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TUTTI I NUMERI DELLA CATASTROFE ITALIANA! UN INCUBO CON UNA SOLA FINE: IL DEFAULT (O VIA DALL'EURO. ADESSO!)giovedì 31 luglio 2014
I crudi numeri non ci consegnano le dimensioni effettive del disastro economico e sociale che vive l'Italia. Ma ci aiutano a comprenderlo, ed anche a capire come le politiche austeritarie per tenere in piedi l'euro, il sistema bancocratico e il capitalismo-casinò, abbiano affossato il nostro Paese. PIL: dal 2007 al 2013 -8,7% . PIL PRO-CAPITE: dal 2007 al 2013 - 9,1%. REDDITO REALE
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Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio

Ierihttp://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#


14-15 GRADI STANOTTE IN TUTTO IL NORD ITALIA, GENTE CHE GIRA COL MAGLIONE AL 30 DI LUGLIO. SECONDO I MEDIA TUTTO NORMALE, LA GEOINGEGNERIA OVVIAMENTE NON C'ENTRA NIENTE...

SCIE CHIMICHE

Secondo il giornalista scientifico americano Mike Ad...ams, l’umanità, a causa dell’inquinamento da metalli pesanti, si sta trasformando in un patetico simulacro di se stessa.

Il sito Tanker Enemy, che seguiamo sempre con grande interesse, rappresenta senza dubbio in Italia la più autorevole fonte indipendente di denuncia delle operazioni di geoingegneria clandestina che ormai da anni vengono effettuate dalle forze armate della NATO con la tacita complicità di tutti i governi occidentali e nella più totale insaputa dell’opinione pubblica.

E questo sito ha recentemente pubblicato un articolo con delle sconcertanti dichiarazioni del noto giornalista scientifico americano Mike Adams. Dichiarazioni sugli effetti dei metalli pesanti sull’organismo degli esseri umani, effetti che potrebbero già aver superato la soglia del non ritorno. Intendo quindi raccontarvi le conclusioni a cui è arrivato Mike Adams, ma lo farò dopo un necessario preambolo.

Il fenomeno della geoingegneria clandestina è da tempo in netto aumento e sta ormai interessando i cieli di tutte le nostre principali città. Vengono rilevate un po’ ovunque e con sempre maggiore frequenza grandi concentrazioni di scie chimiche, lasciate da aerei militari, spesso senza contrassegni, e da droni; scie che non si dissolvono in pochi minuti, come le normali scie di condensazione, ma persistono per ore, spesso per l’intera giornata, causando alterazioni climatiche e disturbi di vario genere alla popolazione di tutte le aree coinvolte.

Disturbi dovuti principalmente all’irrorazione nell’atmosfera di metalli pesanti.

Come ha rilevato un interessante articolo del sito www.centromedicoestense.com, le analisi su residui di scie chimiche rilevano particelle metalliche varie e composti che includono alluminio, bario, cadmio, cromo, nichel, magnesio, manganese, ferro, stronzio, titanio e zinco. Ma i metalli più frequentemente presenti sono alluminio e bario.

Il Bario è un metallo pesante, ed i suoi composti sono molto tossici all’interno del corpo umano, tanto che la sua tossicità è simile all’avvelenamento da arsenico. il carbonato di bario e il cloruro di bario, ad esempio, sono usati come veleni per topi.

La contaminazione di acqua potabile o aria respirabile con questi metalli, in particolare il bario, indeboliscono il sistema immunitario.

Come dimostrano molte ricerche di laboratorio, tutte le modalità di attivazione delle cellule T (le cellule che il corpo utilizza per identificare e combattere gli invasori come batteri e virus) sono state bloccate con dosi di bario. Poco solubili in acqua, i sali di bario sono altamente tossici e provocano una grave carenza di potassio. La tossicità del bario è talmente elevata che avviene appena con una parte per milione in acqua potabile. E in campioni di acqua piovana raccolta dopo il rilevamento di scie chimiche nel cielo sono state riscontrate concentrazioni di bario parecchie volte superiori a questa soglia minima di tossicità.

Dopo irrorazioni particolarmente intense di scie chimiche, come ad esempio quella avvenuta lo scorso 18 Dicembre su numerose città italiane (e che io mi occupai di monitorare da Firenze), si intensificano notevolmente le visite al pronto soccorso degli ospedali e negli ambulatori medici. Molte persone denunciano disturbi respiratori, allergie, debolezza e sintomi simil-influenzali.

Eppure le autorità, che ben conoscono il problema, non intervengono e non informano la popolazione per via di inaudite pressioni che ricevono dall’alto. È stato infatti imposto il segreto di Stato sulle operazioni militari di geoingegneria clandestina ed è vietato anche solo parlarne. E ormai non si contano più le minacce e le intimidazioni che ricevono quei ricercatori e quei giornalisti che tentano di denunciare il problema o semplicemente di avere in merito delle risposte.

E per non dover parlare di scie chimiche, argomento a quanto pare ‘vietato’, chi dovrebbe tutelare la nostra salute tende a sorvolare anche su quelli che ne sono i principali effetti, ovverosia proprio i danni da inquinamento da metalli pesanti.
Ma perché i metalli pesanti sono così dannosi per il nostro organismo? Perché si legano con le strutture cellulari in cui si depositano, ostacolando lo svolgimento di determinate funzioni vitali. L’eliminazione di tali metalli avviene solo in minima parte per salivazione, traspirazione ed allattamento. Il carente smaltimento dei metalli dall’organismo porta al fenomeno della bioaccumulazione. I residui delle particelle metalliche si accumulano negli esseri viventi ogni volta in cui sono assimilati ed immagazzinati più velocemente di quanto sono scomposti (metabolizzati) o espulsi. I metalli si concentrano, danneggiandoli, in particolare in alcuni organi (soprattutto encefalo, fegato e reni) e nelle ossa.

Inoltre sono spesso un fattore aggravante o determinante in numerose malattie croniche, come le affezioni neurodegenerative ed autoimmuni.

Se l’assorbimento di metalli da parte degli esseri umani e di altre specie animali è cresciuto esponenzialmente negli ultimi cinquant’anni anni con l’aumento del livello di industrializzazione, con l’avvento degli esperimenti di geoingegneria clandestina sta adesso toccando nuovi preoccupanti picchi massimi.

Tanto che c’è già chi sta denunciando il pericoloso superamento di una soglia di ‘non ritorno’. E fra questi c’è il giornalista americano Mike Adams di Naturalnews, che ha recentemente dichiarato: «A meno che non siate in uno stato di totale negazione di una realtà incontrovertibile, noterete che l’umanità sta diventando una razza di quasi mutanti, cui sono rimaste ben poca salute e sanità mentale. Un uomo che cresce oggi negli Stati Uniti e che si nutre di cibi industriali è solo una pallida ombra del giovane vigoroso che lavorava nelle fattorie solo tre generazioni fa.

L’attuale leva di giovani è fragile, debole, inetta, pesantemente viziata dalla consolle dei videogiochi, dagli psicofarmaci, dalla televisione, dalle scuole con l’aria condizionata e dai curricula annacquati. Gli adolescenti ed i giovani sono inebetiti, depauperati di nutrienti, di sole e di aria salubre.

Di fatto, le persone intorno a noi sono iper-medicate, ipernutrite e allo stesso tempo malnutrite. I loro organismi sono pesantemente contaminati da sostanze chimiche distruttive, metalli pesanti, aromi sintetici, ormoni… Hanno perso quasi tutte le funzioni cognitive di alto livello ed ora sopravvivono con la funzione cerebrale dell’encefalo rettile: ecco perché vediamo una sempre maggiore diffusione di crimini sessuali, di abusi e di tossicodipendenze nella società odierna».

