Per cortesia ripristinate il 3d di mototopo (1 Viewer)

mototopo

Forumer storico
ohhh anatema..............convertitevi o voi eretici signoraggisti.............ritornate sulla retta via della piatta terra e di horus che compie orbite ellittiche intorno al nostro divin pianeta............oh maestro ci riporti sulla retta via...........ps. quando sul suo 3d ,parla,di possibili patrimoniali,,,citi la fonte,da dove ha appreso la notizia... faccia il bravo---
 

aquilarealeatapple

Forumer attivo
sono io che attendo al varco questo fantomatico cavalier templare perchè glielo faccio mangiare sto scudiscio .. vediamo nel particolare queste sfumature di conto !
Innanzi tutto la tabella monetaria metallica creata nella misura non lascia adito a dubbi , solo dei perfetti idioti che hanno sviluppato l'euro sono in grado di mettere misure e pesi così malamente ed in modo così sbagliato ! Mi porto avanti e ti dico subito che anche " Caracalla " va a farsi friggere ( caracalla è quella persona che in un lontano passato ha accorpato in modo approssimativo i valori monetari , cosicchè se da una misura della moneta si ottenevano ad esempio 5 pani , con 2 misure non se ne ottenevano mai 10 di pani ma solo 7 oppure 8 , questa cosa di caracalla andrà aggiunta nella spiegazione sotto la tabella monetaria da me sviluppata , credevo la cosa fosse implicita e già spiegata avendo io fissato i vari valori , ben 12 dei 16 con assoluta attenzione e meticolosità , tralasciai i restanti 4 in acciaio ) ... , non esiste che 10 centesimi pesino 4,1 grammi , 20 centesimi 5,74 grammi , 50 centesimi 7,80 grammi , in secondo se i valori monetari dell'euro , simili a quelli del dollaro , sono sbagliati ( e qui bisogna vedere ! sbagliati rispetto a cosa ? ) , non è una mia colpa , non sono io l'artefice di queste unità di conto .. l'azzeramento evidente ( 1 euro equivalgono grossomodo a lire 2000 ) e circostanziale della unità di misura della valuta è volutamente ed artificialmente tagliato ed abbassato , per rendere l'idea , le 20 lire del peso di 3,6 grammi sono ideologicamente di pari misura , o quasi , agli attuali 10 centesimi di euro , mentre le 200 lire del peso di 5 grammi , con la famosa ruota dentata , corrispondono grossomodo all'unità di misura dei 20 centesimi di euro ... eppure dalla mia tabella si ricava che la singola monetina di 4 grammi sia nel valore potenziale di acquisto per cibo e prodotti di circa 40 euro mentre la monetina di 5 grammi arriva al potenziale atomico / solare di valore di ben 50 euro ... ora se disquisiamo di linea teorica di lire euro dollari pesos o altro , non ne usciamo , ho bene specificato che le vecchie monetazioni che circolarono e che circolano si salveranno , semprechè esse non rappresentino falsità conclamata come l'attuale coniazione di medaglie che niente hanno a che fare con la circolazione del valore ( vedi medaglie vendute in vari shop tedeschi o americani costituite da metallo esclusivamente puro ) ... ed ora la cosa sorprendente ! cosa succede al valore delle piccole monetine se la carta banconota , sapendo noi tutti che essa rappresenta debito e fiducia , viene in qualche modo azzerata e non più riconosciuta ? Quante banconote debitali sono state stampate con spese irrisorie nell'ultimo secolo ? Vogliamo andare avanti con queste menzogne ? E' bene farsele queste domande , perchè io , posso provare a far prevalere la ragione , tuttavia non posso imporla ..
 

iulius

Forumer storico
ohhh anatema..............convertitevi o voi eretici signoraggisti.............ritornate sulla retta via della piatta terra e di horus che compie orbite ellittiche intorno al nostro divin pianeta............oh maestro ci riporti sulla retta via...........ps. quando sul suo 3d ,parla,di possibili patrimoniali,,,citi la fonte,da dove ha appreso la notizia... faccia il bravo---

