Tbond Bund (VM69) 2014: 2014 il ritorno di Smaug (3 lettori)

f4f

翠鸟科
I populisti all’attacco dell’Europa (e dell’euro)


In testa nei sondaggi in Gran Bretagna, Olanda e Francia

L’APPUNTAMENTO I partiti nazional-populisti, riconducibili a forze di destra, ma non solo, si stanno organizzando in vista delle elezioni europee di maggio
Che cos’hanno in comune la difesa delle polpette di carne di maiale servite nelle mense degli asili danesi e l’idea di una minoranza tedesca di smantellare la moneta unica perché inefficiente e dannosa? Sono entrambi cavalli di battaglia di forze politiche - il Partito popolare e Alternativa per la Germania (AfD) - che hanno fatto della retorica antieuropea il loro marchio di fabbrica, sia pure con accenti, presupposti e finalità diverse. Sulle macerie di una crisi economica senza precedenti, e sul ritorno prepotente della questione identitaria, il contagio populista nell’Unione è dilagante - in Francia, Gran Bretagna, Olanda, Italia, Austria, nei Paesi Nordici - e tale da far temere un’affermazione senza precedenti alle europee del 22-27 maggio.




In Germania, dove la società è apprensiva e ha una soglia di destabilizzazione bassissima, si preferisce sottolineare che la AfD «per un soffio» non è entrata al Bundestag, con tutto il corollario di patemi che ne derivano in vista delle europee e un programma di governo senza ambizioni riformiste, ma molto protettivo: maggiori spese sociali, dagli assegni famigliari alle pensioni; salario minimo come controriforma del mercato del lavoro e sconfessione delle liberalizzazioni introdotte nel 2004: poco o nulla sull’integrazione europea.
E questi sono Paesi ricchi, toccati in minima parte dalla crisi e nel caso danese al di fuori della moneta unica, quindi dalle rigidità e dagli obblighi di consolidamento fiscale galoppante e austerità che secondo molti sono all’origine di un malcontento senza precedenti.



Nel 2007 il 57% dell’opinione pubblica europea aveva una visione positiva nei confronti dell’Unione. Oggi si è ridotta al 30%, un minimo storico.






La situazione è ancora più preoccupante che in passato. I partiti nazional-populisti, riconducibili a forze di destra ma non solo, si stanno organizzando in vista dell’appuntamento elettorale di fine maggio, in alcuni casi stringendo alleanze impensabili solo fino a poco tempo fa. Come quella tra Marine Le Pen, leader di un Fronte nazionale apparentemente più sdoganabile rispetto all’Fn ereditato dal padre Jean-Marie, e l’inquietante Geert Wilders, l’olandese a capo del Partito della libertà.
La strana coppia ha trovato un terreno comune sulla restituzione della sovranità agli Stati-Nazione contro lo strapotere della burocrazia senza volto di Bruxelles e sulla difesa del welfare. Così facendo hanno acquisito una dimensione sociale che per decenni è stata propria della sinistra. La loro penetrazione elettorale è fortissima tra le classi operaie, le più colpite dalla globalizzazione in termini occupazionali e anche quelle maggiormente in crisi d’identità e rappresentatività.
Se riusciranno ad allargare la loro alleanza e a creare un gruppo parlamentare consistente gli analisti politici non escludono che le forze euroscettiche, di destra e di sinistra, possano arrivare a rappresentare almeno un quarto dei seggi a Strabusrgo. Il loro potere d’interdizione e disturbo a quel punto diventerebbe formidabile rendendo ancora più difficile di quanto già non sia un’ulteriore spinta verso l’integrazione, che a questi ritmi, divenuti blandi a causa della crisi dell’Eurozona, è ritenuta comunque eccessiva dai populisti.




È un circolo vizioso perfetto che si chiude, nella migliore delle ipotesi. con la minor disponibilità dei partiti europeisti ancora al Governo ad imbarcarsi in grandi progetti di completamento dell’Unione monetaria (l’Unione bancaria, per quanto importantissima, non è tale da riaccendere la passione per l’Europa). Oppure, nello scenario peggiore, a fare proprie alcune politiche demagogiche. Le dinamiche negative sono già in atto, come dimostra l’effetto che l’ascesa in Gran Bretagna del partito euroscettico di Nigel Farage, l’Ukip, sta avendo sulle strategie del governo. Il premier conservatore David Cameron ha dovuto dare in pasto all’opinione pubblica la prospettiva di un referendum sulla permanenza di Londra nell’Unione e lanciare una campagna poco edificante sulla riduzione dei benefici sociali ai lavoratori in arrivo da Bulgaria e Romania.