Riflettiamo bene su queste sagge osservazioni di Mike Adams. Perché più le leggo e più mi rendo conto di quanto egli abbia regione.
Esiste sicuramente un piano prestabilito per sottomettere, controllare e annichilire l’umanità, per renderla totalmente succube e asservita. Ma è anche vero che essa non sta facendo niente per rialzare la testa, per reagire. Ammesso che non sia già troppo tardi, che la fatidica soglia di guardia non sia già stata superata, è giunto il momento di invertire la rotta, prima che sia troppo tardi, prima che l’ultimo essere umano sia tramutato in un patetico simulacro di sé stesso.
Nicola Bizzi

http://www.sapereeundovere.it/le-scie-chimiche-ci-stanno-trasformando-in-esseri-mutanti/ Altro...








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Jack Gioia http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/.../lestate...
 

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Perchè non dobbiamo ONORARE il debito (in parole semplici - V.M.18 anni )



di Gianluca Monaco
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" Come in fisica, la dinamo aumentando di velocità aumenta l'energia prodotta, così in materia monetaria l'aumento della velocità di circolazione della moneta ne aumenta il numero dei beni e servizi che vengono scambiati con lo strumento monetario" ( Giacinto Auriti).​
Se produciamo beni MISURATI per un valore di 10.000 ma abbiamo soltanto moneta ( strumento di misura dei valori e di scambio) per scambiarne 1.000 ( perchè ci viene prestata ) vorrà dire che le 1.000 monete CIRCOLERANNO (passeranno di mano ) 10 volte ( velocità di circolazione ) per riuscire a scambiare il valore di 10.000 che abbiamo prodotto. Siccome le 1000 monete ci vengono prestate, e sono un debito, avremo che il rapporto debito/pil è di 1.000 monete debito su 10.000 (prodotto interno lordo) ossia il 10%. Ma, c'è un MA, le 1000 monete ce le hanno prestate al 5% di interessi ( 50 monete su 1000 ) e quindi a scadenza ( poniamo fine anno) dovremo restituire 1000 + 50 (come quando scadono i BOT dove lo stato deve restituire capitale + interessi).

Se però togliamo dal mercato moneta per 1.000 (liquidità monetaria) per restituire il debito, non circolerebbero più i beni e servizi che produciamo perchè manca la moneta. Allora si preferisce onorare il debito per non far mancare liquidità al mercato ed inoltre si decide di pagare le 50 di interessi rifinanziando ulteriormente il prestito per l'anno successivo che sarà calcolato nuovamente al 5% ma stavolta su un valore monetario di 1.050 anzichè 1.000 ( perchè dovevamo restituire 1.050 e non lo abbiamo fatto). Va da sè che questo meccanismo di rifinanziamento del capitale più gli interessi maturati negli anni porta ad aumentare il rapporto tra debito e Pil che inizialmente era del 10%. Dopo 33 anni di rifinanziamento al 5% si avrà che il rapporto debito/pil sarà del 50% sull'iniziale valore di 10.000 che siamo in grado di produrre ( ossia dovremo restituire 5.000 sul nostro valore di 10.000) .

Oggi in Italia abbiamo il rapporto del 120% (quindi dobbiamo restituire 12.000) ovvero abbiamo sforato oltre il valore di ciò che produciamo annualmente. A questo punto la gente dovrebbe chiedersi: se la moneta serve a misurare ciò che produciamo e quello che produciamo è nostro, di nostra proprietà, perchè si è deciso di farsi prestare il metro, MONETA, per permettere di scambiare quello che NOI PRODUCIAMO? E' qui la grande truffa e il dolo individuato da Auriti. Noi non siamo proprietari di ciò che produciamo perchè la moneta in circolazione per scambiare nel mercato il nostro SAPERE, LA NOSTRA ARTE, LA NOSTRA CREATIVITA', LA NOSTRA MERCE PRODOTTA, viene emessa addebitando la collettività (stato) che ha deciso per legge (convenzione) di accettare una determinata moneta assegnando un POTERE ENORME AL TIPOGRAFO BANCHIERE per LEGGE. Siccome la nostra cultura ed il nostro senso civico ci inducono a credere che è giusto onorare i debiti allora riteniamo che il NON FARLO sia un atto DISONOREVOLE.

Ma il tipografo banchiere ci viene incontro chiedendoci di non saldare tutto il debito ma solo gli interessi eccedenti il VALORE MONETARIO prestato per far circolare la NOSTRA produzione. Come faremo a restituire 12.000 monete se produciamo per 10.000 ? Anche se riuscissimo a restituire le eccedenti 2.000 monete saremo sempre indebitati delle 10.000 che ci hanno "prestato" nel corso degli anni per far circolare i nostri VALORI DI PRODUZIONE. Come è stato possibile tutto questo? Legiferando con Dolo ed approfittando dell'ignoranza dei popoli per una consuetudine ed una falsa induzione nel popolo che lo strumento monetario sia del tipografo (banca centrale) che la emette e che chiede la "garanzia" ( titolo di stato o cambiale di stato che è il NOSTRO LAVORO) equivalente al valore prodotto più l'interesse del 5% ( anzichè il semplice costo del servizio di stampa).

Ecco perchè si necessita di riconoscere lo strumento monetario di proprietà del popolo all'atto dell'emissione e per far questo è necessario che si legiferi in tal senso riconoscendo la nullità per dolo del trattato UE .La scienza giuridica è chiara sul concetto di proprietà dello strumento e di valore dello strumento. Oggi la moneta è emessa legiferando ed accettata per legge ( forzosamente ) dagli stati ma la legge è lo strumento del diritto il cui proprietario è il popolo ed è quindi inammissibile CONCEDERE tale DIRITTO ad un organismo totalmete autonomo ed indipendente dagli stati come lo è la banca centrale di emissione . ( art.130 trattato consolidato dell'Unione europea )

Gianluca Monaco

alcuni spunti sono tratti da centrofondi.it » Blog Archive » E? giusto onorare i debiti?
e da http://www.simec.org/letture-consigliate/90-il-valore-del-diritto
 

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SABA: IL GIALLO PERPETUO DEI BIGLIETTI DI STATO





E' sparita dal sito del Senato l'interrogazione di SODANO del 2004 sui BIGLIETTI DI STATO che sotto riportiamo:



SENATO DELLA REPUBBLICA
—————— XIV LEGISLATURA ——————
716a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO SOMMARIO E STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 16 DICEMBRE 2004
(Pomeridiana)



SODANO TOMMASO - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Per conoscere:
quante e quali siano state, dal 1945 ad oggi, le emissioni di biglietti di Stato a corso legale;
se e perché tale pratica sia stata dismessa;
quali siano stati gli importi di valore nominale per ognuna delle sopracitate emissioni.
(4-07875)



Qua ritrovato sul sito archive.org:




L'interrogazione rimase senza risposta:http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText...
senato.it - Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07875
www.senato.it





L'unica risposta data dallo Stato e dalla magistratura bancaria è questa: fonte cosa di casa nostra
 

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leggi dopo cose gli succede.....................

