sicuri che sia solo RECESSIONE? (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Svimez: l’italia è conciata male, Nord e Sud sono due paesi diversi

di REDAZIONE
L’Italia arranca ma il Sud va anche peggio. Nel 2013 a fronte di un Pil nazionale che si contrarra’ dell’1,9%, il Mezzogiorno registrera’ un crollo del prodotto pari al 2,5% contro il -1,7% del Centro-Nord. Il lieve recupero che l’economia nazionale registrera’ nel 2014 (+0,7%) risultera’ quasi nullo al Sud (+0,1%) rispetto al +0,9% del Centro-Nord. E’ la previsione della Svimez che segnala nel 2012 una caduta del Pil nel Mezzogiorno del 3,2%, un calo superiore di oltre un punto a quello rilevato nel resto del Paese (-2,1%).
Il 2012 e’ stato il quinto anno consecutivo in cui il tasso di crescita nel Sud e’ risultato negativo: dal 2007 il prodotto dell’area si e’ ridotto cumulativamente del 10,1%, quasi il doppio della flessione registrata nel Centro-Nord (-5,8%). A causare la contrazione dell’attivita’ produttiva nel 2013 e’ il forte calo dei consumi delle famiglie (-2,8% al Centro-Nord, che diventa -4,2% al Sud) e il vero e proprio crollo degli investimenti: -5,4% al Centro-Nord, piu’ del doppio al Sud, -11,3%. Da segnalare, a testimonianza della gravita’ della crisi, che la forte battuta d’arresto viene dai consumi di beni (-4,4% al Centro-Nord, -6,2% al Sud). Giu’ anche i redditi delle famiglie: -1,4% al Centro-Nord, -2% al Sud. Negative anche le esportazioni: nel 2013, si prevede un calo dell’1,4% al Sud e dell’1,1% al Centro-Nord, soprattutto verso i Paesi Uem. Continua anche nel 2014 il calo dei consumi totali, ma con dinamiche piu’ contenute rispetto agli anni precedenti, anche se il Sud continua a essere negativo: -0,9% contro +0,1% dell’altra ripartizione. Anche in questo caso restano decisamente negativi i consumi di beni (-1,2% al Sud a fronte di -0,5% al Centro-Nord).
Prosegue poi anche nel 2014 il calo degli investimenti, al Sud piu’ che doppio rispetto all’altra ripartizione (-6,1% contro -2,6%), con segni particolarmente negativi nelle macchine e mezzi di trasporto (-9,8% contro -3,8%). In ripresa le esportazioni, soprattutto al Centro-Nord (+1,7%, il doppio del Mezzogiorno, +0,8%). A livello regionale, nel 2013 segni negativi per tutte le ripartizioni (-1,9% Nord Ovest, -1,7% Nord Est, -1,5% il Centro). La dinamica peggiore in Calabria (-3,1%), seguita da Sardegna e Campania (-2,9%), Piemonte e Basilicata (-2,6%). Tra le regioni meridionali la performance meno negativa in Abruzzo, -1,9%, seguita dalla Sicilia (-2%), Puglia (-2,1%) e Molise (-2,3%). Positive invece per il 2014 quasi tutte le regioni italiane, eccetto la Valle d’Aosta (-0,2%), la Calabria e Sardegna (-0,1%), che comunque contengono molto le perdite dell’anno precedente. In recupero Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia (+1,2%), seguite da Veneto e Piemonte (+1%). Tra le regioni del Mezzogiorno in testa la Basilicata (+0,4%), seguita da Abruzzo, Molise e Puglia (+0,3%), Campania e Sicilia (+0,1%). In coda Calabria e Sardegna (-0,1%).
da L’indipendenza
 

tontolina

Forumer storico
Jürgen Stark minaccia l'Italia: "Paese irriformabile, in autunno sarà crisi, chiederà gli aiuti europei"

Jürgen Stark minaccia l'Italia: "Paese irriformabile, in autunno sarà crisi, chiederà gli aiuti europei"
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Non proprio parole di buon augurio. Jürgen Stark, falco tedesco nel board Bce fino al 2011, prima delle sue dimissioni dal Consiglio per la sua contrarietà all'acquisto di bond da parte della Banca Centrale Europea, ora pronostica cupi scenari per il nostro Paese, e non solo, per dopo l'estate.
Secondo l'ex capo economista dell'Eurotower, intervistato dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt, "Draghi ha comprato tempo ai governi europei, che però non l'hanno sfruttato". Quel "La Bce farà tutto quello che è necessario per salvare l'Euro", pronunciato dall'ex numero uno di Bankitalia a Londra nel luglio del 2012, volto a creare una rete di salvataggio per i Paesi europei, ha finito soltanto per consentire a gli stati dell'Eurozona più in difficoltà per rinviare ulteriormente le riforme indispensabile a riassestare i propri conti. "La consapevolezza della crisi in Italia non è diffusa", mette in guardia Stark sottolineando che il nostro Paese "è incapace di riformarsi, il Portogallo è in crisi politica, e la Grecia non è in grado di pagare i suoi debiti. Il programma Omt non ha cambiato la realtà della crisi”.
Per questo molto presto i mercati potrebbero mettere alla prova le parole di Draghi per costringere i Paesi, visto che questo è previsto tra i requisiti per accedere la piano di acquisto dei titoli, a mettere in atto tutte le riforme non più rinviabili. Così a dovere fare ricorso allo scudo antispread potrebbero essere non soltanto Italia e Spagna, ma ci sarà "enorme pressione per utilizzare lo stesso strumento anche per la Francia".
La minaccia di Stark ricalca in parte quanto previsto qualche settimana fa da un report di Mediobanca securities - che aveva ipotizzato un possibile aggravarsi della crisi e una possibile richiesta da parte del nostro Paese degli aiuti europei
 

