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Industry Report: Banks Trying to Beat Bitcoin
Industry Report: Banks Trying to Beat Bitcoin - Bitcoinist.net

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Written by: Nick Marinoff
2016/08/26 12:00 PM


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Banks create the ultimate Bitcoin rival, Bitwala launches a new wallet, and Poloniex de-lists over 20 altcoins. Want to catch up on the latest digital currency news? Check out the stories below.

Also read: Industry Report: Asia Continues to Dominate in Bitcoin and Beyond

Banks Think They Can Compete with Bitcoin
UBS, Deutsche Bank, Santander, and BNY Mellon are grouping together to design and create a new digital currency that will operate via blockchain technology and potentially rival bitcoin. Originally named “utility settlement coin,” the currency is meant to relieve institutions of “difficult, time-consuming and costly” trades.

Deutsche Bank’s Edward Budd explains:

“The practical use and implementation possibilities of central bank digital currency are rightly becoming a hot topic in the financial service industry. It raises questions, and possibilities, over a fundamental market structure principle: who can have access to central bank money and how.”

Eager to get in the game, other financial institutions ranging from Citibank to Goldman Sachs have also experimented with and patented new forms of digital currency.

BITWALA

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Bitwala has released a new web wallet that combines two of its services into one efficient operation.

Bitwala first rose to fame when it announced that European customers could pay their bills online with bitcoin. The company later released a bitcoin debit card, allowing users to make ATM withdrawals and purchase goods as they would with fiat currency. This new wallet brings both of these services together.

CEO Jorg von Minckwitz states:

“We are excited about the new Bitwala bitcoin wallet. If I had to sum up all the advantages our wallet offers, I would use one word: Usability. We at Bitwala try to make handling Bitcoin as easy as sending a text message. In order to make the experience as smooth as possible, it was just the logical step to introduce the Bitwala wallet. It’s an all-in-one solution for our users.”

POLONIEX

In an effort to reportedly become more legitimate, cryptocurrency exchange Poloniex has announced that it is delisting up to 27 altcoins it once displayed so prominently on its platform. Among the coins being dropped are DAO, Dashcoin, and surprisingly Mintcoin, which has a market cap nearing $1.3 million USD.

Most of the coins being removed are either defunct or lack exponential interest and market strength. Meanwhile, the coins primarily dominating Poloniex’s trade havens include (no surprise here) Bitcoin, Ether and DASH.


 

tontolina

Forumer storico
La fabbrica della paura. E voglio comprarla.
Emozioni, sentimenti, pensieri. Sono beni di consumo. Possiamo progettarli, produrli, venderli. Forse possiamo anche incapsularli in un algoritmo. Siamo davvero vicini a questo punto. Ingegnerizzare l’essere umano senza doverlo fabbricare, semplicemente manipolando e controllando le parti principali della sua “anima”. La paura è un’emozione potente e primitiva. E più è potente, più fornisce controllo. Più è potente, più risulta facile venderla e comprarla.


