The Trading Mind - il funzionamento della Mente nel Trading (1 Viewer)

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The Trading Mind - il funzionamento della Mente nel Trading di Gianluca Salvatori (riproduzione riservata)

E' quasi un anno che io, insieme ad un gruppo ristretto di amici con cui collaboro giornalmente tramite una trading room da me creata e con cui ci si confronta su diverse tematiche inerenti il trading attraverso un processo continuo, stiamo portando avanti lo studio approfondito dei vari aspetti che coinvolgono la nostra attività, aspetto che in passato avevo affrontato solo in modo marginale. Siamo infatti convinti che superata la fase di ricerca della miglior tecnica/metodologia che ognuno di noi può utilizzare in funzione delle proprie esigenze e tipologie di trading e delle proprie convinzioni tecniche, subentri un fattore che ci rende tutti comuni e che risponde nello stesso modo, secondo gli stessi principi in ognuno di noi.
Ci siamo resi conto infatti che una volta stabilita la migliore metodologia e tecnica utilizzabile (quella da noi ritenuta più efficiente e funzionale), una volta appianate e scelte le migliori caratteristiche tecniche sfruttabili ed una volta pianificato il processo decisionale ed operativo, alla stregua di un piano di azione aziendale inerente ogni singola operazione, rimaneva comunque "in sospeso in noi un qualcosa" che limitava la nostra operatività, le nostre decisioni e ci impediva di operare con una certa serenità e ci induceva a cercare ulteriori conferme della bontà di ogni singolo nostro trade.
In sostanza, è emerso che dopo aver deciso quale tecnica, dopo aver pianificato il nostro money managment e dopo aver organizzato ogni singola operazione, con annessi entry point e stop Loss, rimaneva comunque e sempre una componente oltre a queste che faceva la differenza e aveva il suo peso sul piatto della bilancia operativa.
Pertanto quello che leggerete in questo articolo è frutto di una comune osservazione e riflessione sia del mercato, ma soprattutto di noi stessi e delle nostre esperienze, rivisto e riletto alla luce degli studi scientifici portati avanti oltre oceano da chi già da decenni studia, colleziona ed elabora queste informazioni seconda una logica scientifico deduttiva.
E' cosa già nota infatti che i professionisti d'oltre oceano, essendo il mondo finanziario in USA un settore già maturo e di ben più lunga tradizione operativa rispetto alla nostra, presentino maggiori esperienze non solo dal lato Tecnico/operativo, ma anche da quello psico/emozionale ed attitudinale.
Sono infatti gli scritti, i libri, i seminari e le ricerche di alcuni tra i più rinomati traders, psicologi, medici e ricercatori mondiali, ma soprattutto statunitensi, applicati allo studio funzionale del processo di trading che ci hanno permesso di progredire e prendere consapevolezza di questo aspetto e quindi di finalizzarlo, razionalizzarlo e direzionarlo al fine di rendere il "nostro personale" processo decisionale di trading progressivamente efficiente e quindi profittevole.
In questo articolo assolutamente differente dai quelli da me precedentemente pubblicati dal chiaro carattere tecnico, vorrei quindi introdurvi con l'ausilio di alcune immagini e srtalci di testi scritti da questi luminari, in un campo che la maggior parte dei traders o libri di trading sottovaluta in quanto rappresenta un aspetto secondario e funzionale al trading e quindi non è la prima cosa in cui ci imbattiamo quando vogliamo imparare a fare trading o quando pur avendo acquisito una base di conoscenze tecniche, approfondiamo e teniamo in considerazione nel giusto modo nel nostro processo decisionale/operativo, in quanto rimane un lato nascosto e ancora per molti aspetti sconosciuto nel suo meccanismo anche ai più esperti, pertanto messo nella stragrande maggioranza dei casi in secondo piano.
Pur essendo un aspetto che rimane "dietro le quinte" e quindi per certi versi secondario al trading in sé, esso rappresenta e gestisce a nostra insaputa la parte preponderante della nostra attività in quanto gestisce la nostra vita quotidiana.
Tutti infatti, sia che facciamo trading o che svolgiamo lavori differenti, funzioniamo nello stesso modo ed abbiamo in noi dei meccanismi biologici che reagiscono e si innescano di fronte agli input esterni che riceviamo dal mondo e dall'ambiente in cui siamo inseriti o con cui interagiamo.
E' dimostrato infatti che il cervello umano sia un organo ancora alquanto oscuro, ma nello stesso tempo tra i più potenti e complessi mai osservati.
Solo negli ultimi anni grazie alle moderne tecnologie come la risonanza magnetica funzionale, la tomografia ad emissione di positroni e la magnetoencefalografia, è stato possibile monitorare in piena attività di trading, quali aree del cervello vengono coinvolte e con che successione/sequenza temporale.
Il tutto nasce da un fattore che la maggior parte degli uomini non solo considera poco, ma alcuni addirittura disconoscono e questo non solo in materia o in ambito di trading, ma della nostra vita quotidiana stessa.
Mi riferisco al fattore INCONSCIO che è presente in ognuno di noi e che ci governa per il 90% del nostro tempo senza che ce ne accorgiamo, un "soggetto" singolare presente ed unico per ciascuno di noi che sin dal concepimento biologico e dalla formazione della prima cellula cerebrale, inizia il suo processo di evoluzione, crescita, immagazzinamento ed apprendimento di informazioni che poi utilizzerà nel modo che "LUI" riterrà più opportuno ed ogni qual volta se ne presenterà l'occasione e la necessità.
Il cervello umano è infatti il più potente, complesso e sofisticato sistema dinamico di elaborazione di informazioni conosciuto nell'universo, è il sistema dei sistemi che si auto-organizza e si auto alimenta di informazioni e scambi elettrici che avvengono al suo interno attraverso l'attività neuronale al ritmo di 1000 miliardi al secondo.

