"Doing business" della World Bank: non mi soffermerei sul "balzo" in avanti del ranking italiano, asseritamente dovuto alle "riforme", ma in realtà anche derivante dal cambiamento di taluni criteri nell'applicazione degli indicatori. Le 11 posizioni guadagnate rispetto al 2014 sono nell'ambito di due classifiche consecutive non perfettamente omogenee e, di conseguenza appaiono inutili sia qualsiasi trionfalismo che la solita litania autodenigratoria "siamo dietro a"... (nel caso alle Mauritius, all'Armenia o alla Macedonia...).[/paste:font]
Questo perchè tale classifica, risente di scelte ideologiche e di limiti metodologici talmente rilevanti da non indicare praticamente nulla di oggettivo e veramente significativo, che non sia un complessivo vincolo psicologico di massa: bisogna fare le riforme, costi quel che costi, noi teniamo il punteggio e stimoliamo così la frenesia collettivo-governativa di arrivare in alto, di vincere la competizione, non importa dove questa conduca le comunità sociali nella loro qualità di vita e nel loro benessere economico.
Al riguardo suggerisco la rilettura di questi due post di Arturo:
LE RIFORME 2 - GLI INDICI (Parte I): MUTILARE I DATI E IGNORARE LE COSTITUZIONI
LE RIFORME 2- GLI INDICI (Parte II): UN'UNICA CLASSIFICA "PER DOMARLI TUTTI"
2. Vi riporto, a titolo esemplificativo, tra i tanti, un passaggio significativo:
"...dal quadro legale esaminato restano ovviamente fuori gli eventuali principi-fini contenuti nell’eventuale Costituzione: si rivela chiaramente tutta l’ideologicità di un’operazione che sarà debole sul piano euristico in quanto opaca su quello politico, cioè fintamente tecnica/neutrale.
Un esempio chiarissimo di questa strategia si rivela nell’analisi dei
costi: Venn, che nel paper linkato difende a spada tratta la bontà degli indici Ocse relativi alla protezione del lavoro - tra l’altro proprio in ragione dei nuovi apporti tratti dalla prassi, in particolare la contrattazione collettiva che vi sono stati immessi - ammette tuttavia (pag. 37) che “
al momento è molto difficile misurare i costi di attuazione (enforcing) delle regole del mercato del lavoro su una base internazionale confrontabile”; l’autore individua però subito la possibile soluzione: “
Procedure semplificate, insieme con misure che incoraggino le parti a risolvere le controversie rapidamente, mantengono i costi al minimo”.
Resta lecito domandarsi che
cosa resterebbe dell’effettività delle regole in discussione una volta che il costoso (forse: perché in realtà non si sa)
art. 24 della Costituzione sia stato finalmente
disattivato (non “lasciando ai giudici” le decisioni in materia di licenziamento, come ha detto
Renzi) e se questa cancellazione non costituisca una posta che meriterebbe una qualche considerazione.
Grave è anche l’esclusione dal computo dei
costi sia delle “
norme private”, che le imprese adotterebbero in contesti non regolamentati, sia “
della non regolamentazione”.
Per esempio, “
non è noto al grande pubblico che i costi amministrativi di questi sistemi [quelli di
previdenza pubblica]
ammontano a meno del 2% dei contributi versati, rispetto al 30-40% [sì, avete letto bene]
delle compagnie di assicurazione private” (
N. Acocella, Economic Policy in the Age of Globalization, Cambridge, Cambridge University Press, 2005, pagg. 150-151). Costi amministrativi similmente elevati si possono riscontrare nella
sanità privata (vedi per esempio
qui e
qui).
Simili omissioni rendono in effetti il gioco un po’ scoperto: “
In base alla logica che ispira le compagnie europee per la semplificazione amministrativa per cui solo i costi della gestione pubblica determinano oneri burocratici, gli oneri amministrativi della sanità privata verrebbero contati come redditi (e profitti delle società di assicurazione).” (Zenezini, op. cit., pag. 14). "
3. Vladimiro Giacchè su twitter segnala
questo articolo di Alessandro Somma sulla pubblicazione dell'ultima classifica Doing Business: vi si dice, tra l'altro, che, - allo scopo di stabilire la superiorità delle leggi economiche del mercato su quelle dello Stato, cioè
l'esigenza di adeguamento incondizionato del diritto statuale alla suprema Legge naturale ad applicazione riservata agli unici soggetti di diritto "
pleno jure" (essendo tutti gli altri, non "businessmen" solo dei sub-soggetti le cui prerogative giuridiche si atteggiano a privilegi parassitari e portatori di "inefficienze")-,
si afferma la implicita superiorità del common law sul civil law.
