Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1 (16 lettori)

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Stato
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tommy271

Forumer storico
Alcune società di cui seguo/ho preferred shares hanno fissato mediante strumenti derivati i prezzi x il 2015-16 a valori superiori ai 90 $...

Non ho idea di quel che facciano a Caracas ... ma non penso che si utilizzino simili strumenti a livello di organizzazioni statali.

La "cesta" ha un prezzo ancor più basso del WTI ... intanto ci sono margini per migliorare la qualità dell'oil ... e poi possono anche finirla di buttare i $ al vento.

Tra tutti gli emergenti che soffriranno per l'oil, Caracas è quello che ha maggiori strumenti di correzione.
Se Maduro vorrà restare sulla sedia, dovrà utilizzarli.
 

tommy271

Forumer storico
Oliveros: Iniciativa de Venezuela fue derrotada en la OPEP

jueves, 27 de noviembre de 2014









Finanzas Digital/Javier Chourio.- Tras una prolongada reunión de los países que conforman la Organización de Países Exportadores de Petróleo (Opep), el cartel decidió este jueves no recortar su producción.


Algunos países OPEP, pero principalmente Venezuela habían propuesto una disminución de la producción actual como medida para evitar que los precios internacionales del combustible sigan bajando.


Sobre esa propuesta el economista Luis Oliveros expresa que tal iniciativa fue derrotada.


Oliveros explica que Venezuela fue con una iniciativa de recortar 5% de la producción en línea, pero el organismo decidió en conjunto que va a esperar a que el mercado se encargue de estabilizar los precios, que hasta la fecha, han caído un 30%.


“La OPEP acaba de decidir que no va a recortar, así que la iniciativa de Venezuela fue derrotada. La delegación venezolana fue con una iniciativa de recortar 5 por ciento en línea, pero la organización dijo que va a esperar a que el mercado estabilice los precios”, manifestó.


El economista experto en temas petroleros expresó que mientras se estaba a la espera de la reunión, los precios del barril siguieron bajando unos 4 puntos. Indicó que la constante baja del Brent y West Texas llevaría a la cesta venezolana a estar entre USD 60 y USD 65.


“No hay nada que indique que se recuperarán los precios, ahora la mejor noticia es que el precio se mantengan estable el resto de año, a menos que ocurra un evento político, que como son eventos no esperado toman por sorpresa al mercado”, señaló.


Efecto catastrófico para Venezuela

En torno al panorama que le espera a Venezuela luego de la decisión tomado en la OPEP, tomando en cuenta que cálculos hechos por firmas especializadas apuntan a que el país necesita un barril en alrededor de los USD 120 para poder equilibrar su presupuesto, Oliveros pronosticó un efecto “catastrófico”, porque a su juicio la continua baja en el valor del barril representa una fuerte caída de ingresos para la nación.


“Se espera un efecto catastrófico para Venezuela. Si el barril termina este año con un promedio por debajo de 90 dólares, el Estado dejó de percibir más de 56 mil millones de dólares. Para el año que viene si se mantiene entre USD 70 y USD 75 pierde entre USD 12 mil y USD 15 millones de dólares”, calculó el economista.


El experto dijo que la caída en los ingresos obligará el año próximo a realizar un ajuste tanto en la gasolina, como en las divisas asignadas a las importaciones privadas, esto tomando en cuenta que el año que viene es un año electoral, por lo tanto el Gobierno nacional no recortará sus gastos.


“El panorama luce muy negativo, cerca del 88% de los ingresos del Estado provienen del petróleo y si el precio cae y no compensaste con mayor producción están teniendo problema graves para generar divisa y pagar las deudas”, concluyó.
 