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Il concetto di fondo in sostanza e detto in parole semplici, risiede nel fatto che la memoria e l'apprendimento si creano e si concretizzano quando i neuroni e le sinapsi si riorganizzano ed interagiscono tra loro rinforzandosi vicendevolmente attraverso il loro utilizzo continuo e quindi tramite le loro interconnessioni. L'utilizzo ripetuto di certe sinapsi e quindi di certi canali interconnettivi all'interno del nostro cervello, rafforza certe credenze, certi atteggiamenti, certi stati d'animo, certe memorie che nel tempo si radicano e trovano riscontro nella nostra ripetitività di comportamento e/o pensiero in presenza di determinate situazioni o informazioni.
In pratica, semplificando oltre misura, il cervello dell'uomo è strutturato in modo simile ad un sistema operativo di un computer in cui ogni tipologia di file deve essere letto ed aperto con il suo specifico programma, i files di immagini con programmi di visualizzazione di immagini, i file di testo con degli editor di testo ed i files eseguibili con i programmi di auto-esecuzione e così via.....
Se però erroneamente un file si presenta non collegato a nessun programma specifico e noi indichiamo al nostro sistema operativo di aprirlo con un programma diverso da quello per cui è stato creato (ad esempio un file di testo con un riproduttore video/musicale), il computer memorizza questo e cercherà di aprirlo sempre con quel programma a cui lo abbiamo associato, restituendoci continuamente un messaggio di errore e di incompatibilità ed in sostanza creando una interazione sbagliata tra programma e file e non permettendoci quindi di raggiungere il risultato sperato (in questo caso leggere il file di testo). Il computer/cervello rafforza questo legame di lettura/comportamento tanto più noi lo utilizziamo e quindi tanto più noi siamo obbligati ad interagire con quelle informazioni che ci provengono dall'esterno e che il nostro cervello legge ed interpreta sempre allo stesso modo, con lo stesso programma/schema di lettura. Questo perché il cervello lo abbiamo educato volutamente (fase cognitiva) o involontariamente (fase inconscia) ad agire/reagire in un determinato modo di fronte a quella specifica situazione che si ripresenta più volte, pertanto il nostro cervello si è "abituato" a rispondere sempre nello stesso modo e questa abitudine si rafforza e radica tanto più noi la alimentiamo, volontariamente ed involontariamente.
Un esempio di questo lo avete quando guidate un'auto. Le prime volte che vi siete messi alla guida eravate attenti a spingere la frizione, poi cambiare marcia e lentamente rilasciare la frizione spingendo sull'acceleratore, questo per ogni marcia inserita. Nel contempo ponevate altrettanta attenzione sul volante e su come gestire lo sterzo in presenza di curve, il tutto lasciando in secondo piano il percorso o altro in quanto la vostra attenzione era focalizzata su come far muovere correttamente l'auto. Ora probabilmente non vi rendete più conto di quando cambiate marcia o in che marcia siete in quanto nel frattempo state parlando al cellulare, mentre ascoltate la radio oppure chiaccherate con l'amico seduto a fianco a voi, non curanti del percorso che state seguendo in quanto ormai divenuto routine. Eppure chi è che vi permette di guidare in questo modo così disinvolto rispetto a quelle prime volte in cui la vostra attenzione era riposta esclusivamente sulla guida, senza altre distrazioni ? Chi è che vi ha fatto arrivare a destinazione dove siete soliti andare, senza curarsi minimamente di come guidare l'auto o di quale percorso seguire ? Pensateci e vi renderete conto che è stato il vostro cervello/mente inconscia che ormai lavora in background su processi ormai acquisiti e ripetuti una infinità di volte, senza che voi ve ne rendiate conto e senza che la vostra mente conscia gli debba riservare più la necessaria attenzione.
Ecco quindi che nella guida come nell'attività di trading subentrano con forza molto maggiore della nostra volontà, dei meccanismi biologici comuni a tutti noi, che ci accomunano e che dominano prepotentemente la nostra volontà operativa.
A quanti di voi è mai capitato di programmare correttamente un'operazione, con tanto di target e Stop-Loss e poi nel corso dell'operatività stravolgere completamente quell'operazione da come l'avevate pensato e progettata, spostando lo stop o modificando il target o nelle peggiori situazioni aggiungendo denaro per mediare ad una posizione in perdita, in modo completamente opposto da quanto preventivato inizialmente e trasformando una possibile operazione di probabilità (il trading è probabilità letta in modo grafico), in un disastro in cui perdete molto più di quanto preventivato inizialmente e lasciandovi solo la "speranza" che il mercato vi "grazi" e vi restituisca quanto speravate di non perdere, tornando sul vostro prezzo di carico.
Bene, se anche a voi è capitata una o più volte una cosa simile, significa che anche voi come tutti noi, siete o siete stati dominati da una forza molto più forte di voi, una forza che per quanto contrastiate, vince sempre su di voi, una forza che potete far finta che non esista, ma non sarebbe altro che un misero tentativo di nascondere un elefante dietro un ramoscello appena germogliato.
Questa forza si chiama INCONSCIO o SUBCONSCIO se volete, e non potete batterla o eliminarla, in quanto è legata a voi ed al vostro DNA in modo indissolubile. E' parte integrante di voi e del funzionamento del vostro cervello e l'unica possibile alternativa che avete è quella di conoscere come funziona la sua logica, la sua meccanica e la sua biologia e quindi più che combatterla, dovete inderogabilmente imparare ad educarla o meglio Ri-educarla al vostro volere, pena il vostro SICURO fallimento.
Ricordate che se il vostro peggior nemico è molto più forte di voi, la cosa più intelligente che potete fare, non è quella di provare ripetutamente a batterlo (è più forte e perdereste sempre), ma di farvelo amico e quindi trovare il modo di farlo collaborare con voi e con il vostro volere.
Ecco........ quello che dobbiamo fare in un valido e completo percorso formativo di trading è quello di imparare a trasformare le nostre pulsioni inconsce che combattono contro di noi e a volte sono esse stesse a sabotarci, in meccanismi ripetitivi a noi favorevoli, a noi "amici", ma per farlo prima di tutto dobbiamo imparare a conoscere come siamo fatti e cosa c'è al di sotto del nostro "IO" vigile e conscio.
Ecco quindi che dobbiamo tornare al lato prettamente scientifico biologico.
Il nostro cervello infatti è composto di due macro strutture distinte tra loro, ma al contempo in continua interazione, la Neocorteccia ed il sistema limbico.

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Negli ultimi anni, queste raffigurazioni classiche, sono state sempre più sostituite da immagini in tempo reale del cervello umano in azione, proprio grazie a quelle moderne tecnologie di cui parlavo sopra, quale la risonanza magnetica funzionale che ci ha permesso di studiare la struttura interna e le funzioni del cervello umano durante lo svolgimento di alcune funzioni tra cui quella di prendere decisioni finanziarie. L'immagine che segue mostra proprio una di queste immagini scansionata nel prendere decisioni arbitrarie di carattere finanziario/speculativo. Le parti illuminate segnalano quali componenti/comparti del cervello si attivano durante il processo di decisionale.

