Ci sarà anche il BTp a 10 anni (ISIN: IT0005654642) con una settima tranche all’asta di domani. E farà la parte del leone con 3-3,5 miliardi di euro su un totale di 9 miliardi che il Tesoro punterà a raccogliere con l’emissione di quattro bond a medio-lungo termine. Il bond arriva a scadenza in data 1 ottobre 2035 e offre una cedola annuale lorda del 3,60%. Significa che per ogni lotto minimo di 1.000 euro nominali, l’obbligazionista riceve 18 euro per ogni semestre e 36 euro lordi all’anno. Al netto dell’imposizione fiscale, 15,75 euro al semestre e 31,50 euro all’anno.
Prima cedola corta a ottobre
Il BTp a 10 anni venne emesso per la prima volta il 2 maggio scorso e per questo staccherà una prima cedola dell’1,495082% al prossimo 1 ottobre. Essa corrisponde a un periodo di detenzione di 152 giorni su un semestre di 183 giorni. Saranno eccezionalmente 14,95 euro lordi (13,08 euro netti) l’accredito tra poco più di due mesi.
Quotazione sopra la pari
Sul mercato secondario questo BTp a 10 anni si acquista sopra la pari, ad una quotazione di 100,80. Dunque, per inserire in portafoglio un lotto minimo di 1.000 euro bisogna spendere 1.008 euro. Il rendimento alla scadenza si aggira in queste sedute tra il 3,55% e il 3,60%. Avete presente il famoso spread di cui sentiamo parlare praticamente ogni giorno? In questo momento, si misura con riferimento proprio a questo bond italiano. E’ sceso a circa 85 punti base o 0,85% e ai minimi dal 2010. Pensate che in aprile aveva superato i 130 punti dopo l’annuncio dei dazi americani.
BTp a 10 anni favorito da accordo sui dazi
Il restringimento dello spread di almeno una trentina di punti da inizio anno fa sì che il rendimento offerto dal BTp a 10 anni sia più basso.
Anziché viaggiare verso il 4%, si dirige al 3,50%. La scadenza resta gravata dalla risalita del rendimento tedesco, che è passata quest’anno dal 2,35% al 2,70%. L’accordo sui dazi annunciato ieri tra UE e USA sta premiando il comparto obbligazionario, allentando i timori sulla ripresa dell’inflazione e incentivando al rischio, favorendo così i mercati “non core”.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

