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Oggi: 05 Dic, 2025

Quali sono i trattamenti pensionistici in vigore adesso? Ecco la guida in sintesi

Quali sono i trattamenti pensionistici da sfruttare e perché le variabili quando si deve andare in pensione sono tante.
5 mesi fa
2 minuti di lettura
Pensione anticipata nel 2026, ecco le ultime sulla quota 103 tra proroga, cessazione e possibilità di uscita.
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Per andare in pensione le variabili sono davvero molte. Tanto cambia da lavoratore a lavoratore. L’età, i contributi, il genere, la tipologia di attività lavorativa svolta, i figli avuti, le eventuali patologie e così via, rendono assolutamente variabile la possibilità di andare in pensione da un contribuente all’altro.

A maggior ragione se si considerano le numerose misure pensionistiche disponibili. In questa guida sintetica indicheremo quali sono i requisiti previsti per i principali trattamenti pensionistici attualmente in vigore.

Quali sono i trattamenti pensionistici in vigore adesso? Ecco la guida in sintesi

Partiamo dalle misure destinate a chi presenta una patologia invalidante, sia fisica che psichica, purché certificata da una Commissione Medica della ASL.

Per gli invalidi civili è previsto l’assegno ordinario di invalidità, che richiede come requisiti minimi:

  • almeno 5 anni di contribuzione;
  • di cui 3 accreditati negli ultimi 5 anni. Inoltre, l’invalidità deve essere superiore ai due terzi.

Esiste poi la pensione di inabilità al lavoro, riservata a chi è permanentemente e assolutamente inabile a qualsiasi attività lavorativa. Anche in questo caso servono almeno 5 anni di contributi, con almeno 3 maturati nell’ultimo quinquennio, secondo quanto stabilito dall’articolo 2 della legge n. 222 del 1984.

La stessa legge prevede la pensione di vecchiaia per invalidi:

  • a partire dai 56 anni di età per le donne;
  • e dai 61 anni per gli uomini, a condizione che l’invalidità raggiunga almeno l’80%, in relazione alle specifiche mansioni svolte. Per questa misura bastano 20 anni di contributi.

Pensioni subito, ecco i trattamenti pensionistici in vigore oggi

Gli invalidi con una percentuale pari o superiore al 74%, ma non solo loro, possono accedere anche all’Ape Sociale.

Questa misura è destinata anche a:

  • chi è disoccupato e ha terminato la Naspi;
  • i caregiver che assistono da almeno 6 mesi un familiare disabile grave convivente;
  • chi ha svolto un lavoro gravoso per almeno 7 degli ultimi 10 anni o 6 degli ultimi 7 anni.

I requisiti sono:

  • 63 anni e 5 mesi di età;
  • 30 anni di contributi (che diventano 36 anni per gli addetti a mansioni gravose).

Altra misura: la pensione anticipata a 64 anni con ricalcolo contributivo, destinata a nuovi iscritti o a chi adotta il computo nella Gestione Separata.
I requisiti sono:

  • almeno 64 anni di età;
  • 20 anni di contributi;
  • un assegno pensionistico pari almeno a 3 volte l’importo dell’assegno sociale.

Per le donne, la soglia si abbassa a:

  • 2,8 volte con un figlio;
  • 2,6 volte con due o più figli.

Dal 2025, è possibile raggiungere l’importo soglia anche cumulando la rendita della previdenza complementare, ma in tal caso servono 25 anni di contributi.

Tante misure e tante variabili, i trattamenti pensionistici e i requisiti previsti

Si può accedere alla pensione anche se si è lavoratori usuranti. In questo caso, si tratta di una vera pensione di anzianità, valida anche per chi ha svolto lavori notturni.

Requisiti:

  • almeno 61 anni e 7 mesi di età;
  • 35 anni di contributi;
  • il raggiungimento della quota 97,6.

Il lavoro usurante deve essere stato svolto per:

  • almeno metà della vita lavorativa;
  • almeno 7 degli ultimi 10 anni, come stabilito dal D.lgs. 67/2011.

Nel 2025 sarà possibile accedere anche alla quota 103, che richiede:

  • almeno 62 anni di età;
  • 41 anni di contributi.

La pensione viene calcolata interamente con il metodo contributivo e, fino ai 67 anni, l’importo erogato non potrà superare 4 volte il trattamento minimo.

Anche la pensione anticipata per lavoratori precoci richiede 41 anni di contributi, ma senza limiti di età.
È necessaria almeno 1 annualità di contributi da effettivo lavoro prima del compimento del 19° anno di età, e si deve rientrare in una delle seguenti categorie:

  • disoccupati;
  • caregiver;
  • invalidi con almeno il 74%;
  • addetti a lavori gravosi o usuranti.

Ecco le altre misure presenti nel sistema

Senza limiti di età anagrafica, è prevista anche la pensione anticipata ordinaria, che richiede:

  • almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
  • e 41 anni e 10 mesi per le donne.

La pensione di vecchiaia ordinaria, invece, prevede:

  • 67 anni di età;
  • almeno 20 anni di contribuzione.

Infine, per le donne che, entro il 31 dicembre 2024, abbiano compiuto almeno 61 anni di età e maturato almeno 35 anni di contributi è disponibile l’Opzione Donna, riservata a:

  • invalide;
  • caregiver;
  • licenziate;
  • assunte in aziende in crisi.

Il requisito anagrafico, da possedere entro la fine dell’anno precedente, varia:

  • 59 anni per invalide e caregiver con almeno due figli;

  • 60 anni per invalide e caregiver con un solo figlio;

  • 61 anni per licenziate o assunte in imprese con crisi certificata dal Ministero del Made in Italy.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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