Le “fake news” e la Post Verità (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Ci risiamo: l’Onu torna ad accusare direttamente Assad per le armi chimiche. A quando le scie?

La lista, che sarebbe stata visionata dalla Reuters ma non resa pubblica, è basata su una combinazione di prove compilate dai team di ONU e OPCW in Siria e da informazioni provenienti da agenzie di intelligence occidentali e regionali, sempre stando alla fonte anonima. Insomma, dopo i tanti dossier confidenziali e top secret sullo spionaggio russo nelle presidenziali Usa, rivelatesi delle bufale clamorose, ecco che torna in auge il fronte siriano, dopo l’attacco israeliano contro un aeroporto militare a Damasco di ieri notte.

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Ci risiamo: l'Onu torna ad accusare direttamente Assad per le armi chimiche. A quando le scie? - Rischio Calcolato
 

tontolina

Forumer storico
DAL “PIPÌGATE” VERRÀ IL CROLLO DI CASA CIA? CERTO DI CNN.
UNCONVENTIONAL: DAL “PIPÌGATE” VERRÀ IL CROLLO DI CASA CIA? CERTO DI CNN.

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Maurizio Blondet




“James Clapper condanna la fuga di notizie ed assicura Trump della sua lealtà: la intelligence community è pronta a servire questa amministrazione”. Così Politico.com rende nota la capitolazione.

Spy chief trashes leaks, assures Trump of loyalty

James Clapper è il direttore della National Intelligence (l’organo unificatore dei numerosi servizi quando parlano alla Casa Bianca) che qualche giorno fa aveva confermato l’influenza di Mosca nell’elezione di Trump. E l’altro ieri aveva fatto sapere ai media che “l’intelligence” (ossia lui) aveva avvisato discretamente Trump che i russi avevano documenti compromettenti su di lui, tali da ricattarlo.

Trump Received Unsubstantiated Report That Russia Had Damaging Information About Him
Clapper a fianco del sen. McCain.


I documenti compromettenti erano il rapporto di 35 pagine, in cui si diceva che nel 2013 Trump, a Mosca, s’era fatto fare la “pioggia d’oro” da prostitute assoldate dal FSB. Un documento che circolava da mesi fra i media gongolanti, e la cui credibilità è stata demolita nelle ore scorse. Il senatore McCain, per cercare di salvare se stesso, ha dovuto dichiarare che lui, quel rapporto, l’aveva passato al capo dell’FBI: ma perché non sapeva valutarne l’attendibilità, non per dare armi alla distruzione di Donald.

Ora, anche il New York Times ha spiegato per filo e per segno come “un dossier sensazionale e inverificato è diventato una crisi per Donald Trump”. Doveva scrivere: “una crisi per la Cia”, ma non pretendiamo troppo.

Ha spiegato come i nemici di Trump (dei due partiti) abbiano pagato, sette mesi fa, un ex agente britannico, Christopher Steele, adesso a capo di una sua ditta di spionaggio privato, la Orbis Business Intelligence; costui, avendo “lavorato “ a Mosca per l’MI6, vantava la capacità di avere fonti interne alla Russia e d’essere in grado di raccogliere materiale da incastrare il candidato. Di fatto, per la sua precedente attività di spia, Steele non può andare di persona a Mosca: perciò, scrive il NYT, “ha ingaggiato persone locali russofone per contattare informatori in Russia e ripreso contatti nascostamente con le sue proprie fonti”.

How a Sensational, Unverified Dossier Became a Crisis for Donald Trump

Steele ha cominciato a stilare rapportini e comunicandoli all’americano che glieli aveva commissionati ( apparentemente per conto di clienti che non potevano apparire in prima persona) : Glenn Simpson, fondatore di una ditta di informazioni compromettenti a pagamento, “Fusion GPS”. Simpson è un ex giornalista del Wall Street Journal, noto per il modo settario e di parte dei suoi articoli. Sotto elezioni, politici si servono della sua Fusion GPS perché raccolga notizie su avversari da battere…è una specie di Mino Pecorelli di Washington.

