UNIPOL (UNI) pensavamo d'averle viste tutte (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Bologna. Indagato l'ad Cimbri per aggiotaggio

22 maggio 2014
fonsai-unipol-258.jpg



L'amministratore delegato di UnipolSai Carlo Cimbri è indagato per aggiotaggio dalla Procura di Milano nell'inchiesta che riguarda presunti illeciti nell'operazione di fusione che ha dato vita alla società.

Sono indagati per lo stesso reato anche altri tre manager:

Roberto Giay, già amministratore delegato di Premafin Finanziaria;

Fabio Cerchiai, ex presidente del consiglio di amministrazione di Milano Assicurazioni;

eVanes Galanti, in passato presidente del consiglio di amministrazione di Unipol Assicurazioni.



Per tutti l'ipotesi di reato è aggiotaggio.


Da questa mattina sono in corso perquisizioni nella sede di UnipolSai a Bologna. Le perquisizioni sono state disposte dalla magistratura in relazione a presunti illeciti nell'operazione di fusione avvenuta tra Unipol Assicurazioni, Premafin Finanziaria, Milano Assicurazioni e Fondiaria-Sai che ha dato vita a UnipolSai. I finanzieri stanno anche acquisendo documentazione nella sede della Consob a Roma.



andamento titoli

Unipol -4.98% Vedi tutti »



Sulla vicenda indaga il pm di Milano Luigi Orsi, che ha dato incarico ai militari del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza di eseguire le perquisizioni in corso.
L'atto di fusione per incorporazione di Unipol Assicurazioni, Milano Assicurazioni e Premafin in Fonsai (Fondiaria-Sai) è stato stipulato sul finire del 2013 ed ha acquistato efficacia a partire dal 6 gennaio 2014 a seguito dell'iscrizione dell'atto stesso nel registro delle imprese. Fonsai ha cambiato la sua denominazione in UnipolSai.
Le notizie penalizzano in Borsa il titolo Unipol.




http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-05-22/unipolsai-perquisizioni-corso-bologna-101315.shtml?uuid=ABIQXFKB
 

tontolina

Forumer storico
L'INSOSTENIBILE PESO DEI DERIVATI - COME MAI PER UNIPOL ERA NORMALE METTERE 7,6 MILIARDI DEI PREMI INCASSATI DAGLI ASSICURATORI IN UN ENORME PANIERE DI DERIVATI SENZA UN PREZZO DI MERCATO? ECCO COSA C’E’ ALLA BASE DELL'INCHIESTA DEL PM ORSI

Ancora a fine 2012, a fusione già partita con Fondiaria-sai, Unipol aveva a bilancio strutturati per 7,6 miliardi di cui oltre 5 miliardi classificati a livello 2 e 3, cioè di fatto senza prezzi accertati dal mercato. Un'enormità, visto il volume totale di investimenti normali per poco più di 20 miliardi…

Come mai per unipol era normale mettere 7,6 miliardi di premi in complessi derivati? - Business


Fabio Pavesi per "Il Sole 24 Ore"
C'è una ragione, una qualsivoglia logica perché una grande compagnia assicurativa investa oltre un terzo del suo portafoglio in titoli strutturati, derivati cioè di complessa fattura e con rischi amplificati rispetto a normali investimenti in azioni o BTp? Apparentemente nessuna. Eppure per Unipol, caso unico tra gli assicurativi, mettere 7,6 miliardi dei premi incassati in un enorme paniere di derivati, molti dei quali del tutto illiquidi cioè senza un prezzo di mercato era normale.

Il peso dei derivati
Ecco perché l'inchiesta del Pm Luigi Orsi e la spaccatura feroce dentro la Consob sul reale valore di quelle poste a bilancio non deve sorprendere più di tanto. Ancora a fine 2012, infatti, a fusione già partita con l'ex galassia assicurativa dei Ligresti, Unipol aveva a bilancio strutturati per 7,6 miliardi di cui oltre 5 miliardi classificati a livello 2 e 3, cioè di fatto senza prezzi accertati dal mercato.
Un'enormità, visto il volume totale di investimenti normali (titoli di Stato italiani e azioni) per poco più di 20 miliardi. 5 miliardi di dubbia valutazione su un attivo di 40 miliardi che poi salirà a 80 miliardi post-fusione con FonSai e Milano assicurazioni. Ma soprattutto con un patrimonio netto ante-fusione di poco più di 3 miliardi.


Il confronto
Tanto per fare un confronto le Generali hanno attività investite per oltre 300 miliardi, cioè oltre 10 volte più della vecchia Unipol e i titoli di livello 3 cioè i più illiquidi valgono solo 7,5 miliardi poco più del 2% del portafoglio quando Unipol sfiora il 30%. Dieci volte più piccola quanto a portafoglio investito ma con derivati e compagnia al 30% del portafoglio. O a Generali sono particolarmente prudenti, vien da pensare, o sono quelli di Unipol ad aver preso rischi oltre misura.



Non è finita.

Basta guardare FondiariaSai, oggi incorporata nella grande Unipol. Nel 2012 la ex FonSai dei Ligresti, pur fiaccata dalle manovre dissipatorie della famiglia aveva titoli di livello 3 (i più tossici) di soli 2,9 miliardi su un totale attività per investimenti per 28 miliardi. Siamo al 10% del portafoglio assai lontani da quel 30% del compratore Unipol.
Ma Unipol è anomala non solo a confronto con le altre compagnie italiane.

Pensiamo al colosso tedesco Allianz. Lontano mille chilometri dalla compagnia bolognese quanto a dimensioni, ha tuttora in portafoglio titolo di livello 3 che sono solo il 2,1% del totale. Un'inezia rispetto all'Unipol sotto indagine.
Ebbene quanto valevano davvero quegli strutturati di Unipol? Questa è la domanda chiave che ha impegnato la Consob in un duro scontro interno con il responsabile analisi quantitative dell'Autorità Marcello Minenna che valutava una differenza negativa tra i 592 e i 647 milioni di euro.


Le minusvalenze accertate
Ma è la stessa Unipol a dire che quei titoli avevano minusvalenze importanti. In un documento di presentazione, Unipol dichiara che a fine 2012 sui 7,6 miliardi di strutturati c'era una minusvalenza di 524 milioni, rispetto a valori di mercato, dedotti in realtà dalla stessa Unipol. A novembre del 2013, sempre come riporta il documento della compagnia bolognese, la massa dei derivati è scesa a 6,6 miliardi con minusvalenze ancora presenti. In misura minore ma comunque per un valore stimato di 194 milioni.
Il tempo sembra quindi giocare a favore di Unipol che in parte sta rivendendo i derivati . Le perdite incorporate sembrano scendere più il tempo scorre. Ma sono comunque stime perché di fatto il prezzo di valutazione è fatto dagli stessi vertici di Unipol, mancando un mercato che assegni prezzi non aleatori. Ora con le minori perdite potenziali e con la mega-fusione, il capitale e la massa dell'attivo sono raddoppiati consentendo di annacquare in un bilancio più grande la grana degli strutturati.

Ma questo non cambia il quesito iniziale che ha portato all'inchiesta e che sta facendo rispulciare in questi giorni i conti della società assicurativa bolognese pre-nozze con Fonsai e Milano. Quale era il vero valore di quel portafoglio? Se è stato tenuto artificialmente elevato ha inficiato (alzandoli) i valori di patrimonio di Unipol e di conseguenza i concambi della fusione, avvantaggiando Unipol a scapito degli azionisti di Fonsai e Milano. Sarà la Procura a doverlo dimostrare.
 

Users who are viewing this thread

Alto