Nel Parlamento italiano, tra Lega, Forza Italia e grillini, i movimenti euroscettici, benché all’opposizione, rappresentano un terzo dei seggi reclamando un ritorno alla lira. In Gran Bretagna, Olanda e Francia, Ukip, Partito della libertà e Fronte nazionale sono in questo momento, secondo i sondaggi in vista delle europee, i primi partiti. Con questi numeri, l’idea stessa d’Europa è in pericolo.
 

gipa69

collegio dei patafisici
I populisti all’attacco dell’Europa (e dell’euro)


In testa nei sondaggi in Gran Bretagna, Olanda e Francia

L’APPUNTAMENTO I partiti nazional-populisti, riconducibili a forze di destra, ma non solo, si stanno organizzando in vista delle elezioni europee di maggio
Che cos’hanno in comune la difesa delle polpette di carne di maiale servite nelle mense degli asili danesi e l’idea di una minoranza tedesca di smantellare la moneta unica perché inefficiente e dannosa? Sono entrambi cavalli di battaglia di forze politiche - il Partito popolare e Alternativa per la Germania (AfD) - che hanno fatto della retorica antieuropea il loro marchio di fabbrica, sia pure con accenti, presupposti e finalità diverse. Sulle macerie di una crisi economica senza precedenti, e sul ritorno prepotente della questione identitaria, il contagio populista nell’Unione è dilagante - in Francia, Gran Bretagna, Olanda, Italia, Austria, nei Paesi Nordici - e tale da far temere un’affermazione senza precedenti alle europee del 22-27 maggio.




In Germania, dove la società è apprensiva e ha una soglia di destabilizzazione bassissima, si preferisce sottolineare che la AfD «per un soffio» non è entrata al Bundestag, con tutto il corollario di patemi che ne derivano in vista delle europee e un programma di governo senza ambizioni riformiste, ma molto protettivo: maggiori spese sociali, dagli assegni famigliari alle pensioni; salario minimo come controriforma del mercato del lavoro e sconfessione delle liberalizzazioni introdotte nel 2004: poco o nulla sull’integrazione europea.
E questi sono Paesi ricchi, toccati in minima parte dalla crisi e nel caso danese al di fuori della moneta unica, quindi dalle rigidità e dagli obblighi di consolidamento fiscale galoppante e austerità che secondo molti sono all’origine di un malcontento senza precedenti.



Nel 2007 il 57% dell’opinione pubblica europea aveva una visione positiva nei confronti dell’Unione. Oggi si è ridotta al 30%, un minimo storico.






La situazione è ancora più preoccupante che in passato. I partiti nazional-populisti, riconducibili a forze di destra ma non solo, si stanno organizzando in vista dell’appuntamento elettorale di fine maggio, in alcuni casi stringendo alleanze impensabili solo fino a poco tempo fa. Come quella tra Marine Le Pen, leader di un Fronte nazionale apparentemente più sdoganabile rispetto all’Fn ereditato dal padre Jean-Marie, e l’inquietante Geert Wilders, l’olandese a capo del Partito della libertà.
La strana coppia ha trovato un terreno comune sulla restituzione della sovranità agli Stati-Nazione contro lo strapotere della burocrazia senza volto di Bruxelles e sulla difesa del welfare. Così facendo hanno acquisito una dimensione sociale che per decenni è stata propria della sinistra. La loro penetrazione elettorale è fortissima tra le classi operaie, le più colpite dalla globalizzazione in termini occupazionali e anche quelle maggiormente in crisi d’identità e rappresentatività.
Se riusciranno ad allargare la loro alleanza e a creare un gruppo parlamentare consistente gli analisti politici non escludono che le forze euroscettiche, di destra e di sinistra, possano arrivare a rappresentare almeno un quarto dei seggi a Strabusrgo. Il loro potere d’interdizione e disturbo a quel punto diventerebbe formidabile rendendo ancora più difficile di quanto già non sia un’ulteriore spinta verso l’integrazione, che a questi ritmi, divenuti blandi a causa della crisi dell’Eurozona, è ritenuta comunque eccessiva dai populisti.




È un circolo vizioso perfetto che si chiude, nella migliore delle ipotesi. con la minor disponibilità dei partiti europeisti ancora al Governo ad imbarcarsi in grandi progetti di completamento dell’Unione monetaria (l’Unione bancaria, per quanto importantissima, non è tale da riaccendere la passione per l’Europa). Oppure, nello scenario peggiore, a fare proprie alcune politiche demagogiche. Le dinamiche negative sono già in atto, come dimostra l’effetto che l’ascesa in Gran Bretagna del partito euroscettico di Nigel Farage, l’Ukip, sta avendo sulle strategie del governo. Il premier conservatore David Cameron ha dovuto dare in pasto all’opinione pubblica la prospettiva di un referendum sulla permanenza di Londra nell’Unione e lanciare una campagna poco edificante sulla riduzione dei benefici sociali ai lavoratori in arrivo da Bulgaria e Romania.



