Trend Mercati: Luglio 2015. Macroeconomia, mercati e trading (1 Viewer)

i mercati hanno accettato con moderata fiducia le parole della FED,
nel senso che hanno fiducia nella sua capacità operativa di essere in grado di intervenire ed aiutare l'economia
ma che non sanno come dove quando e quanto interverrà
i dati USA in uscita hanno quindi valore: ieri il PIL ( GNP meglio sarebbe dire) USA sono stati abbastanza buoni sia nel dato trimestrale che nella revisione del trimestre precedente

e come sempre quando l'economia è money-driven, le buone notizie sono cattive notizi e viceversa: una economia forte non ha bisogno di sostegni monetari, quindi si avvicina il rate-hike, quindi i mercati perdono un sostegno e peggiorano
nella attuale congiuntura, aggiungiamo che a peggiorare di più dovrebbero essere i bond e quindi in uscita dall'obbligazionario potrebbero entrare nell'azionario ... ma per le ananlisi intermarket riprendiamo la prossima settimana

due cose sole:
i dati contano, e dopo aver ripreso da un breve brivido ribassista, segnalato dallo RSI2, ora siamo in un certo equilibrio
equilibrio estivo, fragile ed emotivo come in tutte le estati, con scarsi volumi e quindi facile da rompere in ogni direzione: i temi di fondo restano chiari, e li trovate nell'ultimo numero di Trend Mercati (il link nel primo post di questo thread)
oggi, dati sul PMI americano, con la sua ambigua valenza vista sopra
Economic Calendar - Bloomberg

riteniamo più interessanti i dati sull'employment del prossimo venerdì, anche se Yellen li ha 'depotenziati'
 
lo sp500
 

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I grafici sopra mostrano come al close di ieri lo RSI2 avesse dato segnale di chiudere l'operazione anche su DAX e FTSEMIB, con un risultato positivo :

e si noti come nello FTSEMIB la precedente operazione sarebbe stata peggiore con la nostra versione 'improved' e non quella standard: ma la modofica migliora statisticamente il massimo DD del metodo, e quindi ne permette l'utilizzo con un impiego di capitale ssignificativamente più basso
ricordiamo comunque che statisticamente lo RSI2 performa in modo diverso sui diversi mercati, e sullo FTSEMIB ha le prestazioni storiche meno favorevoli, dato che è un metodo studiato per i mercati azionari USA


attendiamo ora i movers per scuotere i mercati, tra le ultime trimestrali e i dati di chiusura mese
stiamo valutando un approfondimento sull'oil, data la sua importanza sia come commodity base, sia per il suo perso sulla economia USA e infine per la sua influenza sui dati dell'inflazione
 
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Aggiornamento TrendMercati

Dall'ultimo report e dagli ultimi commenti sono successe molte cose:
la soluzione della crisi greca così come da noi prevista ha introdotto soprattutto nei mercati europei un ondanta di ottimismo che però non ha contagiato altre realtà intermarket come il mercato delle materie prime, che ha continuato a correggere, delle valute emergenti, che hanno continuato ad indebolirsi, e degli spread obbligazionari che hanno cominciato ad allargarsi.


Con una FED che vedeva convergere verso il meeting di settembre un potenziale rialzo di tassi, anche se probabilmente un ciclo ri rialzo al rallentatore rispetto al passato le aspettative dei mercati erano per un contributo fattivo da parte di Europa e Cina a sostegno delle politiche monetarie a fare da bilancia alla normalizzazione dei tassi da parte degli USA.


Ma la Cina via via si è mostrata sempre più riluttante a muovere i tassi in quanto la forte componenete debitoria presente in diversi componenti della propria economia (corporate e shadow banking soprattutto) non consente una agevole ed ulteriore utilizzo dei tassi.
Inoltre è evidente che aver fatto da carta assorbente dei problemi altrui per oltre 5 anni salvando di fatto nel periodo 2008/2013 il globo da una recessione ben più forte e grave di quella che è stata a spese di un crescendo di squilibri interni fa chiedere alla Cina alle altre macroaree globali politiche monetarie più consone alla fragile crescita globale permettendo alla Cina una transizione della propria economia più controllata.
La rigidità degli USA sui tassi da una parte, e del FMI dall'altra riguardo l'inclusione del Renbinbi dentro i diritti speciali del fondo ha portato i Cinesi a fare scelte differenti da quelle attese dai mercati che si attendevano un taglio del tasso 3R.
Invece che usare la leva monetaria hanno optato per utilizzare la leva valutaria dopo anni di rafforzamento della propria valuta in termini nei confronti dei loro principali partners e nei confronti di tutti in termini reali.
Questa mossa ha accelerato i movimenti già in essere sulle valute, sulle commodities e sui mercati finanziari impattando ora tutti i mercati globali.


