Il 16 dicembre si pagherà la seconda rata IMU 2014 che, nonostante le polemiche, riguarderà di nuovo anche i capannoni. Anche Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, si è schierato a favore della necessità di cancellare la tassa sui capannoni ribadendo: “l’Imu sui capannoni e sui macchinari imbullonati è una cosa assurda, antistorica e anti-industriale. Da più di un anno mi sto battendo per questa cosa. Mi auguro che il buon senso prevalga. Ci sono aree del Paese in cui c’è una situazione assurda che va assolutamente risanata“.

Ma queste son più o meno le stesse parole che pronunciava circa un anno fa e nel frettempo nulla si è mosso.   Intanto i contribuenti escogitano, con aiuto di commercialisti e altri intermediari fiscali, metodi legali per pagare meno. E’ stato infatti riscontrato un aumento degli immobili cd collabenti (F/2): una categoria senza rendita catastale, che in alcuni casi permette di azzerare del tutto il peso delle imposte locali su alcuni immobili inutilizzati. Tra gli edifici diroccati si riscontrano soprattutto ex capannoni in disuso. Molti capannoni inoltre sono stati accatastati come “senza tetto”: rimuovere la copertura superiore è un modo per risparmiare sul fardello della tassa sugli immobili. Secondo Mirco Mion, presidente di Agefis, l’associazione dei geometri fiscalisti, il fenomeno si sta estendendo anche ai fabbricati residenziali: si tolgono le tegole o si smontano porte e finestre dalle case non abitate di montagna o campagna. Va precisato tuttavia che per il riaccatastamento in questi casi occorrono valutazioni tecniche volte ad accertare le condizioni oggettive di degrado o modifiche strutturali intervenute. Non sempre quindi la richiesta viene accettata dall’Agenzia. Peraltro alcuni Comuni richiedono il versamento dell’Imu con un’a