1 – Молоко плюс. Clero e omelie al tempo del totalitarismo liberale. [Tempo di lettura: 3m e 41s -
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[6]
Il
liberal & democrat New York Timessi rivela spesso una preziosa fonte d'informazione per vagliare il
mood – il
sentiment – delle
élite.
Ecco, appunto, iniziamo da qui: le
élite.
Quel gruppo sociale
appartenente alla classe dominante che, secondo il grande sociologo americano
Charles Wright Mills, influenzerebbe l'indirizzo di governo della comunità sociale di riferimento
al di là di qualsiasi effettivo processo democratico.
Giova ricordare che tra i più grandi
reazionari teorici dell'elitismo si distinguono proprio gli Italiani, che, essendo pure storicamente
campioni di
liberismo, possono vantare i padri stessi dell'elitismo moderno:
Gaetano Mosca e
Vilfredo Pareto[7].
Italici
liberismo ed
elitismo che – data la posizione subalterna nelle relazioni internazionali della nostra Patria nella modernità – rimarranno mistero della fede per i futuri filologi: una nazione che esprime teoreticamente il più antiumano
[8] elitismo e che, al contempo, si
autodisprezza in quanto – stando con i giornaloni nostrani – “razzialmente” inferiore.
(Citofonare Freud... oppure analizzare le sovrastrutture ideologiche e coscienziali delle aree economiche periferiche in rapporto al controllo della propaganda da parte delle élite del centro imperialista)
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Ci viene rivelato ciò cheuna voltaerano il tenebroso
governo ombra, lo
Stato profondo, lo
Stato parallelo (che – moroteo – “convergeva” allo Stato di diritto ben prima dell'infinito), i misteriosi
poteri forti, l'inarrivabile
terzo livello: le spaventevoli
menti raffinatissime.
Ecco: un altro punto fondamentale: le
menti raffinatissime.
Abbiamo scoperto, insomma, che questo misterioso super-potere, super-statuale e super-nazionale, è emanazione di questa
cosmopolita é
lite che, ora, pretende apertamente di avocare a sé la sovranità
democratica degli Stati-nazione, in quanto, giustamente, costituita da individui dotati di menti “raffinatissime” (e, tendenzialmente, “
illuminate”).
Qualche riflessione sulle menti di questi
duci dell'umanità proveremo a farla.
2 – Se le élite hanno edificato un panglossiano mondo migliore tra tutti quelli possibili – paretianamente efficiente – com'è che la plebaglia vota populista? [Tempo di lettura 3m e 46s:
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[9]
«
La verità circa la natura e il potere delle élite non è qualcosa di segreto che gli uomini d'affari conoscono ma non vogliono raccontare. [...] Non importa quanto grande sia il loro effettivo potere, costoro tendono ad essere meno acutamente consapevoli di questo che della resistenza degli altri al suo utilizzo »
[10] (
Charles Wright Mills, “
The Power Elite”, p.4)***
«
Una volta JM Keynes definì il capitalismo come “la sorprendente convinzione per cui gli impulsi più ripugnanti degli uomini più ripugnanti, in un modo o nell'altro, possano concorrere per i migliori risultati nel migliore dei mondi possibili”. »(
Sir George Schuster, “Christianity and Human Relations in Industry”, 1951)
A quanto pare, ciò che prima fu
dietrologia, ciò che dopo è stato
cospirazionismo, ora rimbalza su tutti i media e può
occupare delle belle mezze paginonone su quotidiani con influenza globale; per l'occasione con penna e talare di
Neil Irwin[11], dal pulpito del
New York Times.
Il nostro giornalista, con un
MBA alla
Columbia University in cui è proprio
specializzato in giornalismo economico, si chiede – di fronte ad una platea di lettori “non casuali” –
«
quale lezione dovrebbe trarre un membro tesserato dell'élite economica dal successo di Donald J. Trump? E dalla decisione degli elettori britannici di lasciare l'Unione Europea? »
E ce lo vediamo, di fronte a una vista mozzafiato su
Manhattan, il lettore tipo: in abito leggero, con le gambe accavallate, di fronte ad una spremuta d'arancia fresca e un dolcetto, che, serenamente, si gusta, come un bimbo, un bicchiere di latte più biscotti; il giornale chiuso a fianco e il dito che scorre sul
tablet.
La fronte si corruga e il dubbio lo assale.
***
«
Non è tipico dei dirigenti americani leggere libri, ad eccezione dei libri sul “management” e sui misteri. [...] Coloro che si avventurano in questi campo [...]
sono visti dai loro colleghi con stupore misto a incredulità. » (
C.W. Mills, Ibid.)