Il giorno del flash crash, 6 maggio 2010, il mercato è in forte tensione. Sta perdendo, è già sotto di 300 punti dall’apertura. Sono le 14:42 e il mercato cede alla paura, va giù ancora ed entra a velocità della luce nel panico. 700 punti in poco più di 5 minuti. 750 miliardi di euro che scompaiono. Fino alla pausa di cinque secondi, lo stop automatico imposto a tutte le contrattazioni. Non si sa cosa l’ha scatenato. Ma tu forse hai un sospetto. E infatti alle 14:42:46 si presenta Lei. L’Anomalia. Compare sulla borsa di New York (il NYSE) sotto forma di ritardo: i prezzi delle sue quotazioni arrivano dopo rispetto a quelli degli altri mercati. In alcuni casi il ritardo arriva a superare i venti secondi. Alle 14:42 si è impossessata di 100 titoli. Due minuti dopo i titoli sono 250 e rappresentano una vasta gamma di settori. Come un virus, si diffonde su tutto il sistema. Il mercato cade, ma il NYSE cade più lentamente. Tutte le quotazioni sono leggermente superiori a quelle degli altri mercati, ma vengono riportate dal sistema come aggiornate. A quel punto gli Spiriti entrano in gioco. Alcune macchine rivelano un difetto nel flusso dei dati ed escono dal mercato per paura. Altre vedono che il prezzo d’offerta dei titoli al NYSE è al di sopra del prezzo in altri mercati, e tentano di trarre profitto da questa differenza: inviano ordini di acquisto sugli altri mercati e ordini di vendita sul NYSE, freneticamente. Vendo a 12, compro a 10 e intasco 2. Senza rischi. Tutti i titoli del NYSE attaccati dall’Anomalia sono quindi sotto il peso della pressione di vendita. Il flusso di ordini di vendita è così massiccio che i server non riescono a processare tutti gli ordini. Questi vengono, come da istruzioni, messi in coda. Ma poiché il tempo riportato della quotazione dopo l’uscita dalla coda non è quello originario, ma appunto quello dell’uscita dalla coda del server, il ritardo non è rilevabile dai sistemi che elaborano quelle quotazioni. Tuttavia, quando questi ordini di vendita arrivano al NYSE, il prezzo di offerta reale è inferiore: le nuove quotazioni, più basse, sono ancora in attesa di uscire dalla coda. Quindi i prezzi continuano a calare e le macchine continuano a scommettere sulla caduta: vendono, vendono, fino a quando non si trova più neanche un compratore. Tutti vogliono uscire dal mercato. La liquidità è nulla. Il panico domina. Un panico lucido. Qualcosa che gli esseri umani non hanno ancora sperimentato. Il panico delle macchine. La tensione viene trasformata in timore. Il timore in paura. La paura in panico. Un intero mercato inizia a calare. Il calo diventa perdita. La perdita precipita in un crash.

“Correlazione non implica causazione”, mi ripetevo.

Poi ho fatto un ultimo controllo sui dati. Sono andato a vedere quando è finito il crash. Indovina? Proprio quando è finita l’Anomalia.

Forse è successo per caso. Senza intenzione. Un errore di sistema. Semplicemente si sono verificati e allineati fattori rari, e come in tutti i sistemi complessi si producono dinamiche difficili da prevedere. Forse è solo un caso che all’Anomalia segue il flash crash. Una semplice correlazione. Ma potrebbe essere anche il contrario: l’Anomalia è causa del flash crash.

Parto dall’ultima domanda che mi sono fatto: cosa vendiamo e compriamo sui mercati finanziari? Prezzi. Numeri stampati su un monitor. Se ci pensi bene, tutto ciò che vogliamo e dobbiamo sapere è il prezzo. E questo ci porta alla questione centrale di tutta la vicenda: come viene formato un prezzo? Incontrando domanda e offerta, mi dirai. Paragrafo 1, Lezione 0 del primo corso di Economia. Ok, vero. Ma in un senso più tecnico, un prezzo, una quotazione, è un processo meccanico. È un’informazione, e come tale viene costruita e poi diffusa al pubblico attraverso una serie di passaggi. Il sistema che raccoglie tutti questi dati è il CQS (Consolidated Quotation System), nel quale confluiscono ordini provenienti da diversi mercati, come il NYSE appunto. A sua volta, in ognuno di questi mercati, confluiscono i dati di altri mercati. Affluenti di affluenti di un grande fiume di dati. Al NYSE sono elencati i titoli di nove diversi mercati. Ogni mercato sottopone il proprio prezzo per l’acquisto o la vendita di ogni azione che intende negoziare. Il prezzo d’acquisto più alto diventa la migliore domanda nazionale, e il prezzo di vendita più basso diventa la migliore offerta nazionale. I vari mercati competono tra loro, anche ferocemente, per diventare la migliore offerta o domanda nazionale perché è a solo quel punto che gli ordini saranno inviati per essere eseguiti. È infatti sulla base di questi valori che gli operatori agiranno sui mercati, in quanto devono attenersi per legge al valore più alto della domanda e a quello più basso per l’offerta forniti dal CQS.

