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UCRAINA: PIL -6,5% E NONOSTANTE 17 MLD DI USD DI PRESTITI NE SERVONO ALTRI 19.

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2 settembre - Co i nuovi aiuti il totale delle risorse già stanziate dal Fmi per Kiev arriva a 4,6 miliardi di euro. Ad aprile l'Ucraina ha annunciato un programma complessivo di riforme economiche con la garanzia di prestiti per complessivi 17,1 miliardi di dollari approvati dall'FMI. Nel L'Ucraina intanto deve già tenere conto di un deficit di finanziamenti di 3,5 miliardi di dollari fino al 2015, mentre il Pil dovrebbe contrarsi quest'anno del 6,5%. Nel 2015 a Kiev serviranno altri 19 miliardi di dollari
 

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''BUONE NOTIZIE'': AZIONI DELLE SOCIETA' DI ARMAMENTI BRILLANO NELLE BORSE...

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2 settembre - LONDRA - I titoli azionari delle principali aziende dei settori aerospaziale militare e degli armamenti sono in rialzo a seguito dell'aumento del rischio di conflitti armati nel Medio Oriente e in Ucraina. La tendenza, riferita dal quotidiano ''The Telegraph'', ha favorito in particolare il gruppo britannico Bae Systems, la cui valutazione di investimento e' stata corretta da Bank of America Merril Lynch da ''underperform'' a ''buy''. Anche le fabbriche di armi leggere vanno molto bene in Borsa
 

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Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio ha condiviso un link.

10 ore fa

Le sanzioni contro la Russia stanno dando i loro effetti: per risposta Mosca sta bloccando l'import dall'Italia del settore moda e abbigliamento. Sull'industria italiana della moda, che l'anno scorso ha registrato un export verso la Russia ...di 2,317 miliardi, l'impatto sarà devastante.

Bene, mandiamo definitivamente a puttane la nostra economia .......
http://www.imolaoggi.it/2014/08/31/sanzioni-russia-renzi-sta-condannando-a-morte-migliaia-di-aziende-italiane/ Altro...


Sanzioni Russia, Renzi condanna a morte migliaia di aziende italiane
www.imolaoggi.it


 
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VENTI DI GUERRA MONDIALE: OBAMA IN EUROPA IL 3 SETTEMBRE PER ORGANIZZARE UN'ARMATA INTERNAZIONALE PER IRAQ E SIRIA.

lunedì 1 settembre 2014
Barack Obama sarà in Europa il 3 settembre prossimo, ed è la seconda volta in tre mesi, fatto che non promette nulla di buono. Motivo del viaggio è la riunione del vertice della Nato, in Galles, proprio tra due giorni, vertice nel quale Obama - filtrano indiscrezioni - vuole imporre agli alleati europei, italiani inclusi ovviamente, un suo personale "piano militare".
Secondo fonti dell'Amministrazione, è lo Stato islamico iracheno il principale bersaglio del piano di guerra, perchè di questo si tratterebbe, che Obama vuole sia attuato coinvolgendo la Nato in prima persona.
Preocupazione ulteriore della Casa Bianca è la comprovata impreparazione dell'Europa nei confronti della minaccia dei jihadisti con passaporto europeo che sono andati in Iraq a combattere per l'Isis, ma che possono in qualsiasi momento tornare negli stati europei di provenienza e sviluppare attacchi terroristici anche di vasta scala.
Il segretario di Stato USA John Kerry segretamente avrebbe già avviato da tempo consultazioni per dare corpo ad una alleanza militare occidentale (ovviamente con Paesi Nato) che vada quanto prima a combattere in Iraq e Siria.
Heather Conley, a capo del Centro Studi Strategici e Internazionali di Washington, al riguardo ha dichiarato: "Penso che a breve termine vedremo una coalizione dei volenterosi, paesi membri della Nato, che vogliono sostenere militarmente i curdi e forse anche partecipare a futuri attacchi aerei sull’Iraq e probabilmente in Siria. Non la vedo come un’azione della Nato, ma penso che l’Alleanza atlantica sia consapevole della minaccia”.
Ma nell'agenda di Obama c'è anche la questione russa. Il presidente Usa in questo caso dovrà confrontarsi con l'imbarazzo - a dire poco - di molti stati europei, primo dei quali la Germania che nella Russia vede il principale mercato per il proprio export, e anche con le grandi difficoltà di approvvigionamento di energia dell'Europa, che non può fare a meno del gas russo.
In questo senso, Obama prima del vertice Nato in Galles sarà in Estonia per "affermare" che gli americani sono schierati con Kiev contro la parte ribelle dell'Ucraina che vuole l'indipendenza.
Secondo Simona Kordosova del Consiglio atlantico “Obama dovrebbe rivedere la strategia su come scoraggiare con più forza il presidente Putin dall’intraprendere ulteriori azioni in Ucraina. Una strategia che potrebbe significare anche un’assistenza militare a Kiev o un aiuto finanziario per consentire all’Ucraina di acquistare armi più avanzate”. Ovviamente, un'azione del genere equivarrebbe a uan dichiarazione di guerra della Nato alla Russia, e quindi sarà molto difficile che Obama la intraprenda.
Ma la notizia principale rimane l'obbiettivo di Obama: organizzare con Stati europei membri Nato una coalizione militare come quella che Bush padre e figlio misero in piedi per distruggere l'iraq di Saddam.
Venti di guerra mondiale soffiano fortissimi.
max parisi

