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Si susseguono in tutte le regioni dell’est ucraino, da giorni, grandi manifestazioni contro il colpo di stato che a Kiev ha portato al potere gli oligarchi filo-Ue e filo-Nato e sdoganato i fascisti di Svoboda – che ha ben 5 ministri nel nuovo esecutivo – e quelli di Pravyi Sektor. Furiosa dopo la cancellazione del bilinguismo da parte della nuova maggioranza parlamentare golpista ovunque nelle regioni russofone dell’Ucraina la folla chiede l’intervento dell’esercito russo mentre milizie popolari e consistenti pezzi degli apparati di sicurezza organizzano la difesa delle città dalle scorribande delle squadracce fasciste provenienti da Kiev e dalle regioni occidentali dell’Ucraina, bastioni dei partiti di estrema destra.


Ucraina: nell’est manifestazioni di massa pro-russe e antifasciste
Sabato, 01 Marzo 2014 19:28 Marco Santopadre

Si susseguono in tutte le regioni dell’est ucraino, da giorni, grandi manifestazioni contro il colpo di stato che a Kiev ha portato al potere gli oligarchi filo-Ue e filo-Nato e sdoganato i fascisti di Svoboda – che ha ben 5 ministri nel nuovo esecutivo – e quelli di Pravyi Sektor. Furiosa dopo la cancellazione del bilinguismo da parte della nuova maggioranza parlamentare golpista ovunque nelle regioni russofone dell’Ucraina la folla chiede l’intervento dell’esercito russo mentre milizie popolari e consistenti pezzi degli apparati di sicurezza organizzano la difesa delle città dalle scorribande delle squadracce fasciste provenienti da Kiev e dalle regioni occidentali dell’Ucraina, bastioni dei partiti di estrema destra.

Oggi parecchie decine di migliaia di persone sono scese in piazza nelle strade di Donetsk e Kharkov.
Nella città al centro della regione mineraria del Donbass circa 20 mila persone, che sventolavano bandiere russe e comuniste, si sono concentrate in Piazza Lenin; dopo aver sostituito la bandiera russa a quella ucraina sull’edificio del governo regionale la folla ha destituito il presidente Andrew Shishatskiy ed il sindaco di Donetsk Alexander Lukyanchenko, chiamandoli traditori per aver ubbidito alle autorità golpiste di Kiev. Subito dopo la piazza ha nominato per alzata di mano a nuovo governatore il leader della "milizia del popolo" Paul Gubaryov. Il nuovo governatore ha subito lanciato un ultimatum alle autorità della regione di Donetsk affinché disobbediscano alle autorità golpiste di Kiev ed ha chiesto ai dimostranti di montare un presidio permanente di fronte alla Delegazione del Governo.
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Si susseguono in tutte le regioni dell’est ucraino, da giorni, grandi manifestazioni contro il colpo di stato che a Kiev ha portato al potere gli oligarchi filo-Ue e filo-Nato e sdoganato i fascisti di Svoboda – che ha ben 5 ministri nel nuovo esecutivo – e quelli di Pravyi Sektor. Furiosa dopo la cancellazione del bilinguismo da parte della nuova maggioranza parlamentare golpista ovunque nelle regioni russofone dell’Ucraina la folla chiede l’intervento dell’esercito russo mentre milizie popolari e consistenti pezzi degli apparati di sicurezza organizzano la difesa delle città dalle scorribande delle squadracce fasciste provenienti da Kiev e dalle regioni occidentali dell’Ucraina, bastioni dei partiti di estrema destra.