Ora, come viene formato un prezzo al NYSE? I dati dagli altri mercati affluiscono al NYSE, che non li diffonde subito: li mette in coda dietro altre quotazioni, li processa e solo allora li rende pubblici
.

Le quotazioni non vengono diffuse nel momento in cui sono generate, ma solo dopo aver passato le code di altre quotazioni nei vari server. Dunque, quando la pubblicazione di una quotazione viene ritardata, operare diventa molto difficile perché i prezzi migliori sono ormai superati e non si può intervenire su di essi con confidenza. Fin qui tutto normale, mi dirai. Non è la prima volta che si verificano ritardi del genere, né l’ultima. Vero. È un errore del sistema, ogni tanto si può verificare. Vero. E poi, venti secondi, cosa vuoi che siano. Vero anche questo.

Ho quasi finito con la parte tecnica, qui la cosa si fa interessante.
Ovviamente tutto questo non è un problema se tutti gli operatori guardano gli stessi dati. Ma esistono sistemi alternativi per accedere e diffondere i dati, come l’Openbook del NYSE. Questo è un servizio premium, riservato. Pagando, accedi ai dati “diversi”, che non hanno questi ritardi, perché i prezzi sono riportati in modo diverso: non vengono messi in coda, processati e poi diffusi, ma sono riportati non appena vengono generati. I sottoscrittori di questo servizio sono pochissimi, lo 0,1% del mercato. Il 99,9 % usa l’altro canale.
Domanda: questo non violerebbe il principio che il mercato dovrebbe diffondere gli stessi dati a tutti i partecipanti nello stesso momento?

Il punto è che chi guarda i dati sui due sistemi vedrebbe che c’è un’anomalia, un ritardo. E se ha programmato i propri computer per gestire questa situazione, può sfruttare questa situazione. Anche un ritardo di qualche secondo in questi caso è un’eternità. Capito? Questo significa che qualcuno sa che quest’anomalia può presentarsi e può essere sfruttata.

E ora arriviamo alla domanda. Possiamo generare l’Anomalia?

Un sistema che diffonde quotazioni è una risorsa finita. E come tale va trattata. Nel bene e nel male. Qui ti interessa il male.

Ripassiamo lo scenario: un mercato è teso, e oscilla. L’indice va su e giù. Una notizia destabilizzante arriva e inizia a serpeggiare la paura. Anche tu sai bene che non è poi così difficile farlo, o sbaglio? Il mercato comincia a perdere. Non appena la perdita si consolida, le macchine iniziano a fare quote stuffing. Cos’è? Immagina una notte d’estate. Sei sdraiato sulla sabbia e inizi a contare le stelle. All’improvviso il cielo viene solcato da stelle cadenti. Una, due, dieci. Dozzine di stelle. Le stelle cadenti non sono stelle, ma appaiono tali per un momento: si accendono e spengono velocemente nel cielo. Contare le stelle reali diventa molto più complicato. Se le stelle cadenti sono sciami, diventa quasi impossibile. Quindi: o smetti di contare le stelle, o finirai per dare numeri piuttosto sballati.

