segretario Onu lancia Torino: Sarà una delle nostre capitali (1 Viewer)

gianduiotto farcito

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A Ban Ki-moon, segretario generale dell´Onu, Torino è piaciuta. Tanto da sceglierla come sede dell´incontro "preparatorio" alla prossima assemblea generale delle Nazioni Unite fissato per fine agosto. «Tre giorni al Valentino, dal 29 agosto al 1 settembre - ha sottolineato Ban Ki-moon - Un ritiro "spirituale" che sarà l´occasione per un mio ritorno a Torino».

In realtà la giornata torinese del segretario Onu rivela soprattutto che il progetto dell´ambasciatore Staffan De Mistura, direttore dello Staff center, uno dei tre centri delle Nazioni Unite che formano il campus di via Maestri del Lavoro, di trasformare la città in un punto di riferimento imprescindibile per la diplomazia internazionale ormai una realtà. E se martedì a Roma l´Onu ha incassato dal governo Prodi uno stanziamento di 500mila euro, ieri la presidente della Regione Mercedes Bresso si è impegnata per un contributo di 274 mila euro per tre anni per un totale di oltre 800mila euro. Tutto per quel corso di alta formazione per funzionari delle Nazioni Unite annunciato nel settembre scorso da Staffan De Mistura. «E´ stato un lavoro di squadra» minimizza l´elegante diplomatico dimenticando di proposito che al suo arrivo sullo Staff center gravava la minaccia del trasferimento in un´altra sede. Lui ha rilanciato e ha vinto. Dando contemporaneamente una nuova visibilità agli altri centri Onu in città, l´Itc Ilo e l´Unicri, da sempre dimenticati nello splendido isolamento del campus al fondo di corso Unità d´Italia. Organismi con un budget complessivo di oltre 65 milioni di dollari, come sottolinea il vicedirettore dell´Itc Ilo, Dario Arrigotti, che ogni anni ospitano più di 15mila persone provenienti da 180 paesi ma la cui importanza in realtà non è mai stata compresa davvero dalla città.

Ora invece a Torino si comincia a capire che la formazione dei futuri diplomatici Onu oltre che motivo di vanto può essere un business per la città. E glielo conferma ieri il segretario generale Ban Ki-moon, arrivando in volo da Roma, accompagnato dalla moglie e dal sottosegretario con delega per i rapporti con le Nazioni Unite Vittorio "Bobo" Craxi. Prima tappa è naturalmente il campus di via Maestri del Lavoro dove Ban Ki-moon incontra i 300 funzionari e a cui dice: «Ogni impiegato deve sentire l´Onu come una grande famiglia unita e motivata». Dopo un rapido summit con i direttori dei tre centri (François Eyraud dell´Itc Ilo, Sandro Calvani dell´Unicri e naturalmente Staffan De Mistura dello Staff Center) Ban Ki-moon si fa accompagnare al castello del Valentino: sarà lì che a fine agosto si terrà la tre giorni delle Nazioni Unite che precederà l´Assemblea generale. Il pranzo, come da programma, è fissato al Cambio dove lo aspettano anche il ministro dello Sport Giovanna Melandri, la presidente della Regione Mercedes Bresso e soprattutto il sindaco Sergio Chiamparino che pare piacere molto al gioviale coreano che continua a chiamarlo "mayor Ciamparino". E proprio con "mayor Ciamparino", nell´atrio di Palazzo Carignano, primo parlamento d´Italia, Ban Ki-moon annuncia ufficialmente il suo ritorno a Torino, magnifica cibi e vini italiani già conosciuti a New York grazie alla missione diplomatica di Comune e Regione («Ma l´idea è stata di De Mistura» ammette il sindaco), ringrazia governo ed enti locali per i contributi alle attività e allo sviluppo dei centri Onu in città e profetizza un futuro alle Nazioni Unite per "mayor Ciamparino". Prima di ripartire per Ginevra al segretario Onu resta solo il tempo per una visita alla mostra "I tesori dell´Afghanistan" al museo delle Antichità.

Meo Ponte


:-o
 

gianduiotto farcito

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05.07.2007 - "L´alta tecnologia abita qui"


Il dato più incoraggiante è quello degli addetti in settori ad alta tecnologia. Il 34 per cento, contro una media italiana di dieci punti percentuali inferiore. Segno che il tessuto produttivo torinese è fra i primi in Italia e per la Mole rimane come il principale appeal per attirare investimenti e aziende. Non l´unico, però, secondo l´ultima indagine presentata all´assemblea dell´Unione industriale: «L´attrattività di Torino: opportunità e vincoli».