E’ stato Simpson ad “organizzare” i rapporti nel documento compromettente di 35 pagine, rimpolpandolo con sue illazioni e pettegolezzi raccolti. Per esempio: “un figlio” di Trump avrebbe detto che “dalla Russia arriva un sacco di soldi”, benché Donald non abbia in Russia proprietà immobiliari da cui ricava i suoi normali redditi; inoltre, una delle fonti di Steele aveva assicurato che un avvocato di Trump, Michael Cohen, s’era incontrato a Praga con Oleg Solodukhin, un funzionario della Rossotrudnichestvo, un ente che promuove gli interessi russi all’estero.

“Mai stato a Praga”, ha twittato Cohen. Mai visto Cohen, ha smentito Solodukhin in una intervista. Ma questo “documento compromettente” è stato in qualche modo assunto come vero dalla Intelligence Community Usa fra il materiale per incastrare il candidato che aveva minacciato di riformarla .

I servizi di Kiev hanno aiutato la campagna di calunnie.


Anzi, c’è di peggio. Come rivela Politico.com in un chilometrico e imbarazzante articolo, la Cia s’è fidata – tenetevi forte – dei servizi di Kiev. “Funzionari del governo ucraino hanno tentato di aiutare Hillary Clinton e di minare Trump, sia mettendo in dubbio pubblicamente la sua dignità a coprire l’incarico (di presidente), sia disseminando documenti che implicavano un personaggio d’alto livello vicino a Trump in questioni di corruzione”.

Poroshenko ha un futuro?
Il personaggio da incastrare è Paul Manafort, l’ex capo della campagna di Trump, che Donald ha dovuto abbandonare dopo le “rivelazioni” che Manafort aveva accettato contratti di lobbiyng per clienti russi: niente di illegale propriamente (pensate ai Podesta che fanno i lobbisti per i Saud), ma i media ne fecero un tal clamore, da rendere Manafort una palla al piede, anziché un aiuto, per il candidato. Inoltre, sapendo che il governo di Kiev ha diversi ministri di cittadinanza Usa prestati alla junta per salvarla dalla bancarotta e dalla corruzione, è facile capire che la trama fu elaborata da Dipartimento di Stato, partito democratico, e “la CIA”, ossia l’intera intelligence community.

Adesso Poroshenko ha assoldato una agenzia di lobby pro-Trump, nella speranza di salvare il suo regime.
Ukrainian efforts to sabotage Trump backfire

Ora che la trama si sta disfacendo davanti agli occhi di tutti, si scopre che “la CIA”, che ha dichiarato guerra al candidato sgradito per difendere il suo potere immenso, vantando la propria inconcussa professionalità, non è altro che una manica di dilettanti: che hanno dovuto ricorrere a servizi privati esterni come Steele, o discutibili come Simpson – evidentemente perché non hanno a Mosca nessun occhio ed orecchio loro proprio; hanno preso per buoni pettegolezzi da portinaie, non essendo in grado di controllarle in modo autonomo. Infine hanno diffuso il rozzo rapporto ai media amici e complici, da irresponsabili.

Professionisti di Intelligence? Dilettanti allo sbaraglio.
Detto in breve: scatenando questa guerra illegale, la CIA si è rivelata per quel che è diventata sotto Bush e Obama: una serqua di dilettanti, incapaci di mettere insieme un vero rapporto di intelligence. L’estrema e più costosa delle burocrazie inadempienti e parassitarie che, fingendosi tecnocrazie, hanno occupato il potere politico in Europa come in America.

Sembra proprio, per parafrasare il celebre racconto di Edgar Allan Poe, “il Crollo della Casa degli Usher”. Stiamo assistendo al Crollo di Casa CIA? Di più: essa ha coinvolto nel suo crollo i massmedia “autorevoli” che hanno bevuto la falsità? Fra questi spicca la CNN: al cui giornalista, nella prima conferenza stampa presidenziale, Trump s’è rifiutato di rispondere chiamandolo “fake news”.