Oggi parecchie decine di migliaia di persone sono scese in piazza nelle strade di Donetsk e Kharkov.
Nella città al centro della regione mineraria del Donbass circa 20 mila persone, che sventolavano bandiere russe e comuniste, si sono concentrate in Piazza Lenin; dopo aver sostituito la bandiera russa a quella ucraina sull’edificio del governo regionale la folla ha destituito il presidente Andrew Shishatskiy ed il sindaco di Donetsk Alexander Lukyanchenko, chiamandoli traditori per aver ubbidito alle autorità golpiste di Kiev. Subito dopo la piazza ha nominato per alzata di mano a nuovo governatore il leader della "milizia del popolo" Paul Gubaryov. Il nuovo governatore ha subito lanciato un ultimatum alle autorità della regione di Donetsk affinché disobbediscano alle autorità golpiste di Kiev ed ha chiesto ai dimostranti di montare un presidio permanente di fronte alla Delegazione del Governo.
Situazione simile a Kharkov dove circa 50 mila persone hanno manifestato in Piazza della Libertà per esigere la immediata federalizzazione dell’Ucraina denunciando l’atteggiamento nazionalista e aggressivo delle nuove autorità filo-Ue di Kiev. Durante la manifestazione l’ex governatore Mikhail Dobkin e il sindaco della città Guennadi Kernés hanno chiesto al governo centrale guidato da Arseni Yatseniuk l’immediato disarmo dei gruppi armati di estrema destra. Il 26 febbraio scorso una squadraccia di Pravyi Sektor, armata di fucili e proveniente da Kiev aveva assaltato l’edificio dell’associazione sportiva antifascista Oplot.

Lo stesso giorno in città è stata uccisa a coltellate una militante, piuttosto in vista, del Partito delle Regioni, la 65enne Maria Blomerius, attiva nelle ultime settimane nel comitato per la difesa del monumento a Lenin della città. A Kharkov, come a Donetsk, i dimostranti hanno assediato il palazzo dell’amministrazione regionale costringendo i miliziani posti dal governo centrale a difesa dell’edificio ad arrendersi dopo alcuni scontri che hanno causato alcune decine di feriti lievi.

Manifestazioni hanno esplicitamente invocato l’aiuto e la protezione di Mosca anche in altre città delle regioni orientali dell'Ucraina russofona: a Lugansk, a Zaporozhie (teatro negli ultimi giorni di aggressioni fasciste alle sedi del PC, al Consiglio Regionale, alla sinagoga), a Gorlovka (dove i dimostranti hanno bruciato la bandiera rosso-nera dei fascisti ucraini.

