con Hillary Clinton alla Casa Bianca ci sarà Guerra. (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
mentre la Clinton esultava dell'assassinio servaggio di gheddafi
Lui lasciava questo testamento.... da brividi
Il testamento di Gheddafi che io non avevo mai letto.
Il testamento di Gheddafi che io non avevo mai letto. –


Ho trovato grazie ad un amico una cosa che non avevo letto su nessun giornale. IL testamento di Muhammar Gheddafi . L’ eredità che ha lasciato a noi italiani è stata la immigrazione incontrollata e la perdita della nostra supremazia sul petrolio libico a vantaggio di altre (Total in primis). Il suo popolo sta male, contrariamente a prima quando la Libia era terra dove molti andavano a lavorare da altri paesi. Il suo progetto del Dinaro d’ Oro è ovviamente naufragato e come moneta per gli scambi si usano ancora dollaro (per il Petrolio) o Franco Africano Franco CFA - Wikipedia che da grandi svantaggi ai paesi africani dovuti al cambio fisso e da vantaggi alla Francia. … Sappiamo tutti a chi è convenuto uccidere Gheddafi (Fra-USA -UK in ordine non casuale. ) e a chi non è convenuto. NOI . (ITA)

Tripoli 5 Aprile 2011, testamento di Muhammar Gheddafi:

<Per 40 anni, o forse di più, ho fatto tutto quello che ho potuto per dare al popolo case, ospedali, scuole.
E quando avevano fame, gli ho dato cibo. Ho trasformato Bengasi da un deserto in terra fertile, ho resistito agli attacchi del cowboy Reagan quando, tentando di uccidermi, ha ucciso un’orfana, mia figlia adottiva, una povera bambina innocente.
Ho aiutato i miei fratelli e le mie sorelle africani con denaro per l’Unione Africana. Ho fatto di tutto per aiutare il popolo a comprendere il concetto di vera democrazia, nella quale i comitati popolari governano il nostro paese.
Per alcuni tutto questo non bastava mai, gente che aveva case di 10 stanze, abbigliamento e mobilio ricchi. Egoisti come sono, chiedevano sèmpre di più a spese degli altri, erano sempre insoddisfatti e dicevano agli Statunitensi e ad altri visitatori che volevano “democrazia” e “libertà”.
Non si volevano rendere conto che si tratta di un sistèma di tagliagole, dove il cane più grosso divora tutto. Si facevano incantare da queste parole, non rendendosi conto che negli Usa non c’erano medicine libere, ospedali liberi, case libere, istruzione libera, cibo garantito. Per costoro non bastava nulla che facessi, ma per gli altri ero il figlio di Gamal Abdel Nasser, l’unico vero leader arabo e musulmano che avessimo avuto dai tempi di Saladino, un uomo che restituì il Canale di Suez al suo popolo come io ho rivendicato la Libia per il mio popolo. Sono state le sue orme che ho cercato di seguire, per mantenere il mio popolo libero dal dominio coloniale, dai predoni che ci vorrebbero derubare.
Ora sono sotto attacco della più grande forza militare della storia. Il mio piccolo figlio africano, Obama, vuole uccidermi, togliere la libertà al nostro paese, le nostre libere abitazioni, la nostra libera medicina, la nostra libera istruzione, il nostro cibo sicuro, e sostituirlo con il ladrocinio stile Usa chiamato “capitalismo”. Ma noi tutti, nel Terzo Mondo, sappiamo cosa ciò significhi. Significa che le imprese governano i paesi, il mondo, e che i popoli soffrono.
Così per me non c’è alternativa, devo resistere e, se Allah vorrà, morirò seguendone la via, la via che ha arricchito il nostro paese di campi fertili, viveri, salute e ci ha perfino consentito di aiutare i nostri fratelli africani e arabi a lavorare qui con noi, nella Giamahiria libica.
Non desidero morire, ma se dovessi arrivarci, per salvare questa terra, il mio popolo, le migliaia di miei figli, che allora sia.
Lasciate che questo testamento sia la mia voce al mondo.
Dica che mi sono opposto agli attacchi dei crociati Nato, alla crudeltà, al tradimento, all’Occidente e alle sue ambizioni colonialiste.
Che ho resistito insieme ai miei fratelli africani, ai miei veri fratelli arabi e musulmani.
Ho cercato di fare luce.
Quando altrove si costruivano palazzi, ho vissuto in una casa modesta e in una tenda.
Non ho mai dimenticato la mia gioventù a Sirte, non ho sprecato le nostre ricchezze nazionali e, come Saladino, il nostro grande condottiero musulmano che salvò Gerusalemme per l’Islàm, ho preso poco per me…
In Occidente qualcuno mi ha definito “pazzo” e “demente”. Conoscono la verità, ma continuano a mentire. Sanno che la nostra terra è indipendente e libera, non soggetta al colonialismo. Sanno che la mia visione e il mio cammino sono sempre stati onesti e nell’interesse del mio popolo. Sanno che lotterò fino all’ultimo respiro per mantenerci liberi. Che Dio ci aiuti>
 