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In pratica le due macro strutture che compongono il cervello, hanno delle funzioni primarie di base, ovvero la Neocorteccia ed i suoi vari lobi sono atti a gestire la componente cognitiva e razionale, al fine di rielaborare consciamente le informazioni provenienti dai nostri apparati sensoriali dopo essere stati elaborati per primi dal sistema limbico, mentre il sistema limbico attraverso le sue componenti, è preposto allo svolgimento di funzioni precettive/sensoriali dirette e non rielaborate in modo cognitivo, che coinvolgono l'emotività, il comportamento, la memoria a lungo termine e l'olfatto. In pratica è preposto principalmente a svolgere funzioni che rientrano nell'ambito e costituiscono quello che noi tutti volgarmente chiamiamo "istinto", di diretta discendenza dalle nostre primordiali memorie evolutive di sopravvivenza che largamente sfruttavamo quando ancora eravamo più vicini all'uomo "animale", più che all'uomo "razionale". Ecco dunque che una delle componenti cerebrali che ci portiamo dietro biologicamente dal passaggio evolutivo che abbiamo avuto da animali a esseri razionali (il sistema limbico), produce con i suoi meccanismi e con il suo funzionamento, degli effetti sul nostro modo di essere, di agire e di reagire in determinate situazioni che risultano quindi piuttosto istintivi invece che razionali e purtroppo anche se ne abbiamo coscienza, non riusciamo a frenarli e placarli.
Ora più che mai quindi, è necessario conoscere il modo in cui il nostro cervello immagazzina le informazioni che riceviamo dall'esterno, informazioni anche non consce che si trasformano attraverso le nostre memorie più recondite in sensazioni quali calore, equilibrio, felicità, paura, sconforto, ebrezza gioia, ecc....ecc......
Grazie a queste informazioni, possiamo ora constatare che il cervello comunica con se stesso (sistema limbico e sistema neocorticale) attraverso un flusso di neuroni e le loro connessioni sinaptcihe che viaggiano in lungo e in largo da una regione del cervello all'altra. In questo modo quindi il cervello archivia informazioni che diventano memorie utili per creare, ricreare e riconoscere situazioni che poi ci si propongono nella vita di tutti i giorni. Queste situazioni o meccanismi pre-archiviati e già vissuti, ci consentono di risolvere problemi, prendere decisioni e tenere comportamenti o reagire emotivamente a situazioni che ci si ripresentano e che corrispondono a situazioni simili già vissute. Il tutto in un continuum che dalla singola memoria più semplice si lega ad altre singole memorie altrettanto semplici, creando una risposta comportamentale coordinata e sinapticamente logica assai complessa, frutto dell'interazione di sommatorie di migliaia di memorie semplici.
Diventa a questo punto cruciale capire la logica sequenza di questo processo sinaptico al fine di poter intervenire con fini rieducativi quando possibile e quindi prendere le dovute precauzioni/accorgimenti del caso. E' infatti possibile intervenire volontariamente con il fine di ri-educare o meglio educare nuovamente certi meccanismi istintivi attraverso la creazione di nuove memorie e nuovi schemi/procedure comportamentali al fine di giungere a risultati finali differenti e a noi più graditi che ci possono permettere di reagire in modo differente da come ora ci capita.
Questo è possibile in quanto è dimostrato che la fase decisionale precede quella comportamentale.
Ad esempio la fase motoria necessaria per cliccare il mouse di un computer per inviare un ordine al mercato, non rappresenta la decisione in quanto il click del mouse è la risposta comportamentale ad una decisione presa nel cervello. Quindi l'esecuzione dell'ordine rappresenta il risultato di un percorso/processo neuro-comportamentale che attraversa le varie aree del cervello secondo una sequenza biologica prestabilita e comune a tutti.
Con queste premesse fondamentali, possiamo quindi descrivere in modo sommario e altamente semplificato a titolo dimostrativo, un sistema decisamente complesso che interviene nella mente /corpo del Trader nel momento in cui si trova di fronte alla necessità di prendere una scelta operativa che coinvolga le proprie percezioni sensoriali ed emotive derivanti dall'esterno. Queste semplificazioni rappresentano uno schema del percorso sinaptico che avviene nella mente e che differenziano il cervello di un trader esperto e di successo da un trader inesperto e di scarso successo.
Presupponendo che il meccanismo parta da una percezione sensoriale visiva, inerente un grafico, un book di negoziazione o quant'altro di visivo, si ottiene un percorso sinaptico di questo tipo e con questa sequenza :
1) Il segnale grafico viene visualizzato (percezione sensoriale esterna tramite visualizzazione)
2) La neocorteccia trasporta l'immagine/informazione visiva attraverso connessioni sinaptiche verso il sistema limbico
3) La mente/cervello ricorda/riconosce quel segnale oppure non lo ricorda e lo osserva.
4) Il segnale genera un sentimento/emozione (inconscia) proveniente dal sistema limbico che può essere in assonanza o in contrasto con quanto vede, in quanto recuperato dalla memoria delle precedenti esperienze che hanno generato lo stesso medesimo stato d'animo.
5) il segnale è interpretato dalla componente razionale cognitiva (neocorteccia) che a sua volta anch'essa può essere in assonanza o in contrasto con il segnale stesso in relazione alle precedenti esperienze vissute medesime a quella attuale.
6) Il corpo fisico ha una reazione di eccitazione o calma (in realtà sono vari e diversi tra loro i segnali che il nostro corpo ci può inviare, come accelerazione del battito cardiaco, sudorazione, innalzamento della pressione sanguigna, nervosismo, salivazione, sete, tensione muscolare, ecc...ecc.....).
7) L'ordine viene eseguito o NON eseguito attraverso un potenziale impulso della corteccia motoria al braccio che tiene il mouse del PC con cui si vuole inviare l'ordine.

Ecco di seguito due esempi inerenti il percorso/processo relativo a un trader esperto e di successo ed un trader inesperto e di insuccesso.

