sommato agli altri redditi – i 538,69 euro mensili (o il doppio, in caso di coppia coniugata).
Questi requisiti devono essere mantenuti nel tempo.
Per questo i titolari dell’Assegno sociale sono tenuti ogni anno a presentare la dichiarazione reddituale, partecipando alla campagna RED dell’INPS che si svolge a febbraio. Solo mantenendo costantemente i requisiti l’Assegno sociale continua a essere corrisposto; in caso contrario, si rischia la sospensione o la revoca definitiva della prestazione.
La presenza in Italia è un requisito fondamentale
Oltre agli aspetti reddituali, ci sono altre condizioni da rispettare per continuare a percepire l’Assegno sociale. Infatti, la prestazione è erogata regolarmente dall’INPS solo se è garantita la residenza continuativa in Italia.
Essendo una misura a forte carattere assistenziale, l’Assegno sociale non è esportabile. Lo perde, ad esempio, chi si trasferisce stabilmente all’estero. Per questo, tra i requisiti fondamentali rientrano la cittadinanza italiana o comunitaria oppure il permesso di soggiorno di lungo periodo per cittadini extracomunitari.
Inoltre, è necessario dimostrare una residenza continuativa in Italia da almeno 10 anni, calcolati a ritroso dalla data di presentazione della domanda. Tale requisito si considera interrotto se l’interessato è stato fuori dai confini nazionali per oltre 6 mesi consecutivi o per 10 mesi complessivi negli ultimi 5 anni.
Un altro aspetto rilevante riguarda i periodi all’estero: se un titolare di Assegno sociale si trasferisce fuori dall’Italia per più di 29 giorni, la prestazione è sospesa. Se la sospensione si protrae per oltre 365 giorni, si procede alla revoca definitiva del beneficio.