Fiat torna a batter cassa sul mercato obbligazionario, ma lo fa a caro prezzo. Sull’onda dell’entusiasmo seguito dall’annuncio di pochi giorni fa dell’acquisto di un altro 3,3% delle azioni di Chrysler in mano al potente sindacato Veba (la partecipazione è adesso del 61,8%), i vertici di Fiat speravano di rastrellare senza grosse difficoltà un miliardo di euro. Si sono, invece, dovuti accontentare di 600 milioni (250 in meno dello scorso mese di marzo) offrendo, per averli, un premio di 677 punti base sul tasso mid-swap.

Se si considera che BMW ha prezzato poche ore prima un bond della stessa durata con 42 punti base sopra il midswap, c’è da riflettere parecchio sulle reali condizioni finanziarie della casa automobilistica torinese, già sotto osservazione da parte delle agenzie di rating internazionali con implicazioni negative. Va bene che BMW gode di un rating Moody’s più alto (A2) di quello di Fiat (Ba2), però la differenza fatica a giustificare 635 punti di spread fra le due emissioni, osserva un analista di banca IMI che ha seguito l’operazione.

 

Prestito obbligazionario Fiat Finance & Trade 7.75% 2016 in dettaglio

 

Molti delears si attendevano, infatti, che Fiat Finance & Trade, la controllata finanziaria del gruppo torinese, potesse replicare la performance di 3 mesi fa quando fu prezzato alla pari un bond da 850 milioni col 7% di rendimento, in condizioni di mercato non tanto diverse da quelle attuali (vedi grafico a lato), invece l’esito del collocamento curato da Bofa, Bnp Paribas, Citi, JP Morgan, Morgan Stanley e SocGen ha sorpreso un po’ tutti (Prestito obbligazionario Fiat a 4 anni, cedola vista al 7%)

Il bond Fiat a 4 anni scadenza Ottobre 2016 (ISIN XS0805410239 ?è infatti stato collocato alla pari presso istituzionali (taglio minimo trattabile di 100.000 euro) con una cedola annuale del 7,75%, nonostante siano pervenute richieste per 1,3 miliardi di euro. Il rating assegnato dalle agenzie è di “Ba2” per Moody’s, “BB-“ per S&P’s e “BB” per Fitch con out look negativo per tutti tranne che per Standard & Poor’s.

Il fatto è che – spiegano alcuni operatori – sul mercato, non appena è circolato l’annuncio della nuova emissione, gli investitori hanno iniziato a vendere i vecchi bond “per far posto al nuovo” e le vendite sono poi continuate per il resto della mattinata, facendo lievitare i rendimenti. “A quel punto l’emittente si è vista costretta a spostare in alto l’asticella del rendimento del nuovo bond, accontentandosi di una size inferiore” – dice una fonte vicina all’operazione.

 

A giugno le vendite Fiat sono crollate ai livelli del 1979

Ma la colpa non può essere attribuita solo al mercato che, d’altra parte si muove sempre sulle previsioni cercando di anticiparne il trend – fa notare Christofer Mallon di Jp Morgan. Gli investitori evidentemente credono che il Gruppo Fiat non riuscirà più a giocare quel ruolo di primo piano e da protagonista in Italia come fu in passato (Fiat vuole andare via dall’Italia, continuano i segnali di Marchionne).

Ed è per questo che l’Ad Sergio Marchionne ha agganciato il Lingotto all’americana Chrysler con l’intenzione di salvare il prestigio dello storico marchio che negli USA sta andando bene con la 500. Dai dati sulle vendite, infatti, Fiat sul mercato italiano nel mese di giugno ha immatricolato 39.387 appena, con un calo del 23% sullo stesso mese del 2011. Vendite che se proiettate sull’intero 2012 danno un risultato di 1.403.000 vetture, cioè quante la casa del Lingotto ne ha vendute 33 anni fa. E dire che Fiat ha fatto anche meglio della media nazionale, che a giugno ha visto un crollo di immatricolazioni del 24,4% con sole 128.388 vetture vendute. Una situazione, insomma, che non può che ripercuotersi negativamente sui rendimenti dei titoli obbligazionari che con ogni probabilità finiranno sotto l’ombrello della nuova società che nascerà fra meno di due anni dalla fusione fra Fiat e Chrysler.

 

Bond Fiat 2016: il punto di vista del blogger Verdemoneta

Fiat obbligazione 2016 al 7,75%, collocamento amaro per la casa Torinese.