Chi sperava negli ultimi mesi in una risalita dei prezzi, è rimasto deluso. Le cose potranno anche cambiare nel prossimo futuro, ma il bilancio in questa fase resta estremamente negativo per i bond con scadenze lunghe. A farne le spese più di tutti sono i bond austriaci a 100 anni (ISIN: AT0000A2HLC4). Emessi poco più di cinque anni fa, in piena pandemia, sono sprofondati ad una quotazione di appena 30 centesimi. Mai così in basso. Dall’inizio dell’anno, quando si aggiravano attorno ai 43 centesimi, perdono il 30%. Inimmaginabile fino a qualche mese fa.
Cedola striminzita
I bond austriaci a 100 anni offrono una cedola semplicemente ridicola: 0,85% lordo.
Al loro debutto, però, i rendimenti erano perlopiù negativi e gli investitori andavano a caccia di titoli ultra-lunghi per cercare di guadagnare qualcosa. Con la risalita dei rendimenti, una cedola del genere appare inaccettabile agli occhi degli obbligazionisti, che pretendono prezzi sempre più bassi per comprare. Ed ecco spiegato perché la quotazione è ormai a sconto del 70% rispetto al valore nominale.
Cause del deprezzamento recente
Quanto alla cedola netta effettiva, inizia a diventare interessante, sfiorando il 2,50%. E’ il rendimento annuo che l’investitore ottiene rapportando la cedola (al netto dell’imposta) alla quotazione. Con un’inflazione attesa bassa anche nei prossimi anni, un titolo da non sottovalutare. Ma perché continua a deprezzarsi? Il mercato teme che in futuro ci saranno più inflazione e debiti in Europa, tra dazi e riarmo. Per questo non si accontenta dei rendimenti offerti fino a pochi mesi fa.
Graficamente, i bond austriaci non segnalano ancora una possibile inversione di tendenza.
Entrare oggi sul mercato può essere una buona idea, così come può non esserlo. Certo è che se rimbalzassero almeno ai livelli pre-dazi di inizio aprile, segnerebbero una crescita superiore al 15%. E se tornassero ai prezzi di inizio anno, salirebbero di oltre il 40%. La buona notizia per coloro che hanno acquistato nei mesi scorsi, è che la risalita avverrebbe velocemente. Data l’elevata “duration”, le quotazioni variano in maniera brusca rispetto al rendimento. E basta un evento anche non strettamente macroeconomico per far scattare il rally, come un buon accordo commerciale UE-USA.
Bond austriaci al test dei dazi USA
A giorni avremo un primissimo test con lo svelamento dei dazi americani sulle merci UE dall’1 agosto. E nei prossimi mesi ci saranno notizie più concrete circa i tempi e le modalità del riarmo europeo. Due elementi fondamentali per il mercato obbligazionario. Scadenze lunghe come i bond austriaci a 100 anni troverebbero finalmente quel supporto che manca da tempo. In caso di notizie negative, però, i prezzi resterebbero bassi a lungo o continuerebbero a scendere. Occhio, infine, alla liquidità degli scambi, che in tempi in certi può assottigliarsi per i titoli più longevi.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