***
In realtà, la risposta all'oscuro quesito si trova già nel titolo, che, eloquente, spiega che è stato «
un obiettivo estremamente difficile da raggiungere ricercato [“quest”, ndt]
dall'élite, a guidare alla “Brexit” e al successo di Trump ».
Questo “difficile obiettivo”, come chiunque abbia avuto la disgrazia di frequentare qualsiasi corso universitario dopo gli anni Novanta, di economia o di diritto, di lingua inglese o lingua spagnola, consiste ne “
la globalizzazione”, visto che, l'attesa domanda «
cosa è la globalizzazione? », «
what is globalization? », «
¿qué es la globalización? », se l'è sentita porre ad ogni sessione d'esame per tutta la durata del corso di laurea.
(La risposta all'esame, però, non consisteva ne « la distruzione delle nazioni, delle democrazie e dei popoli, per costruire un governo mondiale tecnomedievale dove tutto è “fluido” come la diarrea »)
***
«
In Europa, dal medio evo sino verso il secolo XVIII, non era lecito di discorrere delle religioni che non fossero la cristiana, se non come di funesti errori; ora è sorta una religione umanitaria-democratica, e questa sola è vera e buona; le altre, compresa la cristiana, sono false e perniciose. » (
V. Pareto, Ibid. II, 20) [Paragona la cultura democratica al fanatismo religioso]
***
Il nostro lettore-tipo prosegue nel difficile compito di comprendere qualcosa che non sia un foglio
excel:
Irwin informa che gli elettori (
alias, “la
plebaglia che vorrebbe partecipare alla vita economica e politica come da superstizione democratica”) «
rigettano le logiche che sottostanno alle dinamiche dell'economia globalizzata che, sulla carta, sembrano costruire un mondo molto più ricco ».
Sulla carta?
Certo, quella di giornale, quella di alcuni testi universitari d'ultima generazione e, notoriamente, sulla carta igienica.
(Che non è molto differente dalle precedenti, ma è sicuramente più utile)
Il nostro
Neil prosegue: «
Per i banchieri, i trader
, gli uomini d'affari internazionali e altri che compongono l'élite economica (compresi i giornalisti come me che ne sono membri periferici), questo è motivo di introspezione, o almeno lo è tra coloro che non sono troppo narcisisti per curarsi di ciò che pensano i propri concittadini. »
Il nostro lettore-tipo ha un fremito: il sacerdote dell'informazione confessa di essere – in quanto tale – “
membro tesserato” dell'
élite , e che, come conviene dato il ruolo morale e religioso, umilmente si colloca nella “periferia”, ai margini del governo della classe dominante.
È un momento di introspezione: ne sarà capace? Il lettore-tipo, ticchettando i polpastrelli sullo schermo del dispositivo, rapidamente rotea gli occhi cercando di fare un esame per trovare la coscienza.
(L'emozione lo spinge a pensare all'opzione “find
” del tablet
)
Istintivamente si guarda allo specchio della parete a fianco: «
non sono così
narcisista. Non sono un egomaniaco » – Si dice – «
Prima dell'MBA avevo anche degli amici un po' sfigati, e davo loro attenzione... qualche volta... »
Bene,
don Neil, nella sua confessione sacramentale di fronte al Mercato, esorta alla riconciliazione – chiaramente senza pentimento – con la ragione. Per
step.Con calma.
***
«
Per chi è abbastanza ricco da potere permetterselo, avere torto è addirittura una fortuna. Un dio che venisse sulla terra non potrebbe fare
altro che torti – addossarsi la colpa
, non la pena: questo solo sarebbe divino » (
F.W. Nietzsche, Ibid.)
***
Il sermone: « [Fratelli,]
ecco una spiegazione generale di ciò che potrebbe essere mancato nella marcia verso un'economia globale iper-efficiente: l'efficienza economica non è quella libidine che abbiamo supposto essere. ».
Un mancamento coglie d'improvviso il lettore-tipo: una scarica di adrenalina gli stringe gola e petto.
Un dubbio esistenziale – per la prima volta dopo la scoperta che i bambini non li porta la cicogna – preme in fondo al suo stomaco. No, non è il
plumcake.
Lui: che aveva superato qualsiasi
budget gonfiando ricavi e stritolando i costi.
Lui: che poteva contemporaneamente fare un pranzo di lavoro nel New Jersey ed assistere ad una cena di lavoro a Londra nascondendo il
tablet in
confcall sotto il tovagliolo.
Lui: che aveva raggiunto quasi la perfezione raggiungendo il bagno dalla scrivania dell'ufficio in soli trentanove passi.
