Mario Draghi nuovo Governatore (1 Viewer)

sharnin

Forumer attivo
Così la Goldman Sachs mette un suo uomo a presiedere la Banca d'Italia.
Draghi ... partecipò alla famosa riunione del panfilo "Britannia", quella dove si decise la svendita dei beni del Paese agli amiconi internazionali.
Uomo dei Rothschild, della City di Londra, cioè della massoneria inglese, cioè "di quel mondo finanziario da cui viene la spinta alla globalizzazione finanziaria … e non importa se a prezzo di una disoccupazione mondiale raddoppiata o triplicata".

Allegria!
 

La mò

Forumer attivo
sharnin ha scritto:
Così la Goldman Sachs mette un suo uomo a presiedere la Banca d'Italia.
Draghi ... partecipò alla famosa riunione del panfilo "Britannia", quella dove si decise la svendita dei beni del Paese agli amiconi internazionali.
Uomo dei Rothschild, della City di Londra, cioè della massoneria inglese, cioè "di quel mondo finanziario da cui viene la spinta alla globalizzazione finanziaria … e non importa se a prezzo di una disoccupazione mondiale raddoppiata o triplicata".

Allegria!

allievo di Modigliani al Mit durante il PhD, forse uno dei più brillanti diceva il premio nobel.....sara pure lui fautore del metodo classico sul contenimento dell' inflazione mediate aumento della disoccupazione ?

andamo bene :rolleyes:
 

Fernando'S

Forumer storico
copio/incollo da :
http://it.news.yahoo.com/29122005/201/mario-draghi-l-uomo-delle-grandi-privatizzazioni.html

...... Il nome di Draghi si lega soprattutto al nuovo testo per la Finanza, che passa alla storia, appunto, come 'legge Draghi'. Una legge che contiene le nuove regole sull'opa, con l'obbligo di lanciarla per chi acquista oltre il 30% di una societa' con un prezzo identico per i piccoli e grandi azionisti, che consente al capitalismo italiano di iniziare a confrontarsi con i mercati internazionali......

capito ???
...e poi ci lamentiamo tanto :rolleyes:
ora sapete chi ringraziare :clava:
certo :-R ... meglio che g'nente g'nente :d:
 

La mò

Forumer attivo
il suo primo maestro

E' l'alba del 15 aprile 1987: l'economista Federico Caffè esce dalla sua casa al 42 di via Cadlolo in zona Monte Mario, a Roma, lasciando sul comodino i documenti e gli occhiali che usa per leggere. Da questo momento se ne perde ogni traccia. Dalle ricerche delle forze dell'ordine, dei suoi studenti e degli amici, non emerge il più piccolo indizio: Caffè è svanito nel nulla. Pescarese di origine, nato nel 1914, Caffè è per trent'anni docente di Politica economica e finanziaria alla facoltà di Economia e Commercio dell'Università "La Sapienza" di Roma. Consulente di spicco dell'Ufficio Studi di Bankitalia, antifascista storico e difensore keynesiano dello stato sociale, nel dopoguerra ricopre i ruoli di Segretario particolare e di Capo di Gabinetto di Meuccio Ruini, Ministro della Ricostruzione del governo Parri.
Ma un susseguirsi di disgrazie stravolge i suoi ultimi anni: la morte della madre e quella della tata che lo aveva cresciuto, la scomparsa dei colleghi Ezio Tarantelli, assassinato dalle Br nell'85, e Fausto Vicarelli, morto in un incidente stradale, e quella del suo studente Franco Franciosi, stroncato da un tumore. Dolori, questi, che Caffè riesce a sopportare con l'aiuto dell'insegnamento e dei suoi allievi. Ma quando l'età gli impone di lasciare la cattedra, cade in un profondo sconforto. Agli amici confessa di non riuscire a scrivere e di avere amnesie sempre più frequenti: "Io non sono un uomo -dice- sono una testa. Se quella arrugginisce, di me non resta più niente".

