La pensione anticipata è una delle misure che più attirano i lavoratori. Soprattutto perché dal 2012 ha preso il posto delle vecchie pensioni di anzianità. Come per queste ultime, anche le attuali pensioni anticipate non hanno limiti anagrafici. Tuttavia, rispetto al passato, le nuove pensioni anticipate prevedono decorrenze particolari, che possono generare situazioni insolite. E che analizzeremo di seguito.
“Buongiorno, mi chiamo Stefano e volevo un chiarimento. A ottobre chiuderò i miei 42 anni e 10 mesi di versamenti. Ma mi chiedevo: è vero che devo aspettare tre mesi per prendere la pensione? A questo punto cosa devo fare, dimettermi lo stesso o devo aspettare per presentare la domanda di pensione?”
Pensione anticipata 2025 e 2026: quando fare domanda e quando arriva la vera pensione, attenti alle date
La domanda di pensione si presenta dopo la maturazione dei requisiti o, al massimo, qualche settimana prima.
Come avviene ad esempio per la pensione a 67 anni di età. In genere, una pensione decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si maturano i requisiti.
In alcuni casi, invece, la decorrenza parte dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Ma, per le pensioni anticipate ordinarie, la regola è diversa: si applica una finestra di tre mesi.
In pratica, una volta maturati i requisiti (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne), è possibile cessare il lavoro. Ma la prima pensione utile arriverà solo dopo tre mesi. Questa finestra è proprio il punto su cui il nostro lettore chiede chiarimenti.
Ecco come passare i tre mesi di finestra in attesa di prendere la prima pensione
Nulla vieta a un lavoratore di presentare domanda di pensione anche prima di aver maturato i requisiti contributivi per l’anticipata ordinaria, e nulla vieta di lasciare il lavoro esattamente al raggiungimento della soglia minima di contribuzione.
Il problema è che, così facendo, si rimarrebbe senza stipendio e senza pensione per tre mesi, situazione che non tutti possono permettersi.
Esiste però un’alternativa, ed è quella che, secondo le segnalazioni di molti lavoratori, viene utilizzata più spesso: continuare a lavorare durante i tre mesi di finestra.
Proseguendo l’attività fino a raggiungere 43 anni e 1 mese di contributi (per gli uomini), non solo si evita di restare senza reddito, ma si ottiene anche una pensione leggermente più alta grazie ai versamenti aggiuntivi.
In questi casi, la domanda di pensione può essere presentata poco prima della prima decorrenza utile, così da andare in pensione immediatamente dopo la cessazione del lavoro, senza dover subire il periodo di attesa della finestra mobile, poiché si utilizza direttamente la prima finestra utile di pensionamento.