Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, e Chiara Ferragni non sono più marito e moglie per lo stato italiano dopo che non lo erano stati più agli occhi dei fan. Nella giornata di ieri hanno ufficializzato il divorzio consensuale. Lui sarà responsabile delle spese scolastiche e sanitarie, mentre lei non percepirà l’assegno di mantenimento. Nessun problema riguardo ai patrimoni, che erano stati già suddivisi in precedenza. Finisce così la favola dei Ferragnez, che per anni aveva monopolizzato l’attenzione di media e social nel Bel Paese.
In frantumi lo strapotere mediatico dei Ferragnez
Tutto era stato risalto mediatico per la coppia, che dal “pandoro-gate” in avanti ha fatto sparire i figli dai social.
Tant’è che i due hanno concordato di rifarsi alle leggi ordinarie sul tema: dovranno autorizzare entrambi l’eventuale pubblicazione di immagini dei figli minorenni. Nessuno avrebbe osato immaginare un simile epilogo poco più di un anno e mezzo fa. Tutto iniziò con la sanzione comminata dall’AGCOM a Ferragni per pubblicità ingannevole. Le tensioni nella coppia esplosero con recriminazioni reciproche sia sui modi di fare business che su questioni personali.
Dal matrimonio al Festival di Sanremo, storia di un successo senza pari
Era l’estate del 2018 quando nascevano ufficialmente i Ferragnez con il matrimonio celebrato a Noto, in Sicilia. I due si erano conosciuti un paio di anni prima. Galeotta fu la canzone “Vorrei, ma non posto” del rapper e cantata da Dj Ax. Le parole “Il cane di Chiara Ferragni ha il papillon di Vuitton” fecero breccia nel cuore di lei. Dall’unione era nato un colosso social-mediatico senza eguali in Italia.
A metà dicembre del 2023, al picco del loro successo, lei aveva 29,7 milioni di follower e lui 14,5 milioni solo su Instagram. Insieme, quasi 45 milioni di fan a seguirne la quotidianità. Una fabbrica di soldi e di consenso che sembrava auto-alimentarsi senza soluzione di continuità.
Il 2023 era iniziato alla grande per i Ferragnez, il cui successo veniva consacrato dall’evento più nazionalpopolare che ci sia: il Festival di Sanremo. Lei co-conduttrice, lui concorrente e ospite. Anche i respiri dei due divennero oggetto di dibattito e polemica. Gli sponsor sgomitavano per stringere una qualche collaborazione. Lei sui social (e non solo) reclamizzava la qualunque. E nel frattempo si era costruita una realtà imprenditoriale con marchio proprio, attiva nella vendita di capi di abbigliamento, accessori e bigiotteria. Lui la completava sul piano mediatico: più spigliato, popolano e politicamente scorretto.
Influencer nel mirino
Con il caso Balocco tutto svanisce così velocemente da lasciare interdetti. Nessuno vuole più associare la propria immagine ai due, complici alcuni fatti di cronaca non proprio edificanti seguiti alla separazione. Ancora oggi i Ferragnez, singolarmente presi, fanno numeri: 13,6 milioni di follower lui e 28,45 milioni lei. Ma nulla è come prima. Le interazioni di lei con il pubblico sono precipitate all’1,79%; molto meglio l’ex marito con il 4,45%. Significa che c’è scarso movimento sui social dell’imprenditrice digitale.
E gli sponsor pagano per quello.
Un’unione nata sotto gli occhi di tutti e allo stesso modo finita. Triste sul piano strettamente personale, un caso studio dal punto di vista mediatico ed economico. I Ferragnez erano temuti per lo strapotere di cui godevano, tanto che persino i politici volevano battibeccarci. Ora fingono tutti di non averli mai conosciuti. Resta il successo che fu, mentre il business è tutto da ripensare. Lui ha una carriera musicale da portare avanti; lei ha chiuso negozi, svenduto le scorte di magazzino e cerca nuove modalità per fare impresa. A pagare il prezzo della caduta è stato l’affollato mondo degli influencer, uscito screditato e guardato con sospetto da pubblico e sponsor. Gli affari non sono più semplici come prima.
Ferragnez da icone a simbolo di crisi del modello Milano
A qualcuno non sarà sfuggito che la fine dei Ferragnez sia coincisa con la crisi del “modello Milano“, travolto dall’inchiesta giudiziaria di questi giorni. La coppia con un attico a CityLife era diventata un’icona della rigenerazione urbana degli anni passati. Nel 2020, al termine del primo anno di pandemia, avevano ricevuto l’Ambrogino d’oro, la massima onorificenza che il Comune riconosce alle personalità che si sono distinte in positivo nella vita cittadina. E anche la sintonia con l’ambiente politico che li aveva sostenuti è andata a pezzi tra polemiche e vere e proprie prese di distanze reciproche. Forse il segno più evidente che in crisi c’è un certo sentire degli anni recenti.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

