Telecom Italia (TIT) però Telecom è più sicura dello Stato italiano (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Telecom dimezza la cedola
per ridurre i debiti al 2015


l flusso di cassa permette di portare l'indebitamento sotto la soglia dei 30 miliardi. Ma il dividendo deve essere dimezzato a 2 centesimi. Per il presidente Bernabè sono stati centrati i target annunciati al mercato, necessità di sviluppare le infrastrutture di rete in Italia e all'estero. Titolo sotto pressione

di SARA BENNEWITZ
091947432-7b757c86-18e6-4d85-8238-5d43c56e8836.jpg
Franco Bernabè, numero uno della compagnia telefonica

MILANO - Poca crescita, nessuna remunerazione per gli azionisti e tanto debito. Basta questo breve quadro per capire il poco amore della Borsa verso il colosso di tlc italiano, che oggi ha annunciato i risultati del 2012 e presentato le linee guida al 2015.

Telecom ha chiuso il 2012 con ricavi consolidati per 29,5 miliardi di euro, in crescita dello 0,5% rispetto al 2011. I risultati preliminari mostrano un ebitda a 11,655 miliardi, con i margini cioè in calo del 2% dall'anno precedente. La priorità resta ridurre il debito senza dover sacrificare gli investimenti. Nel 2012 è sceso a 28,274 miliardi dai 30,414 miliardi del 2011: ora Telecom conta di investire 16 miliardi in tre anni, e per arrivare all’obiettivo di ridurre i debiti, dovrà tagliare ancora i dividendi ed emettere nuovi strumenti finanziari capaci di rafforzare la struttura patrimoniale del gruppo. E così il gruzzolo di utili che verrà distribuito ai soci viene dimezzato, da 900 a 450 milioni, ovvero 2 centesimi per azione (0,0197 per la precisione) per le ordinarie e 3,07 centesimi per le risparmio (l'anno scorso il dividendo è stato di 4,3 centesimi per le prime e 5,4 per le seconde). Un livello che permette a Telco di pagare gli interessi sui debiti alle banche (1,05 miliardi), ma non quelli per il prestito soci da 1,75 miliardi. Va detto che i grandi soci (Telco è partecipata da Telefonica, Generali, Mediobanca e Intesa) dal 2007 ad ora hanno acconsentito per cinque volte al taglio della cedola, che nell’ultimo anno della precedente gestione era di 0,14 euro, contro i due centesimi della cedola attesa ora per il 2012.

Il gruppo stima poi di fare 5,3 miliardi di investimenti all’anno per il prossimo triennio, quando nel 2012 gli investimenti erano 5 miliardi di cui 3 in Italia. Per il prossimo anno la società stima di ridurre i debiti sotto quota 27 miliardi, dai 28,2 miliardi raggiunti quest’anno, mentre l’obiettivo di un debito mol pari a due slitta al 2015 (lo scorso anno era prevista che questa soglia venisse raggiunta entro il 2014). Il titolo in Borsa crolla perché la cedola è stata nuovamente tagliata oltre le attese: gli analisti stimavano una sforbiciata al dividendo del 30%.

Per il presidente esecutivo Franco Bernabè i "risultati operativi" sono stati "in linea con gli obiettivi prefissati. La continua ricerca di efficienza - ha sottolineato in una nota- ha permesso al gruppo di chiudere l'esercizio 2012" in linea con i target. "Tali risultati - prosegue il presidente di Telecom - sono ancora più significativi, perchè ottenuti in un contesto economico molto complesso e condizionato dalla recessione ancora in atto e dal conseguente contesto di mercato in Italia e dal rallentamento della crescita in Brasile ed Argentina". "Il gruppo - chiosa Bernabè - prosegue nel processo di riduzione dell'indebitamento grazie ad una solida generazione di cassa, che dovrà contriburie alla necessità di sviluppo delle infrastrutture di rete in Italia e all'estero, un impegno che riteniamo fondamentale".

