A quanto ammonterà la pensione minima nel 2026? Come canta Jovanotti con il brano Bella: “Chiara come un abc, come un lunedì di vacanza dopo un anno di lavoro. Bella forte come un fiore, dolce di dolore, bella come il vento che t’ha fatto bell’amore. Gioia primitiva di saperti viva, vita piena giorni e ore“.
In effetti la pensione dovrebbe essere limpida, meritata e libera dal peso degli obblighi quotidiani. Dopo una vita fatta di turni, contributi e traguardi da raggiungere, l’idea di fermarsi porta con sé un misto di dolcezza e malinconia.
Se tutto questo non bastasse molti si ritrovano alle prese con uno stato di incertezza a causa delle pensioni.
In particolare ci si chiede a quanto ammonterà il relativo importo e se sarà abbastanza per vivere in modo dignitoso. Proprio in tale ambito interesserà sapere quanto prenderà di pensione chi smetterà di lavorare l’anno prossimo.
Un tema non solo economico, ma anche sociale e personale. Capire qual è il reddito minimo garantito, quali sono le prospettive per chi ha versato meno contributi o ha avuto carriere discontinue, infatti, si rivela essere fondamentale per pianificare il futuro con maggiore consapevolezza.
Quanto prendi di pensione se smetti di lavorare l’anno prossimo e sei nella prima fascia
In un contesto economico e sociale complicato come quello in cui ci ritroviamo a vivere, la pensione minima assume un ruolo cruciale, sia come ancora di salvezza per tanti, ma anche come spunto per riflettere sulle sfide che il sistema previdenziale italiano si trova ad affrontare. In attesa che il governo attui la tanto attesa riforma delle pensioni, sono tanti i lavoratori che sperano di poter lasciare il mondo del lavoro nel 2026.
Ma a quanto ammonterà la pensione minima a partire dal prossimo anno? Per fornire una risposta a tale quesito bisogna innanzitutto volgere un occhio di riguardo al trattamento erogato nell’anno in corso. A tal proposito, come spiegato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, si ricorda che:
“Le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo saranno incrementate del 2,2% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026. È necessario sottolineare che, senza questo intervento, gli importi dei prossimi due anni sarebbero risultati inferiori poiché l’adeguamento sarebbe stato parametrato all’andamento dell’inflazione, che quest’anno si è fortemente ridimensionata rispetto al passato. Aumenti anche per i pensionati in condizioni di disagio over 70 e per i titolari di assegno sociale”.
In pratica le pensioni del 2025 hanno registrato un lieve aumento per effetto della rivalutazione dello 0,8%. L’aumento aggiuntivo del 2,2%, inoltre, ha comportato un incremento da 614,77 euro a quota 616,67 euro. L’aumento delle pensioni minime di qualche euro è divenuto immediatamente oggetto di discussione.
Rivalutazione prevista nel 2026
In assenza di interventi da parte del governo, però, tale importo sarebbe stato ancora più basso, ovvero poco superiore a 600 euro. Ma a quanto ammonterà nel 2026? Fornire una risposta a priori non è possibile, poiché dipenderà dall’andamento dell’inflazione e di conseguenza dalla percentuale di rivalutazione che verrà applicata.
Stando ad alcune stime, comunque, si ipotizza un tasso di rivalutazione compreso tra l’1,6% e l’1,8%. In tal caso l’importo del trattamento minimo dovrebbe oscillare tra 613,05 euro e 614,26 euro al mese. A tale cifra si andrà poi ad aggiungere la maggiorazione straordinaria che per il 2026 è fissata all’1,3%. Alla fine della fiera, quindi, l’importo della pensione minima nel 2026 dovrebbe essere ricompresa tra 621,02 euro e 622,25 euro.
Al momento comunque, è bene sottolineare, si tratta solo di stime. Bisogna attendere i dati ufficiali dell’Istat e apposita comunicazione Inps per sapere l’effettivo valore della pensione minima del prossimo anno.