Il primo esempio mostra il tarder esperto che vede il segnale, lo processa attraverso i vari stadi del suo cervello e agisce prontamente inserendo l'ordine.
Egli ha visto la configurazione tecnica più volte in precedenza, l'ha riconosciuta in quanto affrontata già diverse volte con risultati positivi ad essa collegati e quindi ha rafforzato i legami sinaptici che la sua mente gli ripropone ogni qualvolta i suoi occhi riconoscono quella situazione. Il sentimento/emozione che il sistema limbico invia alla neocorteccia, è un sentimento di appagamento, di successo, riuscita, di guadagno e quindi la neocorteccia riceve un segnale di assonanza e sicurezza nell'eseguire quell'ordine in quanto il ricordo che egli percepisce è un ricordo positivo, di sicurezza e di successo. Il sistema neocorticale quindi impiega molto poco a far procedere le sinapsi tra le varie fasi che portano all'esecuzione dell'ordine in quanto il primo input ricevuto dal sistema limbico è un input più che positivo, pertanto la razionalizzazione di quell'informazione che genera una decisione è estremamente celere e in armonia con lo stato d'animo del trader e ne consegue un facile instradamento di quell'ordine di esecuzione al sistema motorio.
Tutto questo processo, è frutto di un flusso neuronale di informazioni che passano attraverso "autostrade" sinaptiche ampiamente collaudate e ben radicate nella mente del trader. Le interconnessioni sono ben solide, frutto di innumerevoli ripetizioni di questo medesimo processo che ha reso i legami sinaptici decisamente radicati e consolidati e quindi forniscono risposte immediate in quanto frutto di memorie radicate che diventano in questa fase credenze e convinzioni non più solo razionali e consce, ma addirittura inconsce. In sostanza il trader sa che può fare quella operazione perché l'ha già fatta altre migliaia di volte e il complesso di quelle operazioni ha fornito risultati considerati positivi dal trader.

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Quindi in questo caso grazie alla ripetuta, costante e consapevole pratica in svariate situazioni di mercato, il trader esperto conosce il possibile e probabile esito inerente la sua scelta/decisione e nel caso in cui il mercato gli dimostrasse di essersi sbagliato, saprebbe (sempre per esperienza) che la soluzione sarebbe quella di uscire dal mercato quanto prima, grazie alla ripetuta pratica e consapevolezza tenuta e già sperimentata relativa a casi simili. Questa rappresenta una strategia sinaptica vincente fondata sulla ripetizione consapevole di comportamenti finalizzati ad educare correttamente il proprio cervello al fine di creare e radicare connessioni sinaptiche positive in armonia tra loro e quindi facili e veloci da processare ed elaborare.

Il secondo esempio invece relativo al trader inesperto e poco "allenato" alla ripetizione di processi/comportamenti corretti e volti al successo, il quale percepisce come nel primo caso, il segnale tramite segnale visivo. Lo elabora nella neocorteccia come immagine e da qui viaggia come informazione verso l'ippocampo in cui però trova pochi riscontri e poche memorie a cui associare quanto sembra accadere inerente quella configurazione. Nascono così una serie di interrogazioni continue che il cervello effettua ed elabora a diversi livelli delle sue memorie sinaptiche archiviate al fine di identificare "LA" memoria sinaptica che si avvicini il più possibile a quanto sembra mostrarglisi davanti (cerca la memoria ed il ricordo più prossimo a quanto gli si presenta in quel momento), inviando e ricevendo in un processo continuo e ripetuto, informazioni che viaggiano dall'ippocampo all'amigdala, attraverso il sistema limbico al fine di identificare uno stato d'animo, un'emozione che possa connotare e caratterizzare quel determinato pattern. E' attivo quindi nella trasmissione dal sistema limbico all'ippotalamo di messaggi che innescano reazioni emotive quali eccitazione o paura ed ansia. Queste manifestazioni sono infatti controllate dal sistema limbico che può far innalzare la pressione sanguigna, il battito cardiaco, la sudorazione, la mancanza di salivazione e quant'altro.
In questo modo, la mancanza di memorie sinaptiche positive, genera una dissonanza tra la percezione visiva razionale che razionalmente/consciamente sa che quell'immagine potrebbe essere profittevole e la memoria emotiva di lungo periodo, ingenerando confusione nel "sistema cervello", data dall'andi-rivieni di informazioni tra il sistema neocorticale razionale ( che ha individuato razionalmente la configurazione potenzialmente positiva, ma non memorizzata in termini emotivi) ed il sistema limbico emotivo che non riesce ad associare quel pattern "razionalmente" profittevole ad una memoria emotiva che infonda sicurezza al nostro cervello e gli permette di fluire in modo armonico fino alla corteccia motoria per instradare la sinapsi decisionale definitiva che permetta di eseguire l'ordine cliccando sul mouse del computer.
In questo caso quindi, a causa della poca esperienza sul mercato e della mancanza di memorie sinaptiche immagazzinate, il "sistema cervello" del trader inesperto, va in corto circuito generando stati di confusione e malessere nella mente del trader che si concretizzano appunto nella non esecuzione dell'ordine in quanto il trader rimane pietrificato, immobile ed inattivo non sapendo come comportarsi.
Può però anche accadere una situazione peggiorativa rispetto a quella appena descritta e decisamente più comune nella realtà dei fatti, ovvero il trader preso dall'ansia di non eseguire l'ordine e quindi di NON "fare" e/o perdere l'occasione che sembra prefigurarglisi davanti, in preda ad uno stato confusionale, decide volontariamente di cliccare sul mouse ed eseguire l'ordine, ma viene immediatamente catapultato in una situazione ben più tumultuosa rispetto alla precedente.
Infatti ora essendo dentro il mercato ed avendo rischiato concretamente il suo denaro, ma non avendo memorie sinaptiche positive su cui fare affidamento, entra in uno stato confusionale ancor maggiore rispetto a quello di inattività che gli si era prospettato in precedenza. Il cervello emotivo cerca in continuazione memorie o "appigli" positivi a cui affidarsi al fine di sapere quale decisione precisa deve prendere, senza però trovare riscontro in quanto privo di memorie simili.
Spesso capita addirittura che le memorie che gli si presentano, sono relative ad operazioni chiuse male ed in perdita e quindi la risposta emotiva che il cervello stesso genera è di possibile e potenziale perdita (lui ricorda ciò che gli è capitato più spesso e ha radicato maggiormente quei ricordi e quelle memorie sinaptiche in quanto percorse più e più volte dal flusso neuronale). Pertanto il trader che si prefigura nella sua mente la potenziale perdita (il "film" è nella mente del tarder e non ancora nella realtà), frutto di memorie maggiormente ricorsive, cerca la via migliore per evitare quello stato d'animo di frustrazione derivante appunto dalla perdita "ricordata" e in un attimo ecco che va in confusione, dimentica il suo piano d'azione preventivato ed agisce in modo istintivo e non più razionale. Subentra la "PAURA" in quanto disconosce le conseguenze e non sa cosa può succedere successivamente non essendo "esperto" nel gestire quelle situazioni o peggio ricordando solo che in passato sono state gestite e concluse in malo modo. Pertanto in un chiaro meccanismo di "sopravvivenza finanziaria" nonché emotiva, le conseguenze e reazioni classiche più comuni sono quella di togliere lo stop-loss che sicuramente se colpito innescherebbe la frustrazione che a quel punto diventa certa, oppure quella di aggiungere denaro a posizioni in perdita al fine di mediare nella speranza di uscire prima e senza perdita, trasformando quindi una probabilità di profitto in una speranza di salvezza.
Questo processo rischia di degenerare in un circolo vizioso che viene alimentato nella memoria di lungo periodo del sistema limbico, con cattivi se non pessimi ricordi/memorie sinaptiche a cui associare una diversità di pattern e trades eseguiti e conclusi in malo modo, portando il tarder che ripetutamente cade nell'errore, in uno stato di depressione e di mancanza di fiducia nella sua operatività, nonché di sconforto causato dalla ripetuta perdita di denaro. Spesso queste situazioni perduranti, inducono il trader ad abbandonare definitivamente, sconfitto sia nel portafoglio che nell'orgoglio.

