LA CATENA DI COMANDO: TRA WALL STREET-US TREASURY,
E' stato licenziato (fired) dalla World Bank per aver espresso dissenso dalle sue politiche.
E' stato un autore
leader per il
Intergovernmental Panel (comitato-collegio) on Climate Change, che ricevette il Premio
Nobel per la Pace nel 2007.
E' membro del
Collegium International, un'organizzazione di leaders con expertise politiche, scientifiche, e "etiche", il cui scopo è fornire nuovi approcci nel superare gli ostacoli verso un mondo pacifico, socialmente giusto e economicamente sostenibile.
E' anche membro del comitato scientifico della Fundacion IDEAS, un think tank spagnolo.
Stiglitz ha fornito la sua
consulenza al presidente Obama, ma è stato anche un critico acceso (v. poi, nelle note biografiche di Summers, al p.11 seguente) del piano di salvataggio finanziario-industriale della sua Amministrazione.
Stiglitz ha affermato che
chiunque abbia disegnato il piano di salvataggio bancario dell'Amministrazione è "o nelle mani delle banche o incompetente".
Nell'ottobre del 2008, gli è stato richiesto dal Presidente dell'assemblea generale delle Nazioni Unite di presiedere una commissione per redigere un rapporto sulla crisi finaziaria ed economica. In esecuzione di ciò, la commissione ha prodotto lo
Stiglitz Report.
Il 25 luglio del 2011, Stiglitz ha partecipato al "I° Foro Social del 15M" organizzato a
Madrid (Spain) esprimendo il suo supporto alla protesta spagnola del
2011.
Stiglitz was the president of the International Economic Association from 2011 to 2014.
Il 27 settembre 2015, il
partito laburista del Regno Unito ha annunciato che Stiglitz avrebbe fatto parte del suo Economic Advisory Committee insieme con altri cinque "world leading economists".
[E non sarebbe finita qui, avendo ruoli, più o meno formali, nel consigliare
l'attuale governo greco o persino
"Sinistra Italiana" ...]
6. Ma, più che sottolineare come (ovviamente) le Nazioni Unite e comunque le organizzazioni internazionali economiche non abbiano tenuto in conto lo Stiglitz Report, è interessante tornare al suo
"licenziamento" dalla World Bank, che illustra molto bene la "catena di comando" che regola il Washington Consensus, e quindi il neo-liberismo dell'ordine internazionale dei mercati", ovvero il paradigma restauratore del capitalismo ante crisi del 1929 in forza del diritto internazionale privatizzato.
Dalla vicenda non solo ritraiamo la sua, certamente coraggiosa, presa di posizione (non
dovuta, considerato che rimane comunque un
unicum per un economista nella sua posizione di rilievo), ma anche la sostanza dei rapporti di forza e delle gerarchie organizzate che governano il nuovo ordine mondiale a epicentro nell'ambiente finanziario USA:
"Allorché la WB cominciò la sua verifica del periodo decennale di transizione degli ex-paesi comunisti verso l'economia di mercato, si rivelarono esiti fallimentari in quei paesi che avevano seguito le politiche di "shock therapy" del Fondo Monetario Internazionale – sia in termini di declino del PIL, che di incremento della povertà - che risultarono ancora peggiori del "peggio" che molti critici avevano evidenziato agli albori di tale fase di transizione (!..ndr: è una fonte USA quella da cui attingiamo).
Si rivelarono chiari legami tra le deludenti performances socio-economiche e le politiche imposte dal FMI, come
gli schemi privatizzati dei voucher e la eccessiva stretta delle politiche monetarie.
Nel frattempo, il successo dei pochi paesi che avevano seguito strategie di economia politica molto diverse suggerivano che c'erano alternative di policies che potevano essere seguite".
7. E qui viene il "bello":
"Il Dipartimento del tesoro USA aveva posto un'enorme pressione sulla World Bank per far tacere le sue critiche verso le politiche che essa stessa e il FMI avevano perseguito.
Stiglitz aveva sempre avuto una scarsa relazione amichevole con il segretario del tesoro
Lawrence Summers.
Nel 2000, Summers richiese, con successo, la rimozione di Stiglitz's, si ipotizza in cambio della ri-nomina del presidente della World Bank,
James Wolfensohn's – uno scambio che Wolfensohn nega abbia avuto luogo. Se Summers abbia mai fatto tale brutale richiesta è controverso – Wolfensohn sostiene che "gli avrebbe risposto di "fottersi".
[45]
Stiglitz si dimise dalla World Bank nel gennaio 2000, un mese prima che il suo incarico avesse termine.
