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Oggi: 05 Dic, 2025

Chi andrà in pensione nel 2026? da 62 a 64 anni basteranno pure 20 anni di contributi

La pensione nel 2026 potrà arrivare da 62 a 64 anni e basteranno pure 20 anni di contributi come per le pensioni di vecchiaia.
4 mesi fa
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pensione anticipata a 65 anni nel 2026.
Foto © Pixabay

Al netto dell’incertezza sulla permanenza della Quota 103 nel sistema pensionistico italiano, misura che potrebbe essere chiusa il 31 dicembre 2025, l’anno 2026 si aprirà con alcune certezze sui pensionamenti. Si parla della possibilità, per determinati contribuenti, di uscire in anticipo rispetto ai 67 anni di età. Un’opzione che potrebbe rivelarsi utile per molti, al fine di evitare attese più lunghe e i possibili inasprimenti previsti a partire dal 2027. Abbiamo dunque alcune certezze — come accennato — utili a rispondere alla domanda: chi andrà in pensione nel 2026 a 62, 63 o 64 anni? Magari con soli 20 anni di contributi.

Tre mesi possono fare la differenza: cosa succede dal 2027

Tre mesi possono sembrare pochi, oppure un’eternità.

Il rischio concreto è che dal 2027 si debba attendere tre mesi in più rispetto a oggi per accedere alla pensione. Non si tratta di una possibilità remota: l’aspettativa di vita è in crescita e, secondo l’ISTAT, è aumentata di 7 mesi negli ultimi due anni.

Nonostante il calo di 4 mesi registrato durante la pandemia, oggi lo scenario prevede un aumento di 3 mesi nei requisiti sia per l’età pensionabile che per le pensioni anticipate. Il 2027 è stato infatti indicato, in assenza di interventi legislativi, come l’anno di entrata in vigore di questo adeguamento.

Per alcuni, tre mesi possono sembrare trascurabili. Ma per chi svolge un lavoro fisicamente o psicologicamente logorante, o per chi è già disoccupato, questo slittamento può rappresentare un aggravamento importante del periodo di inattività. Ecco perché andare in pensione nel 2026, se possibile, potrebbe rivelarsi una scelta strategica.

Ecco l’occasione ghiotta di dire addio al lavoro nel 2026

Le lavoratrici hanno forse un’occasione irripetibile per uscire dal mondo del lavoro nel 2026, evitando di incorrere nelle modifiche peggiorative per la pensione attese nel 2027.

L’opportunità si chiama pensione anticipata contributiva, una misura che, per le donne con figli, può addirittura anticipare l’uscita rispetto ai 64 anni standard.

Con 20 anni di versamenti minimi, oppure 25 anni sfruttando anche la rendita da pensione integrativa, è possibile accedere a questo tipo di pensionamento. A patto, però, che i contributi siano interamente versati in epoca contributiva, cioè successivi al 1995, anno di entrata in vigore della riforma Dini.

Per accedere alla pensione anticipata contributiva servono:

  • 64 anni di età;
  • 20 anni di contributi;
  • e un importo mensile pari almeno a 3 volte l’assegno minimo INPS (circa 1.620 euro lordi al mese).

Se non si raggiunge questa soglia, chi ha almeno 25 anni di contributi può integrare con la rendita del fondo pensione complementare.

I vantaggi per le donne con figli: pensione anticipata anche prima dei 64 anni

Per le donne con figli, ci sono agevolazioni specifiche. Se l’importo della pensione non arriva a 3 volte l’assegno minimo, può comunque essere concessa a:

  • chi ha avuto più di un figlio, se l’importo è pari ad almeno 2,6 volte l’assegno sociale;
  • chi ha avuto un solo figlio, se l’importo è pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.

Ma il vero vantaggio è legato ai mesi di sconto sull’età anagrafica concessi per ogni figlio avuto: 4 mesi per figlio, fino a un massimo di 16 mesi.

Questo significa che una donna con quattro figli potrebbe andare in pensione a 62 anni e 8 mesi, pur rientrando nella misura dei 64 anni di età prevista dalla pensione anticipata contributiva.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.