Il cda di Telecom ha deciso inoltre di aggiornarsi a una prossima riunione per quanto riguarda il processo di vendita di Telecom Italia Media. In occasione di tale riunione, spiega poi un comunicato della controllata, verrà convocato anche il cda di Telecom Italia Media. (08 febbraio 2013)
 

tontolina

Forumer storico
Telecom e Tronchetti vittime,
non mandanti dello spionaggio



Giovedì, 14 febbraio 2013 - 09:25:00
di Sergio Luciano
Altro che burattinaio, altro che regista occulto: vittima. Con tante scuse per le badilate di melma spalmategli sulla faccia in prima pagina. Finisce in gloria – per modo di dire: poi ci sarà l’appello e il contrappello, tanto per lasciare ancora un po’ la fanghiglia nel frullatore – il salmo contro Marco Tronchetti Provera, presidente del gruppo Pirelli, intonato dalla magistratura milanese sulla vicenda dei “dossier Telecom”, ovvero quei sette anni di uso e abuso delle capacità tecnologiche di intercettazione e hackeraggio che un gruppo di personaggi ambigui aveva perpetrato ai danni di numerosissimi spiati. La Corte d’Assise di Milano ha infatti condannato pesantemente, per quei reati, alcuni degli imputati ma ha prescritto un risarcimento di dieci milioni di euro a favore della Telecom, parte lesa e non certo parte dirigente. Formalmente, in questo processo Tronchetti non rientrava per il suo ruolo di presidente del gruppo, ma secondo l’impostazione dell’udienza preliminare il vertice dell’azienda poteva “conoscere e anche condividere” l’attività di dossieraggio che poteva anche essere stata svolta nel suo interesse. E invece la sentenza stabilisce che non è andata così.
A essere stati condannati sono alcuni dei nomi emersi con maggiore chiarezza dall’inchiesta: Emanuele Cipriani, 5 anni e mezzo e una confisca di ben sedici milioni; Marco Bernardini, 7 anni e mezzo; Fabio Ghioni, 3 anni e 4 mesi già patteggiati per pirateria informatica (come aveva patteggiato 4 anni Giuliano Tavaroli, capo della Security interna di Telecom all’epoca dei fatti) e vari altri comprimari. Alcune delle vittime dei dossier, tra i quali l’ex giornalista del Corriere (e neocandidato Pd) Massimo Mucchetti e la sua consulente finanziaria Rosalba Casiraghi, avranno diritto a un risarcimento. Con tipico paradosso giuridico italiano, comincerà tra poco il processo a Tronchetti per l’ipotesi di ricettazione del materiale hackerato da Fabio Ghioni: ma è evidente che se dell’operato di Ghioni Telecom è stata vittima, lo è stato anche chi guidava Telecom…
Una brevissima nota a margine: l’istruttoria che ha portato a questo processo aveva tenuto banco per settimane sulle prime pagine di tutti i giornali e aveva creato un clima talmente mefitico e discreditante da accelerare, se non indurre, il passaggio di mano nel controllo di Telecom dalla Pirelli di Tronchetti all’attuale, sgangheratissimo gruppo di soci-guida, accrocchiato da Mediobanca e cristallizzato dentro la Telco (la stessa Mediobanca, le Genrali, Intesa, Telefonica). Quindi: sputtanamento personale e danno materiale. Le notizie sull’istruttoria – sortito il loro effetto, quanto voluto non si sa – sono via via retrocesse dalla prima pagina a quelle interne fino a scomparire, il processo si è dipanato con le solite mostruose lungaggini italiane fino alla sentenza di ieri, e i danni fatti sono insanabili. Non c’è qualcosa che non va, in un simile modo di amministrare la giustizia?






perchè il danno patrimoniale deve SEMPRE ricadere sui piccoli azionisti; che responsabilità mai hanno?
 

tontolina

Forumer storico
TI Media/ Lerner: E' fatta, La7 a Cairo

Lo scrive il giornalista su Twitter

TI Media/ Lerner: E' fatta, La7 a Cairo


Milano, 4 mar. (TMNews) - "È fatta, Telecom cede La7 a Urbano Cairo". Così il giornalista dell'emittente Gad Lerner su Twitter.