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Global Research, 25 febbraio 2014
La presa del potere a Kiev dell’opposizione è un colpo di Stato eseguito con la forza, che ignora almeno la metà della popolazione ucraina. Eppure, non lo si saprebbe ascoltando i media e le reti come CNN o Fox News, o leggendo i titoli di Reuters e della British Broadcasting Corporation (BBC). Gli eventi a Kiev vengono ingannevolmente presentati da questi media e dai cosiddetti governi “occidentali” che li supportano, direttamente o indirettamente, come il trionfo del potere del popolo e della democrazia in Ucraina.
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Come l’Unione europea ha favorito il golpe
Ciò che è avvenuto a Kiev è un colpo di Stato attraverso la manipolazione delle emozioni e le speranze di un segmento significativo della popolazione ucraina, da parte dai capi dell’opposizione. Va sottolineato che molti sostenitori dell’opposizione fanno ciò che credono sia giusto per il loro Paese e che essi stessi sono vittime dei loro capi corrotti. Si deve anche sottolineare, a prescindere da quale parte sostenga, che il popolo ucraino è vittima di politici corrotti. Sia il partito di governo che di opposizione si sono alternati al potere sfruttando l’Ucraina per vantaggio personale. La leadership dell’opposizione ha sostanzialmente usurpato il potere mentre l’Unione europea e gli Stati Uniti gli hanno dato pieno sostegno. Ciò è stato fatto tramite i tentativi di UE e USA nel legittimare la presa del potere dell’opposizione con il colpo di Stato a Kiev quale culmine della rivolta popolare in Ucraina. Anche se l’opposizione non è veramente unita, i suoi capi hanno grossolanamente rifiutato di compiere qualsiasi obbligo, dopo l’accordo mediato tra loro e il governo ucraino da parte dell’Unione europea, attraverso la troika di Francia, Germania e Polonia. Il governo ucraino e la Russia hanno giustamente accusato l’Unione europea e i mediatori europei di rifiutare di adempiere ai loro obblighi assicurandosi che l’opposizione rispetti l’accordo mediato dall’UE. Invece l’Unione europea ha consentito ai capi dell’opposizione ucraina d’ignorare i loro impegni e violare grossolanamente l’accordo. Mentre una fazione dell’opposizione trattava un’altra proseguiva la pressione dalle piazze, rifiutandosi di fermarsi fin quando il governo è stato estromesso. L’accordo firmato tra il governo ucraino e l’opposizione, il 21 febbraio 2014, non aveva alcuna clausola o termine tuttavia che concedesse all’opposizione diritti per occupare il potere esecutivo, legislativo e giudiziario dell’Ucraina o per creare unilateralmente una nuova legislazione. Qualsiasi informazione secondo cui l’accordo permette che ciò avvenga, è falsa e fuorviante. Invece l’accordo è stato utilizzato come travestimento per l’acquisizione dello Stato da parte dell’opposizione. In verità, l’Unione europea ha contribuito a mediare l’accordo per potenziare l’opposizione ucraina. La conversazione telefonica trapelata sulle proteste in Ucraina tra Victoria Nuland del dipartimento di Stato e Geoffrey Pyatt, l’ambasciatore statunitense a Kiev, hanno anche indicato che Stati Uniti e UE pianificavano la creazione di un nuovo governo in Ucraina. Il nastro su Nuland rivela che Washington lavorava per un nuovo governo dell’opposizione in Ucraina con figure che avrebbero facilmente adempiuto alle pretese di USA e UE. Ciò di cui Nuland e Pyatt parlavano è il cambio di regime in Ucraina, che non ha nulla a che fare con ciò che il popolo ucraino vuole, ma solo con ciò che il governo degli Stati Uniti e i suoi alleati vogliono dall’Ucraina. Se il governo degli Stati Uniti crede davvero che il popolo ucraino abbia il diritto di determinare il proprio futuro, non si sarebbe impegnato a nominare le figure del governo ucraino o a cercare di configurare il governo ucraino. Invece Washington avrebbe lasciato la formazione del governo di Kiev al popolo ucraino.
Camuffare nel parlamento nella Rada il colpo di Stato
I leader dell’opposizione cercano d’ingannare platealmente gli ucraini e il mondo sequestrando il ramo legislativo del governo del Paese. Vi sono forti possibilità che ciò sia fatto con il coordinamento e l’incoraggiamento dei governi di Stati Uniti e Unione europea. Per legittimarsi, l’opposizione ucraina usa il Parlamento ucraino o Verkhovna Rada. La Rada era già un luogo fortemente danneggiato da politici notoriamente disonesti che dominavano sia la maggioranza che l’opposizione della camera, semplice notaio legislativo. In altre parole, la leadership dell’opposizione ucraina cerca di legittimare il colpo di Stato a Kiev utilizzando l’anchilosata Rada ucraina. La Rada non era nel pieno decoro in tale votazione. L’opposizione ha inizialmente usato l’instabilità e la fuga del governo per dichiarare opportunisticamente legittimi i contestati voti alla Rada. Ciò è accaduto mentre circa la metà dei parlamentari ucraini era assente o in clandestinità per le violenze e i disordini a Kiev. In altre parole, i leader dell’opposizione hanno usato l’assenza di circa la metà dei parlamentari nella Rada per dare una finta legalità al loro colpo di Stato, cogliendo l’occasione approvando una legge parlamentare che sarebbe stata respinta se tutti i membri della Rada fossero stati presenti e votanti. Anche se sotto il controllo dell’opposizione, la Rada aveva ancora un numero sufficiente di parlamentari per tenere una sessione di emergenza, ma vi furono serie questioni procedurali, tecniche, giuridiche, etiche e costituzionali su ciò che accadeva. Per indire una sessione di emergenza, la Rada ha bisogno di almeno 226 dei suoi parlamentari. Sotto la guida dell’opposizione vi erano inizialmente 239 deputati, ma