Ci sei? Immagina computer che immettono e cancellano ordini alla velocità della luce. Qualcosa come 5.000 ordini al secondo. Si accendono e spengono sullo schermo per un breve istante. Ordini con offerte lontane dai valori delle quotazioni reali e quindi destinati a non essere eseguiti. Ma questi ordini, le stelle cadenti, vengono comunque presi in carico dal sistema di quotazione, che li mette in coda per processarli. Immagina che lo sciame continui a ritmo incessante, per un tempo prolungato, fino a quando il sistema di elaborazione dei dati non riesce a processare tutti i dati: inizia a rallentare, va in stallo. Sempre di più. Il cielo è pieno di stelle cadenti, è così luminoso che diventa difficile vedere le stelle reali. Distinguere gli ordini genuini da quelli artificiosi diventa quasi impossibile. L’effetto finale: le quotazioni che escono dal sistema sono quelle che hanno subito il rallentamento, ma nel momento in cui escono sembrano reali e aggiornate. Accanto a loro compare come tempo di esecuzione quello attuale. In altre parole il sistema mostra dati vecchi. Vediamo il passato.

Voilà: abbiamo creato una distorsione temporale. Una specie di virus attacca il principale sistema di diffusione dei dati delle quotazioni delle azioni. Si diffonde, lo rallenta e crea di fatto due linee temporali degli stessi dati. Ti ricordi il film Ritorno al Futuro II? Può anche essere che non sai di cosa parlo… C’è una scena ambientata nel presente, il 1985, in cui un vecchio di nome Biff piomba nel passato, nel 1955, e consegna l’almanacco sportivo con i risultati sportivi tra il 1950 e il 2000 al sé stesso più giovane. Il Biff ragazzo lo legge, scopre che è vero, comincia a puntare. Bene, qui è come nel film. Il 99,9% per cento del mercato vive nel presente, lo 0.01% è appena ritornato dal futuro, e ha con sé l’almanacco sportivo. Abbiamo creato un’anomalia nella percezione del tempo. E possiamo metterla a profitto.
da Gli spiriti di Friedman – PT. 2 - I Diavoli
Ultima cosa. Ho fatto una prima verifica: il 6 maggio 2010 erano in ritardo anche altri sistemi di raccolta e diffusione di dati dei mercati.
 

tontolina

Forumer storico
Un’altra è inverti il focus del problema. In altre parole: se stai cercando di capire un fenomeno complesso, prova a esaminarne uno analogo semplice. Se stai cercando di capire la sicurezza stradale, indaga l’insicurezza. Se stai cercando di capire la paura, indaga l’euforia…ti dice nulla? Ho provato allora ad applicare queste euristiche al nostro problema e ho trovato un caso che fa per noi. Vediamo se indovini. Ho pensato a un evento “estremo”. Una situazione più semplice del flash crash, con molte meno variabili in gioco. E ho pensato a qualcosa di opposto a un crash. Ho cercato un picco—in un mercato molto liquido, nel quale ovviamente operano le macchine. E ho cercato un mercato semplice, composto da un numero molto piccolo di ‘beni’. E un mercato che non tratta azioni, ma titoli di stato.
Cosa ti viene in mente?

15 ottobre 2014; Il flash dash.

dodici minuti in tutto. Alle 9:33 di mercoledì 15 ottobre 2014 il mercato più liquido e stabile del mondo, uno dei beni rifugio dell’economia mondiale, un mercato da 12.400 miliardi di dollari e composto da appena sei beni, improvvisamente ha un sussulto. Il valore dei bond del governo USA inizia a impennarsi, dopo un leggero calo.

L’onda raggiunge il suo apice in appena 6 minuti. Alle 9:39 il valore dei bond fa registrare una variazione del 2.13 %. La più alta variazione intragiornaliera degli ultimi 25 anni. Senza un motivo apparente. Nessuna notizia economica, nessun dato finanziario rilevante, nessun evento importante che sembra giustificare l’impennata. Dal nulla. E alle 9:39, raggiunto il picco, con la stessa velocità il processo si inverte e tutto torna alla normalità.
Sei minuti dopo, alle 9:45 è tutto come 12 minuti prima. Anche qui senza un motivo apparente