Ma sarebbe sbagliato dire che è la crisi cinese la causa del contagio globale visto che parliamo di un paese che anche in hard landing potrebbe avere crescita positiva.
Certamente la mossa cinese ha spostato il rischio deflazionistico dalla cina al resto del mondo con le conseguenze che andremo a vedere e inoltre ha spostato sulla FED di prendere una decisione sulla propria politica monetaria facendo prevalere gli aspetti domestici o quelli internazionali.


Detto questo nei prossimi giorni e settimane daremo una lettura dei mercati.
Di certo c'è che l'azionario, USA, immerso in un grandissmo laterale da oramai molti mesi, laterale che avevamo indicato come un potenziale top arrotondato soprattutto in caso di rottura di determinati supporti ha perforato questi supporti confermando gli scenari più negativi.
Ora i supporti perforati si sono trasformati in resistenza e la violenza del movimento dovrà avere una digestione di qualche tempo, questo in attesa di Jackson Hole dal 27/08 e poi del meeting FED.


Nel frattempo le aspettative di un rialzo dei tassi a settembre sono scese al 22% e ci vorranno interventi vocali degli oratori FED per ripristinare una aspettativa del rialzo più significativa e quindi anche un comportamento conseguente, pena una perdita di credibilità dell'istituzione.


Tra l'altro il movimento di debolezza del dollaro e di forza dell'euro e dello yen segnalano la presenza di posizione carry che sono state chiuse, posizioni che non verrano ricostruite in un attimo e che potrebbero causare qualche ulteriore vendita da parte dei ritardatari.
Solitamente un minimo causato dai carry viene quantomeno ritestato ma staremo a vedere se il panico ha ancora le stesse caratteristiche che nel passato (i volumi sembrerebbero confermarlo) oppure governano quasi solo le macchine.
 

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Speriamo che le nostre analisi oltre che descrittive siano anche utilizzate dagli investitori presenti su questo forum.
Il commento finale di ieri sera sugli indici USA è andato ad incastrarsi perfettamente con il comportamento del mercato odierno; ecco se c'è una cosa che ci ha colto di sorpresa forse è la velocità del rimbalzo ma anche la sua altrettanto caduta avvenuta sui principali listini USA.
probabilmente un movimento svolto multiday era lo scenario maggiormente preventivabile ma in ogni caso il finale di seduta ha visto un retest dei minimi quantomeno relativamente al mercato con il cash aperto. (sui futures il minimo è stato anche inferiore)

Come avevamo previsto dopo le vendite forzate sono arrivate le vendite degli operatori che più sono avversi al rischio ma che con i rendimenti molto bassi sono stati costretti a diversificare sulle asset class ma che hanno una sopportazione della volatilità più bassa.
Le vendite sul finale di seduta sono spesso causate o dagli operatori di medio lungo periodo che chiudono le posizioni (fondi ecc..) o dai day trader che non vogliono andare overnight.
La diminuzione dei volumi, ancorché ancora su livelli elevati è il segnale che queste vendite sono meno urgenti delle precedenti.
Ora che abbiamo il doppio minimo si riparte?
Vista le velocità del movimento bisogna stare attenti, a mio modesto avviso l'ideale sarebbe a questo punto un minimo sul globex o in apertura dei mercati anche inferiore all'attuale ma tenendo le divergenze aperte sui vari indicatori al fine di poter ripartire in maniera più costruttiva.
In caso di nuovo rimbalzo notturno il mercato potrebbe ripresentare anche domani in piccolo un movimento simile all'odierno.
Ma i danni fatti complessivamente se non si recuperano i supporti rotti ieri sono significativi, l'esplosione della volatilità ha degli effetti sul mercato delle opzioni ampiamente utilizzate in questi ultimi anni e quindi sui rendimenti complessivi dei portafogli.

Due riflessioni finali fatte sull'onda dei mercati e quindi poi da verificare nelle prossime sedute:

1)Comportamento anomalo dei titoli di stato soprattutto USA che nonostante la discesa dei mercati hanno mostrato una forza relativa notevole. Probabilmente il safe haven è stato limitato a mio parere dalle ricoperture carry ma anche dal rischio che le banche centrali emergenti vendano asset obbligazionari per limitare le discese delle varie valute o come nel caso della Cina mantenerle nelle bande di oscillazione.

2)Mercati europei che potrebbero resistere meglio alla crisi emergente grazie ad un recupero dei margini delle imprese, ad un recupero dell'economia dell'area ed ad un minore legame con la Cina dal punto di vista monetario al contrario degli USA che sono stait per buona parte del 2000 uno delle due componenti del cosidetto Bretton Woods 2.
 