Anche sul fronte della ricerca si sono compiuti passi avanti, soprattutto negli scambi tra i centri di eccellenza e le aziende, il che fa pendant con una buona presenza di facoltà scientifiche. L´indagine coordinata da Mauro Zangola, responsabile dell´Ufficio studi di via Fanti, mette in luce però anche i molti punti di debolezza. In testa l´offerta infrastrutturale debole rispetto alle grande tratte di attraversamento europee, seppur in progressivo miglioramento, a cui si aggiunge un´insufficiente qualificazione delle risorse umane. E poi si scontano i problemi nazionali: costi del trasporto e dell´energia alti, oltre alla tassazione pesante.

Questioni sulle quali hanno ragionato il sindaco, Sergio Chiamparino, la presidente della Regione, Mercedes Bresso, il presidente della Provincia, Antonio Saitta, e i due rettori, Francesco Profumo del Poli, ed Ezio Pelizzetti dell´Università. Perché Torino, come ha spiegato il presidente dell´Unione, Alberto Tazzetti, «oggi come in passato è sulla linea del fronte della concorrenza internazionale e costituisce un punto di osservazione privilegiato».

Senza appello il giudizio del numero uno dell´ateneo di corso Duca degli Abruzzi: «La competizione con gli altri Paesi è più che difficile, quasi impossibile. Il livello di internazionalizzazione delle nostre università è minimo, chi vorrebbe prendere la strada della ricerca ha difficoltà ad intravedere una carriera e se trova un´opportunità all´estero se ne va volentieri. Bisogna mettere un freno a questa fuga». Ed è per questo che il Politecnico spinge sul dottorato delle professioni, un percorso legato all´impiego nelle imprese. Gli fa eco il rettore di via Verdi. «Come internazionalizzazione l´Italia si colloca sotto il 2 per cento, mentre il Piemonte va un po´ meglio, grazie al Politecnico e all´Università. Oscilliamo dal 3 al 5 per cento. E poi c´è il problema delle risorse che rischiano di andare disperse». Quali? I dottori in ricerca. «Ne sforniamo 400 l´anno - spiega Pelizzetti - ma il sistema universitario ne accoglie dai 70 agli 80. Il resto? È sul mercato, ma solo una piccola quota trova una collocazione. Bisognerebbe incentivare le aziende, anche attraverso una politica fiscale, ad impiegare persone che hanno raggiunto il livello massimo di preparazione nel loro settore».

Sul problema della fuga di cervelli, dell´attrazione delle università estere rispetto a quelle italiane e piemontesi è intervenuto anche Chiamparino, che ha portato ad esempio il percorso del figlio. «Tommaso si è laureato a Torino - ha spiegato il sindaco - ma poi ha iniziato a frequentare corsi fuori. Ora è ad Amsterdam. I giovani hanno voglia di vedere il mondo. Il problema vero è convincere l´amico di mio figlio, Peter, a venire da Amsterdam a Torino. La questione non è fermare chi vuole andare fuori, ma attrarre di più».

Per il primo cittadino, Torino ha molte carte da giocarsi. «Le risorse attorno a noi sono maggiori di quelle che si vedono ad occhio nudo. Quando c´è una sfida da vincere, come nel caso delle Olimpiadi, si è sempre raggiunto l´obiettivo». Da non sottovalutare la capacità degli enti locali di lavorare insieme: «Su Mirafiori siamo andati a Palazzo Chigi con l´accordo già fatto sulle aree e 70 milioni pronti, così come quando Gm ha chiesto di rimanere a Torino dentro il Poli nel giro di tre mesi abbiamo fatto tutto, investendo 50 milioni».

D´accordo la presidente della Regione Bresso: «Bisogna unire le forze, non spezzarle. Per questo siamo interessati ad un rapporto più stretto con la Liguria sui trasporti, sulla formazione, sulla sanità, sulla ricerca. Un esperimento che non costa di più, ma può portare risparmi competitività». Rimane il nodo Tav. Fra 89 giorni il governo dovrà decidere. Tutti concordano che il peggio è passato: «Il consenso ormai c´è - dice il presidente Saitta - le angosce dell´opinione pubblica della valle, che si erano saldate con una minoranza rumorosa, non ci sono più. Merito del lavoro fatto in questi due anni».

Diego Longhin

:-o :-o
 

ricpast

Sono un tipo serio
In effetti percepisco un'euforia particolare da parte dell'intera nazione per questi fatti....
:-o

Direi l'usuale euforia che si taglia col coltello quando si parla di Torino...







:lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
 

gianduiotto farcito

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a parte che queste erano news che ho copiaincollato da torino internazionale.it, non sono notizione ma aspetti interessanti...........

hai ragione, con tutti quei terroristi che vi ritrovate quando si parla di voi in positivo si fa festa nazionale mica come qui che si lavora, patavini miei ;)
 

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