In tarda mattinata si è riunito il consiglio di amministrazione di Telecom Italia Media che è durato circa tre ore. "Il clima della riunione è stato sereno", si è limitata ad affermare Irene Bignardi, membro del board.

Sul tavolo del consiglio, oltre alla decisione su La7, anche il bilancio 2012 e il piano industriale al 2015.
 

tontolina

Forumer storico
Berenberg abbassa il target price per Telecom Italia

Berenberg abbassa il target price per Telecom Italia | Trend Online
News alert: Telecom ItaliaGli analisti di Berenberg hanno abbassato il target price delle azioni Telecom Italia

ordinarie a 0,82 euro da 1 euro

e di quelle risparmio a 0,67 euro da 0,83 euro.




Financial Trend Analysis 14 febbraio 09:30
Gli analisti di Berenberg hanno abbassato il target price delle azioni Telecom Italia ordinarie a 0,82 euro da 1 euro e di quelle risparmio a 0,67 euro da 0,83 euro. E' stato inoltre confermato il giudizio "hold". Telecom Italia ha mostrato una tendenza storica di medio termine molto ribassista. Analogamente anche nel breve termine le attese sono in favore di un ribasso. Il primo supporto e' posto a 0.625, al di sotto del quale il sostegno si colloca a 0.529, una prima resistenza si colloca a 0.694 oltre la quale il target si sposta a 0.768, l'ultima chiusura e' stata registrata a 0.635 euro. Il titolo ha archiviato la seduta piu' recente con un saldo dello 0.87%. L'ultima chiusura del 2012 e' stata registrata a 0.683 euro. Il saldo da inizio anno e', all'ultima chiusura disponibile, dello -7.03%. Il valore dell'indicatore Rsi a 8 sedute e' di 18/100 ed evidenzia una condizione di ipervenduto che potrebbe favorire rimbalzi nel breve termine. Solo oltre 0,70 circa vi sarebbero tuttavia segnali credibili di ripresa. Il titolo distava nell'ultima seduta completata il -22.91% dai massimi dell'ultimo mese e del 2.68% dai minimi dell'ultimo mese. La variazione relativa ad una settimana rispetto al Ftse All Share e', all'ultima chiusura disponibile, dello -5.58%.

Per quello che riguarda le azioni risparmio anche esse hanno mostrato una tendenza storica di medio termine molto ribassista. Analogamente anche nel breve termine le attese sono in favore di un ribasso. Il primo supporto e' posto a 0.549, al di sotto del quale il sostegno si colloca a 0.453, una prima resistenza si colloca a 0.620 oltre la quale il target si sposta a 0.694, l'ultima chiusura e' stata registrata a 0.556 euro. Il titolo ha archiviato la seduta piu' recente con un saldo dello 0.54%. L'ultima chiusura del 2012 e' stata registrata a 0.5975 euro. Il saldo da inizio anno e', all'ultima chiusura disponibile, dello -7.03%. Il valore dell'indicatore Rsi a 8 sedute e' di 15/100 ed evidenzia una condizione di ipervenduto. Il titolo distava nell'ultima seduta completata il -18.90% dai massimi dell'ultimo mese e del 1.80% dai minimi dell'ultimo mese. La variazione relativa ad una settimana rispetto al Ftse All Share e', all'ultima chiusura disponibile, dello -6.32%.
 