“Il Piscio-Gate trascinerà nell’abisso la CNN?”, si domanda un noto giornalista, Jeff Kuhner. “Will Peegate bring down CNN?”.

Will Peegate bring down CNN? 1/11/17

Ovviamente, il crollo coinvolgerà anche ciò che chiamiamo “Hollywood”, sempre più vistosamente esposto come centrale di propaganda e disinformazione della “CIA”, di cui ha creato il mito.

Attenzione però a non sperarci troppo. Questi poteri senza vergogna, non demordono. Ecco un commento della autorevolissima agenzia Reuters: “Vere o no che siano le accuse sulla Russia sfregeranno la presidenza Trump”. Sembra di sognare: “Vere e non vere?”, in che senso?

Lo spiega la Reuters stessa: “Adesso Trump sentirà di non avere altra scelta che prendere una linea molto più dura verso Putin – ed altri avversari degli Usa – in modo che potrebbe rivelarsi anche più catastroficamente pericoloso. Ce ne sono già i segni. Nell’audizione di conferma, Rex Tillerson nominato segretario di Stato da Trump, che è vicino a Putin come amministratore delegato di Exxon , ha segnalato la volontà di assumere una linea più dura delle attese. Disposto a mantenere le sanzioni Usa, è apparso aperto ai suggerimenti di riarmare l’Ucraina”.

Commentary: True or not, Russia allegations will scar Trump presidency

Insomma: lo Stato Profondo vuole che Trump rompa con Putin. Questo lo scopo finale di questa campagna vergognosa di fake news e fake intelligence? La guerra continua.

READ: Kuhner’s Corner, The Shadow Government’s War on Trump | WRKO.com

Dal "PipìGate" verrà il crollo di Casa CIA? Certo di CNN. - Blondet & Friends
 

tontolina

Forumer storico
STRANGE DAYS – PIERO CAMMERINESI
UNCONVENTIONAL: STRANGE DAYS – PIERO CAMMERINESI
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Vi ricordate il ritornello della canzone di Battiato di vent’anni fa?

Strani giorni, viviamo strani giorni.

di Piero Cammerinesi (corrispondente di Altrogiornale)

Beh, quei giorni saranno stati forse strani ma mai come quelli che stiamo vivendo oggi, dove la sovrabbondanza di notizie e la manipolazione incessante da parte dei media fa in modo che la gente non recepisca il ‘peso specifico’ di una notizia rispetto alle altre.

Manipolare le coscienze non è solo scrivere il falso o negare il vero; basta semplicemente dare ad una notizia di importanza del tutto trascurabile lo stesso ‘peso’ (corpo tipografico o tempo dedicato nei TG) di un fatto di grande rilevanza. Questa manipolazione costante produce nel lettore/spettatore una perdita di riferimento, un disorientamento della coscienza; è come se rispetto alla nostra vita noi dessimo pari importanza ad un mal di pancia rispetto ad un ictus. O, meglio, come se interpretassimo i sintomi dell’ictus con la stessa leggerezza con cui osserviamo quelli del mal di pancia.
In effetti, i sintomi di questi strange days ci sono tutti, se solo li guardassimo con attenzione, senza farci disorientare da chi ci dovrebbe orientare, vale a dire dai media.

A cosa mi riferisco?

Prima di tutto all’ultima trovata delle governance mondiali e dei loro presstitutes (geniale sintesi che definisce la stampa prostituita al potere) vale a dire la crociata contro le fake news o post-verità, che via web rappresenterebbero una minaccia per le istituzioni. Pensate che il termine originale inglese, post-truth è stato eletto parola dell’anno 2016 dall’Oxford Dictionary! Queste fake news irritano così tanto l’establishment che da diverse parti si invoca addirittura una sorta di commissione di controllo sulle opinioni espresse in rete.



Un Ministero della Verità, insomma, di orwelliana memoria.