Nel Parlamento italiano, tra Lega, Forza Italia e grillini, i movimenti euroscettici, benché all’opposizione, rappresentano un terzo dei seggi reclamando un ritorno alla lira. In Gran Bretagna, Olanda e Francia, Ukip, Partito della libertà e Fronte nazionale sono in questo momento, secondo i sondaggi in vista delle europee, i primi partiti. Con questi numeri, l’idea stessa d’Europa è in pericolo.

E' per questo che hanno accelerato sull'Unione bancaria nonstante le differenze... :rolleyes:

Ora metto il mio prodotto in drop e poi mi dice cosa ne pensi.. nel frattempo mi devi dire anche qualcosa sul baro.... :)
 

gipa69

collegio dei patafisici
Domanda:

perché gli USA hanno lasciato l'Iraq dopo averci speso tempo e risorse?

Al-Qaeda force captures Fallujah amid rise in violence in Iraq - The Washington Post

perchè la coalizione internazionale dopo aver fatto cadere il regime di Gheddafi si è ritirata ed ha lasciato il paese nel caos ed impossibilitato a sfruttare il suo potenziale di risorse?

A qualcuno sta bene che il prezzo dell'Oil stia alto e non sono solo i paesi del Golfo....

RPT-Libya budget crisis looms as oil strikes wipe out finances | Reuters
 

f4f

翠鸟科
E' per questo che hanno accelerato sull'Unione bancaria nonstante le differenze... :rolleyes:

Ora metto il mio prodotto in drop e poi mi dice cosa ne pensi.. nel frattempo mi devi dire anche qualcosa sul baro.... :)


la soluzione più logica è produrre qualche risultato tangibile entro le elezioni
ps: cmq la unione bancaria imho potrebbe essere un nuovo atto del 'nuovo corso' della Merkel: finite le doglie elettorali, ora vorrà fare qiualcosa per dare un segno alla sua vicenda politica
qualcosa di positivo che non può prescindere dalla europa: se fino ad ora la politica attendista aveva un suo senso elettorale, ora non lo ha più
quindi, o è una leader o è un orso di pezza
vedremo

domani ci sei?
 
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PILU

STATE SERENI
I populisti all’attacco dell’Europa (e dell’euro)


In testa nei sondaggi in Gran Bretagna, Olanda e Francia



Nel Parlamento italiano, tra Lega, Forza Italia e grillini, i movimenti euroscettici, benché all’opposizione, rappresentano un terzo dei seggi reclamando un ritorno alla lira. In Gran Bretagna, Olanda e Francia, Ukip, Partito della libertà e Fronte nazionale sono in questo momento, secondo i sondaggi in vista delle europee, i primi partiti. Con questi numeri, l’idea stessa d’Europa è in pericolo.

Chi scrive qs articolo ?

qua mi sembra che qualcuno usi il termine populismo come una cosa dispregiativa ..

populismo s. m. [dall'ingl. populism, der. di populist "populista"]. - 1. (stor.) [movimento culturale e politico, sviluppatosi in Russia tra il sec. 19° e il sec. 20°, che si proponeva di raggiungere il miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate e la realizzazione di una specie di socialismo rurale]. 2. (estens., spreg.) [atteggiamento ideologico che esalta tendenziosamente il popolo come depositario di valori totalmente positivi] ≈ demagogia....

cosa c'è di così malvagio ad essere populista ?

una classe politica non dovrebbe avere come scopo di esistere il miglioramento etc etc... ?
Siamo davvero felici di qs classe politica che ha fallito miseramente ogni tentativo di miglioramento delle condizioni di vita..etc etc...inteso come equità sociale ? quello che io vedo è un solco oramai non più colmabile ra una piccola percentuale di popolo che detiene la stragrande ricchezza del mondo con le conseguenze che sono visibili a tutti..siamo davvero oggi un popolo libero ? forse crediamo di esserlo ma sicuramente non lo siamo...se crescerà la consapevolezza tra i popoli del vecchio continente che ci stano prendendo per il kiulo allegramente..beh ne vedremo delle belle..altro che populismo..e mi sa che la consapevolezza tra la gente sta aumentando...quindi se non si svegliano il giocattolo è destinato a rompersi molto presto...
 

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