ciò non autorizzava l’opposizione ad approvare una qualsiasi legge o a far finta che la Rada operasse in sessione costituzionale regolare. Inoltre, vi erano importanti procedure specifiche necessarie da seguire, che i partiti dell’opposizione ignorarono e violarono. Il maggiore partito dell’Ucraina, il Partito delle Regioni e gli altri partiti filo-governativi o indipendenti non erano presenti al voto alla Rada. Anche se un numero crescente di deputati filo-governativi ora inizia a negoziare con l’opposizione e una fazione dei deputati del Partito delle Regioni è tornata alla Rada per proteggersi, l’assenza di molti deputati e il fatto che tutti parlamentari ucraini non fossero nella Rada a contestare l’azione dell’opposizione rende, per lo meno, la normativa passata discutibile. Esaminando altri fattori, le leggi approvate dalla Rada sono ancora più discutibili. Il presidente della Rada (portavoce o presidente), Volodimir Rybak, non era presente alla lettura delle proposte nella Rada. Rybak si sarebbe dimesso dal suo incarico. Non solo la persona eletta presidente della Rada da una sessione costituzionale deve essere presente al voto, ma il presidente della Rada deve approvare gli atti adottati firmandoli prima che siano trasmessi al ramo esecutivo del governo, per la promulgazione. Né i decreti possono divenire leggi o essere promulgati dopo il voto alla Rada senza la firma finale presidenziale. L’unico modo con cui un veto presidenziale può essere ribaltato è che i due terzi dei deputati della Rada sostengano un disegno di legge dopo il veto presidenziale, in questo caso il presidente o il presidente della Rada devono firmare il disegno di legge per adottarlo come legge.
L’opposizione ha cercato di aggirare l’approvazione presidenziale e l’assenza del presidente della Rada. Invece i capi dell’opposizione hanno scelto unilateralmente il nuovo presidente, Oleksandr Turchynov, in modo da far avanzare la loro agenda politica senza essere contestati. La nomina di Turchynov a presidente della Rada è stata pensata per dare agli atti parlamentari dell’opposizione ucraina una legittimità. L’opposizione ha nominato Turchynov affermando di aver seguito la costituzione, perché un presidente della Rada supervisionasse le proposte dei partigiani e li approvasse. Inoltre, Oleksandr Turchynov non solo sorveglia e approva gli atti unilaterali dell’opposizione ucraina, ma li trasforma in leggi essendo anche il presidente dell’Ucraina in carica. Ciò che ha fatto Turchynov, tuttavia, è illegale per una serie di motivi. In primo luogo, la maggioranza della Rada, cioè di tutti i deputati del Parlamento ucraino, deve nominare prima un nuovo presidente o portavoce della Rada per sovrintendere alla votazione parlamentare. Ciò non è avvenuto perché molti membri della Rada mancavano quando fu scelto. In secondo luogo, Turchynov non può assumere il ruolo di presidente della Rada, da primo vice-presidente o assumendo la carica di presidente ad interim, fin quando il presidente Viktor Janukovich si dimette o viene processato dalla Rada, cosa che non è avvenuta quando è stato nominato presidente. Usando le divisioni nella gerarchia sconcertata del partito delle Regioni, l’opposizione ha cercato di coprire la sua incostituzionalità. Dopo che Turchynov è stato nominato presidente della Rada, l’opposizione ha fatto sì che una fazione del Partito delle Regioni ritornasse alla Rada e che una serie di deputati indipendenti mettesse sotto accusa il presidente Janukovich. Questi parlamentari del Partito delle Regioni ed indipendenti collaborano con l’opposizione al fine di mantenere il posto o garantirseli con il nuovo regime politico a Kiev. La Rada è ora solo un ente di approvazione controllato dall’opposizione, che già agisce illecitamente. Anche se c’è ancora incertezza o discussioni se la versione 2004 o 2010 della Costituzione ucraina sia attiva, l’articolo 82 della Costituzione ucraina (a prescindere di qualsiasi versione) stabilisce che la Rada è la sola “competente, a condizione che non meno dei due terzi della sua composizione costituzionale siano stati eletti“. Si discute dei nuovi regolamenti sui media e dell’espulsione dei media russi dall’Ucraina. Svelando quanto siano false loro inclinazioni democratiche, i capi dell’opposizione minacciano di usare la Rada per vietare, inoltre, i partiti che gli si oppongono. Ciò include il divieto del Partito delle Regioni di Viktor Janukovich. Il Partito delle Regioni non è solo il partito politico più ampio, detiene anche quasi il quaranta per cento dei seggi della Rada. Nessun altro partito politico si avvicina al suo sostegno, nel panorama politico ucraino o nella Rada. Escludendo i seggi parlamentari dei suoi alleati nella Rada unicamerale, con 442 seggi, il Partito delle Regioni ne occupa 165 da solo. I partiti politici e coalizioni di opposizione comprendenti l’Unione pan-ucraina Patria (Batkivshchyna), l’Alleanza democratica per la riforma ucraina e Svoboda, hanno in totale 167 seggi. Non vi è alcun dubbio su chi abbia la maggioranza del sostegno degli elettori ucraini. La messa al bando del Partito delle Regioni annulla essenzialmente la scelta elettorale della maggioranza degli ucraini. I capi dell’opposizione vogliono anche utilizzare illecitamente la Rada per mettere fuori legge il Partito Comunista ucraino. Il Partito Comunista ucraino ha definito la cosiddetto protesta EuroMaidan/Euromaidan un colpo di Stato eterodiretto contro l’Ucraina e il suo popolo. Le minacce dell’opposizione di vietare il Partito Comunista ucraino, e addirittura di ucciderne gli aderenti per le strade, sono volte a punirlo per la posizione e il sostegno dato al governo ucraino contro le proteste antigovernative a Kiev.