[43]. Wolfensohn, diede annuncio delle dimissioni di Stiglitz nel Novembre 1999 e annunciò contemporaneamente che Stiglitz sarebbe rimasto come suo Special Advisor, e avrebbe presieduto un comitato di ricerca per un successore. Questo il commento, al tempo, rilasciato al New York Times da Stiglitz:
Joseph E. Stiglitz said today [Nov. 24, 1999] that he would resign as the World Bank's chief economist after using the position for nearly three years to raise pointed questions about the effectiveness of conventional approaches to helping poor countries.
[46]
In tale ruolo, Stiglitz aveva svolto una continua critica del FMI, e, per implicazione (ndr: abbiamo visto sopra chi siano stati i "negoziatori-contraenti" del Washington Consensus), dello US Treasury Department. Nell'aprile del 2000, in un articolo per
The New Republic, scrisse:
Diranno che il FMI è arrogante. Diranno che il FMI non presta realmente ascolto ai paesi in via di sviluppo che si suppone debba aiutare. Diranno che il FMI agisce in segreto e isolato da ogni responsabilità democratica. Diranno che il FMI adotta "rimedi" economici che spesso peggiorano le cose – trasformando meri rallentamenti dell'economia in recessioni e le recessioni in depressioni.
E avrebbero dettto una cosa giusta (
And they’ll have a point). Sono stato capo economista della World Bank dal 1996 fino allo scorso Novembre, durante la più grave crisi economica globale degli ultimi 50 anni. Ho visto come il FMI, in tandem con lo U.S. Treasury Department, abbiano agito. E ne sono stato sconcertato.
L'articolo fu pubblicato una settimana prima del meeting annuale tra WB e FMI e provocò una forte reazione. Si rivelò troppo forte per Summers e ancor più "letale" per il protettore di Stiglitz alla World Bank, Wolfensohn.
Wolfensohn aveva privatamente condiviso l'opinione di Stiglitz's, ma stavolta era preoccupato per il suo secondo mandato alla WB, sul quale Summers aveva minacciato di porre il veto.
Stanley Fischer, deputy managing director del FMI, convocò un meeting speciale dello staff e informò che Wolfensohn aveva concordato di licenziare (ndr; sempre "to fire") Stiglitz. Contemporaneamente, il dipartimento External Affairs della WB dichiarò alla stampa che Stiglitz non era stato licenziato; il suo "posto" era stato semplicemente abolito
47]
Il 19 setttembre 2008, in un'intervista radiofonica con
Aimee Allison e
Philip Maldari su
Pacifica Radio's
KPFA 94.1 FM, di
Berkeley, California, Stiglitz implicò, infine, che il Presidente Clinton e i suoi consiglieri economici non avrebbero sostenuto il
North American Free Trade Agreement (NAFTA) ove fossero stati consapevoli delle "previsioni occultate" (stealth provisions), inserite dai lobbisti, e che ad essi erano sfuggite (overlooked)".
8. Che dire?
Il processo di "governance" del diritto internazionale privatizzato si era reso evidente: se pure qualche errore di comprensione del tessuto negoziale del NAFTA come delle implicazioni delle politiche del FMI fosse stato presente nell'Amministrazione Clinton,
non pare che questo, allo stato attuale, abbia portato a correzioni di impostazione politico-economica, nè all'abbandono, da parte del FMI, delle stesse policies ad esito peggiorativo già evidenziate alla fine degli anni '90.
Da un lato, il rilancio liberoscambista globalizzato, mediante trattati come il TPP e il TIPP, ha avuto
nelle Amministrazioni democratiche, e nella stessa attuale posizione di Hillary Clinton, (sia pure, limitatamente alla conclusione del TTIP, ora, in fase elettorale,
prudentemente più "tiepida"),
una coerente e incrollabile continuità:
oltre al TTP sono stati conclusi altri 19 trattati di liberoscambio (e sempre
con Stiglitz in posizione fortemente critica).
9. Dall'altro lato, poi,
il FMI, non ha certo abbandonato i principi del Washington Consensus, e, applicatili in €uropa alla crisi della Grecia, ha aiutato, nell'ambito della trojka, a "
trasformare una crisi (di bilancia dei pagamenti) in recessione e la recessione in depressione", come aveva icasticamente evidenziato Stiglitz nel 1999.
Il FMI, questa l'apparente novità,
ora si pente (qui, p.8): ma
il memorandum imposto nel 2015 alla Grecia rimane intatto, senza che alcuna conseguenza applicativa del principio "
rebus sic stantibus" (
qui. p.4) abbia condotto le autorità greche (pur
semi-consigliate da Stiglitz) a invocarne la sopravvenuta eccessiva onerosità.
In fondo
di fronte a quale Corte potrebbe invocarla, senza sentirsi dire che
la situazione non è "eccezionale", ma semplice fisiologia TINA dell'eurozona?