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Avevamo indicato come scenario più probabile, anche se non unico, quello del doppio minimo.
Certamente cerchiamo di fare analisi serie, quindi che contemplano diverse possibilità dando la priorità a quelle che consideriamo più probabili.
E proprio quello si è verificato sebbene nella seduta notturna la negatività sia durata poco.
Nella giornata, a mercati aperti, ci ha pensato il governatore della FED di New York (e poi mi si parla dell'economia pianificata cinese) a far ripartire la forza rialzista che invece mostrava qualche tentennamento.

Quindi seduta rialzista importante ma non decisiva per i trend di breve medio e lungo.

Per il trend di breve e dando un occhiata al future che ha un movimento di breve più delineato abbiamo un triplo massimo che deve vedere la perforazione del livello intorno ai 1947 di futures per confermare che il recupero non è solo un breve bear market rally.
Per il trend di medio abbiamo importanti livelli di resistenza tra i 1980 ed i 2000 e poi intorno ai 2060.
Sopra quei livelli, in considerazione anche di dove passa la trendline che sostiene il rialzo di lungo, si potrebbe dire che è ripartito il mercato.

Da notare che il bond americano ha continuato la sua forte fase di recupero a confermare quanto detto ieri.
Probabile il proseguimento del recupero europeo ed italiano.

Questi tre commenti giornalieri per confermare la nostra capacità di analisi a tutti i livelli, sia di breve medio e lungo sebbene il nostro orientamento sia per investitori.

Naturalmente invitiamo tutti al confronto.
 

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Vista l'alta volatilità forniamo ancora qualche contenuto che spero sia gradito agli utenti del forum.
La rottura addirittura in premarket del livello di futures indicato ieri ha pemesso di orientare il trend di breve in maniera positiva e spingere lo spoore fino ai livelli intorno ai 1990 cioè a circa la metà della resistenza indicata il giorno precedente; classico movimento a lasciare il dubbio in overnight.


In ogni caso il livello ha fatto da resistenza ed ha causato una mini correzione intraday prima di uno scoppiettante finale che ha consentito di richiudere sui massimi e sulla resistenza.


Insomma livelli indicati che hanno fatto ancora da catalizzatori.
Ora il nuovo livello d a prendere in considerazione è tra i 2040 ed i 2050 e segnerebbe la fine di questa correzione segnalandola come una correzione per molti versi similare a quella di ottobre 2014 sebbene le ragioni di oggi sembrano molto più importanti di allora.


Personalmente riteniamo che il recupero per non essere solo un bear market rally dovrebbe prendere un po di fiato per permettere di ricaricare le pile e consentire a chi è rimasto fuori di fare in tempo a risalire nel mercato, ma staremo come sempre a vedere quali forze muoverà il mercato.


Possiamo però fare il punto su lacune riflessioni fatte il giorno prima.
Il mercato obbligazionario safe sta perdendo terreno ed i rendimenti stanno risalendo molto velocemente e questo è avvenuto sia nella fase ribassista che in quella rialzista naturalmente con intensità diverse.
Certamente ci possono essere ora liquidazioni di posizione safe a favore di posizioni più rischiose ma a nostro parere come riporta anche questa news Bloomberg ci sono vendite forzose e come avevamo anticipato già il 25/08:
http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-08-27/china-said-to-sell-treasuries-as-dollars-needed-for-yuan-support



Il secondo punto di cui avevamo parlato è di una possibile overperformance dell'europa.
In questo secondo caso la cosa è stata modesta fino ad oggi e compensata ampiamente dalla debolezza dell'euro contro dollaro delle ultime sedute.
Comunque continuato il recupero anche dei mercati europei come preventivato.



Infine seduta molto forte del petrolio che era in chiara condizione di ipervenduto con tutti gli operatori short ed ha finalmente realizzato una potenziale seduta di inversione o quantomeno un buon bear market rally.
Sia il WTIC che il Brent hanno ora i precedenti minimi come importanti resistenze da superare per confermare il movimento in questione nonostante una stagionalità non pienamente favorevole.
 

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Nell'ultimo post indicavamo la necessità di un rifiato necessario per eventualmente costruire una nuova gamba rialzista sui mercati.
In effetti i mercati europei hanno effettuato questo rifiato in maniera più importante mentre il mercato USA si è limitato a costruire il rifiato con della volatilità intraday ma ha poi chiuso nei pressi dei massimi e della resistenza precedentemente rotta con un tipico segnali di momentum e forza.