Ora, considerando la costante e instancabile manipolazione che i mezzi d’informazione esercitano da sempre sull’opinione pubblica attraverso menzogne, falsificazioni dei fatti, mezze verità e fantasie, fa davvero sorridere che si identifichi nelle bufale – indubitabilmente presenti in rete – un rischio per la democrazia.
Il fatto è che fino a poco tempo fa il fenomeno del cosiddetto ‘complottismo’ era confinato ad una nicchia di persone che iniziavano a fiutare odore di marcio proveniente dai media e cercavano quindi – visti i mezzi messi a disposizione dalla rete – di capire meglio certe situazioni quando i conti proprio non tornavano.

Il fact-checking ha permesso allora a milioni di utenti del web di smascherare le vere e proprie bufale messe in onda dalle televisioni di mezzo mondo. Ma ad un certo punto, questo fenomeno del complottismo, della Conspiracy Theory ha iniziato a diffondersi sempre di più, tracimando dalla rete ed entrando anche nei salotti buoni dei media mainstream. Fenomeno naturalmente irriso, denigrato e oggi criminalizzato. Certamente grazie anche a tutte le reali bufale presenti sul web, inserite ad arte da falsi idioti o da idioti autentici.

Così Obama ha iniziato a fare pressioni su Google e Facebook che dovrebbero – a suo dire – esercitare un controllo su notizie false o presunte tali diffuse in rete.

Ora, se i mezzi d’informazione ufficiali diffondessero sempre e solo notizie vere la preoccupazione del presidente americano uscente avrebbe una qualche credibilità ma, dato che è vero esattamente il contrario, questa operazione ha proprio l’aria di un intervento a gamba tesa su tutte quelle comunità virtuali che, collegate tra loro, iniziano a nutrire seri dubbi sulle versioni ufficiali.
Pensate che io esageri affermando che “è vero esattamente il contrario”?
Bene, allora state a sentire, e parlo solo delle fake news più recenti messe in giro dai media.

1-Negli ultimi mesi i mezzi d’informazione del cosiddetto ‘mondo libero’ hanno ripetuto incessantemente che vi erano tra 250 mila e 300 mila civili intrappolati sotto i bombardamenti russi e siriani ad Aleppo Est, nonostante che le fonti d’informazioni siriane avessero più volte ribadito che il numero delle persone intrappolate non superava un terzo di quella cifra. Ebbene, una volta liberata la parte orientale di Aleppo è emerso che il numero dei civili che erano stati bloccati era inferiore alle 90 mila unità.
Pensate che i media occidentali si siano peritati di riconoscere l’errore? No, neppure una riga.


2-L’affermazione secondo la quale hacker russi avrebbero cercato di influenzare le elezioni americane è stata smentita sia da Assange che da Craig Murray – ex ambasciatore inglese in Uzbekistan che si è giocato la carriera quando ha accusato la CIA di complicità nelle torture nell’ex-repubblica sovietica – che ha fatto risalire a due fonti americane, una delle quali ha incontrato personalmente, il leak delle email che hanno inguaiato la Clinton.
Risultato? Nessuno: Assange e Murray sono stati definiti spie russe. Così il presidente Obama ha appena firmato una legge di Difesa Nazionale che prevede un investimento di 160 milioni di dollari per nuove operazioni di propaganda USA, dichiaratamente intese a contrastare la “propaganda russa”.

Altre due prove di disinformazione da parte dei media: il risultato delle elezioni presidenziali americane e la Brexit.
3- Nel primo caso non c’è stato un solo mezzo di informazione che non abbia ripetuto ad nauseam che non c’erano dubbi sulla vittoria della Killary. Gli esiti sono sotto gli occhi di tutti.
4- Quanto a Brexit (anch’essa data per inverosimile) le catastrofiche previsioni della vigilia sono state – a oltre sei mesi di distanza – ampiamente contraddette dai fatti. Mentre la quasi totalità degli economisti profetizzavano una flessione immediata, con relativi crolli di borsa, l’economia britannica è cresciuta negli ultimi mesi, registrando un incremento del Pil rispettivamente dello 0,3% e dello 0,6% cento nei primi due trimestri del 2016, e dello 0,6% e dello 0,5% negli ultimi due, vale a dire nel semestre successivo all’esito del referendum grazie al quale il Regno Unito è uscito dalla Ue.
Che ne dite, ci sono o no buoni motivi per diffidare delle fake news dei media?


