Onde evitare problemi in caso di controlli sui conti corrente è opportuno tenere la lista movimenti fino a 5 o 7 anni. Come canta Samuele Bersani con il brano Che vita: “Ah, puoi dirlo, sento sempre il peso di un controllo appeso al collo. Che vita, si direbbe fuori dal contesto, su nell’universo, nello spazio”.
Quella sensazione di un “peso appeso al collo” rischia di diventare realtà se, durante un controllo fiscale, non si è in grado di dimostrare la correttezza delle proprie operazioni bancarie. Conservare la lista dei movimenti del conto corrente per diversi anni, infatti, non è soltanto un eccesso di prudenza.
Bensì una vera e propria forma di tutela che consente di rispondere con chiarezza e trasparenza alle eventuali richieste da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Controlli sui conti corrente: ecco perché tenere la lista movimenti fino a 5 o 7 anni
Tenere traccia dei movimenti bancari per più anni può sembrare per molti un dettaglio da poco. Nella realtà dei fatti, in caso di controlli fiscali, è fondamentale. A tal proposito ricordiamo che l’Agenzia delle Entrate ha il potere di verificare i conti dei contribuenti, ma è vincolata da precise regole temporali. Entrando nei dettagli, come stabilito dall’articolo 43 del DPR numero 600 del 29 settembre 1973:
“1. Gli avvisi di accertamento devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione.
2. Nei casi di omessa presentazione della dichiarazione o di presentazione di dichiarazione nulla l’avviso di accertamento può essere notificato entro il 31 dicembre del settimo anno successivo a quello in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata”.
Fino alla scadenza dei termini sopra indicati l’Agenzia delle Entrate può integrare o modificare l’accertamento in aumento, notificando nuovi avvisi basati sulla scoperta di elementi sopravvenuti.
In tali avvisi, devono essere specificati, a pena di nullità, i nuovi elementi e gli atti o fatti tramite i quali l’ufficio delle imposte ne ha avuto conoscenza. Se l’avviso non viene notificato entro i termini previsti dalla legge, il contribuente non può più essere sottoposto a controlli per l’anno di riferimento.
Quando si riceve un avviso di accertamento, pertanto, è fondamentale verificare che i termini siano stati rispettati. Se il Fisco li ha oltrepassati, il contribuente ha il diritto di contestare l’accertamento.
La conservazione come strumento di tutela
Conservare la lista dei movimenti del conto corrente non è utile solo in caso di controlli fiscali generici. Può infatti rivelarsi fondamentale per giustificare spese particolari o transazioni occasionali di una certa rilevanza. Acquisti immobiliari, investimenti, donazioni o bonifici consistenti, infatti, possono essere spiegati facilmente se supportati da una corretta documentazione. Ma non solo, anche piccoli versamenti o risparmi accumulati nel tempo possono diventare oggetto di verifica.
Avere una traccia chiara di tutte le operazioni permette di dimostrare con chiarezza l’origine dei fondi, riducendo il rischio di contestazioni. In altre parole conservare la lista dei movimenti è come tenere traccia delle proprie orme e, quando il Fisco decide di controllare, avere tutto registrato permette di muoversi con sicurezza e trasparenza.
Il tutto riducendo preoccupazioni e rischi.