A questa conclusione tendenziale si può aderire a condizione di rammentare che
il civil law, incentrato sul sistema delle codificazioni (il cui apice storico è il code Napoleon), era anch'esso in grado di riportare l'assetto sociale alla piena realizzazione degli interessi dell'oligarchia capitalista: il fulcro di ciò si incentrava sulla
piena assimilazione del rapporto di lavoro al contratto di diritto comune (regolato appunto dal codice civile), senza alcuna sostanziale differenza dal regime contrattuale generale, in modo tale da affermare (soltanto) la formale parità delle parti (nel negoziare,
liberamente, durata del contratto, compenso e condizioni, apparentemente paritarie, di risoluzione del rapporto di durata così instaurato).
3.1. Ciò che ha portato al mutamento di paradigma socio-economico che le "classifiche" WB o OCSE si premurano implacabilmente di smantellare, sono state le Costituzioni democratiche del welfare.
In definitiva, sintetizzando, è proprio la metodologica rimozione - come segnala il passaggio di Arturo sopra riportato- delle Costituzioni dal quadro rilevante a costituire lo scopo ideologico di queste classifiche: camuffato da tecnicismo neutrale, e, allo stesso tempo, indicativo dell'intenzionale e grossolano "buco" metodologico che le caratterizza.
Con l'implicita premessa che,
le stesse Costituzioni, siano esattamente l'ostacolo da annichilire per instaurare la liberalizzazione regolatoria e la privatizzazione del diritto e della ricchezza pubblica, che consentono alla
business community sovranazionale di affermare il proprio Potere Costituente globale, svincolato dai popoli che, in precedenza, pretendevano di esserne i depositari.
4. Ma c'è un altro aspetto: queste classifiche, in particolare quella Doing Business, non sono neppure (e non per caso, anzi) in grado di definire
la sostenibilità del modello socio-economico che intendono imporre: i paesi che figurano al top della predicata efficienza regolatoria pro-mercati, rivelano tutt'altra realtà, se li si colloca nelle diverse classifiche del debito complessivo, pubblico e privato, che grava sulle rispettive comunità sociali e in quella del saldo rispettivo delle partite correnti.
Questa è la classifica "Doing Business" da ultimo pubblicata:
"Economy Rankings
Economies are ranked on their ease of doing business, from 1–189. A high ease of doing business ranking means the regulatory environment is more conducive to the starting and operation of a local firm. The rankings are determined by sorting the aggregate distance to frontier scores on 10 topics, each consisting of several indicators, giving equal weight to each topic. The rankings for all economies are benchmarked to June 2015.
Singapore 1 10 1 6 17 19 1 5 41 1 27
New Zealand 2 1 3 31 1 1 1 22 55 15 31
Denmark 3 29 5 12 9 28 20 12 1 37 9
Korea, Rep. 4 23 28 1 40 42 8 29 31 2 4
Hong Kong SAR, China 5 4 7 9 59 19 1 4 47 22 26
United Kingdom 6 17 23 15 45 19 4 15 38 33 13
United States * 7 49 33 44 34 2 35 53 34 21 5
Sweden 8 16 19 7 11 70 14 37 17 24 19
Norway 9 24 26 18 13 70 14 14 45 8 6
Finland 10 33 27 16 20 42 66 17 32 30 1
Taiwan, China 11 22 6 2 18 59 25 39 65 16 21
Macedonia, FYR