Ma i mezzi ufficiali d’informazione non ne vogliono sapere – loro non possono sbagliare per definizione – e così oggi ci troviamo di fronte ad una prima spinta censoria mirata direttamente a ostacolare quella libertà di pensiero e di espressione che oggi inizia a preoccupare l’establishment. Il quale non si sporca le mani con divieti palesi ma subdolamente e vigliaccamente interviene su motori di ricerca e social media. Ora, se il loro obiettivo fosse raggiunto, la ratio menzogna/verità dipenderebbe non dalla nostra personale indagine, ma da un algoritmo. In sostanza da una macchina. Questo non vi dice nulla?

La seconda questione che mi riporta agli strange days è collegata ad alcuni avvenimenti la cui estrema gravità è passata – e continua a passare – quasi inosservata.
Mi riferisco agli eventi che hanno contrassegnato le ultime elezioni americane.
Ora, quanto è avvenuto e sta avvenendo sull’altra riva dell’Atlantico è qualcosa di assolutamente nuovo nella storia americana.
Mai, neppure nei periodi peggiori della guerra fredda con l’allora Unione Sovietica si è visto un tale palese odio e disprezzo verso la Russia come quello che oggi dilaga sui media americani. Neppure nei giorni più oscuri del trentennio che va dagli anni ’50 agli ’80 presidenti come Eisenhower, Nixon, Reagan si sono rivolti ad un presidente russo con termini come quelli che oggi usano politici come Obama, la Clinton, McCain, Clapper.


Quell’Obama, su cui ironizza Ron Paul affermando che il premio Nobel per la pace è il giusto riconoscimento per un presidente che ha bombardato 7 nazioni ed è stato il primo nella storia degli Stati Uniti ad essere stato in guerra ogni singolo giorno dei suoi otto anni di mandato. Mai una elezione fu così piena di colpi bassi come questa che ha portato The Donald alla Casa Bianca.
Mai – anche se è risaputo che vi sono delle aspre rivalità tra i Servizi di intelligence USA – si era verificato uno scontro aperto tra CIA e FBI come quello che abbiamo sotto gli occhi oggi. E ancora: mai un presidente eletto aveva pubblicamente screditato le motivazioni dei rapporti di intelligence di una delle più potenti strutture di potere come la CIA, affermando che alla base della conferma del presunto hackeraggio da parte dei russi che avrebbero influenzato le elezioni americane ci sono solo “ragioni politiche”.

Si tratta di macro-eventi che indicano un cambio globale nella direzione che l’establishment americano sta imboccando, evidentemente obtorto collo.
Un cambio di rotta che non viene digerito dalle strutture di potere consolidato che cercano freneticamente di intralciare e sabotare la nuova direzione della Casa Bianca.
In tale chiave va vista l’ultima aggressione verbale a Putin con relativa espulsione di diplomatici.


E i media mainstream come si sono comportati di fronte a questi veri e propri terremoti politici globali?
Minimizzando la magnitudo degli eventi e distogliendo l’attenzione della gente dalle enormi implicazioni a livello mondiale. Attraverso delle vere e proprie armi di distrazione di massa, dunque. Ma al tempo stesso si fanno megafono di una chiamata alle armi contro le fake news.

Quelle degli altri, naturalmente.




Piero Cammerinesi: Giornalista e ricercatore italiano indipendente che vive e lavora da anni negli Stati Uniti.
 

tontolina

Forumer storico
17 gennaio 201715:44
Putin accusa: "Lʼamministrazione Obama vuole delegittimare Trump"
Ma la vittoria del tycoon, per il leader russo, è "convincente". "I committenti di fake news sul presidente eletto peggio delle prostitute"
Putin accusa: "L'amministrazione Obama vuole delegittimare Trump" - Tgcom24
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Vladimir Putin ha accusato l'amministrazione uscente di Barack Obama di voler minare la legittimità del presidente eletto americano Donald Trump. "Negli Stati Uniti vediamo una continua e acuta lotta politica interna nonostante le elezioni presidenziali siano finite con una vittoria convincente del signor Trump", ha sottolineato il leader del Cremlino.