Io cito solo le fonti qualificate.
 

mototopo

Forumer storico
Eh nn faccia il bimbo cattivo sbirciando su altri 3d ,,,se la fonte nn e' qiualificata, a suo dire,nn riporti frasi di terzi che nn le appartengono,a maggior ragione!! Visto che nn e' farina del suo sacco ,,,, bricconcello,,denigra denigra, poi la sbirciatina la da" sempre eh enh nn si fa!! Alla prossima puntata
 

iulius

Forumer storico
Anche lei sbircia, per sua ammissione.
Comunque ora ignorerò questo 3d, che non è il suo ma usato come
se lo fosse.
 

mototopo

Forumer storico
settembre 8, 2016 posted by Fabio Lugano
Lo squilibrio strutturale dell’Euro (Target 2) (di Primo Gonzaga)




  1. I numeri di della BCE (Target2) sono la dimostrazione che il sistema non funziona.
Esplode il Target 2 (Italia e Spagna aumentano il disavanzo verso la BCE mentre la Germania incrementa, specularmente, l’avanzo Target 2). In Agosto il valore è aumentato ulteriormente raggiungendo la cifra record di 327 Miliardi di Euro. La causa principale secondo Banca d’Italia è la crisi delle obbligazioni bancarie con conseguente fuga di capitali solo parzialmente compensata dal saldo positivo della Bilancia Commerciale con conseguente entrate sulla Bilancia dei Pagamenti

Non voglio entrare in questioni tecniche, mi limito a registrare che GLI SQUILIBRI, causati dalla moneta unica AUMENTANO (il regime di cambi fissi in mancanza di unione monetaria completa non funziona). Tali squilibri porteranno ad un punto di rottura traumatico.



Figura 1 Fonte: Banca d’Italia

  1. Cosa è Target 2 ?
E’ il sistema che serve a compensare gli squilibri della bilancia dei pagamenti tra i paesi aderenti. Con l’adozione della moneta unica e il cambio fisso non è più possibile ricorrere alle riserve di valuta estera (delle Banche Centrali) per compensare il deficit di liquidità del sistema bancario di una nazione e coprire il saldo con l’estero.

Il sistema (Target 2) interviene così a compensare gli scambi internazionali attraverso l’attivazione di prestiti delle Banche centrali presso la BCE.

Le Banche Centrali che hanno bisogno di operare un riequilibrio del sistema del credito privato, che ha visto una fuoriuscita di capitali verso l’estero (ad esempio, per compensare un disavanzo della bilancia commerciale o per fuoriuscite di capitali), devono aprire un passivo verso la BCE che presta loro i capitali.



Figura 2 Fonte Banca d’Italia

Nelle due figure abbiamo evidenziato i saldi Passivi per l’Italia e la Spagna e gli attivi per la Germania del meccanismo contabile Target 2.

  1. Un esempio per comprendere
La UE ha costruito una moneta comune ma non è stata realizzata una vera Unione Bancaria. Target 2 (Prima Target 1) non sono che la risultante di una contabilità separate per calcolare negli anni le situazioni debitorie e creditorie. Qualcuno dirà che è giusto, ma basta fare un esempio semplicissimo per comprendere l’assurdità.

L’Italia è stata riunificata 150 anni fa e tutte le regioni hanno adottato la stessa moneta. Cosa sarebbe successo se avessimo continuato a mantenere una contabilità separata delle diverse regioni. Prendiamo ad esempio Emilia e Calabria. L’Emilia ha sempre esportato molto di più di quanto ha prodotto, al contrario la Calabria importa molto più di quanto esporta. Se avessimo mantenuto una stanza di compensazione e una contabilità separata tra le 2 regioni oggi avremmo che il debito della Calabria nei confronti dell’Emilia sarebbe immenso.
 

mototopo

Forumer storico
un'altra angolazione


Euro crisis settembre 10, 2016 posted by Maurizio Gustinicchi
GUERRA USA-GERMANIA? ADDIO AL RIGORE PER SALVARE USA E CAPITALISMO FINANZIARIO MONDIALE? TEMPI INTERESSANTI DIREI!