12 2 10 45 50 42 14 7 26 26 37
Australia 13 11 4 39 47 5 66 42 89 4 14
Canada 14 3 53 105 42 7 6 9 44 49 16
Germany 15 107 13 3 62 28 49 72 35 12 3
Estonia 16 15 16 34 4 28 81 30 24 11 40
Ireland 17 25 43 30 39 28 8 6 48 93 20
Malaysia 18 14 15 13 38 28 4 31 49 44 45
Iceland 19 40 45 8 15 59 20 36 64 35 15
Lithuania 20 8 18 54 2 28 47 49 19 3 70
Austria 21 106 47 17 26 59 36 74 1 6 18
Latvia 22 27 30 65 23 19 49 27 22 25 43
Portugal 23 13 36 25 27 97 66 65 1 20 8
Georgia 24 6 11 62 3 7 20 40 78 13 101
Poland
25 85 52 49 41 19 49 58 1 55 32
Switzerland 26 69 56 5 16 59 105 19 40 46 44
France 27 32 40 20 85 79 29 87 1 14 24
Netherlands 28 28 85 43 30 79 66 26 1 91 11
Slovak Republic 29 68 84 48 5 42 88 73 1 63 33
Slovenia 29 18 71 35 36 126 7 35 1 117 12
United Arab Emirates 31 60 2 4 10 97 49 1 101 18 91
Mauritius 32 37 35 41 99 42 29 13 66 27 39
Spain
33 82 101 74 49 59 29 60 1 39 25
Japan * 34 81 68 14 48 79 36 121 52 51 2
Armenia 35 5 62 99 14 42 49 41 29 28 71
Czech Republic 36 93 127 42 37 28 57 122 1 72 22
Romania 37 45 105 133 64 7 57 55 1 34 46
Bulgaria 38 52 51 100 63 28 14 88 20 52 48
Mexico *
38 65 67 72 106 5 57 92 59 41 28
Croatia 40 83 129 66 60 70 29 38 1 10 59
Kazakhstan 41 21 92 71 19 70 25 18 122 9 47
Hungary 42 55 88 117 29 19 81 95 1 23 65
Belgium 43 20 54 53 132 97 57 90 1 53 10
Belarus 44 12 34 89 7 109 57 63 25 29 69
Italy
45 50 86 59 24 97 36 137 1 111 23
Montenegro
46 59 91 163 79 7 36 64 42 43 36
Cyprus 47 64 145 67 92 42 25 44 43 143 17
Chile 48 62 24 51 56 79 36 33 63 56 58
Thailand 49 96 39 11 57 97 36 70 56 57 49
Peru 50 97 48 64 35 15 49 50 88 69 74
Russian Federation *
51 41 119 29 8 42 66 47 170 5 51
Moldova
52 26 170 104 21 28 36 78 33 67 60
Israel 53 56 96 91 127 42 8 103 58 77 29
Colombia
54 84 38 69 54 2 14 136 110 180 30
Turkey 55 94 98 36 52 79 20 61 62 36 124
Mongolia 56 36 25 134 44 59 8 91 74 80 89
Puerto Rico (U.S.) 57 51 135 57 164 7 88 134 93 100 7
Costa Rica
58 121 49 23 53 7 166 80 67 124 87
Serbia
59 65 139 63 73 59 81 143 23 73 50
Greece 60 54 60 47 144 79 47 66 27 132 54
Luxembourg 61 80 14 28 89 167 122 21 1 17 80
Rwanda 62 111 37 118 12 2 88 48 156 127 72
Azerbaijan 63 7 114 110 22 109 36 34 94 40 84
Jamaica 64 9 72 80 122 7 57 146 146 107 35
Bahrain 65 140 9 77 25 109 111 8 85 101 85
Kosovo
66 47 136 124 32 28 57 67 71 48 163
Kyrgyz Republic 67 35 20 160 6 28 36 138 83 137 126
Qatar 68 109 8 111 28 133 122 1 119 112 51
Panama
69 44 70 32 84 19 66 166 54 148 132
Oman 70 149 46 60 33 126 134 10 69 70 105
Bhutan 71 91 79 50 51 79 115 28 21 50 189
Botswana 72 143 97 122 70 70 81 71 51 128 56
South Africa
73 120 90 168 101 59 14 20 130 119 41
Tunisia 74 103 57 38 86 126 105 81 91 81 57
Morocco
75 43 29 55 76 109 105 62 102 59 130
San Marino 76 113 64 10 80 181 122 32 18 82 106
St. Lucia 77 67 50 26 104 152 66 83 72 67 109
Tonga 78 53 22 61 154 42 115 82 87 97 131
Bosnia and Herzegovina
79 175 171 119 97 42 66 154 28 66 38
Malta 80 132 83 86 96 174 36 25 39 61 83
Guatemala
81 101 106 21 75 15 174 50 78 173 153
Saudi Arabia 82 130 17 24 31 79 99 3 150 86 189
Ukraine 83 30 140 137 61 19 88 107 109 98 141
Brunei Darussalam 84 74 21 68 148 79 134 16 121 113 98
China *