Che fine ha fatto Federico Caffè? Secondo alcuni si è suicidato, secondo altri si è ritirato nella solitudine di un convento. Ma in ogni caso rimane un dubbio. Negli ultimi mesi Caffè non mangiava quasi più ed era molto debole: difficilmente avrebbe potuto allontanarsi da solo. Quella mattina di aprile, qualcuno potrebbe averlo accompagnato in un luogo isolato in cui compiere l'estremo gesto, o in cui trovare rifugio. Del resto, per fuggire a quell'esistenza divenuta insopportabile, Caffè aveva chiesto aiuto, senza ottenerlo, ad alcuni suoi allievi. Forse, alla fine, altri hanno accettato. Ermanno Rea, autore del libro "L'ultima lezione" sulla vita e sulla scomparsa di Caffè, in una recente intervista a "la Repubblica" si dice convinto che qualcuno sappia e non voglia parlare. Ma aggiunge: "Poco importa se sia finito suicida o in un convento: resta solo la natura oscura ch'egli ha voluto imprimere al suo distacco".

A Torino, quattro giorni prima della sua scomparsa, muore Primo Levi: Caffè ne rimane sconvolto, ma critica il modo, plateale e straziante, in cui lo scrittore si è tolto la vita. Si può pensare, quindi, che se avesse voluto morire Caffè lo avrebbe fatto in solitudine.



Il Tribunale di Roma, con sentenza del 30 ottobre 1998, ha dichiarato la morte presunta di Federico Caffè.



AGGIORNAMENTO
(puntata del 24 marzo 2003)

A distanza di quasi sedici anni dal giorno in cui Federico Caffè uscì dalla sua abitazione di Monte Mario a Roma, il mistero della sua scomparsa non ha ancora trovato soluzione. Nella trasmissione del 24 marzo 2003 sono state ricordate ancora le tante ipotesi fatte su questo caso.



avevo sentito parlare di questa vicenda ma non sapevo della sua fine ....interessante, forse è sparito x ragioni personali probabilmente depressione
 

sharnin

Forumer attivo
Paolo Ferrero, della segreteria nazionale Prc e responsabile Economia e Lavoro, afferma che "Mario Draghi non rappresenta il migliore dei governatori possibili".
"Senza particolari esperienze nel mondo bancario – spiega Ferrero - Draghi e' stato direttore generale del Ministero del Tesoro dal 1992 al 2001 e quindi gestore della fase delle privatizzazioni selvagge che tanti danni hanno fatto al tessuto produttivo del nostro Paese. La cosa che temiamo e' quindi che si passi troppo facilmente da un errore all'altro. Dal 'protezionismo familistico e furbesco' di Fazio ad una pura e semplice riapertura al mercato che destrutturerebbe ulteriormente il sistema bancario italiano. Proprio in virtu' della rilevanza pubblica, politica ed economica del sistema creditizio - conclude l'esponente comunista – riteniamo necessario che oggi si apra una discussione sul futuro del sistema bancario italiano in cui la politica assuma la propria responsabilita' e il governatore della Banca d'Italia sia quindi chiamato a decidere in forme trasparenti e collegiali".
(ANSA)
 

sharnin

Forumer attivo
Articolo che non è che sottoscriva del tutto, ma ....

Chi è Mario Draghi?