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Pertanto è convinzione, non tanto mia, ma di questi studiosi sia dei meccanismi cerebrali che di psico attitudini nel trading, che qualsiasi strategia di trading, metodologia, utilizzo di indicatori più o meno vincenti, possa essere profittevole se prima di tutto è frutto di una corretta elaborazione, organizzazione e sequenzializzazione di un processo complesso di sinapsi ben archiviate e memorizzate secondo memorie positive radicate nel cervello del trader.
Il cervello dell'uomo ha una infinita capacità di modificarsi ed adattarsi all'ambiente in cui vive, ricreando e distruggendo continuamente sinapsi utili allo svolgimento di determinate mansioni o abilità, pertanto questi stessi scienziati ritengono oltre ogni dubbio, che con una corretta ri-educazione della nostra mente volta a soppiantare vecchie, malsane ed inconvenienti credenze, con nuove, riorganizzate, più organiche ed armoniche con i nostri fini, sia possibile nel tempo tendere verso una possibile eccellenza nel trading, o quanto meno verso una più profittevole capacità operativa. Essi ritengono che solo attraverso un'intesa, diligente e totalmente dedicata pratica in anni di esperienza, osservazione e riorganizzazione correttamente studiata attraverso innumerevoli situazioni di mercato che il trader possa evolversi verso uno stato di disciplinata evoluzione.
Una intelligente consapevolezza e conoscenza del proprio cervello e quindi del proprio "IO", é il primo e più potente strumento nelle mani di un trader che voglia diventare profittevole, il resto sono solo strumenti che cambiano e passano di volta in volta, di periodo in periodo, di mercato in mercato sotto le mani di un consapevole e coscienzioso uomo che sfrutta questi strumenti per i propri fini per svolgere la professione di trader.
Non esiste indicatore, sistema, metodologia o trading system che singolarmente sia profittevole in sé, ma qualsiasi indicatore, sistema, metodologia o trading system può diventare altamente profittevole nelle mani del trader consapevole dei propri mezzi e delle proprie capacità.
Tutto questo deve dunque far riflettere chi ancora non fosse approdato a questi possibili risvolti nel fare trading, in quanto il cambiamento ed il possibile passaggio da periodi di insuccesso a periodi di successo, non sono da ricercarsi nell'identificare il miglior indicatore, il trading system più valido e vincente o il pattern di sicuro successo, ma va ricercati dentro di se, nel modo in cui stiamo educando la nostra mente a fare trading, quali informazioni gli diamo, su quali basi e con che finalità.
Di certo è un percorso assolutamente non facile, decisamente lungo ed impegnativo, ma è un fatto che se iniziamo bene la strada è più scorrevole e presenta minori difficoltà, mentre se l'impalcatura mentale che abbiamo creato, poggia su fondamenta poco stabili che necessitano di continue correzioni e riaggiustamenti per correggere ciò che è nato male e che si è ben radicato nella nostra mente, allora le difficoltà si moltiplicano in quanto prima è necessario distruggere "cattive abitudini" per poi sostituirle con nuove migliori, che poi devono essere radicate con ripetute nuove memorie.


Per chi fosse della mia età, sicuramente ricorderà il film Karate Kid del 1984 nella scena: " Dai la cera, togli la cera"........un semplice altro modo per applicare lo stesso concetto al Karate.

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=HyrFRhimIKE]YouTube - Karate Kid - Dai la cera, togli la cera[/ame]

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Un ringraziamento di quanto appena scritto, va agli amici della chat ed agli autori dei libri che a mio avviso costituiscono tra i migliori testi di trading assolutamente imperdibili e decisamente a buon mercato su Amazon.com ( non più di 30$ = 20€ circa )
Il solito suggerimento a chi avesse voglia di approfondire l'argomento ed è in grado di leggere in inglese...........oltreoceano questo è un tema più che trattato e quindi esiste una buona e vasta letteratura in merito, tutta scritta da persone del settore di lunga e comprovata esperienza.

Saluti
Gianluca Salvatori
il Pentagramma di Borsa
 

CraZyNasdAq

Nuovo forumer
La meccanica emozionale nel Trading

Leggi il post nel Blog
il Pentagramma di Borsa: la meccanica emozionale nel Trading




Come scritto nel precedente post relativo allo stesso argomento, pubblicato esattamente un anno fa, la strada del Trading è disseminata di cadaveri di persone o per quel che resta di loro, di potenziali Zombie che pensavano o ancora pensano che il trading sia una sorta di autostrada a pagamento verso il successo o la ricchezza.
Il Trading è una vera e propria professione, in tutto e per tutto al pari delle altre più conosciute e "rispettate" e come tale, per farlo, si richiede lo stesso rigore e diligenza e dedizione che si richiede nelle altre professioni.
Ecco quindi che per fare trading sono necessarie competenze che ci permettono di affrontare il mercato. Non ci si improvvisa trader solo perché si hanno soldi su un conto con qualche Broker o perché possiamo osservare il mercato tramite piattaforme di analisi da casa. Il trading è una professione e come per ogni professione non ci si improvvisa, ma si devono sviluppare delle COMPETENZE
Queste competenze sono di 2 tipi:

-TECNICHE (analisi del mercato attraverso logiche di interpretazione del mercato)
-PSICOLOGICHE (saper gestire la propria persona e le proprie emozioni al fine di realizzare ciò che la tecnica ci suggerisce)