Tommaso Sodano, abuso d’ufficio e falso: chiesto rinvio a giudizio

Al vice sindaco di Napoli, ex parlamentare di Rifondazione Comunista, viene contestata una consulenza sulla gestazione di un progetto finalizzato a ridurre le emissioni inquinanti a Napoli, accompagnato da una campagna di informazione collegata alla questione del risparmio energetico


di Vincenzo Iurillo | 25 giugno 2014 Commenti (4)


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[COLOR=#9E0000 !important]Più informazioni su: Abuso d’ufficio, Falso in atto pubblico.[/COLOR]









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Galeotta fu una consulenza a un’architetta alla quale è legato da vincoli di amicizia sottolineati dalla Procura di Napoli durante le indagini. Una consulenza che è costata a Tommaso Sodano, vice sindaco di Napoli con delega all’Ambiente ed ex parlamentare di Rifondazione Comunista, una richiesta di rinvio a giudizio con le accuse di abuso d’ufficio e falso.
La vicenda riguarda la gestazione di un progetto finalizzato a ridurre le emissioni inquinanti a Napoli, accompagnato da una campagna di informazione collegata alla questione del risparmio energetico. Il progetto, del costo di 49.973 euro, venne affidato a un dipartimento dell’Università di Bergamo guidato dall’architetta Maria Cristina Roscia. Secondo i pm Ida Teresi e Danilo De Simone, ciò avvenne attraverso una violazione di legge: senza gara pubblica.
La difesa di Sodano, curata dall’avvocato Francesco Picca, sostiene che il progetto, scorporato dai costi di Iva, è inferiore ai 40.000 euro e quindi consente un incarico diretto: “Questa contestazione – spiegò l’avvocato nei mesi scorsi a ilfattoquotidiano.it – attiene a un solo incarico tra i diversi affidati dal medesimo provvedimento a più dipartimenti universitari, firmati dal funzionario comunale e non certo dall’assessore per importi che comunque non prevedevano l’indizione di una gara”.
L’inchiesta della Procura partenopea ha affrontato una serie di presunte irregolarità nella gestione degli affari e degli atti amministrativi del Comune di Napoli, e si fonda su numerose intercettazioni telefoniche. Nei guai è finita anche l’ex assessore comunale allo Sport Pina Tommasielli. Anche per lei c’è una richiesta di rinvio a giudizio. Le accuse vanno dalla truffa al peculato. La prima ipotesi di reato riguarda la cancellazione di alcune multe fatte al cognato Franco Gaudieri, magistrato del Tar e sindaco di Villaricca (totalmente estraneo alle indagini), per la violazione degli accessi alla ztl di Napoli. La seconda ipotesi di reato è relativo all’assegnazione a conoscenti di alcuni biglietti omaggio per lo stadio San Paolo, estratti tra le migliaia riservate agli studenti napoletani ai quali l’assessorato aveva dedicato un progetto ad hoc. Nei prossimi giorni l’ufficio del Gip fisserà la data dell’udienza preliminare.



 

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Redazione Quieuropa, Daniele Pace, Moneta, Giacinto Auriti, Aristotele, David Ricardo, Karl Marx, incompatibilità tra contabilità e denaro, La moneta è l'unita di misura e il mezzo di scambio, Con Auriti il capitale non va più inseguito, L'errore del monetarismo classico, La moneta nasce dalla mente e non dallo scambio, Denaro e accordo sociale, relazione di tempo previsionale, astratta e psichica, L'inganno del denaro è stato infatti perpetrato a danno dei popoli analizzando la moneta come fattispecie economica
Il denaro non può essere documento/strumento contabile
Riforma del sistema monetario: abbiamo bisogno di fondare
la nuova materia monetaria, quella della fattispecie
giuridica e sociale della moneta
La priorità concettuale: separare bene le definizioni della materia
monetarista da quelle della materia economica


di Daniele Pace

Denaro come strumento/documento contabile?
Roma, Londra - di Daniele Pace - Negli ultimi giorni sono state avanzate delle proposte che vorrebbero ildenaro come strumento / documento contabile, atto a valorizzare il lavoro e da utilizzare per il pagamento di stipendi e materiali, per gli scambi commerciali e il pagamento dei servizi. Questa proposta, tuttavia, non solo non può essere accettata, ma è sbagliata nelle sue basi, oltre che non coincidente con la definizione stessa di strumento contabile: il denaro va considerato sempre come una fattispecie giuridica di valore astratto, creata dalla mente e dall'induzione socio-giuridica e non dalla contabilità.
L'incompatibilità tra contabilità e denaro
La proposta nasce probabilmente dalla considerazione di molti che vede il denaro come “sterco del demonio”, un'invenzione malvagia che va assolutamente devalorizzata se non eliminata dalla società, e una sua definizione come strumento contabile porterebbe alla soluzione definitiva. In realtà è questo denaro privato delle banche a possedere queste caratteristiche, ma non certo la moneta nella sua vera natura e funzione, quella descritta da Aristotele, seppur in modo parziale e poi riconcepita in modo definitivo dal professor Giacinto Auriti. Nella sua vera natura e funzione la moneta è uno concetto utilissimo e proprio il suo valore, astratto e sociale, a dargli questa utilità. Il problema è casomai la sua comprensione e creazione, che non può avvenire certo attraverso la contabilità.



Problemi di attribuzione della proprietà

Infatti la contabilità, già nell'etimologia stessa della parola, non ha nulla a che vedere con il valore del denaro, in quanto già nel suo significato, contare appunto, è un tener di conto dei valori monetari, e questo non può coincidere con i valori stessi. I valori monetari possono essere contati grazie alla contabilità, ma non certo creati, come fa oggi la banca producendo il denaro dal nulla. Una creazione contabile del valore, seppur intesa al servizio della società, creerebbe problemi di attribuzione della proprietà ancorché di natura giuridica e filosofica non trascurabili, occultando di nuovo quella che è la natura e funzione della moneta e la sua stessa creazione, nel valore, come strumento sociale. La moneta è l'unita di misura e il mezzo di scambio, che non nasce da un calcolo ragionieristico, ma da un processo ben definito individuato dagli studi di Auriti!

La contabilità non ha potere di acquisto

La contabilità non ha potere d'acquisto… è solo un tener di conto (le misure e i poteri d'acquisto) …. è la stessa differenza che passa tra la calcolatrice e i numeri! Tanto che il denaro (il mezzo e l'unita' di misura) può esistere senza contabilità ma non viceversa … con la contabilità non ci si mangia … con il denaro si possono acquistare cibi da contabilizzare poi per chi vuole tenere conto dei movimenti monetari e di merci. Ma la contabilità non corrisponde né alla moneta, né tanto meno alle merci, di cui è solo la registrazione dei movimenti, la dinamica dei valori, e non certo il loro valore, né tanto meno questo può nascere dall'algebra della ragionieristica.



L'errore di Marx e Ricardo

La movimentazione delle merci e la prestazione lavorativa, contabilizzate nei bilanci, non possono dar vita al valore del mezzo monetario, né tanto meno alla sua circolazione, ma servono solo ad una registrazione dei loro effetti (scambio di beni e servizi) in seno alla società. Fu lo stesso errore di Karl Marx e David Ricardo … la moneta non può essere legata alla merce che ha valore soggettivo e d'uso, infatti è cristallizzato fino all'acquisto. La merce non può creare il valore monetario, indipendente da essa e al limite scambiabile con la merce nell'assioma valore del bene contro valore monetario. In questo errore si alimenta il conflitto tra lavoratore e produttore nella sottrazione del plusvalore e la visione di moneta come strumento contabile: nell'oscurare il reale processo di creazione e induzione monetaria, si rischia di favorire il perpetrarsi di questo conflitto anche nel caso si volesse teorizzare una contabilità “creativa”.

Rivoluzione – Con Auriti il capitale non va più inseguito…

Con Auriti si è fatto un gran passo in avanti perché l'indotto giuridico (e quindi la nascita del valore monetario) non ha nessun legame col plusvalore e il denaro può essere creato liberamente e in abbondante quantità certificandone il valore alla società composta dai cittadini, con una proprietà libera ma mobile, di portatore in portatore. Questo significa che il capitale oggi non va più inseguito, ma può essere tranquillamente inventato dal nulla slegandolo da lavoro e produzione nella sua creazione... tornando alla forma D-M-D si torna indietro di 150 anni.



