patt
Forumer storico
BUONGIORNO STOCK PICKERS!!!!
Re Oscar II di Svezia
Preferisco vedere persone ridere per le mie economie piuttosto che piangere per le mie stravaganze.
Wall Street alla prova della verità. Operatori con lo sguardo fisso sui prossimi dati macro
La nuova ottava sarà ricca di market movers, a dir poco decisivi, per il mercato azionario americano. Gli investitori, dopo una settimana che ha fatto registrare complessivamente sui listini principali i cali più ampi dall’inizio del 2006, guarderanno infatti con particolare attenzione al prossimo dato sull’indice dei prezzi alla produzione di maggio, in uscita martedì prossimo.
Ebbene, in accordo con le stime degli economisti, il PPI dovrebbe attestarsi in rialzo dello 0,50% rispetto al +0,90% segnato in aprile; il dato “core”, depurato dalle componenti più volatili, dovrebbe invece segnare un +0,20% rispetto al +0,10% di aprile.
Il giorno dopo, mercoledì 14 giugno, sarà invece rilasciato il dato sull’indice dei prezzi al consumo (CPI), attesi in crescita dello 0,40% rispetto al +0,60% di aprile; il dato “core”, depurato dalle componenti alimentare ed energetica, è atteso invece in salita dello 0,20% rispetto al +0,30% del mese di aprile.
Ma gli esperti sono già preoccupati dal dato sui prezzi all’import rilasciato venerdì scorso, attestatosi in maggio a +1,60% per effetto dell’incremento dei costi legati all’energia, e con una crescita doppia rispetto al +0,80% atteso dalla piazza; subito dopo tale dato, tra l’altro, sui mercati future la probabilità di un rialzo di 25 punti base, nel meeting della Federal Reserve del prossimo 29 giugno, è repentinamente passata all’84% rispetto all’80% del giorno precedente.
Per la ripresa dei listini azionari Usa, quindi, la strada del rilancio passa proprio per i dati di martedì e mercoledì prossimo; se questi risultassero peggiori delle attese, infatti, aumenterebbe il rischio di un ulteriore ridimensionamento dei corsi azionari.
In più, in tal caso il rialzo dei tassi a fine giugno, dal 5% al 5,25%, diventerebbe cosa praticamente certa; non solo, ma i Fed Funds si avvicinerebbero ulteriormente a quel livello del 5,50%, entro il 2006, già da molto tempo pronosticato dagli economisti.


Re Oscar II di Svezia
Preferisco vedere persone ridere per le mie economie piuttosto che piangere per le mie stravaganze.
Wall Street alla prova della verità. Operatori con lo sguardo fisso sui prossimi dati macro
La nuova ottava sarà ricca di market movers, a dir poco decisivi, per il mercato azionario americano. Gli investitori, dopo una settimana che ha fatto registrare complessivamente sui listini principali i cali più ampi dall’inizio del 2006, guarderanno infatti con particolare attenzione al prossimo dato sull’indice dei prezzi alla produzione di maggio, in uscita martedì prossimo.
Ebbene, in accordo con le stime degli economisti, il PPI dovrebbe attestarsi in rialzo dello 0,50% rispetto al +0,90% segnato in aprile; il dato “core”, depurato dalle componenti più volatili, dovrebbe invece segnare un +0,20% rispetto al +0,10% di aprile.
Il giorno dopo, mercoledì 14 giugno, sarà invece rilasciato il dato sull’indice dei prezzi al consumo (CPI), attesi in crescita dello 0,40% rispetto al +0,60% di aprile; il dato “core”, depurato dalle componenti alimentare ed energetica, è atteso invece in salita dello 0,20% rispetto al +0,30% del mese di aprile.

Ma gli esperti sono già preoccupati dal dato sui prezzi all’import rilasciato venerdì scorso, attestatosi in maggio a +1,60% per effetto dell’incremento dei costi legati all’energia, e con una crescita doppia rispetto al +0,80% atteso dalla piazza; subito dopo tale dato, tra l’altro, sui mercati future la probabilità di un rialzo di 25 punti base, nel meeting della Federal Reserve del prossimo 29 giugno, è repentinamente passata all’84% rispetto all’80% del giorno precedente.
Per la ripresa dei listini azionari Usa, quindi, la strada del rilancio passa proprio per i dati di martedì e mercoledì prossimo; se questi risultassero peggiori delle attese, infatti, aumenterebbe il rischio di un ulteriore ridimensionamento dei corsi azionari.
In più, in tal caso il rialzo dei tassi a fine giugno, dal 5% al 5,25%, diventerebbe cosa praticamente certa; non solo, ma i Fed Funds si avvicinerebbero ulteriormente a quel livello del 5,50%, entro il 2006, già da molto tempo pronosticato dagli economisti.