La strada per Mosca passa da Kiev: un colpo di Stato che minaccia la Russia | Aurora
 

Ignatius

sfumature di grigio
Dal sito di Beppe Grillo:
Blog di Beppe Grillo - 1914 Sarajevo - 2014 Sebastopoli #Ucraina


Il post e alcuni commenti sulla situazione, in verità un po' incasinata [nemmeno da quelle parti riescono a dare tutta la colpa e tutti i meriti ad una singola campana... beh, che sia colpa di Renzy e di MarioMonti rimane chiaro, comunque]
 

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Mercoledì, 26 febbraio @ 23:08:50 GMT
KURT NIMMO
prisonplanet.com

Già nel 2011 il Partito delle Regioni avvertiva che se lasciato fare il finanziere George Soros avrebbe scatenato uno scenario libico in Ucraina.

“Ho persino delle informazioni secondo le quali Soros avrebbe destinato dei fondi per la creazione di gruppi di giovani qui in Ucraina pronto a lanciare progetti basati sugli esempi nord africani.” Così dichiarava Aleksandr Yefremov, capo della fazione parlamentare del Partito delle Regioni (partito politico ucraino russofono).

Un “certo gruppo di giovani” violenti armati di pistole, provenienti dalle file dei movimenti di destra avrebbe, come riportato, sotto controllo Kiev da sabato. Membri del 31° Centinaio, gruppo d’opposizione di Leopoli, sembra controllino anche il palazzo del parlamento ucraino secondo il New York Times e il presidente della stessa nazione sia in fuga mentre i dimostranti avrebbero occupato la sua dimora.



