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Come eliminare il Parlamento infame?

Maurizio Blondet 04 Agosto 2012
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Se c’è un provvedimento la cui urgenza è evidente per la salvezza del Paese, è l’eliminazione dell’attuale Parlamento. Non solo: è necessario sancire la ineleggibilità delle inqualificabili persone che lo compongono, per loro osceno, spudorato tradimento del mandato.

Questa è gente che ormai non ha che uno scopo: tenersi i soldi e i posti, perpetuarli contro la volontà popolare. In questi mesi in cui appoggiano – senza distinzione fra «maggioranza» e «opposizione» – un governo non-eletto, imposto da fuori e da sopra, occupano il tempo nelle due Camere in viscidi rimestamenti per restare lì in eterno e lì ci sono «giovani» come Casini e Fini-in-Tulliani, che sono lì da 28 anni (il Tulliani non ha ancora retituito la villa di Montecarlo), e Rutelli da 19; quello che dormiva su un tesoretto di 40 milioni rubato ai contribuenti, e che solo lo …

DOPO IMU, TARSU, TRA TAGLI E SANITA’ I POLITICI SI REGALANO 10 MILIONI DI EURO IN PIU’ PER IL PROSSIMO ANNO




DOPO IMU, TARSU, TRA TAGLI E SANITA’ I POLITICI SI REGALANO 10 MILIONI DI EURO IN PIU’ PER IL PROSSIMO ANNO FinanzaNoStop | FinanzaNoStop
 

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DOPO IMU, TARSU, TRA TAGLI E SANITA’
I POLITICI SI REGALANO 10 MILIONI DI EURO IN PIU’ PER IL PROSSIMO ANNO





DOPO IMU, TARSU, TRA TAGLI E SANITA’ I POLITICI SI REGALANO 10 MILIONI DI EURO IN PIU’ PER IL PROSSIMO ANNO FinanzaNoStop | FinanzaNoStop
C'è ancora bisogno di conferme?

D'altronde ciò che possiamo imparare dai 93 miliardi di persone morte nella storia dell'uomo, è che questo processo è accaduto continuamente e segue sempre una precisa sequenza:


  1. una nazione cresce e diviene ricca perché basata su sani principi e duro lavoro;
  2. per le generazioni successive essere ricchi diviene un diritto di nascita, una pretesa. Non qualcosa da conquistare e mantenere;
  3. a questo punto la nazione inizia a vivere oltre i propri mezzi per mantenere alti standard di vita senza duro lavoro, indebitandosi sfruttando la propria credibilità e scambiando consumo odierno per produzione futura;
  4. questo è evidentemente insostenibile. Come reazione, il governo inizia a svalutare la propria moneta per pagare i debiti ad un valore reale inferiore.
  5. il mercato (cioè le persone come te e tua nonna) si accorge della frode perpetrata con la svalutazione monetaria.
  6. A questo punto il governo attua la repressione finanziaria: alte tasse per prendere alla parte produttiva del paese e tassi d'interesse reali nulli per prendere ai risparmiatori, ecc
  7. i capitali e gli imprenditori iniziano a scappare. Le persone prendono i propri soldi e la propria famiglia e se ne vanno dove vengono apprezzati e non odiati per le proprie capacità.
  8. i governi reagiscono imponendo controlli sui capitali, controlli alle frontiere, controlli ai prezzi e ai salari ecc.. insomma tutto ciò che serve per mantenere lo status quo. E' in questo momento che le persone capiscono che la polizia e gli agenti del governo non hanno esattamente lo scopo di proteggerle e servirle..
  9. arriva il default. Il sistema viene resettato e ne inizia uno nuovo.
La storia è piena di monumenti alla passata grandezza di civilità fallite.

Riecho Economia e Libertà: LA LEZIONE DELLA STORIA E' SEMPRE VALIDA
 

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Nella fase terminale della caduta dell'Impero Romano, il maggior peso per il cittadino medio erano le ingenti tasse che era forzato a pagare.
Le "riforme" fiscali dell'Imperatore Diocleziano nel III secolo erano così dure che molte persone furono spinte alla fame e la bancarotta. Lo stato arrivò al punto di perseguitare vedove e bambini per incassare le tasse dovute.
.