Ipotizzare di fare Trading prescindendo anche solo da una di queste due componenti significa dirigersi verso il FALLIMENTO e l’ INSUCCESSO ASSICURATO
E’ credenza comune che la differenza tra successo ed insuccesso nel trading risieda nella scelta della tecnica utilizzata, nella metodologia di analisi, nellapiattaforma o nel Trading System utilizzato.
La grandissima maggioranza di chi fa trading dedica un enorme dispendio di energie nel «cercare» la componente tecnica che possa renderli vincenti. Non a caso i forum di trading trattano per oltre il 90% del loro materiale pubblicato di strumenti e tematiche legate all’aspetto tecnico del trading.
In realtà la tecnica non è affatto il fattore discriminante che porta al successo, ma al massimo è quel fattore che facilita il SUCCESSO, ma non lo determina.
Come in qualsiasi professione diversa dal trading e come la realtà generalizzata dei professionisti ci dimostra, la differenza viene fatta dal singolo e da come egli riesce ad applicare/enfatizzare la tecnica appresa rendendola nelle sue mani uno STRUMENTO VINCENTE.
Qualsiasi professionista di successo è tale in quanto è un tipico esempio di unione tra le sue competenze tecniche e le sue capacità umane. Lui è il BINOMIO «vincente» frutto del MIX unico dato da ciò che Lui è unito con ciò che Lui sa.
Questo è evidente nel trading, specie quando si fa del Trading Simulato.
Cos’è che discrimina il paper Trading rendendolo di norma profittevole rispetto al trading con denaro reale tale da renderlo così difficile, spesso trasformando ciò che in «simulato» è profittevole, in qualcosa di sistematicamente perdente ?
Perché quando simuliamo abbiamo successo mentre quando facciamo seriamente, sbagliamo ?
Queste solo alcune verità oggettive che pochi si soffermano ad indagare e ancora meno cercano il modo per risolvere, cercando le soluzioni al di fuori di se stessi con nuovi indicatori, nuove metodologie o nuovi trading system.

Le tematicha su cui bisogna indagare per capire come risolvere e affrontare queste problematiche sono:
-Come le emozioni influiscono nel processo di trading
-In che modo le emozioni alterano la nostra capacità razionale
-Che rapporto di forza esiste tra mente emotiva e mente razionale
-Come si formano i pensieri nella mente
-La biologia evolutiva che ci ha portato ad essere ciò che oggi siamo
-La biologia è più forte della volontà razionale (è nel nostro DNA)
-La mente emotiva domina la mente razionale biologicamente
-La velocità di risposta della mente emotiva è 6 volte superiore della risposta della mente razionale
-Cos’è il «rapimento emotivo»
-Cos’è il «Corto circuito emotivo»
-Perché la CONCENTRAZIONE non può nulla contro la mente emotiva ?
-Perché lo «Stato di Flusso» o «FLOW» o «ZONA» o «ZONE» è marginale e subordinato alla mente emotiva ?
-Come comportarsi per gestire tutte queste tematiche
-Come sviluppare nel tempo un percorso auto ri-educativo che ci supporti e ci agevoli nel trading
-Come imparare a gestire ed educare da soli la propria emotività giorno per giorno.

Esistono processi biologici che legano la mente emotiva con le reazioni che il corpo manifesta e che la mente produce che permettono di ri-educare le nostre emozioni al fine di renderle funzionali al nostro volere.
E’ possibile attuare un percorso di ri-educazione strutturato per imparare a gestire e riconoscere le emozioni e gli stati emotivi che ci ostacolano al fine di sopirli o ancora meglio di far si che assecondino il nostro volere e che quindi enfatizzino il nostro risultato.
La scienza moderna grazie alle ultime tecnologie ha dimostrato che la mente emotiva è in grado di agire come un moltiplicatore delle performance che l’uomo vuole attuare o al contrario, se la mente emotiva è in contrapposizione al nostro volere, ne limita fortemente le possibilità di realizzo anche quando il risultato è facilmente ottenibile.
Conoscere le dinamiche che regolano l’attività della mente, le gerarchie dei processi funzionali ed i meccanismi che la mente attua seguendo un ordine biologico sviluppato in milioni di anni di evoluzione che in nessun modo può essere sovvertito in quanto appartenete al nostro DNA umano, ci permette di SAPERE in che MODO AGIRE al fine di correggere ciò che ci ostacola.
Attraverso questi processi di ri-educazione possiamo far si che il nostro trading sia quanto più rispondente alle tecniche da noi utilizzate, prive di condizionamenti emotivi che ne limitino o peggio ne sabotino la realizzazione.

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La meccanica emozionale nel Trading
Gianluca
 

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  • La meccanica emozionale nell'operatività di Trading.pdf
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Note inerenti la relazione proposta da alcuni tra "Stato di Flusso" e trading

Note inerenti la relazione proposta da alcuni tra "Stato di Flusso" e trading

piccolo stralcio preso dal mio seminario, inerente la relazione tra Stato di Flusso, tipica situazione che caratterizza stati mentali di atleti di alto livello durante loro performance di eccellenza e l'operatività nel Trading

Lo stato di flusso è ampiamente studiato in particolar modo in ambito sportivo professionistico in quanto una corretta preparazione mentale aiuta ad ottenere performance di elevato livello relative all’atleta che si accinge alla prestazione.
Il problema in questo contesto è che non viene considerata una enorme differenza tra l’ambito sportivo e l’attività di trading sui mercati finanziari da chi né enfatizza le possibilità di utilizzo, differenza che risiede nella sostanziale diversità di prospettive tra gesto atletico ed operazione finanziaria.
Lo sportivo, qualsiasi sia la sua disciplina, è sempre consapevole di cosa lo attende nel suo gesto atletico, quale percorso sciistico, quale distanza di corsa deve percorrere, quale buca golfistica deve affrontare, quanti e quali piattelli a cui sparare nel tiro al volo, ecc…ecc….
La difficoltà dello sportivo risiede nel suo gesto atletico che può essere più o meno performante, più o meno sopra/sotto le sue possibilità atletiche (lo stato di flusso è sempre relativo alle capacità di sé stesso e mai assoluto), ma mai la difficoltà risiede nella conoscenza a priori del terreno di gioco.
Il trader invece, pur conoscendo la sua tecnica anche perfettamente, si trova ad operare in una condizione di ambiente mutevole, incerto, non conosciuto a priori, in cui è il mercato che decide e modifica continuamente il «terreno di gioco». Quindi per quanto il trader sia ben focalizzato sulla sua metodologia, per quanto sia centrato mentalmente con il mercato e concentrato sulla sua azione, la sua operatività rimane comunque frutto di eventi statistici che possono concretizzarsi sia positivamente (successo dell’operazione) che negativamente (operazione chiusa in perdita).
Il trader, pur essendo in stato di flusso, potrebbe senza alcun problema realizzare una serie di operazioni tutte negative in quanto non sarebbe lui a non essere allineato con il mercato, ma sarebbe la sua metodologia che per quanto ben applicata dal trader, risulterebbe in quel contesto ed il quel frangente comunque fallimentare e quindi portatrice di perdite.

