HO TALMENTE TANTA NOSTALGIA DELL'ESTATE... CHE SONO ANDATA A SCRIVERE NELLA SABBIA DEL GATTO (1 Viewer)

rotolo

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Val

Torniamo alla LIRA
Buongiorno ....ci aspettano tempi bui......ma ancora più bui dei tempi presenti .....azzo ma allora sarà buio pesto.

Tra business e sogno si inaugura, sabato, il «Roma Convention Center», conosciuto come «La Nuvola»,
il centro congressi dell'Eur firmato dall'architetto Massimiliano Fuksas che terminato 18 anni dopo il concorso indetto nel giugno 1998
dal comune di Roma e l'allora Ente Eur, quattro sindaci fa ridefinisce il concetto temporale dell'aggettivo «nuovo» attribuito all'opera,
costata 239milioni di euro, per duemila posti seduti, oltre centomila euro in media a poltrona.

Sabato ci sarà il taglio del nastro in diretta televisiva Rai, con Matteo Renzi e Virginia Raggi.
E perlomeno curiosa è la fatalità, tutta italiana, notata da un altro architetto di grido, che a battezzare il mega-complesso sarà un sindaco
il quale ha fatto della lotta agli sprechi e allo stop di ogni cubatura la propria bandiera politica.
Venerdì prevista una promozionale preview stampa.
 

Val

Torniamo alla LIRA
È fastidioso leggere che Massimiliano Fuksas, un minuto dopo aver completato l'opera, già prenda le distanze da tutto, tranne dalla propria parcella.
Nell'ordine.

Primo: non gli piace il nome dato al suo Centro Congressi, la «Nuvola» (lui avrebbe preferito The Floating Space).

Secondo: attacca l'Ente Euro Spa (un carrozzone, un covo di clientelismi, nascondiglio di sprechi e favoritismi, ricettacolo di 149 dipendenti inutili...),
sorvolando sul fatto che si tratta dello stesso ente (carrozzone, covo di clientelismi, ricettacolo di sprechi...) che nella passata gestione
gli assegnò l'appalto da 25 milioni di euro; una parcella, ha notato un giornalista economico, che vale poco meno del risparmio che lo Stato avrebbe dalla riforma del Senato così come lo vuole Renzi.

Terzo: sbuffa, mettendo le mani avanti, per le possibili inefficienze di gestione della Nuvola, col rischio che «fra due anni possa iniziare il dibattito su dove trovare i soldi per restaurarla».

Quarto ma è la cosa che ci tiene a dire per prima - : spera che la Nuvola sia venduta subito ai tedeschi, «loro sì la farebbero funzionare...»,
tirando un sonoro schiaffo, amplificato dagli spazi vuoti e fluttuanti della Nuvola, a quest'Italia inefficiente, sprecona e irriconoscente.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Loro continuano sulla stessa strada.....guerra.

Il Regno Unito ritornerà ad addestrare l’opposizione moderata siriana.
Il Segretario alla Difesa Michael Fallon comunicherà oggi la decisione del governo di inviare venti istruttori dei reparti speciali in Medio Oriente.

Il personale militare del Regno Unito è attualmente coinvolto in funzione difensiva e JTAC, Joint terminal attack controller,
per coordinare e dirigere i raid della coalizione contro obiettivi Isis in Iraq ed in Siria.

La decisione degli inglesi farà comunque discutere, considerando che i precedenti tentativi da parte di Stati Uniti e Regno Unito per addestrare le forze moderate si sono rivelati dei fallimenti
 

Val

Torniamo alla LIRA
E questi fanno i giochetti .......naturalmente sporchi. Diamogli un altro nobel per la pace.

La regola, antica quanto «L'Arte della Guerra» di Sun Tsu ed il «Principe» di Macchiavelli,
insegna che un assedio sarà tanto più breve e meno sanguinoso quanto più agevole sarà la via di fuga lasciata al nemico.

A Mosul nessuno può ammettere che stia avvenendo, ma tanti incominciano a sospettarlo.
E molti sostengono di dedurlo analizzando le esigenze della politica, osservando il dispiegamento degli attaccanti e, soprattutto,
seguendo i movimenti di civili e militanti dell'Isis in fuga sull'asse Mosul-frontiera siriana.

E così - mentre le avanguardie della coalizione anti-Califfato avanzano a meno di nove chilometri da Mosul
e sul campo si contano 74 villaggi liberati e quasi 800 militanti del Califfato uccisi
- un machiavellico dubbio agita il presidente francese Francoise Hollande e i vertici dei peshmerga curdi.

Dietro quel dubbio s'insinua il sospetto che la grande offensiva irachena nasconda un'inconfessabile, implicita intesa tra lo Stato Islamico e la coalizione a guida americana.

Un'intesa che garantirebbe da una parte una rapida caduta di Mosul e dall'altra il trasferimento, sostanzialmente indolore,
di buona parte dei vertici e dei combattenti dell'Isis in quel di Raqqa, la capitale del versante siriano del Califfato.
L'accordo, ovviamente mai trattato né discusso esplicitamente, garantirebbe vantaggi reciproci ad ambo le parti.

Una caduta di Mosul entro metà dicembre permetterebbe a Barack Obama di chiudere la presidenza attribuendosi la conquista della capitale irachena dello Stato Islamico.
E gli consentirebbe di venir ricordato come il presidente capace, dopo aver ucciso Bin Laden nel primo mandato,
d'infliggere, nel secondo, una sconfitta decisiva allo Stato Islamico.
Il Califfo Al Baghdadi potrebbe invece sperare di dilazionare i tempi della propria capitolazione e guadagnare qualche mese di vita arroccandosi in quel di Raqqa.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Giovedì scorso - durante un convegno sul «Futuro di Mosul» organizzato da Francia e Iraq al ministero degli esteri di Parigi,
il presidente ha denunciato l'inspiegabile fuga di almeno un migliaio di combattenti dell'Isis usciti da Mosul
e arrivati a Raqqa senza che nessuno, aerei Usa compresi, abbia mosso un dito per fermarli.


«Non possiamo permetterci errori nella caccia ai terroristi che stanno lasciando Mosul per Raqqa»
ammonisce il presidente francese rivolgendosi ai rappresentanti della coalizione anti Isis, tra cui alcuni americani, arrivati ad ascoltarlo.
L'ammonimento, inequivocabilmente esplicitò, riflette il timore che i «calcoli» statunitensi consentano ai combattenti dell'Isis defluiti sul fronte siriano
di rispondere all'offensiva su Mosul con attentati condotti in Francia e in altri paesi europei.
Una paura giustificata visto che Raqqa è la capitale del Califfato dove opera la cellula dell'Isis responsabile della pianificazione degli attacchi in Europa.

E a confermare i timori di Hollande s'aggiunge Qassim Shesho, un comandante curdo di origine yazide, nemico giurato dello Stato Islamico,
che segnala come, nei giorni scorsi, centinaia di civili e combattenti usciti da Mosul si siano mossi lungo la «strada di Ba'aj»
un percorso aperto in questi ultimi due anni dallo Stato Islamico per garantire i collegamenti con Raqqa.
Altre colonne di veicoli dello Stato Islamico avrebbero invece passato la frontiera di Al Qaim dirigendosi verso Deir El Zor, la regione petrolifera siriana controllata dall'Isis.
 

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