L'errore del monetarismo classico – Confusione tra simbolo e valore

Nella foga di trovare soluzioni a questa crisi si sta confondendo il meccanismo di emissione con la nascita del valore e il mezzo di scambio con la contabilità che non è il bene che si contabilizza, ma l'aritmetica dei suoi movimenti / trasferimenti. In pratica si sta confondendo il simbolo con il valore… che è l'errore del monetarismo classico per il quale la banca oggi emettendo il simbolo si appropria del valore…. come simbolo si può scegliere quello che si vuole e trasferirci il valore, ma questo e' distinto sin dall'origine ed ha una proprietà che non può essere spaziale (materiale).

La moneta nasce dalla mente e non dallo scambio

La moneta nasce dalla mente, non dallo scambio … quella è la seconda fase, quella strumentale, che non potrebbe esserci senza la prima, la nascita del valore … e solo con la prima possiamo dire che la moneta è di proprietà del cittadino e può essere usata come strumento sociale … mentre nella circolazione vi è la coincidenza tra astrazione e uso sociale del valore astratto. Inoltre è la stessa definizione ragionieristica (esatta) di strumento (o documento) contabile ha non poter coincidere con quella di denaro. Uno strumento contabile è per definizione lo strumento con cui si usa tener di conto, ovvero è il registro utilizzato per tener di conto per un gruppo di valori. Lo strumento contabile è infatti la partita doppia, o semplice, è la somma algebrica dei valori e delle merci e non può coincidere (essere la stessa cosa) con i valori perché ne è la registrazione dei movimenti/trasferimenti (di denaro). È come dire che un saldo fra me e te di due pere equivale alle due pere reali… il saldo non lo mangio (e una pura registrazione), le pere si (sono il valore), esistono, ed esistono indipendentemente se siano contabilizzate o meno. Uno strumento contabileè il libro mastro, il bilancio, il registro IVA … tutti registri di movimento/trasferimento di valori preesistenti, qualunque essi siano.



Il valore esiste senza contabilità, la contabilità non esiste senza valore

Non si capisce perché si voglia insistere su una definizione che appartiene alla ragionieristica e non al monetarismo. Il valore esiste senza contabilità, la contabilità non esiste senza valore. Il denaro non può essere strumento (documento) contabile ma la relazione di tempo previsionale, astratta e psichica, a cui viene attribuito il valore (il potere d'acquisto). La stessa registrazione contabile dei movimenti di valore non può creare il valore che viene invece creato precedentemente e quindi registrato contabilmente. Ma è il valore a creare lo scambio, non la registrazione! Sarebbe come dire che se contabilizzo 2 pere automaticamente ho 2 pere, mentre in realtà ho solo registrato un bene reale che deve essere prodotto autonomamente a seconda del tipo di bene. Ugualmente la creazione del denaro è precedente alla sua contabilizzazione, e questa viene utilizzata solo per l'utilità di tener di conto i valori, non perché essenziale nella creazione … che è astratta e nasce da altri meccanismi, quelli descritti da Auriti e ormai svelati con l'era del Fiat Money.

Denaro e accordo sociale

Anche la contabilità dei beni, in caso di un loro scambio tra individui/aziende senza trasferimento di denaro, resta una semplice registrazione del baratto e non può essere denaro…e nemmeno di denaro si può parlare, essendo questo un valore ben definito. In contabilità questo riferimento può essere avanzato solo in base alla misurazione del valore da sommare algebricamente e non al valore della misura, nato da un accordo sociale ben diverso e non teorizzabile con la ragionieristica. Vi è quindi uno sbaglio concettuale e di terminologia nel volere attribuire al denaro un'eguaglianza allo strumento contabile, campo della ragionieristica e non certo del monetarismo.



Malintesi indotti dall'economia nello studio della moneta

Questa eguaglianza non fa altro che protrarre i malintesi (voluti) creati dall'economia nello studio della moneta, riportandola nell'ambito puramente economico e con una definizione che nemmeno è coincidente con il potere d'acquisto ma addirittura con una sua registrazione. Quando si parla di strumento contabile inoltre si evidenziano strumenti ragionieristici già esistenti e nati con scopi ben definiti (tener di conto) diversi dallo strumento sociale quale è il denaro nato per uno scopo preciso (lo scambio e la misurazione delle merci).

Riforma del sistema monetario e inganno del denaro

Credo che vi sia la necessità invece, se vogliamo riformare il sistema monetario, di separare bene le definizioni della materia monetarista da quelle della materia economica, di cui la ragionieristica fa invece parte. L'inganno del denaro è stato infatti perpetrato a danno dei popoli analizzando la moneta come fattispecie economica, inglobando il monetarismo all'economia delle banche, mentre noi abbiamo bisogno di fondare la nuova materia monetaria, quella della fattispecie giuridica e sociale della moneta.

di Daniele Pace, autore de "La moneta dell'Utopia"
Partecipa al dibattito – infounicz.europa
 

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Perché le sanzioni di Obama contro la Russia sono condannate →
Bin Ladin e l’illusione dell’11 settembre: Deutsche Bank e Blackstone

