La Banca Popolare di Vicenza è salva. Ma l’aumento di capitale non è andato nel migliore dei modi. Come dire che l’operazione è andata bene, ma il paziente è morto. Già, perché il mercato ha dato il suo verdetto insindacabile sulla Popolare di Vicenza mandando a picco le quotazioni dei titoli bancari italiani in borsa dopo che nessuno ha tirato fuori un euro per ricapitalizzare la Popolare di Vicenza. Il fondo Atlante (cioè le banche), come garante, si è accollato quindi l’intera proprietà dell’istituto e la quotazione in borsa è fallita per mancanza di requisiti minimi sul flottante.

Ne deriva che i piccoli soci non sanno quanto valgono le loro azioni, ma non è difficile immaginare che sia un valore molto vicino allo zero. Già perché l’aumento di capitale da 1,5 miliardi è servito solo a tamponare le falle di bilancio, non per rilanciare la Popolare di Vicenza che avrebbe bisogno, a questo punto, di un partner bancario forte con cui convolare a nozze, ma che – secondo gli analisti – adesso diventa più difficile trovare dopo il fallimento della quotazione in borsa. A Vicenza, poi, sono tutti sul piede di guerra per come Gianni Zonin, ex “patron” della Bpvi ha gestito la banca negli ultimi anni della sua presidenza: 5 miliardi di euro bruciati per una media di 42mila euro a socio. Per non parlare dei crediti incagliati e inesigibili che manco si sa con esattezza a quanto ammontano. E c’è chi dice, fra gli azionisti, che l’aumento di capitale è solo una ciambella di salvataggio e prima o poi serviranno altri soldi.  

Bond subordinati Banca Popolare di Vicenza deboli

  Ma torniamo alla mancata quotazione in borsa. La soglia minima del 25% del capitale libero è rimasta lontana anni luce e dunque per Borsa Italiana non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato.

Sostanzialmente non è possibile  garantire la correttezza degli scambi per lo scarso flottante, ha precisato Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana. Questo non significa che la banca non sia in grado di funzionare, anzi, Popolare Vicenza ora è messa in sicurezza per dirla con le parole di Ghizzoni, amministratore delegato di Unciredit. Il che si può percepire sull’andamento dei bond subordinati quotati. Ad esempio, le obbligazioni Popolare Vicenza 8,50% in scadenza a dicembre 2018 con rimborso ammortizzato (codice ISIN IT0004781073) sul mercato EuroTLX passano oggi di mano a 96. Il titolo è in leggero ritracciamento dai massimi di periodo, ma resta lontano dai minimi toccati a gennaio 2016 20 punti punti sotto. Bene anche il bond high yield da 200 milioni Popolare di Vicenza 9,50% 2025 (codice ISIN XS1300456420) emesso lo scorso autunno salito da 60 a oltre 90 e che scambia oggi intorno a 91 per un rendimento a scadenza che passa comodamente la doppia cifra.