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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni da 64 a 71 anni anche adesso, tutte le strade offerte dall’INPS

Davvero c'è chi può andare in pensione ad età variabili tra i 64 ed i 71 anni? Ecco chi può sfruttare più misure del solito.
5 mesi fa
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Esistono contribuenti che possono andare in pensione e altri che, invece, non soddisfano i requisiti necessari. Ci sono persone che vengono trattate in un certo modo, e altre che beneficiano di trattamenti differenti.

Ma non si tratta di simpatia o antipatia da parte dell’INPS: la possibilità di accedere alla pensione in età comprese tra i 64 e i 71 anni, o di non potervi accedere affatto, dipende esclusivamente dalla propria storia lavorativa e contributiva.

La stragrande maggioranza dei contribuenti, infatti, ha una sola opportunità: andare in pensione a 67 anni, un treno che passa una sola volta. Se si perde quella possibilità, la pensione può diventare irraggiungibile.

Ci sono però soggetti che, a certe condizioni, possono anticipare l’uscita dal lavoro già a partire dai 64 anni, oppure arrivare a pensionarsi oltre i 71 anni. Naturalmente, è necessario rispettare i requisiti previsti per queste prestazioni. Ma è evidente che, per chi li possiede, le possibilità sono maggiori rispetto agli altri.

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Per chi ha carriere brevi dal punto di vista contributivo, spesso l’unica possibilità di andare in pensione è al compimento dei 67 anni di età. Ed è proprio di questi soggetti che parliamo: chi ha accumulato 20 anni di contributi o meno.

Naturalmente esiste anche il rovescio della medaglia: chi ha carriere lunghe può accedere a diverse misure pensionistiche anticipate. Ma tornando ai lavoratori con carriere corte, se l’attività lavorativa è iniziata prima del 1996, allora non ci sono molte alternative: l’unica via possibile è attendere i 67 anni, purché si siano versati almeno 20 anni di contributi.

Chi ha meno di 20 anni difficilmente potrà andare in pensione.

Esistono solo rare eccezioni — le cosiddette “rondini bianche” — che rientrano nelle deroghe Amato o in opzioni contributive particolari.

Per tutti gli altri, 19 anni di contributi non bastano: a 67 anni non si può andare in pensione, e l’unica possibilità potrebbe essere quella di richiedere l’Assegno Sociale, sempre che i redditi personali e del coniuge lo permettano.

Ma anche in quel caso non si tratta di una vera pensione, e quei 19 anni di contributi non producono alcuna rendita pensionistica.

Pensioni da 64 a 71 anni anche adesso, tutte le strade offerte dall’INPS

La situazione cambia per chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1995. In questo caso, si può accedere alla pensione:

  • a 64 anni, con 20 anni di contributi e altri requisiti specifici;
  • a 67 anni, con le condizioni ordinarie;
  • a 71 anni, con requisiti molto più ridotti.

Queste possibilità riguardano solo i cosiddetti “contributivi puri”, cioè coloro che hanno il primo accredito contributivo dopo il 31 dicembre 1995.

A 64 anni, con 20 anni di contributi, si può andare in pensione solo se l’importo maturato è pari ad almeno tre volte l’assegno sociale. Nel 2025, l’assegno sociale è pari a 538,69 euro, per cui la pensione dovrà ammontare ad almeno 1.616,07 euro mensili.

Se il lavoratore ha aderito a forme di previdenza complementare, la rendita integrativa maturata può essere sommata alla pensione pubblica per raggiungere la soglia prevista.

Ma in questo caso, i contributi minimi richiesti salgono a 25 anni.

Da 64 a 71 anni passando per i 67 anni, ecco le possibili pensioni dei contributivi puri

Per le donne esistono condizioni più favorevoli per il raggiungimento dell’importo minimo della pensione anticipata a 64 anni, in funzione della maternità.

Nel dettaglio:

  • con un figlio, è sufficiente un trattamento pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale, cioè 1.508,32 euro al mese nel 2025;
  • con due o più figli, l’importo minimo si abbassa a 2,6 volte l’assegno sociale, cioè 1.400,59 euro mensili nel 2025.

Chi non riesce a rispettare queste condizioni, deve attendere i 67 anni. Anche in questo caso, però, per i contributivi puri vale il requisito dell’importo minimo, che non può essere inferiore all’assegno sociale (ossia ai già citati 538,69 euro mensili nel 2025).

Se nemmeno a 67 anni si riescono a soddisfare i requisiti — ad esempio per importo troppo basso o contributi insufficienti — resta la possibilità di accedere alla pensione a 71 anni.

A questa età, bastano appena 5 anni di contributi effettivi e non è richiesto alcun importo minimo della pensione. La prestazione viene quindi liquidata in ogni caso, anche se di valore modesto.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.