Obi W. Kenobi

Forumer attivo
buonasera a tutti, mi iscrivo alla discussione avendo investito sul venezuela. ho preso parte alle discussioni su un'altra testata ma ho preferito trasferirmi.

la mia esposizione attuale è di 100k su venez 2027 @ 54.3 e 20k su venez 2018 @75.5. studio il paese da gennaio e sono entrato su 2027 a marzo, con 80k @75 a trend rialzista affermato. quest'estate ad 85 ho dimezzato la posizione, dopodichè da settembre ho cominciato a shortare il rimanente e nello spike del 16 ottobre ho comprato una buona fetta a 49.5.

la situazione del paese non è rosea, dopo le notizie di oggi quello che mi trattiene dal non vendere è, oltre al fatto che il rischio paga con un "pornographic yield", il fatto che il venezuela - normalizzando sulla sua estensione - è indubbiamente il paese più ricco del mondo, il paese sviluppato peggio amministrato e quindi con ampi margini di manovra, un paese corrotto che ad ogni caduta dell'oil, alle strette, ha effettuato variazioni alla sua struttura.

la riunione dell'opec di oggi, io l'ho seguita in diretta sia per le dichiarazioni dei ministri dell'oil che per la seguente, ridicola sia da parte della stampa che del chairman, conferenza per i giornalisti.

quello che è emerso è che l'opec vuol provare a "contare ancora qualcosa" nel mondo. l'obiettivo è chiaro, eliminare dal mercato i produttori di oil meno efficienti. fra questi non rientra il venezuela, che ha un prezzo di estrazione relativamente basso, seppur ramirez sia andato via nero in volto e parecchio stizzito. shale oil, sands oil, ... si va a parare li.

mi piacerebbe spendere due parole sullo shale, vedo che qua c'è gente interessata...

nel world energy outlook di IEA di novembre si prevedono 12 milioni di barili di shale oil al giorno per fine anno (60% del fabbisogno), con riserve certificate di petrolio in continuo aumento ad ogni nuovo documento emesso (2010/2011/2012/2013/2014 = 0/1/3/5/7 miliardi di barili). la shale revolution, come la chiamano loro, ha beneficiato dei prezzi alti degli ultimi 4 anni per far fare soldi anche a ditte di caratura "familiare"... raccogliere dati sui breakeven points è abbastanza un casino, perchè ogni zona (formazione rocciosa) americana ha i suoi costi, che peraltro variano anche del 50% da un posto all'altro al suo interno). i livelli sono molto diversi anche da varie fonti autorevoli, ho spulciato decine di report fra barckleys, JPM, goldman, ubs, bloomberg... sotto allego il report di bloomberg e di goldman, aggiornati a 2 settimane ed un mese fa, sui breakeven points di alcuni produttori di shale...

l'aria che tira in america non è molto bella... alcune compagnie americane già sono con l'acqua alla gola, per esempio noble energy e devon energy sono ferme... tante altre, sono tutte aziende "quasi domestiche" e sono davvero tante, che con l'olio sotto a 75 iniziano a rallentare... le oil-sands sono già praticamente tutte tagliate fuori, anche quelle canadesi che hanno riserve (da estrarre) di tutto rispetto. halliburton, che è il principale produttore di sistemi modulari per l'estrazione dello shale, ha sfruttato il periodo per inglobare la ditta rivale in forniture per quasi 40 mld di usd.

pioneer natural resources, che è una delle compagnie americane più aggressive, è uscita dalla vecchia location in eagle ford (ha venduto qualche asset - pipelines o giù di li - di quella zona ed anche 1 miliardo di dollari in scorte) per trasferirsi più vicina a carrizo spings e nel permian.

qui ci sono un po' di articoli sullo shale americano da leggere:

U.S. Drillers Shift Oil Rigs to Tap Most Reliable Fields - Bloomberg

Saudi Flexing Met With Crickets by U.S. Shale Frackers - Bloomberg

Oil prices push Pioneer out of Eagle Ford Shale assets - permianshale.com

si legge che: "Alla luce del calo dei prezzi del petrolio, Pioneer Natural Resources ha preso la decisione di vendere una pipeline in Eagle Ford al fine di continuare gli sforzi operativi nel bacino Permiano. Dallas Business Journal ha riferito che il CEO di Pioneer Scott Sheffield ha fatto l'annuncio nel corso di una conference call con gli investitori. Oltre al gasdotto, l'azienda offrirà anche 1 miliardo di usd in stock."