luglio 30, 2014 Lascia un commento

Dean Henderson 27/07/2014
Nello stesso momento in cui una squadra di Navy Seal scendeva sul complesso di Abbottabad che ospitava il presunto Usama bin Ladin, il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti citava in giudizio la Deutsche Bank. Bin Ladin era un discepolo del capo dei Fratelli musulmani Abdullah Azam. Abbottabad prende il nome dall’ufficiale inglese Sir James Abbott. Nella causa civile presentata alla corte federale di Manhattan, il procuratore Preet Bharara indagava su danni e le perdite per l’emissione di mutui della Deutsche Bank sostenuti dai contribuenti statunitensi tramite l’HUD. Seconda banca del mondo, in maggioranza proprietà della dinastia Warburg che finanziò Hitler, deve anche rispondere del suo ruolo nell’11 settembre.
La Deutsche Bank a corto
Giorni dopo l’11 settembre, il presidente della SEC di Bush, Harvey Pitt, poi costretto a dimettersi per la sua patetica risposta a una serie di scandali societari, apparve alla CNN per rivelare i volumi insolitamente pesanti di vendite allo scoperto di azioni di compagnie aeree e assicurazioni della settimana precedente l’11 settembre. Pitt promise di seguire tali traffici, ipotizzando che al-Qaida potesse esserne coinvolta. Fu l’ultima volta che qualcuno dell’amministrazione Bush ne parlò. Secondo l’Istituto Politico Internazionale di Herzliyah, un’organizzazione anti-terrorismo israeliana, il responsabile del giro di tali titoli era Deutsche Bank Alex Brown. Un articolo su Barons corrobora questo fatto. American e United Airlines, e i giganti delle assicurazioni statunitensi che coprivano il WTC, Munich RE, Swiss RE e la francese Axa, furono specificamente presi di mira. Il 10 settembre, il giorno prima degli attacchi, i rapporti put/call di questi titoli fu senza precedenti. Un put è un’opzione futura che scommette sul declino del titolo, mentre una call è l’opzione futura che scommette sull’ascesa del titolo. Il 10 settembre 2001 presso il Chicago Board Options Exchange c’erano 4516 put su American Airlines e solo 748 call. United Airlines fu presa di mira con 4744 put in contrapposizione a 396 call. I dati sulle compagnie di assicurazione erano egualmente sbilanciati. Il maggiore trader di opzioni fu Deutsche Bank Alex Brown, ramo commerciale statunitense di Deutsche Bank, tradizionale cassaforte delle ricchezze delle Otto famiglie e maggiore azionista bancario dei Quattro cavalieri, divenuta prima banca del mondo con 882 miliardi di dollari di attività. Nel 2001 il senatore Carl Levin (D-MI) del comitato bancario, indicò la Banker’s Trust quale attore importante nel riciclaggio di narcodollari. Il 28 agosto, appena due settimane prima dell’11 settembre, il dirigente di Deutsche Bank Kevin Ingram fu dichiarato colpevole di riciclaggio dei proventi dell’eroina e dell’organizzazione della vendita di armi statunitensi in Pakistan e Afghanistan. Il 15 giugno 2001 un articolo del New York Post disse che Usama bin Ladin ne era il probabile acquirente. Ingram è un caro amico del segretario al Tesoro di Clinton e insider di Goldman Sachs Robert Rubin, ultimamente membro della direzione di Citigroup. Ingram aveva lavorato per Goldman Sachs e Lehman Brothers. Banker’s Trust acquistò la crescente banca d’investimento Alex Brown nel 1997, prima che si fondessero con Deutsche Bank. Alex Brown prende il nome dal fondatore AB “Buzzy” Krongard, che ne fu presidente fino all’acquisto nel 1997 dalla Banker’s Trust. Krongard poi divenne il 3° uomo della CIA. Il 15 settembre, quattro giorni dopo l’11/9, il New York Times riferì che il presidente di Deutsche Bank Global Private Banking, Mayo Shattuck III, si era improvvisamente dimesso. Muhammad Atta e altri due presunti dirottatori avevano i conti presso la sede della Deutsche Bank di Amburgo. Vi furono segnalazioni secondo cui la famiglia bin Ladin aveva appena comprato una grande quota di Deutsche Bank, con l’aiuto del consulente finanziario della Carlyle Group George Bush Sr. I bin Ladin investirono 2 milioni di dollari nel Carlyle Group. Avevano anche grosse partecipazioni in Microsoft e Boeing, ed ampi rapporti d’affari con Citigroup, GE, Merrill Lynch, Goldman Sachs e Fremont Group, recentemente scorporata dalla Bechtel. A 20 giorni dall’11 settembre, Deutsche Bank allontanò, silenziandolo efficacemente, l’inquirente della SEC Richard Walker, il cui compito principale era approfondire il misterioso giro dei titoli di compagnie aeree e assicurazione prima dell’11 settembre. Deutsche era collegata alla LJM dell’Enron e al partenariato Chewco. Enron assunse funzionari della SEC, mentre reclutava parecchio personale della CIA per le sue operazioni di sicurezza globali. Alcuni ipotizzano che il vasto pool monetario che scomparve nell’abisso Enron fosse un fondo nero per il breve sciacallaggio sull’11 settembre, o anche per l’operazione stessa.
I Quattro cavalieri, ora proprietari di maggioranza della Deutsche Bank via Banker’s Trust, ebbero la desiderata presenza militare statunitense in Asia Centrale per gentile concessione dell’11 settembre. Con l’occupazione dell’Afghanistan e nuove basi USA che dilagavano in Asia centrale, il premio petrolifero sul Mar Caspio divenne lo sport delle guardie finanziate dai contribuenti statunitensi. Il direttore di BP Amoco, Zbigniew Brzezinski, nel suo libro del 1997 La Grande Scacchiera… definisce l’Asia centrale la chiave del potere globale e individuò l’Uzbekistan come nazione chiave nell’Asia centrale. Una volta che gli Stati Uniti iniziarono a bombardare l’Afghanistan con il pretesto di prendere bin Ladin, nessun Paese ricevette più visite dai funzionari degli Stati Uniti dell’Uzbekistan, governato da ex-comunisti e il cui governo fu “ammorbidito” da anni di destabilizzazione CIA/al-Qaida. Tutto ciò venne fermato all’improvviso con l’11 settembre. Gli Stati Uniti installarono una base militare in Uzbekistan così come in Pakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Nel gennaio 2002, dopo che il governo dell’ex-negoziatore Unocal Hamid Kharzai fu installato a Kabul, l’esecutivo di Unocal Zalmay Khalilzad fu nominato inviato di Bush in Afghanistan.[1] Il primo punto all’ordine del giorno Karzai/Khalilzad era far rivivere lo sforzo di Centgas di Unocal per costruire il gasdotto dei Quattro cavalieri da Dauletabad, Turkmenistan, attraverso l’Afghanistan al porto di Karachi sull’Oceano Indiano, dove era prevista una base navale degli Stati Uniti sul terreno in precedenza ceduto al sultano dell’Oman. Nel 2005 Chevron acquistò Unocal. I 400 miliardi di dollari annuali di narcotraffico mondiale, importante motore economico delle Otto famiglie, balzò dopo l’11 settembre, quando i taliban posero un giro di vite sulla produzione di oppio, nel 1999. Una mossa che contribuì a suggellare il loro destino. Un articolo del 21 novembre 2001 sul London Independent s’intitolava “coltivatori di oppio, rallegratevi della sconfitta dei taliban“. Il 25 novembre l’Independent ebbe un altro pezzo intitolato “I signori della guerra vittoriosi apriranno le cateratte dell’oppio“. L’articolo descrive come i signori della guerra alleati degli USA, dopo la disfatta dei taliban, incoraggiarono i contadini afghani a piantare “più oppio possibile”. Asia Times Online riferì che gli Stati Uniti liberarono dal carcere il signore della droga Ayub Afridi per organizzare una squadra della CIA da 200000 dollari/anno, assumendo teppisti afghani che riavviarono la produzione di oppio. Il loro piano sembra aver funzionato. Il 4 gennaio 2002 il Christian Science Monitor riportava l’esplosione nel sud della Florida del traffico di eroina e cocaina che non si vedeva dall’apogeo dei contra/mujahadin degli anni ’80. Fu una coincidenza che le forze militari colombiani e i loro capi oligarchici, che gestiscono il narcotraffico nel Paese, lanciassero una grande offensiva contro le FARC nel febbraio 2002? Utilizzarono anche loro la copertura della guerra per inviare cocaina nel sud della Florida? Nel 2005 la produzione di oppio afgano era esplosa.
Come lo studioso e dirigente del Forum Tiers Monde in Senegal, Samir Amin, dichiarò, “… non possiamo fare a meno di notare che gli eventi dell’11 settembre si sono verificati proprio nel momento giusto permettendo agli Stati Uniti d’installarsi nell’Asia centrale ricca di petrolio, una regione che consente per l’ennesima volta la viziosa geo-strategia occidentale per circondare Russia, Cina e India. Obiettivo strategico apertamente proclamato dagli Stati Uniti da oltre dieci anni. Sadam Husayn fu la giustificazione per le permanenti installazioni militari statunitensi nel Golfo. Usama bin Ladin poté esserlo per la politica degli Stati Uniti in Asia centrale. Non si può escludere l’ipotesi che la CIA e il suo fedele alleato Mossad possano esservi coinvolti in qualche modo“.[2] I sospetti di Amin sono confermati da rapporti su internet secondo cui 20000 sacchi per cadaveri furono improvvisamente consegnati dal dipartimento della Difesa a camp Floyd Benet nel Queens, tre settimane prima l’11 settembre. Un militare dell’US Navy di stanza su una portaerei, telefonò alla famiglia prima dell’11 settembre, per avvertirli che “qualcosa di grosso” sarebbe accaduto in una grande città degli Stati Uniti. Disse anche alla famiglia che la sua nave fu dirottata dalla precedente missione dirigendosi verso la costa orientale degli Stati Uniti, preparandosi a tale evento.[3]