"Vogliono impedire al presidente eletto di entrare in carica" - "Mi pare che loro, avendo fatto pratica a Kiev, siano pronti a organizzare un Maidan a Washington soltanto per impedire a Trump di entrare in carica", ha dichiarato il leader del Cremlino, puntando il dito contro l'amministrazione Obama. Dopo un incontro a Mosca con il presidente moldavo Igor Dodon, Putin ha accusato l'amministrazione presidenziale americana uscente di voler "legare le mani e i piedi" a Trump e ostacolare "la realizzazione delle proposte da lui fatte in campagna elettorale al popolo americano sia all'interno del paese sia nell'area internazionale".

"Accuse di hackeraggio russo sono solo bufale" - "Ma immaginatevi - ha proseguito Putin - come si può fare qualcosa per migliorare i rapporti russo-americani se vengono lanciate tali bufale come l'intromissione di qualche hacker nel corso della campagna elettorale". Il presidente russo ha poi ribadito la sua posizione sui presunti attacchi degli hacker russi contro il partito democratico: "Gli hacker - ha dichiarato - non hanno composto niente, non hanno inventato niente, chiunque fossero hanno soltanto portato a galla i materiali".

"Committenti di fake news su Trump peggio di prostitute" - "I committenti delle notizie false" su Trump, "che le fabbricano, le usano nella lotta politica, sono peggio delle prostitute" e "non hanno alcun limite morale", ha dichiarato Putin, citato da Interfax. Secondo il presidente russo, "difficilmente si può immaginare" che Trump abbia incontrato "le ragazze con un livello basso di moralità" poiché in Russia si occupava dell'organizzazione di un concorso di bellezza.

"Non conosco Trump e non ho motivi per difenderlo" - Putin ha poi detto di non conoscere Trump e di non avere quindi "nessun motivo né per attaccarlo né per criticarlo né per difenderlo". E ha anche bollato come "evidentemente false" le notizie secondo le quali i servizi segreti russi avrebbero spiato il tycoon americano quando si trovava a Mosca e la Russia avrebbe quindi dati compromettenti sul suo conto. Il leader del Cremlino ha quindi ricordato che quando è arrivato a Mosca, Trump "non era affatto un politico" ma "solo un imprenditore, uno dei ricchi americani": "Possibile - ha proseguito - che qualcuno pensi che da noi i servizi seguano ogni miliardario americano? E' semplicemente un totale delirio".
 

tontolina

Forumer storico
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Stanno arrivando i russi (Deprimente visione di fine anno delle relazioni USA-Russia)
Davide 2 settimane fa Attualità, Notizie dal Mondo, Opinione 17 Commenti 4,109 Viste

DI OLIVER STONE

Link: Oliver Stone - THE RUSSIANS ARE COMING As 2016 draws to a... | Facebook

Mentre il 2016 sta arrivando al termine, ci ritroviamo con una nazione profondamente disorientata. Non siamo in grado di tracciare le linee del nostro interesse nazionale: sono l’economia ed il lavoro, è la sicurezza nazionale, o oggi è nostro interesse assicurare la sicurezza globale, in altre parole ricoprire il ruolo di polizia mondiale?
E così il “decadente” (per citare Trump) New York Times degenera nell’impostazione del Washington Post con la sua ristagnante visione da Guerra Fredda di un mondo degli anni ’50 dove ai Russsi viene data la colpa di tutto – la sconfitta di Hillary, la maggior parte delle aggressioni e dei disordini nel mondo, la volontà di destabilizzare l’Europa ecc. – Il Times ha aggiunto la questione delle “fake news” per riaffermare il suo discutibile ruolo di voce dominante dell’establishment di Washington.