big_boom

Forumer storico
il problema non e' chiedere aiuto ma "fallire"

i tedeschi vogliono un fallimento controllato, ma in questo modo non hai ricambio generazionale e qualitativo nell'industria, nella politica e dirigenziale ma ti tieni la solita minestra stracotta e andata a male

ci facciano fallire e si inventino un euro2 per i paesi periferici da gestire con alta inflazione come di tradizione per i paesi del 3' mondo
 

tontolina

Forumer storico
maronna bonina....

Produzione Industriale: a Giugno +0,3% mensile, -2,1% annuo. Si attenua la caduta.

L’ISTAT comunica quanto segue:
A giugno 2013 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,3% rispetto a maggio. Nella media del trimestre aprile-giugno l’indice ha registrato una flessione dello 0,9 rispetto al trimestre precedente.
Corretto per gli effetti di calendario, a giugno 2013 l’indice è diminuito del 2,1% in termini tendenziali (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di giugno 2012). Nella media del primo semestre dell’anno la produzione è diminuita del 4,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
A giugno la lieve crescita congiunturale della produzione industriale è trainata dai comparti produttori di beni intermedi (+1,6%) e di beni strumentali (+1,0%), mentre diminuzioni si rilevano per i beni di consumo (-1,2%) e per l’energia (-0,1%).
Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a giugno 2013, diminuzioni tendenziali in tutti i comparti. Calano in modo significativo l’energia (-7,1%) e, in misura minore, i beni di consumo (-3,3%), mentre registrano una flessione più contenuta i beni intermedi (-0,5%) e i beni strumentali (-0,2%).
Nel confronto tendenziale, a giugno 2013, i settori in maggiore crescita sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,8%) e della fabbricazione di mezzi di trasporto (+2,2%); quello in maggiore diminuzione è la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,2%).
In estrema sintesi, come gia’ anticipato, il picco minimo produttivo e’ stato ad Aprile 2013. Da allora c’e’ una leggera ripresa nei dati mensili, mentre le variazioni annue restano negative, ma di entita’ molto inferiore a qualche mese fa. Ovviamente siamo circa il 24% al di sotto della produzione del 2008, e cio’ segnala una crisi di sistema paese ed una scarsa competitivita’, nonche’ un andamento disastroso sul mercato interno.



By GPG Imperatrice
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tontolina

Forumer storico
La caduta del PIL s’attenua: nel II Trimestre -0,2% trimestrale, -2,0% annuo

Scenarieconomici ve l’aveva anticipato gia’ ad Aprile che nel II Trimestre la caduta annua del PIL si sarebbe ridimensionata.
L’Italia resta in recessione ed in una situazione di assoluta crisi, ma la velocita’ di caduta sta rallendando. Nel terzo trimestre vi anticipiamo che ci aspettiamo un ulteriore riduzione della caduta annua, ed una variazione trimestrale per la prima volta da 2 anni nulla o leggermente positiva.

Qui il comunicato ISTAT:
Nel secondo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,0% nei confronti del secondo trimestre del 2012.
Il calo congiunturale è la sintesi di diminuzioni del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Il secondo trimestre del 2013 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al secondo trimestre del 2012. La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,7%.
Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,6% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento dell’1,4% sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito.


By GPG Imperatrice
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big_boom

Forumer storico
penso che il picco del 2009 e' servito a calibrare la crisi attuale

se hanno sbagliato i conti succedera' un bel casino
 

tontolina

Forumer storico
L'Italia è IMMANCABILMENTE morta&defunta se non DIMEZZA LA PRESSIONE FISCALE. Tutti gli altri discorsi sono solo PUGNETTE...
.....Ed addirittura i "fichetti" della Price Waterhouse Coopers:
.....La società di consulenza Price Waterhouse Coopers ha calcolato il livello di onerosità fiscale complessiva su una impresa-tipo di 60 dipendenti in giro per il mondo, su un campione di 185 paesi. Il nostro paese resta in condizione pre-agonica. Utilizzando un indicatore composito, fatto di numero di adempimenti, ore dedicate alla compilazione delle dichiarazioni e pressione fiscale complessiva,
l’Italia è alla posizione 131
, con 15 adempimenti fiscali che richiedono un totale di 269 ore.
Ma il dato drammatico è quello della pressione fiscale complessiva.

Da esso emerge che le aziende italiane, così come definite nel campione PWC, hanno un tax rate totale del 68,3 per cento
...
.....
su cui gli oneri sociali pesano per circa due terzi......

....Se a questo tax rate sommate il costo del credito, potete solo stupirvi del fatto che in Italia esista ancora un sistema delle imprese, anche se non è chiaro per quanto tempo.
La terapia?

La solita: tagliare il cuneo fiscale, di almeno 20-25 punti percentuali.....

Pressione-fiscale-aziendale.jpg

 

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