Lui: «
Îö »
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D'altronde, come insiste
don Neil – «
“Efficienza” suona bene in teoria. Quale razza di mostro non vuole ottimizzare le possibilità? Minimizzare gli sprechi e sfruttare al meglio le risorse limitate? »
Quale MOSTRO potrebbe mai non pensare di organizzare il pianeta secondo
efficienza paretiana? Quale ripugnante creatura può non venerare la
Weltanschauung di
Vilfredo Pareto? Quale psicopatico potrebbe desiderare qualcosa di diverso? «
Giusto, è assolutamente scandaloso » pensa il lettore-tipo.
L'atroce dubbio trova possibilità in una più mite conclusione; segue l'omelia: «
L'élite economica e politica potrebbe amare l'efficienza molto più di quanto fanno gli umani normali »
L'umano “normale” è la solita corda sottesa tra lo scimmione e l'animale domestico.
«
Giusto: evidentemente il “lavoro di Dio” non può neanche essere apprezzato da quella paccottiglia di Üntermenschen » Il lettore-tipo è indignato. Per qualche secondo desidera intensamente di rimuover loro quel diaframma che ha allontanato i “normali” dalla durezza del vivere.
La luce, per un momento,
sembra sorridere.
***
«
La maggior parte degli uomini d'affari americani ha talmente imparato bene la retorica delle relazioni pubbliche che, in alcuni casi, arriva ad usarla anche quando sono soli, iniziando quindi a crederci. » (
C.W. Mills, Ibid. p.5)
***
Torna a rilassarsi.
Qui il
peyote ingerito prima della liturgia
comincia a fare effetto:
«
Probabilmente [probabilmente...]
le persone che guidano il mondo [!!!]
, in altre parole, hanno passato decenni a perseguire obiettivi che non fanno leccare i baffi ad una grande parte dell'umanità. Forse [forse...]
che a perseguire un PIL sempre più alto [!?] manchi di una fondamentale comprensione di ciò che muove la maggior parte delle persone? »
Questa esplosione di PIL pare sia arrivata solo alle
teenager americane a forza di mangiar carne agli ormoni (o almeno così mormorano ai centri estetici): senza citare in merito le evidenze quantitative del prof.
Ha-Joon Changarmonizzate in una prospettiva storica, l'efficientissima globalizzazione ha portato ad una contrazione della crescita della ricchezza mondiale e ad una polarizzazione della distribuzione del reddito proprio come da
trickle-down theory; di seguito il grafico:
[1] Henry Purcell:
Musica per il funerale della regina Maria, 1695
[2] La distruzione creatrice!
[3] Pareto intuisce che è il
pathos a dare sostegno ai Principi universali, ma, chiaramente, non lo riconosce come “intelligenza emotiva” in grado di dare un supporto epistemologico sulle orme di un'analisi fenomenologica dell'etica dei valori: il
pathos è visto sempre e solo come animalesca istintualità ed irrazionalità. Possiamo facilmente dedurre che l'elitismo tipico del totalitarismo liberale desidera l'apatia delle masse, in modo molto diverso dall'espediente totalitario del nazifascismo.
[4] Un buon Pareto in versione fenomenologica che, come tutti i filosofi liberali, si dimentica di definire cosa sia la “felicità” stessa: dà per scontato il relativismo assiologico, ma non dubita del valore assoluto del sentimento di
felicità. Almeno che la definisca come appagamento di un piacere. Ma, a questo punto, bisognerebbe categorizzare il “piacere”: fisico, psicologico... spirituale? C'è differenza tra ebbrezza, gioa o estasi?
[5] Quindi, se non sai di essere turlupinato, occhio non vede cuore non duole: l'atto è morale. Il problema diventa morale se – e solo se – gli oppressi hanno
coscienza di essere tali. Quando lo schiavo accetta la sua mercificazione e il suo totale asservimento con un sorriso come un
Pariah, bene,
il problema etico è risolto.
[6] Georg Friedrich Händel:
Sarabanda (1685-1759), Organo.
[7] Un approfondimento su Mosca e Pareto arruolati per castigar la
décadénce, è visionabile
qui.
[8] “Antiumano” in quanto, secondo
Pareto, “La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo” non è che «
parole vuote ». Certo, se dovesse dare una risposta alla
Nietzsche, replicherebbe che sarebbe scorretto appellarlo “antiumano”: sarebbe più-che-umano, super-umano, oltre-umano: insomma “diversamente umano”.
[9] Dmitri Dmitriyevich Shostakovich:
Valzer N°2, 1956 circa.
[10] Ossia: il potere oligarchico viene strutturalmente abusato senza che venga avvertito un congruo senso di responsabilità.
[11] Interessante
questo commento di un lettore che, oltre a evidenziare che nel libro sulla crisi finanziaria il giornalista espone la connessione tra deregolamentazione finanziaria e la distruzione materiale del futuro di intere generazioni, evidenzia che nel mondo della finanza, simboleggiato dal governo delle banche centrali, esiste un certo “
abuso di matematica