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ROSNEFT (RUSSIA) E EXXONMOBIL (USA) CERCANO PETROLIO INSIEME NEL MARE DI SIBERIA

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2 settembre - Benché colpito dalle sanzioni bancarie Usa, il gigante petrolifero russo Rosneft ha annunciato oggi l'avvio di lavori di esplorazione gas e petrolifera con il suo partner americano Exxonmobil in un'area di 205 mila metri quadri nel mare di Laptev, a nord della Siberia. Lo ha reso noto la stessa Rosneft, che ha sempre rassicurato le major occidentali sulla prosecuzione delle loro partnership. In pratica, le ''sanzioni'' quando c'è in ballo i petrolio non valgono.
 

mototopo

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rimetto il pezzo,non capito,ovvio e il suo successivo,le schermaglie servono a definire interessi strategici economicamente e geopoliticamente di altissimo livellio.i lunguaggi vanno capiti ed interpretati e nn dicomo mai il vero obbiettivo,ovviamente......eh;)
 
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Germania inchiodata, Draghi sotto tutela tedesca, deflazione e recessione. Tranquilli, andrà tutto bene.

mercoledì 3 settembre 2014
Il primo mercato mondiale dove esportano le industrie tedesche non è formato dagli stati che compongono l'Unione Europea e ancor meno quello della zona euro: è la Russia.
Sbagliato: era la Russia. Le sanzioni Ue incrociate con l'embargo per ritorsione deciso da Putin l'hanno annichilito e ora la Germania non sa più che fare. Il surplus produttivo sfiora il 30% e altri posti dove riversarlo non ci sono, se si vuole escludere il mercato interno che comunque potrebbe assorbire sì e no il 5% del mancato export.
La prospettiva che si presenta all'Europa per l'autunno in arrivo è dominata dalla debacle germanica che non potrà essere evitata a meno di una clamorosa frattura nella Nato. Le nazioni europee che compongono l'Alleanza atlantica dovrebbero decidere di rifiutare la dottrina Obama, centrata sul paranoico "ritorno dell'Unione Sovietica", abissale idiozia che solo gli ottusi e interessati (all''industria degli armamenti USA) consiglieri del presidente americano possono aver concepito.
Diversamente, le sanzioni rimangono e l'embargo pure e la Merkel può scavarsi da sola la fossa, prima che inzino a farlo - politicamente parlando - in sui connazionali. In Sassonia domenica scorsa la Cancelliera ha avuto un'anticipazione: il partito anti euro Alternativa per la Germania ha raddoppiato i voti sfiorando il 10%.
Sul piano della grande finanza europea le cose vanno, se possibile, anche peggio. E' in atto un braccio di ferro di dimensione continentale.
Secondo una fonte molto addentro a quanto accade sia a Bruxelles che a Francoforte tra le mura della sede della Bce, l'obbiettivo di Draghi di svalutare l'euro almeno del 5% è fortemente avversato nel Consiglio direttivo della Banca centrale europea proprio dai tedeschi e non perchè la svalutazione in sè faccia paura vista la deflazione in atto nell'Eurozona, tutto al contrario perchè si svaluterebbero le ingentissime scorte di capitali in euro detenute dalla Germania, scorte accumulate in vista della probabile frantumazione della valuta unica auropea. E' un scontro di titani.
E' uno scontro di titani da cui deriva lo stallo attuale.
Se Draghi avviasse la svalutazione dell'euro - cosa che tecnicamente può far accadere in qualsiasi momento e avverrebbe nel giro di 24 ore - la Bundesbank lo sfiducerebbe. Lo stesso se Draghi accennasse a dar corpo agli eurobond. Idem se la Bce provasse a comprare ingenti stock di debito pubblico della zona sud dell'Eurozona.
Al governatore è consento lo sparo di una sola cartuccia: la solita distribuzione a pioggia alle banche europee di manciate di miliardi di euro prestati a tassi irrisori perchè a loro volta questi banchieri gangster li offrano ai soggetti economici locali. Servirà per ridar fiato all'economia? No.
No, perchè la situazione appena descritta non ha vie d'uscita. L'Europa dell'euro è incatenata a una valuta troppo forte ma il cui cambio è intoccabile, prigioniera di un'alleanza militare che la mette in ginocchio davanti alle volontà dell'inquilino della Casa Bianca chiunque sia, e infine governata da una banda di inetti burocrati a braccetto con banchieri da spavento e politici da strapazzo capitanati da un vecchio corrotto ubriacone lussemburghese.
Tuttavia, non c'è da disperare. L'equilibrio di questa situazione è altamente instabile. I capitali stanno lasciando l'Europa per gli Stati Uniti. Recessione e deflazione sono concetti molto chiari ai players degli investimenti globali e vederli in atto contemporaneamente qua da noi ha consigliato la fuga che sta accelerando assieme al processo di disgregazione delle economie nazionali della zona euro, adesso elevata a potenza dalla crisi russo ucraina.
Tutto concorre ad affermare che siamo alla vigilia di cambiamenti di portata storica e l'euro finirà.
E Renzi stia pur sereno e continui a mangiare gelati. Al di qua e al di là dell'Atlantico hanno finalmente trovato la corretta traduzione della parola bischero. E l'hanno capita.
max parisi


 

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