tontolina

Forumer storico
Fusione Telecom 3 Italia: i dubbi di Equita sull’operazione

Il quadro normativo italiano, secondo gli esperti della sim milanese, potrebbe bloccare il deal. Telecom ne ribadisce i contatti in corso e annuncia che giovedì uscirà un comunicato in merito alle posizioni dei soci

sembra che nessuno ipotizzi la nascita di un operatore "nuovo" formato dai clienti di Telecom e di H3G del tutto simile a Wind.

invece di spinoffare la rete, Bernabè potreppe optare per lo spin off dei clienti e creazione di una nuova società con partecipazione paritetica italo-cinese, mentre la parte eccedente potrebbe essere quotata su BoLZa Italiota


ecco questa creerebbe davvero valore
 

tontolina

Forumer storico
anvedi mò

Telecom nomina un comitato
per studiare il progetto H3G



Di Manuel Follis

img100508.jpg


Dopo un consiglio d'amministrazione fiume i membri del board di Telecom Italia hanno designato un comitato che affiancherà il presidente operativo Franco Bernabè nel valutare i dettagli di una possibile operazione di integrazione con 3 Italia.
Il comitato sarà composto da quattro membri: tre consiglieri (Julio Linares di Telefonica, Elio Catania di Intesa Sanpaolo e Gabriele Galateri di Generali) in rappresentanza di Telco e Luigi Zingales in rappresentanza dei fondi.
 
Ultima modifica:

tontolina

Forumer storico
[FONT=&quot]Da Nicola Porro; "Telecom for sale. Il rischio truffa", 15 aprile [/FONT]
[FONT=&quot] [/FONT]​
[FONT=&quot]-

L’offerta cinese su Telecom Italia (grafico) rischia di diventare la più brutta operazione di Borsa degli ultimi anni. E non certo per questioni nazionalistiche, che qua contano poco. No. Per lo sfregio che arreca ai cosiddetti azionisti di minoranza, che in Telecom si possono definire così solo per convenzione. Sarebbe uno schiaffo o un furto, a seconda del vostro umore. Da quando sono uscite le prime indiscrezioni sull’interesse dei cinesi (4 aprile) Telecom italia ha guadagnato il 15 per cento. Aspettate a gioire: le quotazioni di queste ore sono ai minimi dall’agosto del 2007. Vediamo con un po’ di freddezza, cosa però c’è davvero sul piatto.

Secondo il comunicato della società, sono allo studio due ipotesi: la cessione della rete fissa e l’ingresso di un nuovo socio, Hutchinson Whampoa, con l’apporto del suo business di telefonia mobile. Solo l’abilità di un giocoliere da circo può tenere entrambe le palle in aria.

È difficile pensare di iniziare una trattativa per cedere il controllo di una società, quando la medesima sta trattando per vendere la sua anima: cioè la rete. Oggi, in Borsa, Telecom vale circa 12 miliardi (9 le azioni ordinarie e 3 le risparmio) e ha un debito di 23. La sua rete, anche se i numeri sono ballerini, dovrebbe valere tra i 6 e i 7 miliardi, a cui sommare altrettanta quota parte debito. Come si faccia a comprare Telecom, senza sapere cosa e quanto essa effettivamente controlli è un mistero.

Arriviamo così a bomba ai cinesi. L’offerta è per la quota di controllo. Sono sufficienti 3 miliardi, cioè il 30% della sua capitalizzazione di Borsa: non un’azione di più. Altrimenti si sarebbe costretti a fare un’Opa su tutte le azioni, anche quelle degli azionisti di minoranza. La porta di ingresso è una scatoletta non quotata che si chiama Telco e che ha in pancia il 22,5% della Telecom. All’interno della quale si leccano le ferite tre soci italiani (Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca) e gli spagnoli di Telefonica. Questi signori hanno in carico i titoli della Telecom a 1,2 euro (il doppio circa delle quotazioni di Borsa). Fino all’autunno sono legati da un patto di sindacato. Dopo, liberi tutti.