Partiamo dall’alto. Dal punto di svolta. Il momento in cui i prezzi toccano l’apice e invertono la direzione, cominciando a scendere. Guardo i dati. E…indovina? Proprio alle 9:39 compaiono loro, gli Spiriti, sotto forma di fantasma.,O meglio offerte fantasma per usare il gergo tecnico. Proprio mentre i prezzi si muovono freneticamente verso l’alto, un certo numero di grandi ordini limite di vendita dei bond statunitensi a 30 anni e a 10 anni appare nel book degli ordini.
Di colpo.
E a prezzi molto alti, ben al di sopra del prezzo corrente.
Cosa succede a quel punto? Tutti gli algoritmi, che stavano comprando senza sosta i titoli di stato USA, ‘vedono’ questi ordini limite di grandi dimensioni. La loro euforia svanisce, si bloccano. Inferiscono che il prezzo è destinato a scendere e invertono la rotta. Iniziano a vendere con la stessa velocità con cui compravano, e fanno scendere di nuovo i prezzi al livello da cui erano partiti. Tutto corretto mi dirai. Nessuna Anomalia.

In fondo cosa fa scendere un prezzo? Uno squilibrio degli ordini di vendita rispetto a quelli d’acquisto sul book di un mercato. Quando gli ordini di vendita sovrastano quelli di acquisto il prezzo scende. E’ la legge della domanda e dell’offerta. Ok. Ma il punto qui è che questi grandi ordini di vendita sono stati piazzati lì precedentemente. E anonimamente. E la maggior parte di loro non è stato eseguito, in quanto il prezzo dei bond non ha raggiunto quel valore limite proprio perché gli algoritmi, vedendo questi fantasmi comparire improvvisamente, si sono spaventati e hanno smesso di comprare e iniziato a vendere. Senza un reale motivo. Nessun dato o notizia economica. Nessun ingresso nel mercato di un compratore che avesse individuato un valore o un’opportunità. Guardo di nuovo i dati indovina chi stava vendendo a chi? Algoritmi ad altri algoritmi—aziende di HFT ad altre aziende di HFT.

La spiegazione accettata da molti analisti è il rasoio di Hanlon: non attribuire mai alla malizia ciò che si può ragionevolmente spiegare con la stupidità. La stupidità sta nel fatto che gli algoritmi hanno smesso di comprare solo per aver visto l’offerta fantasma, e non sulla base di una valutazione economica. E nel fatto che il tutto avveniva tra sole macchine. In questo caso, molti sottolineano, una stupidità utile, visto che ha riportato la situazione alla normalità

Come fanno gli algoritmi a vedere le offerte fantasma, i grandi ordini limite di vendita posti lì precedentemente? O meglio, perché non li hanno visti fino a quel momento?

La risposta è microstrutture, mio Signore Oscuro. Microstrutture dei mercati. Perché il mercato dei bond Usa è strutturato in modo tale che si possono vedere ordini fino a 10 livelli sopra o sotto il prezzo attuale. I dati accessibili, visibili, si fermano lì. Questo non significa che non ne possano esistere altri, ovviamente. E anzi esistono, come nel nostro caso. Ed è proprio la repentina ascesa del prezzo dei bond che li ha resi visibili. Mentre i prezzi salivano, diventavano via via visibili gli ordini ai livelli più alti, fino a quando è apparso il fantasma. Chi conosce queste microstrutture, le regole e le tempistiche del flusso di ordini, può sfruttarle e avere un bel vantaggio competitivo sui mercati.
 

tontolina

Forumer storico
Ottimo. Abbiamo ripercorso la discesa. Passiamo alla salita.


