Il dollaro di Hong Kong (HKD) rimane forte sui mercati internazionali. La divisa della ex colonia britannica è sui massimi nei confronti, sia del dollaro americano che dell’euro al punto che la banca centrale del paese è stata costretta più volte a intervenire sul mercato a difesa della tenuta della propria moneta. Sembra di rivivere quello che è accaduto in Svizzera lo scorso mese di gennaio quando Berna è stata costretta a lasciar fluttuare liberamente il cambio sotto la forte pressione internazionale della domanda di franchi.

E Hong Kong è considerata dalla comunità finanziaria internazionale una specie di Svizzera asiatica. Al punto che molti investitori ritengo possibile un ulteriore rafforzamento del dollaro di Hong Kong qualora la spinta agli acquisti di valuta locale diventasse più insistente. E le premesse ci sono tutte, visto il progressivo indebolimento delle valute forti sui mercati e la crescita economica della Cina. Negli ultimi 12 mesi, il dollaro di Hong Kong si è apprezzato più del 20%.   Obbligazioni in dollari Hong Kong (HKD)     Detto questo, passiamo a vedere due obbligazioni in dollari Hong Kong disponibili sul mercato, diverse per durata e frequenza cedola. La prima è quella del gruppo bancario americano Macquaire (rating A per Standard & Poor’s e A2 per Moody’s) che ha recentemente collocato sul mercato obbligazioni per 120 milioni di HKD. Il bond (XS1240993664), negoziabile per importi minimi di 500.000 HKD, circa 59.000 euro, offre un cedola fissa annuale del 2,75% per sette anni, fino al 2022. Interessante anche da Nordea Bank Sweden, primario istituto bancario svedese (rating AA- per Standard & Poor’s e Aa3 per Moody’s) che ha emesso obbligazioni per 100 milioni di HKD. Il bond (XS1240143955), negoziabile per importi minimi di 1.000.000 HKD, circa 118.000 euro, offre un cedola fissa del 1,45% per soli due anni, fino al 2018, ma corrisponde la cedola con una frequenza trimestrale: il 1 settembre, 1 dicembre, 1 marzo e 1giugno.
Entrambi gli emittenti godono di rating elevato, superiore a quello del debito sovrano italiano, ma la scommessa è tutta sulla valuta di Hong Kong