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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni subito anche con 15 anni di contributi? Difficile ma non impossibile

Pensioni subito anche con 15 anni di contributi passando dalle Deroghe Amato, ecco perché è possibile anche se complicato.
1 anno fa
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Ecco le attività lavorative che permettono di prendere la pensione anticipata e quali sono le misure che si possono sfruttare.
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Il governo Meloni sta lavorando a una nuova riforma delle pensioni. Da anni, infatti, il sistema previdenziale necessita di un intervento di rinnovamento. L’ultima riforma di rilievo – e anche la più discussa – è stata la riforma Fornero del 2012.

L’attuale sistema si basa sì su questa riforma dell’allora governo Monti, ma risente ancora delle modifiche introdotte dalle due riforme precedenti: la riforma Dini del 1995 e, ancor prima, la riforma Amato del 1992.

Gli attuali requisiti, notevolmente inaspriti rispetto a quelli in vigore prima del 2000, sono il frutto dell’evoluzione normativa generata da queste riforme. Tuttavia, guardando al passato, esistono ancora norme e leggi che, se conosciute e sfruttate correttamente, possono garantire vantaggi previdenziali.

Una di queste prevede la possibilità di andare in pensione con soli 15 anni di contributi. Ecco in cosa consiste e chi può ancora usufruirne.

Pensioni subito anche con 15 anni di contributi? Difficile ma non impossibile

Col passare del tempo, diventa sempre più raro poter accedere alla pensione con 15 anni di contributi versati. Tuttavia, alcune regole del passato restano ancora applicabili, seppur a una platea ristretta di contribuenti.

Chi, entro il 31 dicembre 1992, si trovava in determinate condizioni può ancora rientrare nei provvedimenti introdotti con la legge Amato. In materia previdenziale, infatti, sono tuttora in vigore – seppur ormai difficilmente sfruttabili – le tre deroghe Amato: misure di pensionamento anticipato legate ai contributi e non all’età.

La prima deroga Amato consente di andare in pensione con meno di 20 anni di contributi, purché almeno 15 anni siano stati versati entro il 1992. Questa possibilità, però, è oggi quasi inapplicabile: quanti contribuenti hanno 15 anni di contributi già maturati al 31 dicembre 1992 e non sono ancora in pensione? Salvo rarissimi casi, questa deroga è ormai superata.

I versamenti volontari e la seconda deroga Amato

Più interessante è la seconda deroga Amato, che riguarda chi, entro la fine del 1992, era stato autorizzato dall’INPS alla prosecuzione volontaria dei versamenti.

I versamenti volontari sono uno strumento a disposizione dei lavoratori che, trovandosi con periodi contributivi mancanti, vogliono raggiungere il requisito per la pensione. Con questa deroga, possono accedere alla pensione anche coloro semplicemente autorizzati dall’INPS a versare contributi volontari, anche se poi non li hanno effettivamente versati. In ogni caso, restano necessari almeno 15 anni di contributi complessivi.

I lavoratori discontinui e il vantaggio della terza deroga Amato

La terza deroga Amato riguarda i lavoratori discontinui, intermittenti o part-time. Chi ha svolto lavori di questo tipo, spesso saltuari, può ottenere la pensione con 15 anni di contributi se rispetta precise condizioni:

  • il primo versamento contributivo deve essere antecedente al 1996, poiché la misura non si applica ai nuovi iscritti;
  • almeno 10 anni di contributi devono essere costituiti da periodi lavorativi con copertura inferiore all’anno.

In termini pratici, significa che almeno 10 anni dell’estratto conto contributivo devono riportare meno di 52 settimane accreditate, equivalenti a meno di un anno di contribuzione piena.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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