tontolina

Forumer storico
Clinton, Isis e sauditi: una rivelazione clamorosa
Clinton, Isis e sauditi: una rivelazione clamorosa –

L’IPOCRISIA SVELATA

“I governi di Qatar e Arabia Saudita stanno fornendo supporto finanziario e logistico clandestino all’Isis e ad altri gruppi sunniti radicali nella regione”.
A scriverlo è Hillary Clinton in una mail indirizzata nell’agosto del 2014 a John Podesta (da sempre uno dei più stretti collaboratori della famiglia Clinton ed oggi a capo della sua campagna elettorale).


La mail, rilasciata da Wikileaks, è clamorosa.
Se l’America fosse ancora una democrazia sana e non sottomessa ad un’élite tecnocratica e finanziaria che pilota crisi internazionali e guerre umanitarie (di cui la Clinton è la rappresentante), lo scandalo di questa mail costringerebbe la candidata Presidente al ritiro.

Il motivo è evidente: nonostante fosse a conoscenza dell’appoggio che i regimi del Golfo alleati degli Usa danno all’Isis, la Clinton ha continuato ad accettare milioni di dollari di finanziamento per la sua Fondazione proprio da questi regimi che lei stessa riconosce essere sponsor del terrorismo islamista.
Dell’imbarazzante finanziamento saudita alla signora abbiamo ampiamente parlato in questo articolo dell’agosto scorso che invito a rileggere per sopperire alle “distrazioni” del mainstream democratico.

UN LIBRO PAGA IMBARAZZANTE
In altre parole: la candidata alla Presidenza degli Stati Uniti riceve enormi quantità di denaro da “stati canaglia” che lei stessa sa essere fiancheggiatori del terrorismo e ispiratori di coloro che poi in Usa e in Europa uccidono cittadini americani ed europei.

Basterebbe questo per capire l’ipocrisia che alimenta la retorica occidentale della “lotta al terrorismo” e della difesa delle democrazie dal pericolo di coloro che le vogliono distruggere. Difficile difendersi quando sei sul libro paga dall’amico del tuo nemico; e l’eventualità che su questo libro paga ci possa essere un futuro Presidente degli Stati Uniti rende oscuro il futuro dell’America.

APOCALISSE CHIAMATA CLINTON
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In questa campagna elettorale per le Presidenziali, Trump, il rivale della Clinton, è stato ripetutamente attaccato per il suo atteggiamento non ostile nei confronti della Russia di Putin; è stato dipinto come una sorta di Manchurian Candidate manipolabile da potenze straniere.

Nell’ultimo dibattito televisivo, la Clinton è arrivata ad affermare: “non è mai successo prima che un avversario (Putin) si adoperasse così tanto per influenzare il risultato delle elezioni”.
Ma Putin non finanzia la campagna elettorale di Trump; e la Russia è impegnata a combattere l’Isis e il terrorismo islamista sia in Siria che in Asia centrale.
Al contrario, i sauditi amici della Clinton finanziano la sua Fondazione di famiglia con la stessa mano con cui finanziano l’Isis, Al Qaeda e diffondono l’integralismo islamico in Europa.