Nel IV secolo, l'economia dell'impero era così depressa e la struttura fiscale così distorsiva che molti agricoltori abbandonarono i loro terreni per ottenere i sussidi statali.
In quel momento, il governo imperiale spendeva la maggior parte dei proventi delle tasse per sussidi pubblici e spese militari. Secondo lo storico [ame="http://www.amazon.it/gp/product/052138673X/ref=as_li_qf_sp_asin_tl?ie=UTF8&tag=riecho-21&linkCode=as2&camp=3370&creative=23322&creativeASIN=052138673X"]Joseph Tainter[/ame] per un certo periodo coloro che vivevano di stato erano più numerosi di coloro che lo finanziavano con le tasse.
Mmm.. vi ricorda qualcosa?

Nel V secolo, le rivolte fiscali erano all'ordine del giorno nelle campagne, tra i pochi agricoltori rimasti. Il governo di Roma doveva continuamente inviare le sue legioni in giro per l'impero a sedare le rivolte contadine.
Tutto ciò però non evitò che le tasse continuassero ad aumentare.
Valentiniano III, che nel 444 D.C. osservò che ulteriori tasse sui proprietari di terra e mercanti sarebbero state catastrofiche, impose un aumento del 4% della tassa sulla vendita.. e infine decretò che tutte le transazioni commerciali dovessero essere fatte alla presenza di un esattore delle tasse [oggi NOTAIO].


Riecho Economia e Libertà: FREE REPORT
 

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Valentiniano III, che nel 444 D.C. osservò che ulteriori tasse sui proprietari di terra e mercanti sarebbero state catastrofiche, impose un aumento del 4% della tassa sulla vendita.. e infine decretò che tutte le transazioni commerciali dovessero essere fatte alla presenza di un esattore delle tasse [oggi NOTAIO].


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“Esistono due modi per dormire tranquilli.
Essere ignoranti o essere pronti”
 

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i suicidi tra i piccolo imprenditori sono divenuti un tragico appuntamento
quotidiano.
Se ci fermiamo un attimo e guardiamo al quadro generale, il sistema è davvero
sconvolgente.
Per decenni i politici si sono dati alla pazza gioia, aumentando poteri e privilegi a se stessi e ai propri amici a spese dei contribuenti.


Quando la favola è finita ed è giunto il momento di pagare il conto, hanno iniziato ad
organizzare una propaganda patriottica per spingere la società a pagare per le loro
malefatte, ad indicare l'evasore come colpevole della situazione convincendo gli
sprovveduti sulla necessità di far partire operazioni straordinarie e illegittime contro gli
infedeli, e sfruttando l'eccezionalità del momento per far passare, uno dopo l'altro, ulteriori aumenti della pressione fiscale.


Servi. Schiavi. Spremuti. Usa la metafora che preferisci, ma di fatto questa è la nostra condizione.

A loro i privilegi, a noi le spese.
 

tontolina

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NON gliene frega niente nè degli italiani
nè della Costituzione
e soprattutto rinnegano la democrazia

per fortuno qualcuno si agita
opvviamente nessun politico italiano
nè di destra nè di sinistra



Monti «anti-democratico» fa infuriare l'Ue

6 agosto 2012


A - A


I governi devono avere uno «spazio autonomo di manovra» rispetto ai parlamenti, altrimenti uno scenario di «disintegrazione» dell'Europa sarebbe più probabile di uno di integrazione.

Questa è la frase (in libera traduzione) che il premier italiano Monti ha consegnato alla sua intervista al settimanale tedesco «Der Spiegel». Una frase che da ieri agita l'Europa intera.

Interviene la Commissione Europea, con il portavoce dei ventisette, Olivier Bailly: «È difficile commentare una frase o l'altra al di fuori del contesto generale, tuttavia l'Ue rispetta le competenze dei parlamenti nazionali. L'Ue è basata su certe regole e quando si tratta dell'adozione e dell'attuazione di strumenti finanziari è stato deciso da parte dei paesi Ue di seguirle. Si tratta di regole chiare e fissate in testi legali che sono stati ratificati dai paese membri».