le parole del CEO: "It allows Pioneer to really prudently develop its assets in what I believe could easily be a $70 to $80 (per barrel) oil price environment over the next two years,” said Sheffield."... lui prevede un prezzo dell'olio fra i 70 e gli 80 dollari al barile per 2 anni.

dopo le parole del meeting di oggi, non sono da escludere spike verso i 65, ma anche i 60 usd al barile del WTI, ma credo che dopo 70-80 potrebbe effettivamente essere il range in cui rispettivamente contrazione per costi di produzione e surplus di offerta si bilanciano...

per alcune formazioni americane importanti i dati di sostenibilità (estraz. + progetti) potrebbero essere (studio di itg investment reserarch, di cui ho trovato cifre simili in riscontro su reuters da parte di altri istituti):

oklahoma: 79 usd
eagle ford: 68 usd
bakken: 67
permian: 65

in eagle ford, che è abbastanza ampia come formazione, i prezzi vanno dai 49 usd del briscoe ranch agli 87 usd di eaglebine... così per tutto il resto delle formazioni, avere dati in media è complicato perchè cambiando i pesi cambiano i valori, ed ultimamente li ritoccano tutti verso il basso...

la cosa che mi ha fatto desistere dal vendere oggi, o almeno alleggerire, è il fatto che dal 24 di settembre circolano rumors su misure da adottare nel paese, che è un mese che non viene convocata una sicad I, che alle sicad II da una settimana iniziano a vedersi code spropositate per arraffare dollari a 50 bv per usd, seppur il cambio fra cencoex, sicad e mercato nero si attesti sui 35 bv, che pare che sia stata intrapresa una via di trasparenza delle risorse dai mercati internazionali (pare che entro fine anno arriveranno altri 6 mld di usd dai vari fonden), che qualcosa si muove sul fronte petrocaribe (anche la piccola cartolarizzazione smuoverebbe importi importanti), che la cina ha parecchi interessi sul venezuela e ha concesso una certa flessibilità di pagamento, che il paese ha sempre onorato religiosamente il debito estero (anche perchè qua non si parla di default o non default, ma di collasso o meno dell'intera struttura), che sono anni che PDVSA vende sul mercato libero, evidentemente con guadagni, a quasi la metà del prezzo del brent... maduro stesso, gozzovigliando, qualche mese fa diceva che PDVSA faceva utili anche a 40 usd al barile...
 

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tommy271

Forumer storico
Benvenuto nella discussione Obi ... la conferenza stampa dell'OPEC non è quella della BCE di Mario Draghi :-o.

Giusta la riflessione sul Sicad 1 (e il Cencoex) ... Con l'oil in discesa Maduro ha stretto i cordoni della borsa ... dando meno $ sul mercato... salvaguardando le riserve in valuta.
Il controeffetto è stato la risalita del cambio in nero e la penuria dei generi di consumo.

Sulle shale oil, vedo che hai studiato i prezzi ... quasi certamente nei prossimi mesi ci sarà qualche fallimento con concentrazione dei produttori. Per determinate zone geografiche e per taluni produttori avevo letto di prezzi minimi intorno a 50/55 $ ... la maggioranza naviga però attorno a 70 $.
Da qui la sfida dei sauditi ...
 

tommy271

Forumer storico
El petróleo pierde más de 5 dólares en Londres y Nueva York


[FONT=&quot] El West Texas Intermediate (WTI) cayó hasta hasta 67,75 dólares el barril

[/FONT]










12:46 p.m. | AFP.- El precio del petróleo perdía este jueves más de 5 dólares en Londres y Nueva York, donde el WTI cayó por debajo de los 70 dólares el barril por primera vez desde 2010 tras la decisión de la OPEP de mantener su techo de producción.

Hacia las 16H30 GMT, el West Texas Intermediate (WTI) cayó hasta hasta 67,75 dólares el barril en los intercambios electrónicos del New York Mercantile Exchange (Nymex), su nivel más bajo desde el 25 de mayo de 2010.

Por su parte el Brent del Mar del Norte cayó por debajo de los 72 dólares en el Intercontinental Exchange (ICE) de Londres, su nivel más bajo desde el 7 de julio de 2010 (hasta 71,25 dólares).