Questo cinismo, questa spregiudicatezza nell’uso di un potere senza regole, nella manipolazione dei media sui quali non troverete queste notizia, sommati ad una visione (da lei incarnata quando è stata Segretario di Stato) del ruolo degli Stati Uniti come gendarmi del mondo ed autorizzati a scatenare guerre umanitarie dietro pretesti inventati (come nel caso della Libia), ad orchestrare crisi nazionali e “colpi di Stato democratici” (come nel caso dell’Ucraina), rendono la Clinton un pericolo reale per l’America e per il mondo.

Nel suo appello agli elettori, la Clinton ha ammonito con tono profetico: “io sono l’ultima cosa tra voi e l’Apocalisse”. Sarà, ma per ora lei è la prima cosa tra i tiranni sauditi e i tagliagole dell’Isis; questo dovrebbe preoccupare l’America.
 

tontolina

Forumer storico
Una profezia inquietante
Le possibili future 10 guerre che il nuovo Presidente Usa dovrà affrontare
«I 10 Paesi la cui stabilità non può essere garantita»: così si intitola un inquietante documento AEI. Think tank americano che, qualcuno sostiene, ebbe un ruolo nell'orientare le politiche di George Bush
Giulia Pozzi 02/11/2016 16:38:33
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L'agenda del prossimo presidente Usa, chiunque esso sia, potrebbe essere molto fitta. (© Carsten Reisinger / Shutterstock.com)

NEW YORK - Manca meno di una settimana all'«Election day», e l'unica cosa certa è che chiunque occuperà per almeno i prossimo quattro anni la Stanza Ovale dovrà fare i conti con numerosi dossier decisamente complicati. La Siria in primis, la lotta al terrorismo che dura da 15 anni e che ancora oggi non sta dando risultati, i rapporti con la Russia, la complessa situazione mediorientale, la Libia, senza contare le nuove sfide asiatiche e quelle che riguardano l'economia internazionale. A questo quadro, poi, si aggiungano le incognite dei tempi in cui viviamo, e le nuove crisi che da qui a breve potrebbero scoppiare. E che qualcuno, puntualmente, ha gia «predetto».

Il documento dell'AEI
Il think tank americano American Enterprise Institute, AEI, ha infatti pubblicato un documento dal titolo decisamente eloquente:«Ten countries whose stability can't be taken for granted», cioè «I dieci Paesi di cui non si può garantire la stabilità». Si tratta, in pratica, di quelle che potrebbero essere le future 10 polveriere geopolitiche a cui il prossimo presidente Usa dovrà necessariamente porre attenzione. L'elenco è il seguente: Maldive, Mauritania, Algeria, Etiopia, Nigeria, Turchia, Russia, Arabia Saudita, Giordania, Cina. Andiamo per ordine.

Che cos'è l'AEI
Prima di entrare nel dettaglio, però, è d’obbligo una considerazione. Perché c’è chi è convinto che dall’AEI siano uscite le politiche di aggressione che caratterizzarono perpetrate da George Bush dopo l'11 settembre. Sarebbe stata proprio l’AEI, insomma, a ispirare la dottrina neoconservatrice del Presidente che dichiarò guerra al terrorismo. Anche perché proprio dall’AEI venivano diversi nomi illustri dell’amministrazione Bush, tra cui Paul Wolfowitz, viceministro della Difesa, ma anche Richard Perle, consigliere e consulente che sostenne la guerra in Iraq. E se questo è vero, quel documento assume tinte inquietanti. Perché suona quasi come una «profezia».

1. Maldive
Lungi dal costituire il paradiso terrestre per eccellenza che ci mostrano le riviste turistiche, in realtà l'arcipelago situato nell'Oceano Indiano ha un grosso problema: quello del radicalismo islamico. Il Governo ha chiesto assistenza agli Usa, una richiesta rimasta a lungo inascoltata. Il documento dell’AEI ventila quindi la possibilità che l’Isis possa rapire turisti occidentali, o addirittura che il Governo islamista possa accogliere armi e jihadisti da inoltrare poi via mare nell’Oceano Indiano. E se è vero che le Maldive sono lontanissime dagli Usa, il documento ricorda che gli analisti dicevano lo stesso dell’Afghanistan. Dove è in corso da 15 anni una guerra che ancora oggi, nonostante le promesse di Obama, continua.