Con un consenso "bipartisan", è stato nominato il nuovo presidente di Bankitalia, Mario Draghi. Ma chi è costui?
Di per certo un uomo che riceverà un lauto stipendio (un milione di euro l'anno, pari a oltre 160 milioni, al mese, delle vecchie lire) per presiedere il vertice di Palazzo Koch di Via Nazionale, una delle poltrone più potenti e prestigiose dello scenario italiano.
Direttore generale del Tesoro per oltre dieci anni, è stato fino ad oggi vice presidente di Goldman Sachs. Già questo la dice lunga su molte cose.
Quando nel 2001 il ministro Tremonti lo sostituisce da direttore generale del ministero del Tesoro con Domenico Siniscalco, Draghi torna per un breve periodo ad insegnare negli Stati Uniti, per entrare poi, già nel 2002, in Goldman Sachs a Londra di cui ben presto diviene vicepresidente per l'Europa.
La Goldman Sachs è la banca d'affari più potente al mondo e comunemente definita, insieme a: Rothschild, Warburg, Barings ed altre, una delle fazioni vicine agli "imperi anglo-ebraici" e quindi fuori dal controllo dell'altro "potentato economico-religioso" che è l'Opera (Opus Dei) a cui invece apparteneva il religiosissimo Antonio Fazio a lungo tempo difeso, non a caso, dalle gerarchie ecclesiastiche (oggi ad egemonia Opus Dei, il cui capo è proprio Benedetto XVI).
Del resto la rosa dei nomi dei possibili successori di Fazio che sin dal primo momento è circolata non prevedeva una riconferma per un seguace dell'Opera, consumando così un forte scontro al vertice tra gerarchie cattoliche e le lobbies ebraiche.
Già in passato la figura di Draghi è stata alla ribalta delle cronache, soprattutto quando prese parte, il 2 giugno 1992, all'incontro segreto a bordo del Britannia, il panfilo reale della regina Elisabetta II d’Inghilterra, al largo di Civitavecchia. A bordo vi erano esponenti del mondo bancario (con rappresentanti delle banche Barings, Warburg, Barclays, ecc) e finanziario (oltre a Draghi, George Soros ad altri). Alla presenza della stessa regina Elisabetta che si era occupata dei saluti ufficiali, si era a lungo discusso della necessità di una completa privatizzazione delle partecipazioni statali e dell’industria di Stato a prezzi stracciati a seguito di una svalutazione della lira.
Entrambi gli avvenimenti si verificarono presto: nel settembre 1992, durante il governo di Lamberto Dini, l'allora governatore della Banca d'Italia (Ciampi) ritardò una speculazione della sterlina (opera del multimiliardario ungaro-statunitense George Soros ) contro la lira, causandone così una brusca ed immediata svalutazione del 30%. Nel tentativo di arginare il tracollo economico e finanziario del Paese, i governi attuarono pesantissime finanziarie e si prosciugarono le riserve in valuta estera della Banca d’Italia: ben 48 miliardi di dollari (quasi 100 mila miliardi di vecchie lire).
Così come previsto dall'incontro sul Britannia ci fu ben presto una svalutazione della lira e così le privatizzazioni selvagge non tardarono ad arrivare.
Nei successivi dieci anni si sono succeduti diversi ministri del Tesoro e diversi governi (Andreotti, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D'Alema, ancora Amato e ancora Berlusconi), ma Draghi resta sempre al suo posto prendendo le redini dell'industria e della finanza a partecipazione pubblica in via di privatizzazione e gestendo tale processo.
Sono gli anni delle grandi privatizzazioni, dall'Eni a Telecom da Imi (Draghi dal '91 al '96 sarà nel Cda Imi e dal '93 ne presiederà il Comitato per le Privatizzazioni) a Comit e Bnl e che cambiarono profondamente il profilo economico e finanziario del Paese.
Ma non è solo la sua filiazione alla Goldman Sachs a destare perplessità. La sua figura è fortemente legata ad altre istituzioni quali la Banca Mondiale ed il gruppo Bilderberg.
La sua nomina è comunque arrivata, in modo tempestivo dopo le dimissioni di Antonio Fazio, con un plauso quasi unanime tra governo e principali partiti d'opposizione. La qualcosa non deve stupire: i principali ministri che hanno varato, assieme a Draghi, la lunga stagione delle privatizzazioni sono stati proprio Ciampi, Giuliano Amato e Vincenzo Visco.
A dieci anni i risultati di quella intensa stagione di privatizzazioni e svendita del patrimonio produttivo industriale a partecipazione statale sono sotto gli occhi di tutti: povertà diffusa, perdita di competitività, chiusura di interi stabilimenti e plessi produttivi, che si sommano (e contemporaneamente causano) grandi disagi e difficoltà economiche e sociali all'intero Paese.
C'è solo da augurarsi che un probabile futuro governo di centro-sinistra e la promozione di Draghi da direttore generale a presidente della Banca d'Italia, non continuino nel solco già tracciato e tristemente sperimentato dei primi anni novanta.
Ma a ben guardare, le nuvole che in questi giorni si addensano nel cielo delle finanza italiana, non lasciano ben sperare.

di: Francesco Maringiò
http://www.leskimo.it/draghi.htm
 

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