In quest’ottica, lo stato di flusso non può nulla nella determinazione del risultato operativo.

Vi è inoltre un ulteriore aspetto che viene sottostimato in ambito di applicazione del concetto di flusso inerente il trading, ovvero la capacità di mantenere in modo durevole e nel tempo la concentrazione, prerogativa quest’ultima necessaria e fondamentale per entrare nello stato di flusso.
E’ dimostrato infatti che la concentrazione mentale è una capacità che coinvolge gli emisferi cerebrali cognitivi, razionali e che tale capacità di concentrazione, oltre ad essere subordinata alla componente emotiva, come abbiamo ampiamente analizzato in precedenza, non è stabile nel tempo, ma oscilla in fasi alterne.
Tipico esempio di questo lo abbiamo con «l’indice di distrazione» (distraction Index) ideato e studiato da Albert Einstein il quale sosteneva che era estremamente difficile anche per lui, pur essendo altamente allenato in questo, a mantenere la concentrazione focalizzata per più di 42 minuti.
Considerando quindi che l’attività di trading si svolge nell’arco di una giornata lavorativa e che non siamo noi a definire quando operare, ma la nostra metodologia in funzione di ciò che offre in quel momento il mercato (è il mercato che mi offre solo in determinati momenti la possibilità di operare, a prescindere dalla mia volontà di farlo in quel momento), risulta assai evidente che il concetto di flusso, facilmente applicabile negli eventi sportivi in cui si è pienamente consapevoli QUANDO inizia la prestazione e quindi QUANDO noi dobbiamo dare il meglio, risulta decisamente inconsistente quando applicato al trading quotidiano.

  • Lo sportivo conosce sia il QUANDO sia il DOVE dare il meglio di sé. Il suo problema è relativo solo al COME fare per dare il meglio di sé

  • Il trader non conosce né il QUANDO né il DOVE, ma conosce solo il COME dare il meglio di sé

E’ evidente quindi che i presupposti sono sostanzialmente diversi tra sportivi e traders e che le due discipline non possono essere accomunate

La mancanza di conoscenza a priori dell'ambiente in cui si andrà ad operare e soprattutto del modo in cui questo ambiente si presenterà agli occhi del trader, è il presupposto base per innescare uno stato emotivo tipico dell'attività di trading, ovvero l'ANSIA relativa all'esito dell'operazione e la PAURA di ciò che non si conosce a priori che oltre ad essere dei potentissimi inibitori della capacità di concentrazione, sono riconosciuti dallo stesso scopritore della stato di flusso (Mihaly Csiksezentmihalyi) come fattori emotivi assolutamente non propedeutici per raggiungere tale stato mentale. Il grafico pubblicato dallo stesso studioso dimostra nei fatti che in stati di ansia come anche di paura è quasi impossibile raggiungere lo stato di flusso (vedi lato sinistro dei grafici - Anxiety e Worry).
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Non da ultimo inoltre, è studiato e provato da studi psichiatrici e psicologici in merito a tale argomento che il denaro e quindi tutti i processi che possono provocare la sua potenziale perdita, sono fautori di altri meccanismi fortemente inibitori che destabilizzano la percezione di sé del soggetto, delle sue credenze in merito a sé stesso ed alla sua identificazione sociale.
Interessante quanto riportato da "Claudio Widmann nel - IL DENARO COME SIMBOLO: ASPETTI PSICODINAMICI E CLINICI" oppure in "IL DENARO IN TESTA - dello psichiatra Vittorino Andreoli - Rizzoli Editore":
Il denaro motivazionale
Nelle civiltà economicamente avanzate il denaro costituisce uno dei maggiori agenti motivazionali. Prima di trovare conferme sperimentali (Bustreo e Zatti, 2007), questa costatazione empirica trovò
innumerevoli espressioni nelle narrazioni archetipiche. Non si contano le fiabe, i racconti o i film che narrano peripezie indicibili per raggiungere un tesoro e ancora più numerose sono le vicende
reali di uomini che dedicano la vita e le migliori energie al ”fare soldi”. In quanto simbolo, il denaro può rappresentare le motivazioni più disparate: comperare una casa o andare in discoteca, accumulare risparmi o aumentare i consumi. L’adagio secondo cui “sono i soldi a muovere il mondo” dice con quale ampiezza esso agisca da motivazione.
In quanto agente motivazionale, denuncia la rilevanza delle singole motivazioni e il valore che ciascuno assegna alle cose; le analisi di spesa segnalano se i bisogni alimentari contano più o meno dei
bisogni di immagine
, rivelano se un’azienda riserva più importanza alla ricerca o alla promozione, se un paese in via di sviluppo attribuisce priorità alla cultura o agli armamenti. Un sondaggio giornalistico condotto negli USA svelò che il 23% degli intervistati (una persona su quattro!) è disposto a commettere un omicidio per diecimilioni di dollari, sapendo di farla franca. E’ un dato sconcertan-te, che parla del valore concreto che viene attribuito alla vita e al rispetto altrui; ma è ancora più sconcertante che quotidianamente vengano commessi crimini per molto meno di diecimilioni di dollari e senza alcuna certezza di farla franca. Osservazioni di questo tipo mettono a nudo la pochezza delle motivazioni di molte persone.
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Il denaro potente
Appropriandosi del denaro, l’uomo contemporaneo ne acquisisce le proprietà simboliche, esattamente come, appropriandosi di un oggetto-mana, l’uomo arcaico ne acquisiva la forza numinosa. La ricerca sperimentale ha ripetutamente confermato che la disponibilità di denaro influenza la percezione di sé e degli altri (Belk, 1988); nel suo superadditum sono compresi elementi di imponenza, superiorità, eccezionalità, importanza. Attraverso un meccanismo di identificazione la ricchezza del denaro si trasferisce simbolicamente al soggetto che lo possiede, consolida la sua immagine e incrementa la sua sicurezza. Fenomenologicamente, vale il principio enunciato da Viederman (1997) secondo cui: “io sono il mio denaro”. Se ciò incrementa la solidità personale, espone anche ai rischi di inflazione psichica. Sul piano individuale, negli stati maniacali atteggiamenti di grandeur personale procedono in parallelo con atteggiamenti di grandeur economica. Sul piano collettivo si ravvisa una stretta connessione fra la grande inflazione economica che colpì la Germania nei primi anni Venti e l’inflazione psichica che divampò poco dopo, alimentando in Germania il mito del superuomo, della superiorità razziale e di una Germania al di sopra di tutto (Deutschland über alles).
L’auto-percezione di forza e importanza si accompagna caratteristicamente a vissuti di potere personale. L’affinità fra denaro e potere è un dato accessibile all’esperienza comune e confermato da interessanti affinità linguistiche. Il termine ‘facoltà’, per esempio, indica sia l’ammontare dei beni, sia le possibilità di una persona ed è stato accertato statisticamente che il possesso di denaro procede in parallelo conferisca maggiore potere sociale (Ferrari e Romano, 1999).
Se la relazione fra denaro e pulsioni di potere è chiara, merita però essere chiarita l’essenza psicologica di questa pulsione. La mitologia attribuisce ad Alessandro Magno l’affermazione che “al potente conviene anzitutto vincere se stesso più che il proprio nemico”; la psicologia precisa che la volontà di potenza è determinazione nel superare gli ostacoli interni, le proprie debolezze e le proprie limitazioni, non a dominare gli altri. Volontà di potenza è un voler-diventare-più-forti, un volersi accrescere e realizzare le proprie potenzialità; è volontà di singolarizzarsi (Adler, 1912). La funzione simbolica del denaro attiva la volontà di singolarizzarsi in molte forme: nell’autocontrollo finalizzato al risparmio, nella determinazione giovanile di fare carriera, nell’intraprendenza di fondare una nuova impresa, nel coraggio di emigrare verso paesi più ricchi. In queste e in altre forme il denaro costella la potenza accrescitiva dello spirito umano.