Seguire il denaro del Carlyle Group
Usama bin Ladin ebbe sostegno finanziario dal defunto sceicco miliardario saudita Qalid bin Mahfuz. Bin Mahfuz era rappresentato negli Stati Uniti dallo studio legale Akin, Gump, Strauss, Hauer & Feld di Washington DC, la stessa società che rappresentava la Fratellanza musulmana della Casa dei Saud e il più grande ente islamico caritativo, la Fondazione mondiale per lo sviluppo e il soccorso in Terra Santa. Akin – Gump difese bin Mahfuz, partner di Chevron Texaco in Asia centrale, quando esplose lo scandalo della BCCI. Akin, Gump e partner sono amici intimi del presidente George W. Bush. [4] Un audit del governo nel 1999 rilevava che la saudita National Commercial Bank di bin Mahfuz aveva trasferito quell’anno oltre 3 milioni di dollari ad Usama bin Ladin tramite enti di beneficenza. [5] Bin Mahfouz non poteva essere accusato di slealtà alla famiglia, dato che era cognato di Usama. Il fratello di bin Ladin, Salim, fu uno stretto socio in affari dell’agente della CIA James Bath, la cui Skycraft Airways affittava aerei a bin Mahfuz, quando lo sceicco riciclava i narcodollari del Cartello di Medellin attraverso la filiale alle Cayman della BCCI, assieme al capo dell’intelligence saudita Qamal Adham. Salim era anche investitore dell’Harken Energy che George W. Bush e Dick Cheney avviarono come Arbusto Energy con i 50000 dollari dati dal padre miliardario di Usama, Muhammad bin Ladin. Salim e Muhammad sono morti in misteriosi incidenti aerei. Mentre i due jumbo jet si schiantavano sul World Trade Center, l’11 settembre, un altro dei fratelli di Usama, Shafiq bin Ladin, era alla conferenza annuale degli investitori del Carlyle Group a Washington DC. Uno dei relatori alla conferenza DC sarebbe stato George Bush Sr., che ora lavora come consulente finanziario del Mellon Carlyle Group, presieduto da Frank Carlucci, segretario alla Difesa di Reagan e Bush e che presiedeva il Consiglio di Sicurezza Nazionale a controllo familiare di Reagan. Carlucci collaborò con i mafiosi, nel 1961, nell’assassinio della CIA del primo ministro congolese Patrice Lumumba. Fu compagno di stanza a Yale del segretario alla Difesa di Bush Jr. Donald Rumsfeld. Incontrò a Yale James Baker e George Bush Sr., membro della Skull & Bones, anche conosciuta come Confraternita della Morte e l’Ordine, nome condiviso dagli antichi terroristi afghani Roshaniya. Il Carlyle Group fu fondata dall’assistente di Carter David Rubenstein, nel 1987. È un fondo private equity specializzato nel riciclaggio dei petrodollari degli sceicchi del Golfo Persico, ritornati nelle banche e società delle Otto famiglie. Fino al novembre 2001 Carlyle fu consulente finanziario del più ricco magnate delle costruzioni in Arabia Saudita, lo sceicco Muhammad bin Ladin. Attraverso Carlyle, lo sceicco bin Ladin fece grandi investimenti nella Citigroup, nel colosso bancario olandese ABN Amro, Nortel, Motorola e GE. Più significativamente, vi furono segnalazioni secondo cui la famiglia bin Ladin lavorasse attraverso Carlyle Group ad acquisire una grande quota della Deutsche Bank, il cui ex-presidente JH Binford Peay siede nel CdA di Carlyle con George Bush Sr. e James Baker.[6] L’azienda legale della famiglia Baker, Baker Botts, ha uffici a Riyadh. L’ex partner di Robert Jordan, che difese George W. nello scandalo Harken Energy, divenne l’ambasciatore di Bush in Arabia Saudita. Baker Botts rappresentò BP Amoco in Asia centrale e fu consulente legale di Carlyle Group. I Baker da generazioni sono gli uomini di paglia dei Rockefeller. Il presidente Bush Sr. una volta intervenne a nome dei monarchi sauditi, che avrebbe poi consigliato nel Carlyle, in una causa legale dei cittadini statunitensi contro re Fahd e la polizia saudita per l’accusa di torture, poco dopo l’11 settembre. Bush Sr. incontrò il principe ereditario saudita Abdullah a Riyadh, mentre James Baker si unì a un gruppo di banchieri internazionali al Lanesborough Hotel di Londra. Baker Botts rappresentava la famiglia reale saudita nella causa intentatela contro dalle famiglie delle vittime dell’11 settembre.[7]
Bush, Baker e Peay di Deutsche Bank s’incontrarono nel CdA di Carlyle con l’ex primo ministro inglese John Major, l’ex-presidente della SEC Arthur Levitt, il direttore del budget di Reagan Richard Darman e l’ex-presidente del Joint Chiefs of Staff generale John Shalikashvili. L’ex-presidente filippino Fidel Ramos, capo dell’intelligence del regime di Marcos, un ex-primo ministro thailandese, l’ex primo ministro sudcoreano Park Tae Joon e il direttore dell’Abu Dhabi Investment Authority on Asia, contaminata dalla BCCI, fanno parte dell’Advisory Board del Carlyle.[8] Carlyle acquistò la società immobiliare Coldwell Banker dalla Sears nel 1989 e la vendette al Fremont Group della Bechtel. Carlyle acquistò anche Caterair, il principale servizio di ristorazione delle linee aeree del mondo, dalla Marriott. Caterair aveva accesso senza precedenti alla flotta mondiale aerea commerciale. Il presidente George Bush Jr. diresse Caterair fino al 1994. Poco dopo essere divenuto governatore del Texas, la società fallì. La Carlyle piombò a comprarne i resti ad un prezzo speciale. Bush supervisionò un investimento da 10 milioni di dollari all’Università del Texas della Carlyle, mentre era governatore. Carlyle detiene una grossa fetta della divisione aerospaziale di Ford e Harasco, produttore di veicoli militari. Carlyle è l’11.mo maggiore appaltatore della difesa degli Stati Uniti. Per il 20% è della Mellon Bank ed è controllata dal potente Blackstone Group, che si rimpinzò a buon mercato delle carcasse saccheggiate delle casse depositi e prestiti vendute con la Resolution Trust Corporation da Bush padre. Blackstone, potenza finanziaria controllata dai Rothschild e il cui presidente Peter Fischer fu presidente del Council on Foreign Relations, possedeva anche Bioport, l’unico produttore di vaccini contro l’antrace negli Stati Uniti. Nell’ottobre 2001 i tabloid della Florida, i principali media e congressisti iniziarono a ricevere letali pacchetti di antrace, più tardi identificato nel ceppo “Ames”. I tabloid, tra cui Sun, National Enquirer e Weekly World News, storicamente operano per la disinformazione e diversione della CIA.[9] Il 12 ottobre gli scienziati del laboratorio veterinario dell’Iowa State University, USDA, ad Ames, con la benedizione dell’FBI, incenerirono 100 fiale di culture di antrace risalenti al 1928, distruggendo deliberatamente le prove materiali per le indagini sull’antrace.[10] Il futuro di BioPort sembrava brillante più che mai. Il suo principale azionista è Fuad al-Hibri, ricco uomo d’affari saudita vicino alla famiglia bin Ladin. Al-Hibri era manager per le fusioni e acquisizioni di Citigroup. Il Pakistan News Service riportò il 1 dicembre 2001 che numerosi documenti della BioPort furono trovati in covi di al-Qaida a Kabul. L’ammiraglio William Crowe, membro del CdA di Chevron Texaco ed ex-membro del Joint Chiefs of Staff, acquisì una quota del 22% della Bioport al prezzo molto speciale di 0 dollari. La parte di Crowe nel patto era promuovere il vaccino contro l’antrace della Bioport presso l’esercito statunitense. Molti azionisti della BioPort facevano parte dell’oligarchia inglese di Porton Down. Buon amico di Henry Kissinger, Lord Jacob Rothschild sedeva nel consiglio consultivo internazionale di Blackstone, proprietaria di Bioport. Il gigante farmaceutico tedesco Bayer, nato dal combine nazista IG Farben finanziato dalla Deutsche Bank, vide le vendite del suo antibiotico Cipromyacin balzare del 1000% per effetto della paura dell’antrace, mentre i cittadini statunitensi si precipitarono ad acquistare forniture per 60 giorni di vaccino contro l’antrace al prezzo di 700 dollari. La Bayer era sull’orlo del fallimento prima dell’11 settembre.