Alle 9:33 il mercato dei bond inizia a muoversi. Come? Alcune macchine iniziano a comprare bond statunitensi. Altre macchine vedono questo movimento, e iniziano a loro volta a comprare. Sempre più. Sempre più velocemente, fino a quando inizia a essere più difficile trovare venditori. Ma il ritmo e il volume di acquisto non cessa. E trovare venditori si fa ancora più difficile. Questo non scoraggia le macchine, che, anzi, continuano ad alimentare il flusso di acquisto euforicamente. E così i prezzi iniziano a impennarsi. Tutto normale mi dirai. Come sopra, è la legge della domanda e dell’offerta. E proprio come sopra, riguardo i dati e ti lascio indovinare chi comprava da chi. Algoritmi da altri algoritmi, aziende di HFT da altre aziende di HFT. Il punto qui è che i principali analisti sollevano un problema: non esiste uno stimolo, un evento scatenante, che giustifica la corsa all’acquisto, che accenda e spinga l’euforia. Non sembra esistere una causa esterna. Nessun dato economico, nessuna notizia socio-politica.

Gli Spiriti hanno dimostrato che in qualsiasi momento possono alterare il mercato più solido del mondo. Sanno di poterlo attaccare
. E il mercato sa di poter essere attaccato senza preavviso. Si è scoperto più vulnerabile di quanto credesse. E’ una prova di forza, con un forte risvolto psicologico.

Il punto è: possiamo produrre questa dinamica e i suoi effetti? Ma immagino che tu ci sia già arrivato. Con la giusta potenza di fuoco, posso innescare l’inizio, controllare il picco e la fine del percorso. Quindi posso raccoglierne i frutti. Inizio a comprare, in quantità e ritmi tali da spingere altri algoritmi a imitarmi, facendo così lievitare il prezzo del bene. Nel frattempo ho posto, o fatto porre, ingenti ordini limite di vendita a un valore alto. Smetto di comprare. I prezzi continuano a salire per un po’ e, quando si avvicinano al valore degli ordini limite, inizio a vendere.

L’offerta fantasma compare, spaventa gli algoritmi, e il trend si inverte. A quel punto tutti vendono. Ho comprato a 10, venduto a 12 e ho un utile di 2 con nessuno sforzo, di fatto grazie alla sola conoscenza del comportamento che avranno gli altri algoritmi. Ma soprattutto creo una distorsione del mercato. Dal nulla.
 

tontolina

Forumer storico
Perché una tecnologia che va troppo veloce può aumentare la disuguaglianza
La frequenza (rapida) delle innovazioni tecnologiche può creare disuguaglianza (privilegiando pochi). Tutti i sistemi per evitare che “winner takes all”
massimo chiriatti
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31 agosto 2016
Una spiegazione semplice di un fenomeno pericoloso e complesso come l’odierna disuguaglianza è la frequenza delle innovazioni tecnologiche. Un tempo, dall’invenzione del martello a quella della pinza passavano secoli; oggi dal computer al robot, ai droni alla realtà virtuale il lasso di tempo è brevissimo.
Le persone che sfruttano per prime i nuovi strumenti per estrarre informazioni dai dati sono in posizione privilegiata. Ciò comporta che solo pochi sono informati di quello che succede; ancor di meno quelli che le studiano e che hanno le risorse per poterle sfruttare. Da qui nasce una élite che si differenzia e distanzia le masse, a causa della rapida adozione di dette tecnologie.
CAPITALE (ECONOMICO E UMANO)
Partiamo dalle basi: per qualsiasi business c’è bisogno di capitale umano ed economico. Ciò che è difficile da realizzare è ottenere un elevato rendimento da dette risorse. Per questo motivo si cercano, con grandissima difficoltà, le persone con più alto talento nel realizzare le idee. Perché devono essere capaci di sfruttare le odierne tecnologie e soprattutto il tasso esponenziale dell’adozione di queste (con business model innovativi).