Questa mattina mi sono svegliato e ho avvertito una serie di segnali dal mondo della vita reale, non quella velata che media al servizio dei tedeschi propinano ogni giorno, davvero interessanti. Essi si collocano oltre il punto di vista macroeconomico per addentrarsi in quello geopolitico:

1. SCHAUBLE SULLA RIUNIONE DI TSIPRAS-RENZI-HOLLANDE:
“quando i socialisti si riuniscono non partoriscono mai idee intelligenti”



2. PIERPIERO PADOAN:

“i tagli alla spesa pubblica bloccano la crescita del PIL….ora basta….abbiamo bisogno di investimenti”



3. UK:
“procediamo singolarmente con accordi bilaterali con singoli stati”





Cosa sta accadendo nel mondo?

Semplicemente che la politica economica della Germania è insostenibile per il mondo intero e lo sta trascinando verso il baratro.

Sin dal 1974, quando i tedeschi vennero apertamente invitati a spendere per sostenere la crescita mondiale, il loro rifiuto di operare per il bene su scala globale (sia ben chiaro, nell’intento americano per il bene della sola sopravvivenza del capitalismo finanziario) costrinse gli Americani a sostenere la crescita del mondo, inondandola di denaro fiat espandendo i deficit di bilancio e determinando la crescita del debito pubblico.



Adesso i valori USA sono altissimi, la Germania non collabora nel trainare l’economia globale e la paura di un crollo del proprio impero, unitamente alla crescita di un nuovo pericolosissimo REICH in Europa, a mio avviso ha spinto il mondo anglosassone a dichiarar guerra alla Germania e al suo modo di rapportarsi nel globo terracqueo.

L’uscita di PierPiero Padoan fa seguito a quelle dei mesi passati, di tenore esattamente contrario:





ed a paper tecnici sull’argomento FURTO NEI MERCATI INTERNAZIONALI perpetrato dalla Germania per mezzo dell’Euro (=lira rivalutata ma anche Marco svalutato):



Morgan Stanley!





JP Morgan!





Bloomberg!





Bruegel.org!



Solamente gli USA possono aver spinto per rendere di pubblico dominio, tramite un simile sdoganamento, tematiche prima riservate a pochi eletti capaci di comprensione dei fenomeni in essere. Dobbiamo forse pensare ad una guerra mediatica e finanziaria tra USA e GERMANIA?

Forse si!

Considerate che l’interesse degli USA è quello di vincolare titoli di stato a lungo termine con tassi bassi, quindi di alzare i tassi al momento opportuno onde ridurne i corsi e ricomprarsi lo stock del debito a prezzi stracciati, eroso dall’inflazione.

Un differenziale di 4 punti tra i tassi passivi sui TDS e l’inflazione, potenzialmente generata da una rinascita delle valute locali e dalla produzione con forze interne ad un paese (per i maggiori costi rispetto ad import a basso costo), consentirebbe di abbattere del 30% il debito pubblico di ogni nazione coinvolta nel progetto globale (di inflazionamento del mondo) in un arco di 7 anni.

Il ritorno alle valute nazionali avrebbe poi anche il non meno importante vantaggio di trasferire “l’inesistente domanda estera” tedesca (anche per beni USA) su partner commerciali degli americani che hanno il medesimo obiettivo di crescere abbattendo il debito pubblico (e per tal motivo ben disposti a collaborare con gli USA). Si avrebbero pertanto quei recuperi occupazionali in USA e nei paesi periferici dell’Europa che oggi tanto tormentano i governi occidentali. Pensate, ne guadagnerebbe persino la Cina che, qualora crollassero gli USA, si ritroverebbero con montagne di carta straccia in mano. Di tal guisa, il loro interesse non è di sicuro quello di opporsi ad un RIFLAZIONAMENTO del mondo, oggi massacrato dalla deflazione da austerity.

