options & derivatives rates n. 1/2014 (2 lettori)

fimira65

Forumer storico
CENTONE RIALZISTA FATTO IN QUESTO MOMENTO

da 150,97 a 151,97 !!!

il BUND chiude sui MASSIMI di giornata ... l'EURO ha chiuso alle h. 19,00 ... violando al ribasso i MINIMI di giornata (guardate l'ultima candela rossa a 5 '') !!! tutto ciò significa qualcosa ? ... penso proprio di :no::no::no:
 

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fimira65

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il BUND chiude sui MASSIMI di giornata ... l'EURO ha chiuso alle h. 19,00 ... violando al ribasso i MINIMI di giornata (guardate l'ultima candela rossa a 5 '') !!! tutto ciò significa qualcosa ? ... penso proprio di :no::no::no:

BUONA DOMENICA A TUTTI

(E CHE DOMENICA !!!)

Seggi aperti (dalle 7 alle 19) per il referendum greco. Sul tavolo c'è l'accettazione o meno del piano proposto dai creditori internazionali in cambio di un nuovo programma di supporto finanziario ad Atene, che - secondo i calcoli del Fmi - dovrebbe impiegare almeno 50 miliardi nel prossimo triennio, senza contare la necessità di ristrutturare il debito. Dalla scelta degli elettori greci deriveranno le mosse della politica ellenica e a cascata degli interlocutori internazionali. In un quadro estremamente complesso, con i sondaggi che danno la popolazione greca spaccata a metà e gli appelli del premier Tsipras di votare "no" alle condizioni Ue, ecco come è vista la situazione con l'occhio dei mercati finanziari.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs ci sono tre possibili esiti dalle urne di oggi.
UNA VITTORIA DEL SI', seguita a stretto giro dalle dimissioni di Tsipras e Varoufakis con l'insediamento di un governo di unità nazionale. Sarebbe l'esito più 'market friendly', cioè più felice per gli investitori: un governo tecnico, supportato da una base ampia in Parlamento, sarebbe ben visto dai creditori, che in fondo per molti osservatori hanno accompagnato Tsipras a questa soluzione. Con nuovi volti al tavolo delle trattative, si procederebbe più spediti a un accordo e all'approdo a nuovi finanziamenti internazionali.
UNA VITTORIA DEL SI', ma con il governo attuale che resta in carica e che dà così sostanza a una maggiore instabilità. La perdita di fiducia in Tsipras porterebbe a negoziati farraginosi, con la conseguenza di mantenere la Grecia in una sospensione pericolosa (continuerebbe il blocco dei depositi). Queste estremizzazioni potrebbero comunque condurre a un rinnovamento politico in Grecia, con un conseguente riavvicinamento ai creditori, ma un deterioramento della situazione non sarebbe da escludere.
UNA VITTORIA DEL NO che dà ulteriore legittimazione politica al governo di Syriza ed è vista come fumo negli occhi dai mercati. "Non crediamo che questo esito implichi una Grexit definitiva", dicono gli analisti. In prima battuta, si confermerebbe lo status quo: i creditori internazionali non farebbero partire un nuovo programma d'aiuti (secondo il Fmi ne servono 50 miliardi da qui al 2018, mentre il debito dovrebbe essere sforbiciato di 53 miliardi per esser sostenibile). Varoufakis parla di un "accordo pronto, anche in caso di vittoria del no", ma per gli esperti dei mercati la conseguenza diretta sarebbe l'impossibilità della Bce (che si riunisce lunedì) di confermare la liquidità d'emergenza del programma Ela per le banche elleniche. Ovviamente l'incertezza e la tensione a questo punto sarebbero alle stelle, anche per la popolazione (i bancomat rischierebbero seriamente di restare a secco) e - di nuovo per Goldman Sachs - una minaccia concreta di Grexit porterebbe a un rovesciamento politico del governo ad opera degli stessi greci.

Torna la dracma svalutata
Anche se gli analisti di Goldman escludono la rottura dell’euro, non manca chi ha provato a far di conto nell'ipotesi di scuola della Grexit. Varoufakis, con la Bce che non finanzia più le banche e i fondi europei bloccati, con una una vittoria schiacciante del ‘no’ e la rottura definitiva delle trattative potrebbe dover ritirare fuori le vecchie matrici e stampare moneta parallela. Il Fmi calcola la svalutazione possibile della Dracma intorno al 50%, altri parlano del 30-40%. In ogni caso, visto che la Grecia non vive di export le sue aziende non avrebbero il beneficio competitivo di una moneta debole. "L’apparato produttivo greco è stato smantellato dagli ultimi anni di austerità", commenta Riccardo Realfonzo che ha pubblicato per il Levy Institute di New York uno studio con Angelantonio Viscione sulle esperienze storiche di crisi valutarie seguite da forti svalutazioni, come termine di raffronto per valutare la rottura dell’Eurozona. "Per questo una svalutazione della dracma avrebbe effetti positivi limitati sull'export, anche se gioverebbe a servizi come il turismo". Gravi le possibili conseguenze sul mercato del lavoro, per un Paese che già ha la disoccupazione vicina al 26%. "L’esperienza dice che la spirale di svalutazione e inflazione, in un Paese meno ricco, danneggia i salari reali nell'immediato e abbatte anche per diversi anni successivi la quota di salari sul Pil (la parte di Pil che va nei salari, ndr). Ciò significa che anche laddove si tornasse a vedere una ripresa economica questa non si ribalterebbe nel breve periodo sui salari e sull’occupazione". Per l’agenzia di rating S&P, il Pil greco (che ha perso il 27% in un quinquennio di austerity) scenderebbe di un altro 20%, contro impatti limitati allo ‘zero virgola’ per le maggiori economie Ue.

Impatti sui bond
Ancora GS prova a pronosticare cosa accadrebbe in caso di vittoria dei “no” sui mercati. Gli spread dei Paesi periferici potrebbero allargarsi a 200-250 punti base, con il rendimento dei Btp italiani decennali intorno al 3%. S&P aveva paventato maggiori costi di finanziamento per l’Italia per 11 miliardi nel biennio 2015-2016, ma in caso di Grexit vera e propria e con un rendimento dei decennali schizzato al 3,5%. Goldman ritiene che – oltre la soglia di spread di 200-250 punti – la Bce entrerebbe in campo massicciamente.

Se – viceversa – vincessero i “sì” gli spread periferici scenderebbero in area 120-110 punti base (tra i 30 e 50 meno che oggi): gli investitori anticiperebbero il cambiamento politico, scontando gli aggiustamenti fiscali in arrivo e il profilarsi di un intervento sul debito. In ogni caso, la volatilità resterebbe un ingrediente preponderante sui mercati.
 
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fimira65

Forumer storico
l'SP500 ... che venerdì aveva chiuso a 2.067 ... ha fatto come MINIMO 2.034,25 (oltre 30 tick di ribasso) !!!

potete immaginare come apriranno domani i Mercati europei !!! penso che l'equity ... se non prevarrà il panico ... aprirà tra - 2% / - 3% !!!

COSA FARA' MARIO DRAGHI ?

il grande dubbio di domani è se superMario ... corrisponderà cmq la tranche di ELA ... oppure no !!! :mmmm::mmmm::mmmm:
 

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