La strada per il successo non finisce mai ed è piena di ostacoli
Chi per qualsiasi ragione non riesce a farcela lavorerà nei settori non esposti alla competizione internazionale (es. il meccanico, l’estetista, ossia tutti lavori che richiedono un’abilità da esprimere localmente). In tal modo la pressione competitiva aumenta, comprimendo ancor di più chi è nelle fasce più povere della popolazione che non ha sufficienti sbocchi lavorativi. La strada per il successo non finisce mai ed è piena di ostacoli.
Il più importante è l’accesso alle informazioni attraverso reti sempre meno neutrali.
Una volta ottenuto il pieno accesso c’è il problema del digital divide cognitivo, ossia avere una cultura in grado di capire i tanti dati.
Poi infine solo in pochi hanno i mezzi e l’idea di sfruttare tali dati per differenziarsi dagli altri.
Da qui nascono le più grandi diseguaglianze, soprattutto laddove alcuni sono più abili nel predire i futuri comportamenti delle persone.

Chi può raggiungere questi vertici? Sicuramente i più bravi, colti e quelli che riescono a partire per primi, anche per disponibilità economica. A questo punto il primo conquista il mercato, il secondo quasi nulla, il terzo resta a zero.

SOLUZIONI?
Questi sono momenti in cui per tante ragioni una buona parte dei nostri giovani proverebbe a lanciare un’iniziativa imprenditoriale. Gli individui sono sempre più consapevoli del proprio valore di mercato grazie a servizi messi a disposizione da database di matching come come Glassdoor e LinkedIn. Dato che le persone di talento si comparano con gli altri, attraverso questi nuovi strumenti, oggi cercano di massimizzare il loro valore per il passaggio a un nuovo lavoro, o verso un percorso di freelance.

Il talento è diventato incommensurabilmente più importante rispetto al costo del lavoro.

E in un ambiente digitale, il talento è tutto. Se li aiutassimo con un reddito minimo per al massimo tre anni? Alcuni di loro si sentono già capaci, altri non lo sanno e vorrebbero provare. In tutti i casi avremmo più:
  • imprese
  • occupazione
  • entrate per lo Stato (che compensano l’esborso iniziale)
  • e reddito da spendere

  • IL TABU DEL REDDITO MINIMO

    Appena si nomina il reddito (minimo o di cittadinanza) si scatenano forze che hanno sempre bloccato ogni processo, ma ora è arrivato il momento di capire se questo sostegno economico è davvero un tabù oppure è uno strumento per affrontare le nuove sfide. Con tale reddito avremmo una crescita che viene dal basso e in funzione delle singole volontà e capacità dei neo imprenditori.

    Il (neo)reddito deve essere a un livello:

    insufficiente per vivere bene

    necessario per mantenere la dignità

    Per ottenere il rinnovo annuale del reddito c’è una semplice regola: la produzione di posti di lavoro. E all’aumentare dei dipendenti non si pagheranno più tasse, anche se crescono i fatturati e i profitti. Così si favorisce la scalabilità e la crescita dimensionale dell’impresa.

    Tra i risultati previsti c’è una:
    • riduzione delle tasse
    • ridotta evasione fiscale (non c’è bisogno di nascondere i profitti)
    • emersione dal lavoro nero (e dati più netti e trasparenti)
    Vedremo sempre più l’effetto “winner takes all”. Come finora l’abbiamo visto nel campo dello sport con i fuoriclasse

    Nel bel mezzo di tanti benefici in quest’epoca digitale, qui viviamo un dramma. Vedremo sempre più l’effetto “winner takes all”. Come finora l’abbiamo visto nel campo dello sport con i fuoriclasse. Ma quando tale sistema si espande anche nelle operazioni quotidiane e manuali del lavoro di tutte le persone, ecco che le conseguenze diventano drammatiche. Se la classe media scompare, naturalmente si esacerbano i conflitti e la disparità tra le classi. Questo problema non può essere risolto dalla formazione, se non in tempi lunghi. La soluzione richiede radicali cambiamenti politici, economici e dei nostri valori.

    Le tecnologie non sono nuove, sono digitali. Le politiche restano vecchie. Magari realizzare questi obiettivi è un sogno o forse un’utopia, ma di certo siamo fermi per mancanza di coraggio.

    MASSIMO CHIRIATTI
    Perché una tecnologia troppo veloce crea anche disuguaglianza
 

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