2. Mauritania
Per il think tank americano, la Mauritania è una delle «pecore nere» nella storia recente di generalizzato progresso del Continente africano. Il Paese è in fatti in cima alla lista degli Stati a rischio per infiltrazioni terroristiche. La Mauritania è un Paese povero situato lungo la costa atlantica dell’Africa, che, pur avendo l’estensione della California, ha una popolazione pari a quella dell’Arizona. Repubblica islamica, è uno dei pochi Paesi dove ancora la schiavitù è praticata, se non istituzionalizzata, ed è diventata il paradiso dei trafficanti e dei terroristi. In pratica, oggi la Mauritania è ciò che era l’Afghanistan prima dell’11 settembre, avvertono gli analisti AEI. La profezia, anche qui, è quasi esplicita.

3. Algeria
Il più grande Paese africano, abitata da più di 30 milioni di persone, l’Algeria vive ancora le conseguenze di decenni di dittatura militare e della guerra civile. Oggi, il Sud del Paese è un autentico hub per Al Qaeda. Per gli analisti di AEI, l’uomo forte, il presidente Bouteflika, tiene l’ordine con mano di ferro. Ma è vecchio e malato, e «sparirà probabilmente entro al fine dei quattro anni prossimi». Così, quegli stessi islamisti espulsi un ventennio fa aspettano di prendere il potere. Al Qaeda, in particolare, può contare sugli arsenali di Gheddafi per addentrarsi nel Maghreb islamico. E per l’Algeria, stabile fornitore energetico, potrebbe prospettarsi una fine simile alla Libia: Paesi accomunati, oltre che dall’instabilità (geo)politica, anche dalla vicinanza alla sponda Sud dell’Europa.

4. Etiopia
E' uno dei Paesi più antichi del mondo, ma ad oggi uno dei più fragili. Perché nell’enorme Etiopia vi è una leadership autoritaria e repressiva che ha fatto crescere la povertà e la corruzione. E poi c’è il settarismo etnico, con gli Oromo intolleranti al potere tigrino. Senza contare – ma il «dettaglio» non è riportato dall’AEI – che nel Paese africano è arrivata la Cina, che ha inaugurato il primo treno elettrico internazionale sulla linea Addis Abeba-Gibuti. Con il beneplacito del capo dell’opposizione Oromo, l’astro nascente Merera Gudina, che proprio per questo, secondo alcuni, gode di una borsa di studio del National Endowment for Democracy e va e viene da Washington.

5. Nigeria
E’ il Paese in cui Boko Haram, nel 2014, rapì centinaia di studentesse per convertirle all’Islam e darle in sposa ai miliziani. Ma il jihadismo non è l’unico problema del Paese: c’è anche la corruzione, a causa della quale, secondo alcune stime, la Nigeria avrebbe perso 400 miliardi di dollari dal 1960. Per non parlare, poi, della pirateria nel Golfo di Guinea, e delle divisioni settarie che dividono musulmani e cristiani e che potrebbero trasformarsi presto in una guerra civile.

6. Turchia
Che cosa accadrebbe se il grande alleato Nato in Medio Oriente collassasse, si chiede l’AEI? Dopo il colpo di Stato di luglio, la deriva autoritaria del governo di Tayyp Recep Erdogan si è fatta più evidente, con la purga di 100mila persone fra militari e dipendenti pubblici. A complicare la situazione, secondo l’AEI, c’è Dogu Perinçek, ex maoista diventato ultra-nazionalista, che, si dice, dietro le quinte è il vero ministro della Difesa. In agosto, Erdogan ha assunto Adnan Tanriveri, un ex membro delle forze speciali vicino a Perinçek. Intrighi di palazzo a parte, Erdogan è ormai debole, ma se fosse rovesciato o ucciso seguirebbe necessariamente un vero e proprio caos politico. Particolarmente grave dato che la Turchia è un Paese NATO.

