IL PIU' GRANDE SPRECO NEL MONDO E' LA DIFFERENZA TRA CIO' CHE SIAMO E CIO' CHE POTREMMO DIVENTARE (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
(Ben Herbster) :)
Buona settimana a tutti :)
Volevo fare i miei complimentoni a Feltri :-o. E' riuscito a cogliere l'essenza del giornalismo italiano :wall:... e se non fosse che io invece giornalista non lo sono... avrei un bel titolo da dedicargli :-o.
Solo che... a differenza sua... mi vergogno a scriverlo pubblicamente :wall:
Vediamo se qualcuno è in grado di leggermi nel pensiero :melo::prr:

Foto di mio fratello sul Monte Bianco :)
z10045754.jpg
 

Val

Torniamo alla LIRA
Non riporto il post della scorsa settimana relativo al titolo di Feltri.
Vorrei fare un distinguo fra il titolo e Feltri.

Il titolo - se lo vogliamo leggere nel suo significato intrinseco - fa riferimento alla situazione della giunta capitolina.
"patata bollente" è ciò che si ritrova fra le mani il sindaco.

Per sollevare il polverone, si preferisce il significo sessista.....ma la Raggi l'avete vista bene ?
A me non sembra proprio una patata bollente......anzi .......
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ministero del Tesoro nel 1994
Ministro: Lamberto Dini
Sottosegretari: Marisa Bedoni, Salvatore Cicu, Giovanni Mongiello, Antonio Rastrelli
A riportarlo è L’Espresso, che nel numero in edicola pubblica alcuni stralci del più famigerato:
quello in forza del quale all’inizio del 2012 l’allora neonato governo Monti dovette versare oltre 3,1 miliardi a Morgan Stanley che,
troppo esposta nei confronti del debito pubblico italiano, fece appello a un codicillo che le consentiva di chiudere anzitempo
il contratto Isda Master Agreement sottoscritto nel 1994
con il Tesoro (di cui all’epoca era direttore generale Mario Draghi)
facendosi restituire l’intero valore di mercato della posizione.
In quella fase particolarmente alto in seguito alla debolezza finanziaria dell’Italia, i cui titoli di Stato in quei mesi arrivarono a rendere
oltre 500 punti più degli omologhi tedeschi
a causa del rischio percepito dagli investitori.
 

Val

Torniamo alla LIRA
La perizia di Pomante, sottolinea Luca Piana (autore di un libro inchiesta sull’argomento) sul settimanale del gruppo Espresso,
fa nascere il dubbio che non tutti al Tesoro fossero a conoscenza di quella clausola.

Per questo nessuno si curò di controllare se il valore di mercato complessivo (in gergo “mark to market”)
dei contratti con la banca d’affari avesse superato i 50 milioni di dollari, soglia oltre la quale l’accordo prevedeva che l’istituto
potesse decidere di chiuderli tutti in anticipo chiedendo al governo italiano di pagare l’intera cifra.

Il ministero avrebbe di conseguenza dovuto “evitare di stipulare nuovi contratti con Morgan Stanley”, cosa che avrebbe accresciuto
“il rischio di allontanarsi ulteriormente dalla soglia stessa” e di subire un salasso, come poi è avvenuto.

Invece nel 2003, 2006 e 2008, per esempio, furono rinegoziati diversi contratti, con benefici di cassa immediati
ma con il risultato di aumentare le perdite potenziali per il Tesoro visto che in realtà l’asticella dei 50 milioni era già stata ampiamente superata “da almeno dieci anni”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
“E’ lecito ipotizzare che tale indifferenza sia figlia del fatto che il ministero dell’Economia ignorasse l’esistenza della suddetta clausola”,
scrive l’esperto, che cita anche una testimonianza della responsabile della Direzione debito pubblico Maria Cannata
secondo cui lei stessa non avrebbe “avuto conoscenza
di tale clausola sino al momento in cui il Tesoro ha dovuto assorbire
il pacchetto di contratti della ex Infrastrutture spa”, finanziaria pubblica che nel 2005 è stata incorporata da Cassa depositi e prestiti.

Infine la questione della riservatezza.
Il contratto tra ministero e Morgan Stanley, come gli altri 12 contenenti clausole di risoluzione anticipata, è sempre stato tenuto segreto:
il ministro Pier Carlo Padoan ha spiegato che divulgarlo metterebbe l’Italia in una situazione di “svantaggio competitivo”
nei confronti degli istituti e degli altri Stati che fanno uso di questi strumenti.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Non conosco quale dei 2 governi del 1994 abbia firmato tale accordo.

Governo Ciampi (28/04/1993 - 10/05/1994)
Coalizione politica: DC, PSI, PSDI, PLI
XI Legislatura

Tesoro
Ministro: Piero Barucci
Sottosegretari: Paolo De Paoli, Piergiovanni Malvestio, Maurizio Sacconi, Sergio Coloni
 

Val

Torniamo alla LIRA
Un contratto scritto male o troppo spregiudicato, frutto, probabilmente, della frenesia con cui all’epoca il ministero
cercava di rispettare i parametri europei di Maastricht appena approvati per poter poi entrare nell’euro, ipotizza una fonte che ha lavorato al Tesoro.

Nel 1994 si alternano al ministero prima il professor Piero Barucci, con il governo Ciampi,
poi Lamberto Dini, con il primo governo Berlusconi.

Nella casella chiave del ministero, la direzione generale, c’era sempre Mario Draghi, oggi alla Banca centrale europea.
 

Users who are viewing this thread

Alto