Secondo Michael Davidson di From the Wilderness Publications, non meno di dodici microbiologi di fama mondiale morirono in circostanze misteriose dopo l’11 settembre. Il Dr. Don Wiley del Howard Hughes Medical Institute di Harvard fu trovato annegato nel fiume Mississippi, giorni dopo che la sua auto abbandonata venisse trovata sul ponte I-40 a Memphis, non lontano dall’arena Pyramid. Memphis prende il nome da un’antica capitale egizia, di grande importanza per la Fratellanza. Diversi importanti microbiologi russi e israeliani erano sul volo Air Sibir 1812, abbattuto da un missile ucraino andato fuori rotta per oltre 100 miglia, il 4 ottobre 2001. Molti altri microbiologi importanti erano su un volo Swiss Air che si schiantò mentre tentava di atterrare a Zurigo, il 24 novembre 2001. A parte i miliardi guadagnati da Bioport, Bayer e dall’industria farmaceutica controllata dai Rockefeller grazie al panico pubblico indotto sull’antrace, Davidson vide in questa misteriosa sfilza di scienziati morti, una trama più oscura per scatenare un nuovo massiccio programma di spopolamento globale. Secondo il Dott. Len Horowitz, l’antrace militare è disponibile quasi esclusivamente presso l’American Type Culture Collection (ATCC) di Rockville, MD, guidata dal Dr. Joshua Lederberg. Lederberg è presidente della Rockefeller University. Nel 1994 Don Riegle affermò al Congresso che l’ATCC aveva inviato 19 pacchetti di bacillo di antrace in Iraq, nel 1978-1988.[11]
Il crociato e gli spettri
Poco dopo l’11 settembre, il presidente Bush iniziò a usare la parola “crociata” nel malcelato tentativo di evocare le antiche Crociate, dove società segrete cristiane guidate dai cavalieri templari collaboravano con gli Assassini dei Fratelli musulmani per attaccare i musulmani nazionalisti saraceni. Il 26 settembre, due settimane dopo l’11 settembre, le United Defense Industries (UDI) del Carlyle Group firmarono un contratto da 66,5 milioni di dollari con il Pentagono per completare l’avanzato sistema di artiglieria Crusader. I titoli UDI salirono alle stelle. Il 14 dicembre Carlyle vendette le sue nuove azioni per 237 milioni dollari in un solo giorno. Il giorno prima il Congresso aveva approvato il bilancio della difesa di Bush, che finanziava il contratto UDI con l’esercito statunitense. [12] Nel maggio 2002, una volta che i proprietari Blackstone della Carlyle avevano incassato, il compagno di stanza a Yale di Carlucci, il segretario della Difesa Donald Rumsfeld annunciò la cancellazione del programma Crusader. La Carlyle è proprietaria del BDM federale di McLean, VA, proprio lungo la strada per Langley. Gli uffici sauditi del BDM sono anonimi. Il suo ruolo nel regno riguarda l’addestramento dei militari sauditi nei sistemi d’armi made in USA e l’ammodernamento della Guardia nazionale saudita. BDM ebbe un contratto da 50 milioni di dollari per supervisionare l’aeronautica saudita nel 1995-1997. Ebbe un contratto da 44,4 milioni di dollari per costruire alloggi presso la base militare Qamis Mushayt. Parte dei sei statunitensi uccisi nel 1996 con un’autobomba in una base militare statunitense in Arabia Saudita, erano impiegati della BDM.[13] Nel 2000 BDM ebbe un contratto da 65 milioni di dollari per mantenere la flotta di F-15 dell’aeronautica saudita. Nel 1998 Carlyle vendette BDM a TRW, produttore leader di satelliti spia della NSA, la cui sede si trova sulla giustamente denominata Savage Road, a Ft. Meade, MD e le cui attività europee sono dirette dal palazzo della IG Farben a Francoforte. La NSA ha collaborato con IBM negli anni ’70 nel progetto Lucifero, producendo una macchina per cifratura delle dimensioni di un microchip.[14] Dalla simbolica sede centrale a forma di piramide, a San Francisco, TRW è una delle tre agenzie di informazioni statunitensi che raccolgono continuamente informazioni su tutti gli statunitensi. Uno dei più sofisticati satelliti della NSA si chiama Pyramider. Nel luglio 2002 Northrop Grumman acquistò TRW per 7,8 miliardi di dollari divenendo il secondo maggiore appaltatore della difesa statunitense dopo Lockheed Martin. Northrop vanta un fatturato annuo di 26 miliardi di dollari e ha 123000 dipendenti. TRW ha creato Vinnell Corporation, ora al 26.mo anno di “modernizzazione” della Guardia Nazionale saudita in collaborazione con l’esercito statunitense. La Guardia saudita è divisa in due unità. Una protegge il regno dalle minacce esterne. Le altre guardie sorvegliano le installazioni petrolifere Aramco dei Quattro cavalieri, per proteggerle dal popolo saudita. Nel 1998 Vinnell intascò un contratto da 831 milioni di dollari dalla Casa dei Saud. Un primo contratto di tre anni da 163 milioni di dollari vede il cognato del principe ereditario Abdullah come junior partner. Prima di venire in Arabia Saudita, Vinnell fece centinaia di milioni di dollari costruendo basi statunitensi durante la guerra del Vietnam, poi fece ancora più soldi distruggendo quelle basi, quando le forze USA si ritirarono. Un funzionario del Pentagono descrisse una volta Vinnell su Village Voice come “il nostro piccolo esercito mercenario“.
Altri tre enti spettrali operanti in Arabia Saudita sono O’Gara Servizi di protezione, Booz Allen Hamilton e Science Applications International Group (SAIC). O’Gara fornisce la sicurezza alla Casa di Saud e agli altri monarchi del Consiglio di Cooperazione del Golfo. La sicurezza della Casa dei Saud comprende anche molti mercenari statunitensi. Booz Allen di McLean, VA, ebbe un contratto di 5 anni e da 21,8 milioni dollari per aggiornare la marina saudita nel 1995. Booz consiglia anche i marines sauditi e gestisce la scuola ufficiali delle forze armate saudite.[15] Nel 1990-1995 i sauditi spesero 62 miliardi di dollari in armi statunitensi. Alla fine del 2010 il Pentagono annunciò un accordo da 60 miliardi di dollari per le armi ai sauditi, uno dei più grandi di sempre. Secondo il Center for Public Integrity, Booz Allen iniziò a stipulare contratti sul programma Total Information Awareness della Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), prima dell’11 settembre. Booz ebbe 13 contratti con la DARPA, del valore di 23 milioni di dollari, superata solo dai 23 contratti della DARPA da 27 milioni di dollari concessi a Lockheed Martin. L’ex direttore della CIA e CEO della Dyncorp, James Woolsey, ora lavora per Booz Allen. Nel 2008 Carlyle Group acquistò la quota di maggioranza di Booz Allen per 2,54 miliardi di dollari. SAIC ebbe due contratti dalla Casa dei Saud, alla fine degli anni ’90, da 166 milioni di dollari, per fornire veloci sistemi di comunicazione e comando alle Forze navali reali saudite. SAIC addestra spesso personale saudita nel suo quartier generale a San Diego. La CIA ha un contratto con SAIC per rivalutare la malattia della Guerra del Golfo tra le truppe statunitensi, attive nel conflitto del 1991. Nel 1995 SAIC assunse la Network Solutions, la società che assegna i nomi ai domini e che “sorveglia” Internet. Il CdA di SAIC vede l’ex-vicedirettore della CIA ed allievo della Naval Task Force 157 Bobby Inman, il segretario alla Difesa di Nixon Melvin Laird, l’ex-generale Maxwell Thurman, il segretario alla Difesa di Obama Robert Gates, il direttore della CIA di Clinton e membro del consiglio di Citigroup John Deutch e il segretario alla Difesa di Clinton William Perry. SAIC gestisce l’Interstate Identification Index dell’FBI, un database con 30 milioni di fedine criminali. Inoltre ha contratti investigativi per 200 milioni di dollari con l’IRS.[16]
Note
[1] “Wolf Blitzer Reports”. CNN. 1-6-02
[2] “Political Islam”. Samir Amin. Covert Action Quarterly. Winter 2001. p.6
[3] UnwoToday
[4]US Ties to Saudi Elite May be Hurtng War on Terrorism”. Jonathan Wells, Jack Meyers and Maggie Mulvihill. Boston Herald Online. 12-10-01
[5] “The White House Connection: Saudi Agents and Close Bush Friends”. Maggie Mulvihill, Jonathan Wells, Jack Meyers Boston Herald Online 12-11-01
[6] “Arms Buildup Enriches Firm Staffed by Hired Guns”. Mark Fineman. 1-10-92
[7] Dude, Where’s My Country. Michael Moore WarnerBooks New York 2003
[8] Fineman
[9] Spooks: The Haunting of America- Private Use of Secret Agents. Jim Hougan. William Morrow & Company. New York. 1978
[10] “Anthrax Terrorism: Investigative Muddle or Criminally Reckless Endangerment?” David Neiwart. Covert Action Quarterly. Winter 2001. p.36
[11] “The CIA’s Role in the Anthrax Mailings”. Len Horwitz. March 2002
[12] Fineman
[13] “Saudi Bombing Puts Spotlight on US Military Aid”. Washington Post. 11-13-95
[14] The Puzzle Palace: America’s National Security Agency and its Special Relationship with Britain’s GCHQ. James Bamford. Sidgwick and Jackson. London. 1983
[15] “Privatizing War: How Affairs of the State are Outsourced to Corporations Beyond Public Control”. Ken Silverstein. The Nation. 7-28/8-4, 1997.
[16] “Internet Users Spooked about Spies New Role”. Glenn Simpson. Wall Street Journal. 10-2-95
Dean Henderson è autore di Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries,Das Kartell der Federal Reserve, Stickin’ it to the Matrix & The Federal Reserve Cartel. Il suo sito è Left Hook
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
 