Le fragole sono forse mature?

“Quién sabe!” rispondeva il buon Mister No di Bonelliana memoria!

AD MAIORA!



Post scriptum: si ringrazia Mitt Dolcino per averci segnalato il seguente pezzo: https://ofcs.report/opinione-economica-ecco-come-gli-usa-cancelleranno-lenorme-de
 

mototopo

Forumer storico
€W-GOLDEN RUL€...DENTRO IL FISCAL COMPACT. IL PRESUNTO ACCORDO TRA KEYNES E HAYEK


mix-von-hayek-keynes-1978.jpg

1. Passato abbastanza inosservato (per ora), l'intervento di Mario Monti all'ultima riunione Ecofin (consiglio europeo dei ministri economici) dell'8 settembre scorso, ci dice alcune cose fondamentali; fondamentali perché ci restituiscono alcune verità che Monti, gli va dato atto, è tra quelli che rivela con più esplicita schiettezza (da sempre: ex multis, v. p.5; anche tralasciando la Grecia come "il più grande successo dell'euro" che, a rigore, è un'altra verità ineccepibile).
Di tale intervento, vi riproduco una delle parti più significative, aggiungendo qualche asciutto commento (oltre a quello "di sintesi" del tweet da cui è tratto):

"veri investimenti pubblici produttivi" di Monti, ergo: 3% è una boiata. Senza crescita salta tutto. L'acqua è alta pic.twitter.com/kCwBSR6pw7
— Ora Basta (@giuslit) 11 settembre 2016
2. E dunque:
2.1. - emerge la giusta valutazione di insufficienza dell'agiografico "piano Juncker" (quello che: "L'Esecutivo Ue ha inoltre nominato oggi i quattro membri del comitato direttivo dell'Efsi, tra cui nessun italiano. Infine è stata pubblicata una comunicazione per chiarire il ruolo delle banche promozionali a favore del piano di investimenti.
Gli stati partecipano al piano in genere attraverso queste banche (nel caso italiano la Cassa Depositi e Prestiti per un investimento di 8 miliardi di euro). La comunicazione precisa il perimetro entro il quale le banche promozionali possono operare per rimanere classificate come soggetti esterni alla contabilita' pubblica, pur essendo prevalentemente di proprieta' statale.
Se le banche operano in modo indipendente dalle autorità politiche nazionali continueranno ad essere considerate come attori esterni. Altrimenti, i loro conti saranno integrati a quelli pubblici, con conseguente incremento del debito degli stati di riferimento, precisa la comunicazione." Ergo, l'Italia è essenzialmente tagliata fuori da politiche pubbliche di investimento, legate al Piano, che non siano comunque già scontate nella "flessibilità" concedibile a qualche titolo discrezionale: si tratta del solito metodo inibitorio legato al "cofinanziamento", a carico degli Stati, e distorsivo delle loro sovrane priorità di politica economico-fiscale, che caratterizza i "fondi UE";
2.2. - si dà atto, sia pure in modo indiretto e a denti stretti, che la flessibilità (nella misura autorizzata di sforamento degli obiettivi intermedi di disavanzo annuale verso il pareggio di bilancio) è solo un sistema attenuato di austerità (qui, p.2), teso a diluirne transitoriamente gli effetti, comunque perseguiti: e, infatti, consci della inutilità di un'austerità "a metà" per...promuovere la crescita - sempre però in una rigida cornice sul lato dell'offerta- se ne propone l'abolizione;
2.3. - e dunque si cerca di far passare l'idea che ci possa essere un punto di incontro tra "stimolo della domanda" e "espansione, - naturalmente etica-, della capacità produttiva"; questa presunta convergenza tra Keynesiani e Hayekiani, tra l'altro ci conferma, se pure ce n'era bisogno, della centralità dell'austriaco nella concezione economico-politica dominante nei trattati.
3. In realtà si tratta di una "pretesa" convergenza per il semplice fatto che non si vede come possa considerarsi Keynesiano un "programma di investimenti pubblici" all'interno dell'euro e del complesso (intatto) delle sue regole.
Vale a dire, all'interno di un'area valutaria che, pur con qualche imperfezione tattica, si intende debba funzionare come il gold standard e che, quindi, proprio per il principio "etico" invocato da Monti (che trova il suo chiaro antecedente in Hayek e Einaudi) priva della sovranità monetaria gli Stati, obbligandoli a sostituire l'aggiustamento del corso della valuta con la deflazione salariale.