Gli Stati Uniti e la Nato hanno supportato mercenari in Libia con lo scopo di rovesciarne il regime e ucciderne il leader, il Col. Muammar al-Gaddafi. La Libia di oggi è paralizzata da divisioni etniche -tribali - regionali e fazionarie, un destino che oggi l’Ucraina sembra condividere col saccheggio dei negozi e dei magazzini e una fuga di massa dalla capitale verso le altre grandi città del paese come Odessa, Simferopol e Kharkov, le città ucraine più fedeli al governo e meno colpite dai tumulti, secondo Russia Today.

Nel 2008 l’allora primo ministro, Yulia Timoshenko, parlava del ruolo di George Soros nella politica ucraina e dei suoi consigli nella crisi economica.

“Questo rende lecito ritenere che attraverso la sua influenza George Soros abbia influenzato il tasso della valuta nazionale del paese per i suoi scopi speculativi.
Parecchi ufficiali dell’amministrazione Yushchenko hanno dichiarato di voler mettere Soros alla sbarra per le sue attività in Ucraina ma fino ad oggi non è successo" così ha riportato la RT.com nel 2011.

Nel 2010 il servizio di sicurezza dello stato ucraino cominciò a monitorare le attività di Soros nel finanziamento e l'istituzione della fondazione Vozrozdeniye (“Renaissance”) e il suo legame con le altre ONG (associazioni non governative) operanti nella nazione, l’indagine non ha prodotto comunque risultati perseguibili penalmente.

In risposta alle accuse mosse da Aleksandr Yefremov, la fondazione Soros ha dichiarato che tutti i fondi destinati ai programmi per l’Ucraina vengono utilizzati per lo sviluppo di una società aperta e democratica e pure per aiutare i cittadini ucraini che soffrono comunque degli effetti della crisi internazionale.

Come già riportato questo gennaio il progetto di Soros è quello di destabilizzare l’Ucraina e le altre nazioni che compongono la Federazione Russa. L’Istituto Società Aperta, conosciuta pure come Fondazione Società Aperta (OSF), garantisce borse di studio agli attivisti ONG nell’Europa centrale e continua il lavoro della Fondazione Ford . Difatti fin dagli anni cinquanta la CIA ha utilizzato la Ford Foundation come fonte di finanziamenti in nero. Soros e altre organizzazioni USA come la National Endowment for Democracy destabilizzano e rovesciano governi, compito precedentemente svolto dalla CIA.

La destabilizzazione del governo ucraino è parte di una mossa geopolitica mirata a scardinare ogni eventuale ostacolo al loro progetto di egemonia. La Libia sta soffrendo per quello che essenzialmente è un ordine del “progetto Caos” .

Un piano similare alla frontiera russa è attualmente in atto.

ComeDonChisciotte - SOROS HA FINANZIATO “LO SCENARIO LIBICO” CHE STA PRENDENDO PIEDE IN UCRAINA
 

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Putin: Yanukovich resta presidente legittimo dell' Ucraina

Presidente russo: dirigenti attuali a Kiev non hanno legittimità
ROMA
Roma, 4 mar. (TMNews) - Viktor Yanukovich resta l'unico legittimo presidente dell'Ucraina, mentre gli attuali dirigenti dell'Ucraina non hanno legittimità e il Parlamento ce l'ha solo "parzialmente". L'ha affermato oggi il presidente russo Vladimir Putin, in una conferenza stampa diffusa dalla televisione russa.
Putin ha detto anche di avere comprensione per le richieste degli ucraini riuniti nella Maidan, la piazza dell'indipendenza, di un cambio radicale. Ma ha anche sottolineato che Yanukovich, con l'accordo del 21 febbraio, aveva di fatto già fatto tutto quello che l'opposizione chiedeva.

TMNews

La Stampa - Putin: Yanukovich resta presidente legittimo Ucraina
 

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