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Forumer storico
La repubblica sudamericana ancora nel mirino della finanza mondialista









Avanti Argentina!

2

Le cronache sono scatenate, gli economisti (da che pulpito!) alzano il dito ammonitore, il coro è pressoché unanime: l’Argentina è fallita, Buenos Aires è di nuovo in “default”.
La colpa, ça va sans dire, viene fatta ricadere sul governo giustizialista della presidentessa Cristina Kirchner, “reo” di aver portato il Paese verso il non-allineamento, fuori dalla sfera di influenza di Washington, vicino alla Russia e ai Brics, verso le nazionalizzazioni, la socializzazione delle aziende. Colpevole di aver traslato nella prassi politica e nell’amministrazione della cosa pubblica il binomio che da sempre ha costituito, che oggi costituisce e che per sempre costituirà il nemico mortale degli oppressori di ogni risma: quello che congiunge le istanze di giustizia sociale a quelle di sovranità nazionale.
Un governo, quello peronista di Buenos Aires, che è riuscito nell’arco di pochi anni a risollevare le sorti di un popolo e di una nazione che – fa sempre bene ricordarlo, a beneficio degli smemorati a orologeria – fino ai primi anni dello scorso decennio, nel periodo dei governi Menem e De La Rua infeudati agli Usa e alla Fed, erano sprofondati nella povertà e nella disperazione più nera (vi fu addirittura un’impennata della mortalità infantile a causa della denutrizione) e vivevano in una condizione di permanente disordine sociale e latitanza delle istituzioni.
Il “default”, quello vero, quello che portò un intero popolo alla fame e alla rivolta, fu determinato 13 anni or sono dai governanti che vendettero il patrimonio della nazione alle banche e agli speculatori internazionali. E sono le stesse banche e gli stessi speculatori che ora tentano la vendetta, attraverso la sentenza di un tribunale (statunitense, quindi con giurisdizione sull’intero pianeta) che impone a Buenos Aires il pagamento di parte di quel debito che lo stesso governo peronista aveva rinegoziato denunciandolo come illegittimo.
Dire che oggi l’Argentina sia a rischio default è – per usare le stesse parole del ministro dell’economia Axel Kicillof – una “cavolata atomica” o se preferite una “cagata pazzesca”, come avrebbe proferito un attore genovese, in quanto questa situazione di insolvenza sarebbe determinata esclusivamente dalla rivendicazione di debiti non dovuti e truffaldini nella loro stessa origine. Situazione aggravata, peraltro, dalle minacce di isolamento internazionale e di embargo economico (minacce a stelle e strisce, ovviamente…. che verosimilmente non troveranno sponda nel resto del mondo) cui l’Argentina andrebbe incontro in caso di rifiuto del riconoscimento della situazione debitoria. “Cavolata atomica” dimostrata anche dal fatto che le politiche dello Stato sudamericano (più volte pubblicamente ribadite dalle presidenza Kirchner) hanno vincolato il concetto di ricchezza nazionale all’effettiva prosperità sociale e popolare della nazione (lavoro, servizi, infrastrutture) e non alle valutazioni delle agenzie di “rating” e alle ossessioni di inflazione e pareggio di bilancio.
Qualche costruttiva critica, tuttavia, può essere rivolta anche a Buenos Aires: quello ad esempio affinché portino definitivamente a termine il processo di riconquista della sovranità nazionale attraverso l’abbandono di questa fase “keynesiana” limitata al pur encomiabile controllo pubblico sull’economia e al “controllo” statale della banca centrale e dell’emissione monetaria, per assurgere finalmente al principio giuridico di proprietà popolare della moneta nazionale, affermazione di forza che affrancherebbe definitivamente il governo del Paese e la Nazione stessa dalle mire predatorie degli speculatori bancari internazionali.
Certo, occorre una ferrea volontà politica per compiere simili passi; ma confidiamo che Cristina Fernández de Kirchner possa essere persona determinata e adatta a questo scopo. Il popolo è con lei e non crede più alle sirene incantatrici della propaganda occidentale che vorrebbe imporgli un modello socioeconomico che solo qualche anno fa uccise i suoi figli.
Il mondo, checché se ne dica, va avanti anche senza la finanza, senza gli speculatori, senza gli avvoltoi nemici dei popoli e delle nazioni. Lo ha ribadito, proprio ieri, la stessa “presidenta”: “oggi è il 31 luglio, il mondo va avanti, come la Repubblica Argentina; domani sarà primo agosto, e così successivamente”.
Adelante!
 

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