La Svizzera si offre di pagare l’alta velocità
all’Italia in ritardo
Sotto esame il tratto Milano-Chiasso: stanziati 280 milioni «anche a fondo perduto». «Non possiamo permetterci fallimenti»
La fama dell’Italia, incapace di finanziare e portare a termine grandi opere in tempi accettabili per il resto d’Europa, comincia ad avere effetti paradossali: il governo svizzero si è detto pronto a finanziare, se sarà il caso anche a fondo perduto, la linea ferroviaria ad alta velocità che, una volta sbucata a sud delle Alpi proveniente da Zurigo, dovrà proseguire a sud, nel territorio delle penisola. Berna considera di vitale importanza l’attivazione di questo collegamento ed è disposta a pagarla di tasca propria, purché l’Italia garantisca il completamento dei cantieri .
CREDITO - La decisione è stata presa a dicembre dalle autorità elvetiche: è stato stanziato un credito di 990 milioni di franchi (poco più di 800 milioni di euro) per lo sviluppo del trasporto ferroviario. Un quarto di questo importo, circa 280 milioni, è stato accantonato per l’Italia; si tratterà di un mutuo ma «potrà essere trasformato in un versamento a fondo perduto in caso di interessi preponderanti per la Svizzera» riferisce al proposito l’agenzia Swissinfo. Secondo la stessa fonte il ministro dei trasporti Doris Leuthard ha dichiarato: «Se vogliamo che questi lavori (quelli in Italia, ndr) siano intrapresi in linea con quelli svizzeri, dobbiamo aiutare a finanziarli».
STRATEGIEGIA - Tanta generosità può essere spiegata in due maniere: da un lato c’è il timore che i cantieri sul versante italiano non tengano il passo con quelli a Nord di Chiasso (proprio di recente si è avuto un esempio lampante: il nuovo collegamento tra Lugano e l’aeroporto di Malpensa è già concluso in territorio elvetico ed è in alto mare in Lombardia); dall’altro Berna considera strategico il suo investimento sulla nuova dorsale alpina, per la quale ha speso ben 30 miliardi di franchi, 7 solo per scavare la nuova galleria del San Gottardo che con i suoi oltre 50 chilometri di lunghezza diventerà la più lunga d’Europa e che entrerà in esercizio già nel 2016. Insomma, occorre scongiurare a ogni costo (è il caso di dirlo) la nascita di una ferrovia «a due velocità».
Il dilemma semmai è un altro: l’Italia ha sempre ipotizzato che il naturale sbocco del corridoio proveniente dalle Alpi fosse Chiasso e poi Milano. La Svizzera ha manifestato preferenze invece per il ramo che costeggia il lago Maggiore toccando Gallarate e poi proseguendo verso Genova. Il perché è presto detto: Berna vuole spostare sui binari il suo traffico merci, togliendo dalle strade entro il 2020 ben 70mila camion all’anno.