La Organización de Países Exportadores de Petróleo (OPEP) decidió este jueves mantener su techo de producción en 30 millones de barriles diarios (mbd), el mismo que hace tres años, a pesar de la caída de precios desde mediados de junio.

"No hay recorte", anunció el ministro de Kuwait, Ali Saleh Al Omair, al salir de la reunión, una decisión que perjudica a países como Venezuela que pedían reducir la producción.

"Si no baja el techo de producción de los países de la OPEP, el precio del Brent podría alcanzar los 60 o 70 dólares antes de Navidad", según Torbjorn Kjus, analista en DNB.

El petróleo ha caído más de un 35% desde mediados de junio, consecuencia del freno de la economía mundial y del exceso de oferta, alimentado por la producción de petróleo de esquisto en Estados Unidos.
 

Obi W. Kenobi

Forumer attivo
Giusta la riflessione sul Sicad 1 (e il Cencoex) ... Con l'oil in discesa Maduro ha stretto i cordoni della borsa ... dando meno $ sul mercato... salvaguardando le riserve in valuta.
Il controeffetto è stato la risalita del cambio in nero e la penuria dei generi di consumo.

...non pagando i cargo di porto cabello (si, ci sarebbe da dire altra roba) che è un mese che aspettano di scaricare tonnellate di mais (hmmm... bono, fermentato diventa whiskey :D ), le airlines, debiti applati interni (non contano nulla ma già che ci siamo)... però continuando a fare spese per far contenti i propri paesani, così possono comprarsi tutta la roba figa da "mi casa ben equipada" a prezzi stracciati, sussidiati, per rivendere in colombia ma anche solo aspettare la svalutazione (rodriguez dice non manca tanto...) e guadagnarci, a spanne, il 1000%... così magari se riuscisse ad anticipare le parlamentari le possibilità di successo sarebbero maggiori :D

Sulle shale oil, vedo che hai studiato i prezzi ...

ho interessi personali in oil & gas, seguo in parallelo parte delle americhe...

quasi certamente nei prossimi mesi ci sarà qualche fallimento con concentrazione dei produttori. Per determinate zone geografiche e per taluni produttori avevo letto di prezzi minimi intorno a 50/55 $ ... la maggioranza naviga però attorno a 70 $.
Da qui la sfida dei sauditi ...

i big fishes hanno già iniziato ad acquistare... a 70 usd il 50% dello shale, nella condizione attuale, è out in un anno. 50-55 è poca roba rispetto al grosso, che ancora oggi è rappresentato da ditte anche familiari.

a chi interessa l'argomento, gasland (va filtrato, è palesemente esposto contro lo shale) è un film/documentario che spiega come funziona lo scisto e dà spunti riflessivi su un futuro non prossimo, bruttino per gli USA...

:up:

buonasera a tutti, mi iscrivo alla discussione avendo investito sul venezuela. ho preso parte alle discussioni su un'altra testata ma ho preferito trasferirmi.

E siamo in due. Benvenuto.

ciao furry ;)
 
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tommy271

Forumer storico
...non pagando i cargo di porto cabello (si, ci sarebbe da dire altra roba) che è un mese che aspettano di scaricare tonnellate di mais (hmmm... bono, fermentato diventa whiskey :D ), le airlines, debiti applati interni (non contano nulla ma già che ci siamo)... però continuando a fare spese per far contenti i propri paesani, così possono comprarsi tutta la roba figa da "mi casa ben equipada" a prezzi stracciati, sussidiati, per rivendere in colombia ma anche solo aspettare la svalutazione (rodriguez dice non manca tanto...) e guadagnarci, a spanne, il 1000%... così magari se riuscisse ad anticipare le parlamentari le possibilità di successo sarebbero maggiori :D

Un osservatore attento sullo shale fa sempre bene alla discussione.

Leggevo dei porti "intasati" per via dell'oil comprato da PDVSA... deve essere scaricato dalle petroliere ...questa - giustamente - ha la precedenza.
E poi c'è quello da spedire.

Credo che i porti siano al limite della ricezione.
 
Stato
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