Questa "eccezionale" e altrettanto "presunta" misura espansiva, infatti, agirebbe solo come espansione dal lato dell'offerta, in concomitanza con la progressiva applicazione delle riforme strutturali del lavoro; un mercato del lavoro totalmente precarizzato e con livelli salariali perfettamente flessibili, in quanto orientato alla competitività, non potrebbe infatti consentire che un modesto aumento dell'occupazione localizzato solo in certi settori (e a scapito di altri).
Non si vede, cioè, come un trade-off tra settori da privilegiare, in quanto giudicati maggiormente "competitivi", e settori da asfissiare (in quanto legati alla domanda interna, ulteriormente privata del sostegno della spesa pubblica corrente), possa condurre a aumenti salariali diffusi e occupazionali consistenti e quindi alla "crescita". Dovrebbe essere chiarissimo che nessun programma di investimenti, teso a risolvere, per volume e vastità, il problema occupazionale, potrebbe risolvere il problema di divergenza di produttività, cioè di tassi di cambio reale e di competitività relativa dei prezzi all'interno dell'eurozona; mentre, per conservare in vita la moneta unica, la correzione di questa divergenza di tassi reali rimane affidata alla svalutazione salariale interna.
4. Tanto deve esserne cosciente Monti che, infatti, propone, simultaneamente alla regola permissiva del deficit per "investimenti pubblici produttivi", l'azzeramento della flessibilità che, implica necessariamente, sia pure al netto della politica di investimenti sul lato dell'offerta, l'immediato raggiungimento degli obiettivi intermedi di pareggio strutturale di bilancio.
Si farebbe sì più spesa per investimenti, ma ampiamente compensata dal taglio immediato e divenuto inderogabile, della spesa corrente, allocata principalmente in pensioni, sanità e altre voci di consumo pubblico, già ridotte ai minimi termini (come ci accorgiamo quando vediamo lo stato del nostro territorio, non solo in occasione dei terremoti, ma percorrendo le strade dissestate, magari per portare i figli in una scuola del tutto fatiscente e carente di insegnanti di ruolo, e constatando lo stato della questione "raccolta rifiuti" in tutta Italia).
Quello che propone Monti, in "soldoni", è uno schema in cui, al netto degli "investimenti produttivi", e secondo le previsioni del fiscal compact, (di cui non chiede l'abolizione quanto, invece, la conferma "temperata" dalla regola sugli investimenti), l'Italia avrebbe dovuto avere, in teoria, un deficit dell'1,4% alla fine di quest'anno, dello 0,8 nel 2017 e il pareggio strutturale allo 0,1 nel 2018.
5. Ma anche non attenendosi (data l'evidenza dei fatti sopravvenuti, conseguente alla detestabile "flessibilità") alla appena riportata agenda previsionale del FMI e accettando lo spostamento del pareggio al 2019, come previsto dal DEF 2016, le misure del deficit strutturale - quello considerato al netto del ciclo economico e dunque scontandone, sul dato "effettivo", una certa misura aggiuntiva determinata dal livello di disoccupazione eccedente quella "strutturale", cioè la piena occupazione secondo l'€uropa, (qui, p.5)-, dobbiamo considerare che i livelli di investimento pubblico, sempre previsti dal DEF, sono decrescenti, come si può vedere, sempre ex multis, da questa tabella ritraibile dall'ultimo DEF:

Tabella-Def-11-apr-2016.png


6. Quindi l'incremento della spesa in conto capitale, a saldi costanti nella progressione verso il pareggio strutturale nel 2019, seguendo la regola "Monti", dovrebbe avvenire, come abbiamo detto e com'è del tutto palese, tagliando con immediatezza altre voci.
Questa infatti la previsione di disavanzo strutturale del DEF 2016, comparata con quella degli anni precedenti:

image21.png

Certo, non andrà esattamente in questo modo, dato che questi saldi (strutturali) presuppongono delle misure di crescita del PIL che si è ben lungi dal rispettare, come ci conferma (ultimo rigo: variazione del PIL nominale) quest'altra tabella ex DEF, con, tra l'altro, il maggior dettaglio dell'andamento della spesa in investimenti fissi lordi e in conto capitale, essenzialmente decrescente:

image13.png

Incidentalmente, con la flessibilità ottenuta (circa 0,8 punti di PIL), quest'anno, il deficit nominale "lordo" dovrebbe attestarsi (salvo complicazioni da mancata crescita superiore al previsto), a 2,2-2,4% del PIL, mentre, in assenza di essa, avrebbe dovuto essere dell'1,4%.
Per il 2017, prima che ricominci il balletto per ottenere una flessibilità allo stato negata (persino alla luce del terremoto), il deficit dovrebbe risultare all'1,1%, secondo l'originario target della Commissione, ovvero all'1,8% secondo il DEF.
Ma la manovra prossima ventura non dovrebbe/vorrebbe puntare su questo target, bensì su un'ulteriore flessibilità, per portarlo più o meno allo stesso livello di quest'anno.

7. Nota bene: il discorso di Monti, lo ribadiamo, dice "si introduca una regola" sugli investimenti, non "si modifichi il fiscal compact", (di cui tale regola risulterebbe complementare).
E neppure dice, come pure ben avrebbe potuto, "si applichi" l'art.126, par.3, attuale del trattato (TFUE), laddove prevede che la Commissione, nel valutare lo scostamento dai criteri (imposti dall'UEM, attualmente, il fiscal compact), del debito e del disavanzo (deficit) annuale, possa, già oggi, tenere conto "dell'eventuale differenza tra il disavanzo pubblico e la spesa pubblica per investimenti" nonchè "di tutti gli altri fattori significativi, compresa la posizione economica e di bilancio a medio termine dello Stato membro".
Questa previsione è la c.d. golden rule, tutt'ora praticamente inapplicata perché l'insieme delle condizioni di "scusabilità" legittima dello scostamento non sono - e non saranno- mai riscontrabili.
Insomma: cosa ci sia di keynesiano in questa auspicata operazione di ristrutturazione della spesa pubblica non si sa. Sostanzialmente: espando gli investimenti tagliando la spesa corrente, mantenendo, quanto ai saldi complessivi, effetti equivalenti alla "flessibilità", ma indirizzati sul solo lato dell'offerta; peraltro, una ristrutturazione non ben chiara nei suoi termini quantitativi di eventuale tolleranza, dentro le politiche imposte dal mantenimento dell'euro e dalla irrinunciabile flessibilità verso il basso dei salari.
8. Ma non possiamo e non dobbiamo sorprenderci: la proposta nasce come documento del "Council on the Future of Europe", un think tank, costola del Berggruen Institute, nella cui homepage campeggia la foto di Mario Monti e il cui scopo è elaborare la "global governance", mentre, tra i membri dello stesso Council, figurano, inter alios, vecchie conoscenze quali: Monti (ovviamente), Robert Mundell, Otmar Issing, Jean Pisani-Ferry, Prodi, Roubini, Peter Sutherland, Tony Blair, Jacques Delors e...Joseph Stiglitz. Tutti parrebbero d'accordo su "questo" futuro dell'€uropa...(?)
Per ognuno (cliccando sulla rispettiva foto), c'è anche il curriculum. E tanti altri dati sono disponibili in rete. Ad esempio:

barroso-goldman-sachs-831381.jpg


Pubblicato da Quarantotto a 14:21 15 commenti: Link a questo post
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sabato 10 settembre 2016
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