Il motivo della forza USA sta in dati macro miglior delle aspettative sia per le vendite al dettaglio sia per gli investimenti. Un chiaro segnale di forza che conferma le fine del ciclo di deleveraging dei consumatori USA e la forza interna dell'economia USA anche al netto dei problemi del settore oil.


A conferma della crescita dell'economia USA vi mostriamo il dato di Luglio dell' importazione e dell'esportazione dei container oceanici nei principali porti USA.
Mentre l'esportazione mostra un livello molto debole, il più debole degli ultimi 4 anni a causa della forza del dollaro d auna parte e della debolezza delle economie principali partner negli USA, il livello delle importazione è ai massimi dell'anno ed ai massimi degli ultimi 4 anni a segnalare l'esuberanza dell'economia USA sugli ordini per la partenza della scuola che vengono solitamente fatti in anticipo.


Il problema semmai non è la forza dell'economia USA ma al contrario se la forza dell'economia globale è in grado di sopportare un rialzo dei tassi sebbene modesto dell'economia che guida i flussi finanziari nel momento in cui diverse realtà economiche sono in difficoltà o stanno da poco uscendo dal proprio ciclo negativo.
A tal riguardo il grafico dei volumi di merci trasportate su rotaia in Cina è impietoso nonostante si debba tenere conto che il calo del petrolio può aver favorito in parte il trasporto su gomma.


Questa distanza dei cicli rende impossibile una armonia delle decisioni, soprattutto quando queste hanmo un connotato politico, come la possibile decisione di rimandare l'ingresso del Renbimbi nei diritti speciali di prelievo dell'FMI che ha causato un forte deflusso di fondi dalla Cina ed un significativo nervosismo dei mercati finanziari.


Nel futuro queste disarmonie saranno all'ordine del giorno ma per ora limitiamoci al presente.


Gli aggiustamenti effettuati dalla Cina post news sul rifiuto dell'FMI ancorchè momentaneo hanno causato la correzione degli scorsi giorni ma ora il mercato sembra aver trovato il suo equilibrio.


La domanda che tutti noi operatori dei mercati ci facciamo è se la modesta correzione attuale degli indici è finita oppure è l'inizio di qualche cosa di più grande.


Molto dipenderà anche dall'incontro tra Obala e Xi a settembre e poi dalle decisioni del FOMC il 17/09.


Dal nostro punto di vista non possiamo non notare che per definire il recupero gli indici devono recuperare livelli di resistenza perse nelle giornate scorse e che abbiamo indicato con una certa precisione.
Inoltre c'è stato un deterioramento della partecipazione dei titoli al rialzo tipico delle fasi pre rialzo dei tassi che deve far suonare dei campanelli di allarme verso lo scenario rialzista e farci pensare che la correzione potrebbe approfondirsi ancora un po prima di finire
Certo ci ricordiamo che il picco degli indici equal weight durante la bolla tech avvenne nel 1998 mentre quello del mercato due anni dopo ma le condizioni potrebbero essere differenti a meno che non si verifichi una nuova bolla e quindi gli indici salgano in maniera indiscriminata per diversi mesi.
Certamente poi l'attuale valutazione dei titoli USA è meno tirata anche se alta e la capacità di produrre margini e il ROE delle aziende USA sicuramente interessante.


Ma nel caso di un ribasso significativo dei mercati accompagnato da un rialzo dei rendimenti il rischio di un aggiustamento dell'economia è molto presente per cui la debolezza degli indici equal weight come il Value line arithmetic index o lo SP500 equal weight dovrà essere monitorato.


Inoltre non possiamo non notare che molte valute emergenti hanno fatti nuovi minimi contro il dollaro e questo può creare dei problemi nonostante la situazione attuale non sia certo uguale a quella del periodo 1997/1998 (quella tanto amato da Krugman per capirci).


A nostro avviso quindi c'è la possibilità che la correzione attuale dei mercati possa avere una nuova gamba ribassista, ma non bisogna precorrere i tempi.
Al momento il recupero che abbiamo avuto modo di individuare con precisione ha le caratteristche di un bear market rally e dal grafici giornalieri e settimanali dello SP500 potete individuare i livelli di prezzo e dell'RSI da monitorare per decretare la fine della correzione.


Così come non c'era fretta a decretare la fine del bull market non abbiamo fretta ora di proclamare l'inizio di un bear market o anche solo di una correzione significativa degli indici.


A nostro avviso per confermare il bear market occorrerà che gli indici senior globali perforino i minimi di ottobre, cosa che l'MSCI World aveva fatto ma che poi ha negato nelle sedute successive ma essendo un indice poco seguito ha un importanza relativa.
 

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