Ciò è certamente vero nel caso dell’hackeraggio da parte della Russia nelle elezioni del 2016 e nell’aver fatto eleggere in Donald Trump il suo candidato manciuriano. Evidentemente la CIA (tramite vari addetti dell’intelligence anonimi) e l’FBI, la NSA, il direttore dell’Intelligence Nazionale James Clapper (che come si sa mentì al congresso a riguardo dell’Affare Snowden) il Presidente Obama, la DNC, Hillary Clinton ed il Congresso concordano che la Russia e Putin in particolare, sia la responsabile.

Certamente lo psicotico, amante della guerra, senatore McCain è al fianco di questi patrioti, quando definisce il Presidente Putin come un: “delinquente, un bullo ed un assassino e chiunque altro lo descriva in modo differente mente”. Ha detto proprio questo – l’uomo che col suo sano metro di giudizio scelse Sarah Palin come sua candidata alla vicepresidenza nel 2008. E il Times lo ha seguito, stampando in tutta la sua gloria la storia in prima pagina, chiaramente condividendo il punto di vista di McCain.

Non ricordo che i presidenti Eisenhower, Nixon, o Reagan, nei periodi più neri degli anni 50/80 si siano mai riferiti ad un presidente russo in questo modo. Le invettive venivano rivolte al regime sovietico ma non erano mai Khrushev o Breznev il bersaglio della loro bile. La mia ipotesi è che questa sia una nuova forma di diplomazia da parte dell’America. Se un giovane nero viene ucciso nelle nostre città od i partecipanti ad un banchetto di nozze in Pakistan vengono sterminati dai nostri droni Obama viene additato come assassino, bullo, delinquente?

Una tale personalizzazione è segno di un nostro pensiero malato e ben al di sotto di quelli che sono i nostri standard.

Guardate l’annesso link (“US Intel Vets Discutono le accuse di hackeraggio alla Russia”) dei Veterani Professionisti dell’intelligence (che annovera l’ex riformatore della NSA Bill Binney, un genio matematico che ha ispirato il personaggio di Nic Cage in “Snowden”) Parla del significato autentico di hackeraggio, in contrapposizione a “leak”.
Il Times ed altri media mainstream hanno sorprendentemente ignorato ogni evidenza contraria, come quella presentata da Craig Murray, ex ambasciatore e portavoce di Wikileaks che afferma di aver ricevuto l’informazione in un parco di Washington da un insider del partito democratico, disgustato dal comportamento del CNC. Murray poi lo consegnò a Wikileaks. Questo è un “leak”, non un “hack” e questa mi è sempre sembrata l’origine più probabile di questo scandalo (come penso che il leak della Sony sia stato anche quello falsamente attribuito alla Nord Corea, ma questo è un altro discorso).

E se su questo si fosse indagato correttamente si sarebbe benissimo potuti arrivare a scoprire che per Hillary Clinton questo era il “Nixon moment”. Naturalmente le alte cariche del DNC non hanno combinato niente di buono. Ironicamente la Clinton fece il proprio nome come uno degli investigatori sul Watergate. Vedi l’articolo di Mark Ames “Site Behind McCarthyite Blacklist”, che addebita questo sporco gioco al giornalista del Washington Post Craig Timberg.

Ricordo bene gli anni ’50 quando si supponeva che i Russi fossero nelle nostre scuole, il Congresso, il Dipartimento di Stato – in sintonia con molti supporter di Eisenower/Nixon – per impadronirsi del nostro paese senza incontrare una seria opposizione (ed io vengo chiamato paranoide!) Ed era questo stesso media a sostenere la nostra necessità di andare in Vietnam per difendere la nostra libertà contro i comunisti, a 10.000 chilometri di distanza.

E dopo che il Terrore Rosso finalmente se ne fu andato una volta per tutte nel 1991, vediamo che non è mai finita.
[il Terrore]
E’ diventato Sadam Hussein in Iraq con i suoi missili di distruzione di massa, e parla del “fungo atomico”. E’ diventato il Demone, reale tanto quanto ogni Processo alle Streghe di Salem.
E’ stato Gheddafi in Libia e poi è stato Assad in Siria.
In altre parole, come in una profezia orwelliana, non è mai finita e vi posso garantire che non si riderà mai loro in faccia– a meno che noi cittadini, ancora capaci di un pensiero autonomo nelle faccende esistenziali diciamo “Basta” a questo agire demoniaco “Ne abbiamo abbastanza”,”fuori dai piedi”.