Nel frattempo questi azionisti, forti del loro 22,5%, possono decidere le sorti del gruppo. E il piano che i cinesi tentatori e l’abilissimo Daffina di Rothschild hanno messo in piedi è niente male (per i grandi soci) e pessimo per il parco buoi, cioè per il restante 75% degli azionisti. Lo sveliamo senza grandi giri di parole.
Fino a quando Telco comanda in Telecom, Hutchison può sperare di fare una fusione con Telecom e riconoscere alla pattuglia di soci forti un premio di maggioranza. Quello che perde con una mano (pagare agli azionisti nobili 1,2 euro un azione che sul mercato vale 0,6) lo guadagna con l’altra (prendendosi una quota sostanziosa della Telecom in cambio della loro controllata in Italia H3G). Cerchiamo di essere ancora più chiari. H3g da quando è nata ha fatto segnare perdite cumulate per 8,7 miliardi. È il quarto operatore mobile, molto aggressivo sulle tariffe, piuttosto innovativo. I suoi margini lordi sono pari ad un terzo (in termini percentuali) a quelli che realizzano Telecom e Vodafone in Italia.

Come si possa valutare questa società 1,5/2 miliardi è un compitino che i banchieri d’affari possono risolvere con abilità, ma che gli azionisti di minoranza di Telecom non capiranno mai. H3G a questi folli valori rappresenta il 20% del capitale ordinario Telecom. Insomma fondersi con l’operatore cinese supervalutandolo, nel momento in cui i titoli Telecom sono ai minimi, rappresenta un regalo. Certo poi ci spiegheranno le sinergie industriali. I cassetti di Telecom sono pieni di questi sogni.
Un regalo-delitto di questo tipo (deve essere stato il retro pensiero di chi si è studiato l’operazione) ha bisogno di un maggiordomo complice: chi oggi comanda in Telecom potrebbe essere tentato a cedere le proprie quote a un livello superiore a quello di mercato, giustificandolo con un fantomatico premio di maggioranza. Magari non tutte, una parte.

Risultato finale: l’ultimo degli operatori mobili si porta a casa il nostro ex monopolista; buona parte dell’acquisizione la compie con la propria carta azionaria ipervalutata; gli attuali azionisti di maggioranza escono gradualmente a prezzi ragionevolmente superiori a quelli di Borsa; e i soci di minoranza stanno a guardare.
Fantafinanza? Riteniamo di sì. Ma la tentazione, per motivi diversi, c’è. Greco, da quando è arrivato in Generali, ha detto che non ne vuole più sapere dei salottini, quale migliore occasione di cedere a un buon prezzo la propria partecipazione. Intesa e Mediobanca, irritate con l’attuale management, possono così trovare una via d’uscita. Restano gli spagnoli. Che, insieme agli azionisti di minoranza rimarrebbero con i cerino in mano. Se l’operazione si dovesse davvero fare, un prezzo si dovrà pagare anche a loro. E il costo dell’operazione sarebbe così tutto a carico agli azionisti di minoranza. Così è (se vi pare)...[/FONT]
[FONT=&quot] [/FONT]​
[FONT=&quot] [/FONT]​
[FONT=&quot] [/FONT]​
[FONT=&quot]--

Ma cosa vuoi che gliene freghi a Renzi, Bersani, Berlusconi, Grillo, la Gabanelli, Rodotà, Napolitano....[/FONT]
 

tontolina

Forumer storico
(Bernabè prima di diventare CEO di Telecom era vice Chairman of Rothschild Europe e ha nominato Banca Rothschild per assistere ora Telecom.
Il suo capo Alessandro Daffina... è stato il consulente di Abm Amro e poi Santander per Antonveneta e ha anche orchestrato l'aumento di capitale di MPS e la vendita del pacchetto della fondazione, cioè era dietro a quello che è successo a Montepaschi. Per cui con Daffina di Rothschild ora dietro è una garanzia per Telecom che tutto finisce bene...)
 

Users who are viewing this thread

Alto