FTSE Mib Futures Y SOPRAVVISSUTI di Idee e grafici. parte seconda (3 lettori)

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Delude il lavoro Usa, listini Ue in ribasso con Wall Street

Gli Stati Uniti creano 173mila nuovi posti di lavoro, ne erano attesi 220mila. Ma ci sono segnali di forza: la disoccupazione (5,1%) è ai minimi dal 2008, sono stati rivisti al rialzo i dati di giugno e luglio e le retribuzioni sono salite più del previsto. Giornata debole per le Borse, dopo il rally innescato da Draghi
di RAFFAELE RICCIARDI
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04 settembre 2015
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La bandiera a stelle e strisce campeggia sull'edificio della Federal Reserve (afp) MILANO - Ore 15:35. Mario Draghi ha confermato il suo supporto al mercato, lasciando ben aperta la porta per un aumento del controvalore di titoli di Stato acquistati nell'ambito del Quantitative easing, e ora la palla passa di nuovo nelle mani della Federal reserve. La Bce ha variato leggermente il piano d'acquisti, con un cambio tecnico che le dà maggiori margini di manovra ma soprattutto fa capire che è pronta a intervenire in maniera più massiccia; il radar si sposta ora sulla riunione del Comitato di politica monetaria della Banca centrale Usa del prossimo 16 e 17 settembre, quando potrebbe arrivare il primo rialzo dei tassi dal 2006. Sul tavolo di quella riunione arriveranno anche i dati sul lavoro pubblicati oggi: l'economia a stelle e strisce ha creato 173mila posti di lavoro ad agosto, quando il tasso di disoccupazione si è ristretto al 5,1%. Gli analisti si aspettavano la creazione di 220mila posti e un tasso di disoccupazione in calo dal 5,3 al 5,2%. Nonostante la delusione sui posti creati, è interpretata come un segnale di forza la revisione al rialzo dei posti creati a giugno e luglio (44mila posti aggiunti nei due mesi), con il tasso di senza lavoro (calcolato su diversa base statistica) ai minimi dal 2008. Per la Fed, gli Usa sono praticamente in una situazione di piena occupazione. Tra gli elementi che certificano la ripresa si annovera anche la crescita sopra le stime delle retribuzioni orarie (+2,2% annuale).

Prima della pubblicazione dei dati, secondo l'analisi dei Fed Funds che anticipano la possibilità dei cambi di politica monetaria, si tracciava il 28% di possibilità di un aumento dei tassi a settembre, mentre si arriva al 56,3% per il Fomc di dicembre. Secondo il presidente della Fed di Richmond, Jeffrey Lacker, "i tempi sono maturi perché la Federal Reserve alzi i tassi di interesse". Diversa l'opinione per gli ex funzionari di Washington, per i quali il prossimo meeting si concluderà con un nulla di fatto. Gli analisti di Ig Markets commentano a caldo: "Un simile report sul mercato del lavoro da solo non è sufficiente ad allontanare lo spettro del rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed nella prossima riunione di settembre".
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L'andamento delle aspettative di innalzamento dei tassi (a 0,25-0,5% dall'attuale 0-0,25%) nel meeting di settembre. I Fed Funds accreditano il 28% di possibilità di mosse da parte della Banca centrale Usa
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Anche i leader del G20 riuniti ad Ankara oggi e domani, guardano con attenzione alle mosse di Janet Yellen, ricordando nella bozza di dichiarazioni finali - anticipata da Bloomberg - che "una stretta della politica monetaria è più probabile nelle economie avanzate e questo è fonte di incertezza per i mercati finanziari", in particolare per gli emergenti. Insomma, se la ripresa Usa (il Pil è schizzato del 3,7% nel secondo trimestre) è forte abbastanza da consentire l'avvio della normalizzazione della politica monetaria, in giro per il mondo sono in molti a temere che Yellen faccia calare il sipario sulla stagione del denaro facile e a basso costo. I mercati, in questo clima, confermano la fase di volatilità. I listini Ue ampliano le perdite: Milano cede il 2,8%, in linea con Francoforte, Parigi perde il 2,9% e Londra lima il 2,1%. Avvio in calo per Wall Street: il Dow Jones parte con una perdita dello 0,41% a 16.201 punti. Il Nasdaq segna -1,28% a 4.673.

Con le Piazze cinesi ancora chiuse per la celebrazione della fine della Seconda Guerra Mondiale, la Borsa di Tokyo ha registrato un pesante ribasso (-2,15%) a 17.792 punti, ai livelli del febbraio scorso. A pesare sulle contrattazioni nipponiche è stato anche il rafforzamento dello yen sul dollaro. Hong Kong ha ceduto lo 0,45%, ai minimi da due anni. L'euro si stabilizza: la moneta unica passa di mano a 1,1139 dollari (1,1128 ieri sera a New York).

Nel Vecchio continente si registra il calo degli ordini all'industria tedesca di luglio: sono diminuiti dell'1,4% rispetto a giugno e dello 0,5% rispetto a luglio 2014. Lo ha comunicato l'Istituto di statistica, che ha rivisto al ribasso a +1,8% dal +2% gli ordini di giugno su base mensile. I dati di luglio sono peggiori delle attese che stimavano gli ordini a -0,6% su base mensile. Sempre a luglio, gli ordini all'industria dall'estero sono diminuiti del 5,2% mentre quelli dall'interno sono aumentati del 4,1%. In Francia, la fiducia dei consumatori risulta stabile ad agosto a 93 punti. In Italia, infine, prende il via il tradizionale Forum Ambrosetti di Cernobbio, che nel domani riceverà la visita del premier Matteo Renzi. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è stabile sotto 120 punti base, con il decennale italiano che rende l'1,9% sul mercato secondario.

Ieri sera Wall Street ha terminato contrastata con il Nasdaq in territorio negativo (-0,4%) e Dow Jones e S&P 500 appena sopra la parità (+0,1%). L' effetto-Draghi che ha sostenuto gli indici europei e che aveva dato una spinta a quelli americani a inizio giornata è venuto meno. Le quotazioni del petrolio si presentano in lieve calo a New York: il light crude Wti cede 17 cent a 46,58 dollari al barile, il Brent di Londra perde 21 cent a 50,47 dollari al barile.
 

dondiego49

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sembra finita ma io resto fermo con cosa o ancora lunedì da vedere

anche se le palline son salite tutte in alto e fanno da calamita :mmmm:

son tropo bastardi ultimamente :no::no::no:
 

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contim

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oggi ci hanno umiliati si prenderanno la tobin ma noi li seguiremo tanto ho comprato sui minimi lunedi senza ws vediamo cosa fanno vero don
 

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