E’ evidente quindi che la potenziale perdita di denaro, influisce sulla stabilità emotiva del soggetto e ne innesca meccanismi di ansia e paura che minano la percezione di sé stesso e delle certezze materiali e psichiche che circondano la vita di ciascun uomo.

La mia personale conclusione quindi, in seguito ad una attenta analisi oggettiva del fenomeno e consapevole dell'influenza ed ingerenza della mente emotiva sulla mente razionale, è che lo Stato di Flusso è difficilmente raggiungibile durante l'operatività di trading. E' risaputo infatti che anche traders di professione che lavorano per istituzioni finanziarie professionali in qualità di istituzionali, pur operando con soldi non propri, ma di proprietà dell'istituzione, sono soggetti a fortissimi stress emotivi che li inducono spesso in errori tipici che li accomunano con il trader retail (da casa). La letteratura in materia è piuttosto ricca di storie di questo tipo.

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Sostenere quindi che lo Stato di Flusso possa permettere di raggiungere grandi performance inerenti il trading, ritengo personalmente essere cosa priva di fondamento per mancanza di presupposti base necessari. Non a caso lo Stato di Flusso è ampiamente studiato ed osservato in ambito sportivo e NON in ambito finanziario e questo non credo sia dovuto ad una disattenzione del personale finanziario e dei coach manager finanziari delle trading room adibiti a monitorare il team di traders sotto la loro supervisione.

Gianluca
 

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  • Lo stato di Flusso e l'inapplicabilità con l'operatività di Trading.pdf
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WFTrading Roma

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Ciao Gianluca Salvatori,
ho visto e ricordo bene il film ed ho letto il tuo testo.
Al momento ho un pò di confusione non lo so se riuscirò a modificare quell'impalcatura all'interno della mia testolina! Ci provo, Per ora grazie
 

CraZyNasdAq

Nuovo forumer
Per chi volesse approfondire questa tematica inerente la gestione e la rieducazione delle emozioni in ambito di trading operativo, ho appena pubblicato un nuovo lavoro frutto di anni di studio specialistico, ricerca e osservazione in merito a questa tematica.
Trovate info nel mio Blog a questo indirizzo con l'indice del libro ed il primo capitolo gratuito, scaricabile direttamente, corredato di un breve video introduttivo di 16 min in cui spiego il perché di tale libro.

il Pentagramma di Borsa: SULLA STRADA DELLA CONOSCENZA - La gestione psicologica nel trading operativo

Spero che mi sia permesso di menzionare qui nel forum questo nuovo testo. In caso contrario sarà mia premura eliminare questo ultimo post.

Cordialmente
Gianluca
 

terapia.intensiva

Guest
Per chi volesse approfondire questa tematica inerente la gestione e la rieducazione delle emozioni in ambito di trading operativo, ho appena pubblicato un nuovo lavoro frutto di anni di studio specialistico, ricerca e osservazione in merito a questa tematica.
Trovate info nel mio Blog a questo indirizzo con l'indice del libro ed il primo capitolo gratuito, scaricabile direttamente, corredato di un breve video introduttivo di 16 min in cui spiego il perché di tale libro.

il Pentagramma di Borsa: SULLA STRADA DELLA CONOSCENZA - La gestione psicologica nel trading operativo

Spero che mi sia permesso di menzionare qui nel forum questo nuovo testo. In caso contrario sarà mia premura eliminare questo ultimo post.

Cordialmente
Gianluca


Grazie :)
 

CraZyNasdAq

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Ciao Gianluca, mi chiedevo pochi mesi fa come stesse e cosa stessi facendo. :)

Ciao Argema,
ho provato tempo fa a risponderti al tuo messaggio ricevuto in pvt via mail, ma mi tornava sempre indietro la risposta come messaggio non recapitato.
Il mio lavoro di studio e approfondimento sia dal lato tecnico che psico-emotivo è sempre continuato cercando di entrare sempre più nel merito per rendere il tutto più efficace ed efficiente per la mia operatività.
Nell'ultimo anno ho iniziato a mettere nero su bianco gli studi di neuro psicologia che ho fatto e quest'estate ho terminato il mio nuovo libro volto proprio nel cercare di dare una risposta al comportamento emotivo che tutti abbiamo anche quando facciamo trading e non solo, al fine di conoscere l'impalcatura della struttura del pensiero di ciascuno per sapere come riorganizzare e rieducare ciò che vogliamo correggere in modo duraturo.
 

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