7. Russia
E poi c’è il grande nemico degli Usa, la Russia. Secondo l’AEI, retta da un «uomo forte» che ha dato una falsa impressione di stabilità. Ma quando morirà, scrive il think tank americano, il suo popolo dovrà pagare il prezzo della corruzione e di decenni di cattiva amministrazione. Oltretutto, il Paese subirà le conseguenze di una crisi demografica, con la popolazione musulmana in aumento e l’etnia russa in diminuzione, e il radicalismo islamico in crescita in Cecenia e Daghestan, oltre che fra i Tartari. L’AEI, insomma, sventola lo spauracchio di un possibile conflitto settario anche in Russia, davanti al quale si chiede se l’esercito sarà efficace nel contrastarlo.

8. Arabia Saudita
Quindi c’è il grande amico degli Usa, che attualmente affronta quello che l’AEI definisce una «tempesta perfetta». Perché l’amministrazione Obama ha dato potere e risorse all’Iran; il prezzo del petrolio è precipitato; Riad è impegnata in una controversa e infinita guerra contro lo Yemen; il re è affetto da Alzheimer: tutti elementi che potrebbero causare una crisi senza precedenti.

9. Giordania
Altro alleato fidatissimo degli Usa è la Giordania, che però oggi vive una crisi strisciante a causa dei contraccolpi della guerra in Siria, di cui ha assorbito circa un terzo dei rifugiati. Oltretutto, la casa reale non gode di grande consenso in patria (mentre è ammirata all’estero), cosa che ha creato un terreno fertile per la proliferazione del jihadismo dell’Isis. E la Giordania potrebbe costituire un rifugio per lo Stato islamico, qualora fosse sconfitto in Iraq e in Siria.

10. Cina
E infine c’è la Cina, altre grande nemico degli Usa. Che, nonostante il boom economico, soffre di vari mali: lo sviluppo ineguale tra le coste e l’interno rurale, poverissimo, oltre a decenni di politica del figlio unico. Secondo l’AEI, la prossima amministrazione Usa dovrà preoccuparsi non tanto dell’ascesa della Cina, quanto del suo declino. Soprattutto se, scrivono, la Cina finirà per reagire con la forza militare come fa la Russia.
 

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Forumer storico
AEI dovrebbe chiedersi che cosa succedera' agli Usa con la crisi del debito e gli scontri razziali/religiosi
Diciamo che i mno peggio sono russi e cinesi
 

tontolina

Forumer storico
Una scia di morte: oltre 100 persone vicine ai Clinton morte in modo sospetto
settembre 9, 2016 5 commenti

Alessandro Lattanzio, 9/9/2016

Di seguito l’elenco di persone morte in circostanze sospette e collegate o in rapporti coi Clinton. L’ampiezza di tale lista è sconcertante e va oltre le coincidenze:

Una scia di morte: oltre 100 persone vicine ai Clinton morte in modo sospetto

Pedofilia e satanismo nelle email di Jhon Podesta che usa un linguaggio in codice nelle email come ad esempio la mafia con i suoi pizzini ,un chiaro esempio di come ordina le sue perversioni all isola del sex di EPSTEIN scegliendo tra i vari articoli ,si va' dai bambini allo schiavo nero e via via .Ora capite di chi stiamo parlando, e in USA 4 coglioni minorenni che protestano perche' non hanno potuto vedere legalizzate qste persone.fanno davvero pena.
http://henrymakow.com/…/11/A-Prayer-for-Donald-Trump%20.html
 

big_boom

Forumer storico
ne hanno arrestati oggi due che hanno violentato una bambina di 4 anni (peraltro parenti)
se continua cosi' ci sara' la guerra perche' questa societa' sta scricchiolando sotto i colpi di femministe e fanatici di sinistra
 

tontolina

Forumer storico
ne hanno arrestati oggi due che hanno violentato una bambina di 4 anni (peraltro parenti)
se continua cosi' ci sara' la guerra perche' questa societa' sta scricchiolando sotto i colpi di femministe e fanatici di sinistra
è il metodo utilizzato dal Progetto MONARCH
e creare personalità multiple
 

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