Naturalmente il duo NYT/WaPo raramente pubblica qualcuna delle nostre serie obiezioni e talvolta riusciamo a trovare rifugio nei media alternativi come ‘Consortiumnews’, ‘The Intercept’, ‘Naked Capitalism,’ ‘Counterpunch’, ‘Zero Hedge’, ‘Antiwar.com’, ‘Truthdig’, ‘Common Dreams’, etc. Siamo rimasti molto colpiti (ma non sorpresi) quando recentemente abbiamo visto 200 siti web elencati come strumenti del Kremlino (il WaPo del 24 novembre “Gli sforzi della propaganda russa hanno aiutato a diffondere “fake news” durante le elezioni”).

Mio Dio, il fantasma di Izzy Stone è tornato dagli anni ’50! D’altronde lo è anche Tom Clancy dagli anni ’80. Falsi thriller verranno scritti sull’hackeraggio dei russi nelle elezioni americane. Si faranno soldi e serial TV. Non ho mai letto simile spazzatura isterica sul New York Times (chiamiamola per quello che è, “fake news”) in cui gli editoriali sono diventati diatribe oltraggiose sui presunti crimini da parte della Russia, la maggior parte dei quali presumibilmente scritti da Serge Schmemann, uno di quegli ideologi che ancora la notte guarda se ci sono russi sotto il suo letto; ai vecchi tempi erano chiamati “Russi bianchi” e, come i cubani di destra a Miami non sono capaci di accantonare il passato.

Schmemann è ovviamente sulla cresta dell’onda nel board editoriale del NYT. Questo tipo di pensiero ha chiaramente influenzato il Pentagono e molte delle affermazioni nostri generali, ed ha pervaso i report del MSM (mainstream media). Quando un gruppo di pensiero controlla la nostra comunicazione nazionale, diventa veramente pericoloso. In questo spirito, io sto linkando numerosi saggi cruciali della nuova annata, sottolineando la vergogna che è diventato il MSM.

Per quanto io possa essere in disaccordo con Donald Trump (e lo sono) lui è in questo momento il bersaglio numero uno della propaganda MSM – fino a quando, cioè, non salterà sul binario anti-Cremlino grazie a qualche tipo di falsa informazione od incomprensione cucinate dalla CIA. Poi temo, col suo modo impulsivo di fare, inizierà a combattere con i russi, e non passerà molto tempo prima che venga dichiarato lo stato di guerra contro la Russia.

Non ho alcun dubbio che allora il fatto che le nostre spese militari siano super finanziate ($ 10 per ogni dollaro russo) non significherà NULLA contro un paese che crede che in questo momento gli Stati Uniti, con il più grande schieramento della NATO ai suoi confini dalla Seconda Guerra Mondiale di Hitler, siano abbastanza folli da preparare un attacco preventivo.


Nella sua analisi, “La necessità di mantenere l’Arabia Saudita responsabile”, Robert Parry sottolinea che questo conflitto ironicamente è iniziato nel 1980 con i neoconservatori che definivano l’Iran come lo sponsor numero uno del terrorismo nel mondo. Come questo abbia portato al nostro disordine attuale è una brillante analisi che è sconosciuta al pubblico americano.
Vi invito a leggere i seguenti articoli mantenendovi calmi ed in qualche modo riuscire a sopportare. Come credente in ciò che dice il Dalai Lama, che ognuno di noi, anche attraverso le nostre preghiere, può contribuire al miglioramento di questo mondo. Non avrei mai pensato che mi sarei trovato a pregare per il livello ragionevolezza di un Donald Trump.
 Ricordate “L’Iliade”? Secondo Omero gli dei si libravano sopra le battaglie di ogni giorno e ne decidevano il risultato. Chi sarebbe morto e chi sarebbe vissuto.

Gli dei sono ancora in ascolto?



Oliver Stone
 

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