Ribatte anche la stessa Angela Merkel che, per bocca del suo portavoce George Streiter, fa sapere: «Le decisioni dei governi devono avere una legittimità democratica. In Germania il Cancelliere è consapevole che la legislazione deve essere sostenuta dal parlamento e che questo vi partecipi attivamente».

Una certa sorpresa serpeggia nei corridoi di Bruxelles, al di là delle dichiarazioni ufficiali, per l'uscita del premier Mario Monti a «Der Spiegel» sul ruolo dei parlamenti nazionali, che ha sollevato forti polemiche in Germania.

Di un'intervista molto lunga e ricca di contenuti, l'unico elemento che è stato notato, osservano al Berlaymont, è stata solo la frase sull'autonomia che i governi devono esercitare rispetto ai parlamenti nelle trattative Ue.

«Forse non era opportuna», fanno notare le fonti, ricordando che è da oltre un anno e mezzo che la Corte Costituzionale tedesca continua a rafforzare i poteri del Bundestag rispetto alle decisioni che vengono prese dalla cancelliera e dai ministri del suo governo a Bruxelles.

La stessa Ue diverse volte ha già avuto a che fare con situazioni difficili innescate dai parlamenti nazionali, come per esempio era stato il caso della Slovacchia la cui assemblea si era opposta all'approvazione del piano di aiuti alla Grecia e dei fondi salvastato. «Dobbiamo rispettare il processo politico e le sue regole», riassumono la situazione le fonti comunitarie, «non si può fare diversamente».

Ma, salvo rare eccezioni (vedi l'ex ministro Brunetta), in tanti, in Italia e all'estero, si sono soffermati a criticare le parole del premier Monti.

Per Matteo Orfini, dirigente del Pd, responsabile cultura del partito, quella di Monti sul tema governo-parlamento è una sgradevole sgrammaticatura, «fossi in lui, correggerei al più presto».

Critiche bipartisan, in Germania. Ai politici tedeschi di tutto l'arco costituzionale non sono piaciute, in particolare, le considerazioni sull'autonomia dai parlamenti nazionali che i governi devono essere in grado di esercitare nelle trattative a Bruxelles.

Molto duri gli attacchi dai falchi della coalizione di maggioranza, i liberali dell'Fdp e i bavaresi della Csu, mentre appare più conciliante la posizione della Cdu della cancelliera Angela Merkel.

Addirittura di «attacco alla democrazia» parla il segretario generale della Csu, Alexander Dobrindt: «Il signor Monti ha evidentemente bisogno di una chiara presa di posizione. Noi tedeschi non siamo pronti a cancellare la nostra democrazia per finanziare i debiti italiani», ha detto.

Per il capogruppo liberale Rainer Bruederle bisogna «fare attenzione» che nel necessario processo di riforme «l'Europa rimanga sufficientemente legittimata dal punto di vista democratico».

Sul portafoglio dei tedeschi punta invece l'euroscettico liberale Frank Schaeffler, secondo cui «Monti vuole risolvere i suoi problemi facendoli pagare ai contribuenti tedeschi». Più morbido il parlamentare della Cdu Michael Grosse-Broemer, per cui se pure resta decisiva la capacità d'agire dei governi, «ciò non giustifica in nessun modo il tentativo di limitare il necessario controllo parlamentare».

Sul fronte dell'opposizione, nette le parole della socialdemocratica Spd che, sempre a proposito dell'autonomia dei governi dai parlamenti nazionali invocata dal premier italiano, per bocca del vicecapogruppo al Bundestag, Joachim Poss, ha considerato come «l'accettazione dell'euro e del suo salvataggio viene rafforzato dai parlamenti nazionali e non indebolito». Evidentemente, ha proseguito Poss intervistato dal Rheinische Post, «gli anni di Berlusconi hanno indebolito l'immagine del ruolo del parlamento».
 

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