Il Governo ha avviato una riforma significativa che introduce obblighi di trasparenza mai visti prima sugli autovelox. Con un emendamento approvato il 10 luglio alla Camera, contenuto nel Decreto Infrastrutture e ora in attesa del via libera finale al Senato, si prevede un’imponente operazione di censimento e mappatura: ogni dispositivo di controllo della velocità dovrà essere registrato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti entro 60 giorni. L’obiettivo dichiarato è colmare le zone d’ombra sui controlli elettronici e offrire una mappa ufficiale centralizzata, finalmente consultabile da automobilisti e app di navigazione. Le innovazioni introdotte sono quattro e riguardano completamente il rapporto tra amministrazioni locali e cittadini.
Vediamo come cambierà il panorama stradale italiano.
Obbligo di censimento degli autovelox e pubblicazione della mappa del Ministero
Ogni Comune dovrà comunicare al Ministero l’elenco completo dei dispositivi utilizzati per il controllo della velocità: autovelox fissi, semaforici, tutor, apparecchi mobili e telelaser. Le informazioni richieste includono marca, modello, ubicazione precisa e stato di omologazione. Questi dati confluiranno in una piattaforma pubblica gestita dal Ministero, con aggiornamenti costanti e possibilità di consultazione per località e modalità di rilevazione.
Chi non rispetterà il termine di sessanta giorni vedrà il proprio autovelox considerato inutilizzabile, rendendo invalide eventuali multe elevate con tali dispositivi. Il risultato sarà una mappa ufficiale che chiarirà quali strumenti sono legittimi e attivi, offrendo agli automobilisti una base normativa concreta per strumenti di navigazione e contestazioni legali.
Nuovi criteri per segnaletica degli autovelox, distanza e omologazione
La riforma non si limita al censimento, ma ridisegna le regole per garantire effettivo rispetto del Codice della Strada.
Le norme prevedono:
- Cartelli ben visibili e leggibili situati a una distanza minima di 200 metri su strade extraurbane e 75 metri in ambito urbano, accompagnati da messaggi chiari come “controllo elettronico della velocità”.
- Possibilità di installare autovelox solo in presenza di requisiti come alta incidentalità, impossibilità di contestazione immediata o dati oggettivi di eccesso di velocità, previa autorizzazione del Prefetto.
- Comunicazione obbligatoria dello stato di omologazione, per assicurare che il dispositivo sia conforme agli standard tecnici previsti.
Le nuove disposizioni mirano a prevenire l’uso improprio degli autovelox come meri strumenti di cassa, dando finalmente priorità alla sicurezza stradale e alla trasparenza. Dopo il passaggio al Senato, la legge entrerà in vigore circa quindici giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, con i Comuni obbligati a completare il censimento entro sessanta giorni. Se gli strumenti non saranno aggiornati o mancheranno dell’omologazione, saranno considerati fuori norma e le multe annullabili in sede giudiziaria.
Per i cittadini significa la fine dei cosiddetti “autovelox fai da te” o “trappole”: ogni dispositivo dovrà essere pubblicamente visibile, segnalato e tecnicamente conforme. Per i Comuni, invece, si apre un periodo di adeguamento complesso, con la responsabilità di comunicare i dati e assicurare la conformità. L’assenza di omologazione potrebbe rendere inutilizzabili migliaia di rilevatori, aprendo la strada a numerosi ricorsi.
Le app di navigazione e il futuro delle rilevazioni
La mappa ministeriale potrà essere integrata anche dalle principali piattaforme digitali come Google Maps, Waze e i sistemi di navigazione satellitare, fornendo agli automobilisti un quadro certo e aggiornato.
Ciò detto, resta il nodo dei dispositivi mobili e dinamici utilizzati dalle forze dell’ordine, che sfuggono al censimento statico.
Grazie a questa riforma, l’Italia si avvia verso un sistema di controllo della velocità più regolato, trasparente e difendibile in tribunale. Il vero banco di prova sarà l’effettiva applicazione da parte dei Comuni e la capacità del Ministero di mantenere il portale aggiornato. Entro qualche mese, si vedrà se questa riforma segnerà davvero la fine delle multe a sorpresa o se resterà soltanto un annuncio.
L’emendamento al Decreto Infrastrutture dà vita a una mappa nazionale degli autovelox: censimento obbligatorio, segnaletica trasparente, omologazione imprescindibile e multe valide solo se i dispositivi sono registrati. Per cittadini e Comuni, si apre una nuova stagione di trasparenza e responsabilità. Se applicata davvero, questa riforma cambierà radicalmente il rapporto tra automobilisti, istituzioni e strade.
In sintesi.
- Il Ministero introdurrà una mappa nazionale degli autovelox con censimento obbligatorio dei dispositivi entro 60 giorni.
- Multe valide solo se gli autovelox sono registrati, segnalati e omologati secondo le nuove regole.
- La riforma punta a maggiore trasparenza e tutela per gli automobilisti, riducendo gli abusi dei Comuni.