Alla Grecia rimarrebbe solo la...Grexit, come mezzo di autotutela di diritto internazionale. Ma transeat, Stiglitz sta ancora suggerendo che occorra decidere tra dissoluzione concordata dell'euro e riforma verso un "altro" euro. Due chimere, drammaticamente superate dagli eventi...
10. E Larry Summers?
Prosegue imperterrito nel suo luminoso cammino professional-istituzionale (come ogni protagonista istituzionale del Washington Consensus, o della "costruzione europea", che si rispetti): nulla può scuotere veramente i grandi protagonisti della "Grande Società" del Washington Consensus; solo qualche piccolo rallentamento e qualche disavventura "culturale", ma non certo a livello di introiti economici.
Il suo curriculum, come sempre capita, ci fornisce ogni chiarimento:
"Summers è divenuto professore alla
Harvard University nel 1983.
Ha lasciato Harvard nel 1991, per collabprare come Chief Economist alla
World Bank dal 1991 al 1993.
Nel 1993, Summers fu nominato Sottosegretario per gli International Affairs dello
United States Department of the Treasury durante la
Clinton Administration.
Nel 1995, fu promosso a Deputy(vice-ministro) Secretary of the Treasury sotto il suo mentore politico di lunga data
Robert Rubin.
Nel 1999, è succeduto a Rubin come Secretary of the Treasury. Nel corso della sua collaborazione con la Clinton administration Summers ha svolto un leading role nella reazione statunitense alla
crisi economica messicana del 1994 , alla
crisi finanziaria asiatica del 1997, ed alla
crisi finanziaria russa. Ha anche avuto una grande influenza nel consigliare la
privatizzazione, consigliata dagli USA, delle economie degli Stati post-sovietici e nella deregolazione del sistema finanziario USA, inclusa
l'abrogazione del Glass-Steagall Act.
Alla fine del mandato di Clinton, Summers è stato il 27°
President of Harvard University dal 2001 al 2006.
Summers si è dimesso da tale carica sulla scia di un voto di sfiducia da parte della Facoltà di Harvard, che fu la conseguenza, in larga parte, sia del conflitto di Summers's con
Cornel West; - furono sollevate questioni inerenti al suo conflitto di interessi finanziario adombrato per la sua relazione con
Andrei Shleifer-; sia di un suo discorso del 2005, in cui suggeriva che la sotto-rappresentazione delle donne nelle scienze e nella ingegneria poteva essere dovuto ad una "differente disponibilità attitudinale di base" e meno a modelli di discriminazione e socializzazione.
Nel commentare criticamente la
political correctness nelle istituzioni di istruzione superiore, Summers ha detto nel 2016, "
C'è un'enorme quantità di assurda political correctness. Ora, io sono qualcuno che crede fortemente nella diversità, che ha resistito al razzismo nella sue molte incarnazioni, che pensa che ci sia molto di ingiusto nella società americana e che vada combattuto, ma pare esserci un nefasto totalitarismo circa le idee considerate accettabili e dibattibili da parte dei colleghi nel campus".
Insomma, a tutto c'è un limite: sia nella politically correctness, sia, verrebbe da aggiungere, nel combattere le grandi ingiustizie della società americana...Adelante con juicio, giustamente.
11. Ma l'attivismo nel curare la propria professione, - con una certa manifesta scissione dalla concretezza di questo dichiarato impegno a "combattere" il "molto di ingiusto"-, certamente a Summers non è mancato:
"
Dopo aver lasciato Harvard (ndr: abbiamo visto nel 1991), Summers ha lavorato come managing partner nello hedge fund D. E. Shaw & Co., e come freelance speaker per altre istituzioni finanziarie, che includono Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Citigroup, Merrill Lynch e Lehman Brothers.
Summers ha ripreso il "pubblico servizio" durante la
Obama administration, prestando la sua opera come Director of the White House
United States National Economic Council (NEC) per il Presidente
Barack Obama dal gennaio 2009 al novembre2010, emergendo come un
decidente economico "chiave" nella risposta della Obama administration's alla Great Recession.
Dopo aver lasciato il NEC nel dicembre 2010, Summers ha lavorato nel settore privato e come columnist per i maggiori quotidiani.
A metà circa del 2013,il suo nome era largamente circolato come potenziale successore di
Ben Bernanke quale
Chairman of the Federal Reserve, sebbene dopo la resistenza della "sinistra", Obama abbia alla fine nominato alla carica
Janet Yellen"...
Pubblicato da
Quarantotto a
15:19 4 commenti: Link a questo post
Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest
domenica 7 agosto 2016
PROF.STIGLITZ, IT'S TOO LATE FOR [/paste:font]