Non sempre i lavoratori retribuiti con buoni lavoro INPS sono occasionali, spesso i voucher sono usati anche pe pagare babysitter, badanti e colf. Molto spesso, quindi, lavoratori che svolgono il proprio lavoro per 8/9 ore al giorno 7 giorni su 7 sono retribuiti con i voucher senza essere assunti. Chi ci rimette in tutto questo? Il lavoratore pagato con i buoni lavoro ha la possibilità di prestare occasionalmente lavoro senza incorrere nel “lavoro nero” poiché il datore di lavoro, pagando la retribuzione con i voucher INPS lo paga in maniera equa versandogli, oltre allo stipendio anche gli oneri contributivi ed assicurativi.

I vari decreti del Jobs Act, però, stanno cambiando in modo radicale il mercato del lavoro in Italia e uno di questi potrebbe andare a modificare anche il sistema dei voucher, un sistema che inizialmente appariva come ineccepibile ma che in seguito ha iniziato a mostrare delle falle che soltanto un decreto potrebbe sanare. Le prestazioni di lavoro retribuite con i voucher INPS, infatti non si limitano soltanto ai lavori occasionali ma sarebbero definiti tali soltanto dai datori di lavoro mentre in realtà si tratterebbe di rapporti di lavoro continuativi nel tempo e paragonabili a mansioni da dipendente. I buoni lavoro INPS stanno diventando una delle forme di pagamento più utilizzate dai datori di lavoro anche se in teoria dovevano riguardare soltanto quelle prestazioni occasionali che non possono essere inquadrate con un vero e proprio contratto di lavoro o perché saltuarie o perché volte in situazioni non regolamentate. Il sistema dei Voucher INPS è stato introdotto dalla Riforma Fornero coinvolgendo circa 2 milioni di lavoratori. I buoni lavoro sono spesso utilizzati per pagare anche colf e badanti, che svolgono però il loro lavoro non saltuariamente o occasionalmente. Acquistabili in tabaccheria, presso gli uffici postali o agli sportelli dell’INPS, hanno un valore che varia dai 10 ai 50 euro di cui il 75% va al lavoratore per il suo compenso, il 7% va all’INAIL per i contributi assicurativi e il 13% va alla Gestione Separata per i contributi previdenziali.
Il restante 5% va a compensazione del concessionario.  

Cosa cambia con il Jobs Act?

Con il Jobs Act dovrebbe cambiare il tetto dei compensi pe il lavoro accessorio che salirebbero da 5mila euro a 7mila euro. Ogni committente può utilizzarli al massimo per un importo di 2mila euro, ma per i lavor