Borse, sospiro di sollievo dopo gli stress test. Mps e Carige zavorrano Milano
Distensione sui mercati dopo il risultato dell'esame condotto dalla Banca centrale europea sulla tenuta del sistema. Crollano le quotazioni degli istituti bocciati. In ripresa l'euro, scende lo spread. Stabili oro e petrolio
di GIULIANO BALESTRERI
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27 ottobre 2014
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Borse, sospiro di sollievo dopo gli stress test. Mps e Carige zavorrano Milano
Il presidente della Bce, Mario Draghi
MILANO - Banche nel mirino degli investitori all'indomani della pubblicazione dei risultati degli stress test condotti dalla Bce. Le Borse tirano un sospiro di sollievo perché, nel complesso, solo 25 banche su 130 non hanno passato l'esame, in dodici, però, hanno già sanato la propria posizione grazie a cessioni di asset e aumenti di capitale nel corso dell'anno. Nel complesso il sisema bancario deve trovare altri 9,5 miliardi di euro per far fronte al peggior scenario ipotizzato dalla Banca centrale che ha svelato anche l'esistenza di 136 miliardi di nuovi crediti deteriorati.
A preoccupare è, invece, la situazione di Mps e Carige: la banca di Siena ha bisogno di altri 2,1 miliardi dopo l'aumento da 5 miliardi già effettuato, all'istituto genovese mancano 800 milioni di euro. E così già dall'asta di apertura Mps (segui il titolo in diretta) e Carige (il titolo) crollano, prima di essere sospese per eccesso di ribasso zavorrando il listino milanese. L'euro, invece, non subisce contraccolpi: la moneta europea passa di mano rafforzata a 1,2695 punti, euro/yen a 137,05 e dollaro/yen a 107,96.
A condizionare negativamente la seduta di oggi sono, piuttosto, i dati in arrivo dalla Germania sulla fiducia delle imprese: l'indice Ifo che misura la fiducia degli imprenditori si è attestato a 103,2, in flessione dal 104,7 registrato a settembre. Il dato è inferiore alle attese del mercato, che stimavano un lieve calo a 104,6 per il mese in corso. In discesa anche l'indicatore che misura le attese, che si attesta a 98,3 dal precedente 99,3 (consenso a 99,3) e quello sella situazione corrente, che scende a 108,4 dal 110,5 segnato nel mese di settembre (consenso a 104,6). Dagli Stati Uniti arriveranno gli indici Pmi di Markit compositi e la vendita di case esistenti (leggi l'agenda della settimana).
In questo contesto a Milano Piazza Affari dopo aver guadagnato l'1% inverte la rotta e cede lo 0,7%, meglio, invece gli altri mercati del Vecchio continente: Francoforte e Londra sono invariate, Parigi cede lo 0,2%. In calo lo spread: la differenza di rendimento tra Btp e Bund tedeschi scende a quota 157 punti base, mentre i titoli italiani sul mercato secondario rendono il 2,47%.
Chiusura in leggero rialzo per la Borsa di Tokyo. Al termine di una seduta priva di spunti significativi, l'indice Nikkei ha terminato gli scambi con un guadagno di 97,08 punti, a 15.388,72 punti, equivalente ad un aumento dello 0,63% rispetto al riferimento della vigilia. A trainare i corsi in rialzo è stata soprattutto la chiusura positiva registrata da Wall Street venerdì scorso. Limitato l'impatto dei fattore cambio, con lo yen che si è mantenuto sugli stessi valori della scorsa settimana nei confronti del dollaro e dell'euro.
Come anticipato, venerdì Wall Street ha archiviato la migliore settimana dell'anno grazie alla ritrovata fiducia degli investitori nell'economia americana. Hanno aiutato le buone trimestrali dei big della corporate america come Microsoft e Procter & Gamble mentre è stata snobbata la notizia del primo caso accertato di ebola a New York. Dopo le operazioni di compensazione, il Dow Jones ha guadagnato 127,51 punti, lo 0,77% a 16.805,41 punti, il Nasdaq è avanzato di 30,92 punti, lo 0,69%, a 4.483,72 punti e lo S&P 500 ha aggiunto 13,75 punti, lo 0,71%, a 1.964,57 punti. Il bilancio della settimana è stato di +2,6% per le blue chip, di +5,3% per il listino tecnologico e di +4,1% per l'indice benchmark.
Petrolio ancora in calo in avvio di settimana con i contratti sul greggio Wti con scadenza a dicembre che vengono scambiati a 80,9 dollari al barile sul mercato after hour di New York. Il brent cede 40 centesimi a 85,86 dollari al barile. Debole l'oro con le quotazioni che si mantengono sui livelli bassi dei giorni scorsi: il lingotto con consegna immediata viene scambiato a 1.230 dollari l'oncia.